Si sente parlare spesso di droni, intesi come veicoli aerei senza pilota usati per lo più per sorvegliare alcune zone o per azioni di guerra. Difficilmente si è sentito parlare di una tecnologia simile applicata a mezzi subacquei, ma il Giappone sembrerebbe essere molto interessato ad una possibilità del genere. È proprio il ministro della difesa nipponico ad annunciare l’intenzione di uno sviluppo in tal senso con un obiettivo ben preciso.
In tutto il mondo ci sono ancora territorio contesi e molte delle volte sono delle isole disabitate perse da qualche parte nei mari e negli oceani. Ci sono esempi bizzarri per questo genere di situazione come quella per l’isola di Hans in Artide la quale è contesa tra Canada e Danimarca; è una guerra combattuta solo con uno scambio di bandiera e niente più, almeno al momento. Ci sono zone al momento più calde come il mare tra Cina e Giappone e il drone subacqueo dovrebbe pattugliare proprio tali acque.
L’attuale progetto del governo giapponese è inserito in un contesto più ampio ovvero quello delle linee guida per la difesa. Quest’ultimo dovrebbe venir approvato direttamente dal primo ministro Shinzo Abe prima della fine dell’anno, a metà dicembre per essere più precisi.
La contesa è mirata verso delle piccole isole Senkaku, nome giapponese, o Diaoyu, nome cinese, situate nel mar cinese orientale. Un altro territorio particolarmente accesso dal punto di vista di problematiche di questo tipo è quello più a nord. Si tratta delle isole Curili le quali sono reclamate anche dai russi.
Nei prossimi mesi sentiremo parlare ancora di questo argomento e di un drone sottomarino subacqueo.
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