Dopo che gli scienziati hanno passato decenni a cercare le prove della vita su Marte, Curiosity sembra averla trovata. Il rover della NASA ha fotografato degli oggetti simili ad alghe, licheni e “funghi marziani“.
Curiosity ha scattato le foto di 15 esemplari mentre crescevano dal terreno in soli tre giorni. E le foto mostrano i “funghi” sempre più grandi, mentre emergono da sotto le sabbie rosse di Marte.
La dott.ssa Regina Dass, del Dipartimento di microbiologia e coautrice dello studio, ha dichiarato: “Non ci sono forze geologiche, o altre forze abiogeniche, sulla Terra che possano produrre centinaia di strutture sedimentarie dalla forma simile ad un fungo che spargano spore sulla superficie circostante“. Aggiungendo: “Difatti, i quindici campioni sono stati fotografati mentre crescevano dal terreno in soli tre giorni“.
Pensieri contrastanti
Comunque le prove sono così controverse, il Journal of Astrobiology e le recensioni di Space Science hanno sottoposto l’articolo a un’estesa revisione tra pari da parte di alcuni scienziati.
E mentre tre di questi hanno respinto le prove, gli altri undici hanno raccomandato la pubblicazione, dopo alcune revisioni.
Alcuni scienziati credono che gli esemplari circolari fotografati che emergono da sotto il suolo marziano, non siano funghi ma ematite, una forma di ossido di ferro, che la NASA chiama affettuosamente “mirtilli“.
E il dott. Vincenzo Rizzo, biogeologo del Consiglio nazionale delle ricerche, he risposto: “Non siamo in disaccordo con la NASA. Nonostante abbia alcuni dei più grandi scienziati e ingegneri del mondo. L’ematite è anche un prodotto dell’attività biologica“.
La dott.ssa Dass ha aggiunto: “L’ematite inoltre non ha la forma dei licheni. Questi esemplari marziani hanno forme a fungo, gambi e steli e sono della stessa altezza e hanno gli stessi schemi di crescita dei licheni terrestri“.