Il ritorno sulla Luna dell’uomo è un obiettivo sempre più importante per diverse agenzie spaziali. Questo interesse si è trascinato dietro quindi nuovi studi riguardanti il nostro satellite naturale. Uno di questi interessa l’Agenzia Spaziale Australiana, in collaborazione con la NASA, che vuole spedire sulla suddetta roccia spaziale un rover. Lo scopo sarà di studiare le rocce presenti le quali potrebbero fornire ossigeno per le future colonie lunari.
Secondo precedenti scoperte, la Luna è ricca di ossigeno. Al contrario del nostro pianeta non si troverebbe però in forma gassosa, ma piuttosto intrappolato nella regolite il quale è lo strato di roccia e polvere superficiale. In questo caso l’obiettivo è quindi capire come riuscire a estrarlo per utilizzarlo direttamente sul posto senza avere bisogno di continui rifornimenti.
Luna e ossigeno
La regolite lunare è apparentemente composta per un buon 45% da ossigeno il quale è di fatto legato ad altri materiali come silice, alluminio, magnesio e altri ancora. Già sulla terra tramite l’elettrolisi viene creato dell’ossigeno di scarto per la separazione dall’alluminio. Il processo che verrebbe usato sulla Luna risulterebbe esattamente lo stesso solo che il prodotto di scarto diventerebbe l’alluminio; ovviamente quest’ultimo avrebbe un’utilità.
La tecnologia esiste quindi per poter creare una colonia autosufficiente in tal senso, ma ci sarebbe un altro problema da risolvere, sempre su questa questione. I macchinari che portano avanti tali processi richiedono una grande quantità di energia e di fatto quindi la sfida risulta questa, creare un sistema in grado di produrre tanta energia sulla Luna. Visto che l’energia elettrica è necessaria per praticamente tutto al giorno d’oggi, sono molti gli esperti e le società che stanno lavorando per creare sistemi lunari per la produzione di energia quindi sicuramente la soluzione arriverà prima o poi.