Quanto sta accadendo a Shulan sta spaventando la Cina molto più della prima ondata di contagi da Covid-19. La paura che la città nella provincia cinese di Jilin, al confine con la Russia, possa trasformarsi in una nuova Wuhan, infatti, è enorme. A preoccupare è un aspetto di questo focolaio su cui si sta ancora indagando: una presunta mutazione del virus e delle sue conseguenze sui pazienti.
A lanciare l’allarme in particolare è stato il dottore Qiu Haibo, uno dei massimi esperti di terapia intensiva, il quale ha rivelato che i nuovi contagi hanno un lungo periodo di incubazione e presentano sintomi diversi da quelli conosciuti finora: i pazienti, infatti, non avrebbero febbre, ma soffrirebbero di affaticamento e mal di gola.
Covid-19, nuovi sintomi registrati a Shulan
Tutti elementi che rendono più difficile contenere il contagio e sembrano portare a una situazione molto più simile a quanto è accaduto in Europa. In effetti, secondo gli esperti, più che suggerire che il Coronavirus stia mutando, questi indicatori potrebbero voler dire che il focolaio non è quello di Wuhan ma è quello proveniente dalla vicina Russia che al momento è uno dei paesi più colpiti dalla pandemia a livello globale.
Una notizia che non rassicura affatto Pechino che pensava di aver debellato il virus. Già prima del lockdown le autorità locali di Shulan avevano imposto chiusura delle scuole e di luoghi di ritrovo oltre al blocco dei trasporti pubblici ma questo pare non sia servito del tutto. Ora tutti i cittadini rimpatriati dalla Russia son monitorati e devono registrarsi per essere sottoposti a test gratuiti.