Per molti è ormai un rito accoccolarsi sul divano davanti al televisore, magari durante una giornata uggiosa, con una tazza fumante di tè tra le mani, ma quello che in pochi sanno è che gli scienziati avvertono che in realtà si potrebbe benissimo fare a meno di arricchire la nostra bevanda con dello zucchero.
Uno studio ha infatti scoperto che i partecipanti al gruppo in esame erano propensi ad eliminare lo zucchero dalle loro bevande senza che ciò le rendesse meno appetibili, suggerendo la possibilità di un cambiamento di questa abitudine anche a lungo termine.
I risultato sono molto promettenti
Gli scienziati hanno fatto sapere che sia interrompere di colpo sia ridurre gradualmente l’assunzione di dolcificanti sono strategie efficaci se lo scopo è di ridurne il consumo in generale. Ciononostante, gli autori dello studio hanno avvertito che saranno necessari ulteriori test per confermare l’affidabilità dei risultati raggiunti.
Una squadra di ricercatori dell’Università di Londra e dell’Università di Leeds ha analizzato i dati raccolti in un mese su 64 uomini che di solito bevevano il tè addolcito con zucchero: i partecipanti sono stati divisi tra coloro che hanno interrotto drasticamente l’assunzione di zucchero, quelli che invece lo hanno gradualmente ridotto e un gruppo di controllo che ha continuato a bere tè zuccherato.
La quantità di zucchero non influisce sul generale gradimento
I risultati hanno suggerito che i gruppi che hanno ridotto le quantità di zucchero erano ancora propensi a gustare una tazza di tè anche senza alcuna aggiunta di dolcificante. Alla fine dello studio, il 42% di quelli nel gruppo di riduzione graduale ha smesso di aggiungerne, come ha fatto anche il 36% di quelli che lo hanno eliminato drasticamente. Il 6% dei soggetti parte del gruppo di controllo ha invece addirittura rinunciato a bere il proprio tè.
Il team ha pertanto concluso: “Ridurre lo zucchero nel tè non influisce in maniera decisiva sul gradimento generale della bevanda, suggerendo che il cambiamento di questa abitudine è possibile anche per il lungo periodo e in maniera definitiva“.