Secondo un recente articolo di CNBC, queste “persone virtuali” sono in realtà chatbot o assistenti vocali artificiali programmati per interagire con i clienti o rispondere a domande dei dipendenti. Sono stati sviluppati da società tecnologiche cinesi per aiutare le aziende a gestire le richieste dei clienti e il supporto ai dipendenti in modo più efficiente ed economico.
Inoltre, queste soluzioni di intelligenza artificiale possono essere personalizzate per rispondere a domande specifiche e addestrate per parlare con accenti regionali diversi, rendendole ideali per aziende con clienti o dipendenti in diverse parti del paese.
Nonostante il loro costo relativamente basso, c’è preoccupazione per gli effetti a lungo termine di queste tecnologie sull’occupazione umana. Molti temono che le aziende potrebbero sostituire i lavoratori umani con chatbot o assistenti vocali, riducendo così la richiesta di lavoro per gli esseri umani. Tuttavia, alcuni sostengono che queste tecnologie potrebbero invece liberare i lavoratori dalle attività ripetitive e consentire loro di concentrarsi su compiti più soddisfacenti e creativi.
In ogni caso, la crescente diffusione delle “persone virtuali” in Cina rappresenta un’importante evoluzione nell’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro e sarà interessante vedere come si svilupperà in futuro.