Tra le fonti per l’energia rinnovabile, il solare è sicuramente tra i più diffusi e versatili. Versatili in quanto i pannelli solari possono essere usati tranquillamente a livello domestico, ma anche su scala industriale. Se molte fonti energetiche si possono considerare transitorie, per questa in particolare viene difficile vederla come tale. Un’importanza non ignorabile tanto che potrebbe diventare il centro di una nuova guerra commerciale.
La Cina, il cui peso su queste tecnologie è ben noto, ha deciso di rispondere agli Stati Uniti. Se da un lato abbiamo un divieto di esportazione sulle tecnologie di litografia avanzata, il paese asiatico ha risposto con un divieto di esportazione delle tecnologie dietro i pannelli solari. Questo scelta ha diversi scopi, mostrare i muscoli, ma anche continuare ad affermarsi come leader del settore a livello globale.
Pannelli solari: la Cina mostra i muscoli
Per capire, le aziende cinesi sono dietro all’80% dei pannelli solari prodotti nel mondo. Quasi un monopolio, ma che deve far fronte ai pesanti dazi imposti dagli Stati Uniti per cercare di limitarne l’egemonia. La risposta delle compagnie cinesi è stata quella di iniziare a produrre in altri paesi per evitare i dazi, ma il governo ha risposto adesso impedendo tale pratica. La tecnologia che c’è dietro va protetta e tenuta al sicuro.
I pannelli solari non sono neanche l’unica tecnologia che il governo cinese vuole proteggere, ma con questa mossa hanno inglobato anche altro. Si parla di laser, utili soprattutto in ambito bellico ma non solo, editing del genoma e tecnologie legate agli OGM e incrocio agricolo.