Alcuni scienziati hanno sviluppato un nuovo esame del sangue per predire il possibile rischio di infarto e ictus, insieme ad altre condizioni di alcune persone e capire se queste possano morire per uno di questi fattori nei prossimi quattro anni. Il nuovo test si basa sulla misurazione delle proteine nel sangue ed ha il doppio dell’accuratezza degli esami già esistenti.
Ciò potrebbe consentire ai medici di capire se i farmaci che le persone che sono a rischio di queste condizioni assumono funzionino o abbiano bisogno di ulteriori farmaci per ridurne il rischio. Potrebbe anche essere utilizzato per accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci cardiovascolari fornendo un mezzo più rapido per valutare se i farmaci candidati stanno funzionando durante gli studi clinici.
Un nuovo esame del sangue può predire il rischio d’infarto e ictus
Il nuovo esame è già utilizzato in quattro strutture sanitarie negli Stati Uniti e il team spera che l’utilizzo possa espandersi anche oltre oceano nel prossimo futuro. Mentre i test genetici possono darci solamente un’idea del rischio, la misurazione delle proteine può fornire un’immagine più accurata di ciò che gli organi, i tessuti e cellule fanno in un determinato momento. Il team ha utilizzato l’apprendimento automatico per analizzare 5.000 proteine in campioni di plasma sanguigno di 22.849 persone e identificare una firma di 27 proteine che potrebbero prevedere la probabilità di quattro anni di infarto, ictus, insufficienza cardiaca o morte.
È importante sottolineare che il test può anche valutare accuratamente il rischio nelle persone che hanno avuto in precedenza un infarto o ictus, o hanno altre malattie, e stanno assumendo farmaci per ridurre il rischio, ed è qui che i punteggi di previsione del rischio esistenti tendono a diminuire. Il test di SomaLogic utilizza misurazioni delle proteine per classificare le persone da alto a basso rischio, oltre a fornire una percentuale di probabilità che subiranno un evento cardiovascolare entro i prossimi quattro anni. Quello che è una buona notizia è che le cure per queste condizioni esistono già e non resta solo che abbinarli al meglio alle persone che ne hanno più bisogno, cercando di capire se realmente hanno funzionato.
Questo studio fornisce misurazioni per un quarto di tutte le proteine codificate dai nostri geni, il che è diventato possibile grazie all’emergere di nuove tecnologie che consentono la misurazione di migliaia di proteine e offrono nuove opportunità per valutare il rischio nei pazienti. Sebbene questa ricerca scopra nuove associazioni tra le proteine nel sangue e la morte per tutte le cause, sono necessarie ulteriori ricerche per valutare il potenziale impatto clinico dell’utilizzo di queste 27 proteine, rispetto agli attuali strumenti di previsione del rischio per le malattie cardiovascolari.
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