Marte: il rover Curiosity fotografa fiori minerali sulla sua superficie

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Il rover Curiosity della NASA ha trovato sulla superficie di Marte qualcosa di davvero affascinante e particolare. Quello ritratto nelle immagini inviate dal rover al centro di controllo sembra proprio essere un piccolo fiore o comunque una qualche struttura organica, ma la realtà è ben diversa. Il team del rover ha infatti confermato che si tratta di una formazione minerale, con delicate strutture formate dalla precipitazione dei minerali nell’acqua.

 

Fiori di cristalli e mirtilli sulla superficie di Marte

Questo tipo di formazioni minerali sono state già osservate in passato dal rover su Marte e sono conosciute come ammassi di cristalli diagenetici. Questo tipo di cristalli sono creati dalla combinazione e dal riarrangiamento dei minerali e sono costituite da ammassi di cristalli tridimensionali, formati da una combinazione di diversi minerali.

Come spiega Abigail Fraeman, ricercatrice e Deputy Project Scientist di Curiosity, queste particolari formazioni minerali erano state già osservate in precedenza dal rover Curiosity ed un analisi delle formazioni trovate in passato aveva rivelato che erano formate da solfati.

Inoltre da diversi studi precedenti su questo tipo di formazioni su Marte, era emerso che questi ammassi minerali erano incastonati all’interno di rocce che nel tempo hanno subito processi di erosione, liberando così le formazioni minerali probabilmente resistenti ai processi erosivi.

Questo tipo di ammassi minerali sono conosciuti anche con il nome di concrezioni, proprio come quelle individuate dal rover Opportunity sulla superficie del Pianeta Rosso che abbiamo soprannominato “mirtilli”, per la loro forma sferica e le loro ridotte dimensioni. Anche nelle immagini scattate da Curiosity infatti, accanto alle formazioni che ricordano la forma di un fiore, vi sono altre concrezioni di forma più o meno sferica.

 

Lo scatto di Curiosity ed il sistema MAHLI

La formazione minerale è stata immortalata da Curiosity il 25 febbraio 2022, Sol 3397 della Mars Science Laboratory Mission, alle 10:54:19 UTC ed è stata soprannominata “Blackthorn Salt” (il blackthotn è il prugnolo o susino selvatico).

Per scattare le immagini ravvicinate delle formazioni minerali, Curiosity ha utilizzato il suo sistema Mars Hand Lens Imager del rover (MAHLI). Si tratta di una fotocamera che ricorda un po’ la lente d’ingrandimento manuale dei geologi. Le immagini ravvicinate di MAHLI sono in grado di mostrare con dovizia di particolari, i minerali e le strutture nelle superfici rocciose di Marte.

Il MAHLI utilizza un processo di messa a fuoco integrato in grado di ottenere una sola immagine unendo da due a otto immagini precedentemente acquisite dal sistema, che si trova sulla torretta all’estremità del braccio robotico del rover.

L’unione della messa a fuoco integrata viene talvolta eseguita su immagini acquisite nello stesso Sol a volte invece con immagini di un Sol precedente. La fusione della messa a fuoco è un metodo ideato per creare un insieme di immagini dello stesso target acquisite in diverse posizioni di messa a fuoco in modo da ottenere una singola immagine in cui tutto sia a fuoco.

Un altro vantaggio di questo sistema è che l’unione del focus viene eseguita dal MAHLI direttamente a bordo di Curiosity su Marte. In questo modo dunque si riesce a ridurre il numero di immagini inviate sulla Terra. Ogni unione di messa a fuoco produce due immagini, una a colori con la migliore messa a fuoco possibile ed una in bianco e nero che i ricercatori possono utilizzare per stimare la posizione di messa a fuoco per ciascun elemento presente nell’immagine.

Ph. Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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