Dall’Indonesia arriva la notizia che il Monte Merapi, un vulcano conico o stratovulcano, è tornato in attività. Un’eruzione di cenere che si è manifestata con una colonna di fumo che è stata spostata dal vento verso nord-ovest. Si tratta del sesto risveglio in appena due settimane tanto che la popolazione è già pronta a evacuare la zona.
Il risveglio è avvenuto poche ore fa. Un sismogramma con un’ampiezza di 75 mm in 103 secondi. Nonostante questo però, l’ovvia paura causata anche dalla pioggia di cenere è stata intercettata dal centro di ricerca e sviluppo sulla tecnologia del disastro geologico di Yogyakarta. È stato chiesto di mantenere la calma in quanto l’attività del vulcano è ancora misurata a un livello di allerta basso.
L’eruzione vulcanica del Monte Merapi
Il monte Merapi si è svegliato l’ultima volta giovedì scorso, il 2 aprile. In quel caso il sismogramma era di 78 mm con una durata di 345 secondi. Il risultato fu una densa colonna di cenere che aveva raggiunto la distanza di 3 chilometri dal cratere. Questa stessa distanza è considerata la zona pericolosa.
La prima eruzione di questa serie è stata registrata invece il 27 marzo. L’espulsione di materiale aveva raggiunto i 5 chilometri, raggio che si è man mano ridotto con le eruzioni successive, altre cinque come detto.
Le parole del capo del centro sopracitato: “La zona pericolosa si trova nel raggio di 3 chilometri dal cratere della montagna. In caso di piogge di cenere, la comunità deve anticipare le interruzioni (alla propria attività) dovute alla cenere vulcanica.“