Le fondamenta della geologia moderna potrebbero avere bisogno di una revisione. Un recente studio pubblicato su Nature mette in discussione una delle ipotesi più diffuse sull’origine della tettonica a placche, suggerendo che la crosta terrestre primordiale fosse già sorprendentemente simile a quella attuale, ma senza il coinvolgimento della subduzione.
La protocrosta era più evoluta del previsto
Secondo Craig O’Neill, geofisico della Queensland University of Technology e autore principale dello studio, la cosiddetta “protocrosta“, ovvero il primo strato roccioso della Terra, mostrava già firme chimiche che fino a oggi si pensava potessero formarsi solo con il movimento delle placche tettoniche.
Tuttavia, la nuova ricerca dimostra che queste firme chimiche (come quelle di titanio e niobio) si sarebbero potute generare senza subduzione, durante il processo di solidificazione della Terra da un pianeta fuso a uno con superficie solida.
Cosa sono queste “firme” chimiche?
Le cosiddette impronte chimiche sono composti come oligoelementi che si incorporano nelle rocce durante la cristallizzazione del magma. In passato, la presenza di queste firme nella crosta antica era stata interpretata come prova dell’esistenza di tettonica a placche già 4 miliardi di anni fa.
Il nuovo studio mostra però che la chimica del mantello terrestre era allora molto diversa, soprattutto a causa della migrazione del ferro verso il nucleo. Questo avrebbe creato condizioni chimiche favorevoli alla formazione di firme simili a quelle delle zone di subduzione, ma senza che tale processo fosse realmente in atto.
Una Terra diversa, con regole diverse
“Pensare che la Terra si sia sempre comportata come adesso è un errore”, spiega O’Neill. La scoperta mette in dubbio l’idea che la tettonica a placche abbia accompagnato fin dall’inizio la formazione della crosta solida terrestre.
Lo studio propone invece che il sistema attuale di placche sia iniziato più tardi, probabilmente tra 3,2 e 2,7 miliardi di anni fa, ben dopo la formazione del primo suolo solido.
Un nuovo scenario per il nostro pianeta (e per altri mondi)
Questa nuova visione riapre il dibattito sull’evoluzione geologica terrestre e potrebbe influenzare anche la ricerca di vita su altri pianeti. Se la tettonica a placche non è una condizione primordiale, potrebbero esistere mondi abitabili senza questo meccanismo, fino a oggi considerato essenziale.
Lo studio sfida una convinzione geologica di lunga data: le firme chimiche nella crosta terrestre primordiale non sono prova certa di tettonica a placche. L’origine di questo processo potrebbe essere molto più recente, e le condizioni della Terra primordiale molto più diverse da quelle attuali. Una scoperta che cambia, ancora una volta, il nostro modo di guardare al passato (e al futuro) del pianeta.
Foto di Eric Prouzet su Unsplash