Maschere cinesi e ragni: ecco l’interessante ricerca di una studentessa

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Per meglio comprendere in che modo animali come i ragni comunicano sfruttando motivi e colori, una studentessa di biologia dell’Università di Cincinnati si è rivolta all’antica arte drammatica cinese. Jenny Yi-Ti Sung sta studiando come alcune opere di Pechino, che risalgono a migliaia di anni fa, trasmettono al pubblico dettagli sul carattere attraverso le maschere colorate degli artisti. Come i ragni saltatori, le maschere Jing presentano colori e motivi unici, rendendole molto espressive a beneficio del pubblico.

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Nei ragni, le caratteristiche uniche che ogni specie presenta trasmettono il sesso o persino intenzioni romantiche a possibili compagni. Nell’opera cinese, le maschere aiutano il pubblico a riconoscere immediatamente i buoni, i cattivi o gli alleati, nonostante l’azione frenetica sul palco. “Sono interessata a capire come i ragni maschi possono usare i loro colori per comunicare con una femmina ai fini dell’accoppiamento, ad esempio“, ha detto Sung. “Ho visto un parallelismo con le maschere operistiche cinesi e mi sono chiesta: come si evolvono questi schemi visivi?” Sung ha presentato il suo progetto alla conferenza Society for Integrative and Comparative Biology.

 

I ragni potrebbero rapportarsi tra loro grazie ad alcune caratteristiche fisiche, similmente all’espressività delle maschere cinesi

Sung ha esaminato 76 maschere dipinte dall’artista Steve Lu. I cattivi indossano spesso maschere bianche con motivi molto vistosi, mentre quelle dei buoni sono spesso completamente rosse, seppur con decorazioni molto meno appariscenti. “I pochi lineamenti rappresentati sulle maschere dei buoni suggeriscono un’indole calma, composta e matura“, ha detto Sung. “È raro che il trucco dei personaggi presenti caratteristiche asimmetriche. Ma spesso questo aspetto suggerisce al pubblico che un certo personaggio potrebbe non essere considerato attendibile“, ha aggiunto.

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Sung ha in programma di tracciare ciascuna maschera per verificare se le maschere che compaiono nella stessa opera presentano più variazioni rispetto a quelle utilizzate in altre opere. “Questa ricerca costituisce un connubio estremamente interessante tra il patrimonio culturale e l’interesse scientifico per la biologia evolutiva“, ha dichiarato Nathan Morehouse, professore di biologia all’Università di Cincinnati e consulente di Sung.

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