Una nuova frontiera per l’oceanografia. È stato infatti progettato da un gruppo di ingegneri dell’Università Cattolica del Cile, un robot low-cost per l’esplorazione oceanica. Si tratta di un prototipo che può spingersi in profondità fino a 100 MT, senza l’ausilio dei costosi sensori inerziali oggi in uso.
Il prototipo sarà con tecnologia Rov
Il robot è di tipo Rov (Remote Operated Vehicle), ovvero un veicolo senza equipaggio operato da remoto. Il Rov oceanografico comunica attraverso un cavo con l’unità di controllo che si trova in superficie. Questo prototipo è dotato di telecamere e sensori per trasmettere dati, immagini e video all’unità di controllo. Questo permette di osservare il fondale e raccogliere dati fisici, chimici e biologici.
Il progetto è stato affidato a Giancarlo Troni, del Dipartimento di Ingegneria meccanica e metallurgica dell’ateneo cileno. Secondo le sue parole il prototipo a basso costo è stato sviluppato “per promuovere l’esplorazione scientifica delle profondità marine. Finora meno del 5% dell’oceano è stato infatti esplorato”.
Una nuova frontiera per lo studio dei fondali e degli ecosistemi marini
Oltre all’esplorazione dei fondali marini, il robot è stato pensato anche per osservare i diversi ecosistemi oceanici. Sempre secondo il prof. Troni: “Abbiamo reso il Rov più intelligente migliorando le sue funzioni di navigazione e il suo sistema di controllo dell’immersione. L’obiettivo è offrire un’alternativa tecnologica sostenibile in grado di lavorare a certe profondità e raccogliere campioni”.
Già si pensa ad un nuovo prototipo che raggiungerà profondità maggiori
L’attuale robot prototipo può raggiungere profondità fino a 100mt. I ricercatori ed i tecnici sono però già al lavoro su un’altra versione del Rov che potrà arrivare anche a 300mt. Il nuovo prototipo potrà arrivare a tali profondità abissali senza l’utilizzo dei costosi sensori inerziali che servono per manovrare le attuali sonde oceanografiche. Come spiega il prof Troni infatti, “La tecnologia per scendere a queste profondità esiste già ma è molto cara. Quando mettiamo un robot nell’acqua non ha il Gps e deve orientarsi in altro modo, attraverso dei sensori inerziali molto costosi. La nostra sfida è costruire un robot simile a quelli che costano milioni di dollari, ma con sensori più economici”.
Questo potrebbe segnare una nuova era per gli studi oceanografici, implementandoli e superando le barriere dei cost,i talvolta proibitivi per i gruppi di ricercatori.