L’inquinamento da plastica e l’acidificazione delle acque oceaniche sono una combinazione molto pericolosa per la sopravvivenza di molti ecosistemi marini e sta avendo impatti significativi sulle specie che vivono nei nostri oceani. Un team internazionale di scienziati ha infatti scoperto che dopo tre settimane nell’oceano, la diversità batterica sulle bottiglie di plastica era doppia rispetto ai campioni raccolti dall’acqua di mare circostante.
Inoltre, nelle aree con un elevato tasso di anidride carbonica, si sono notati impatti negativi su un ampio numero di gruppi tassonomici, inclusi i batteri, fondamentali nel ciclo del carbonio. Mentre è stata osservata la proliferazione di specie batteriche che prosperano sulla plastica e che sono spesso causa di malattie infettive sulle barriere coralline.
Sulle bottiglie di plastica proliferano molti più batteri
Nello specifico, i ricercatori che hanno condotto questo studio, hanno osservato che vi erano solo alcune specie presenti sia sulla plastica che nell’acqua, mentre circa 350 specie di microrganismi erano presenti solo sulla plastica. I ricercatori ritengono dunque che questo studio sia un ulteriore prova che la crescente presenza di detriti di plastica in mare, fornisca un nuovo habitat per i batteri.
Per condurre le loro ricerche, il team di scienziati ha immerso alcune bottiglie di plastica in mare, al largo dell’isola giapponese di Shikine, una regione nota per le sue infiltrazioni di CO2, in cui il gas in fuga si dissolve nell’acqua di mare e crea condizioni simili a quelle che dovrebbero verificarsi in tutto il mondo nei prossimi anni.
L’aumento dei livelli di anidride carbonica influisce sulla proliferazione dei batteri
Dopo di che, attraverso indagini statistiche e tecniche di sequenziamento del DNA, i ricercatori hanno analizzato il modo in cui i batteri colonizzavano le bottiglie di plastica rispetto alle acque circostanti. Inoltre hanno indagato sull’influenza che l’aumento di CO2 ha sulla distribuzione dei batteri.
Ben Harvey, assistente professore presso lo Shimoda Marine Research Center dell’Università di Tsukuba e autore principale dello studio, ha dichiarato che “le bottiglie di plastica sono diventate ormai una vista comune nei nostri oceani e noi ci aspettavamo che fossero colonizzate da diversi tipi di batteri.”
“Avevamo anche previsto che l’aumento dei livelli di CO2 avrebbe causato cambiamenti significativi nelle colonie batteriche, ma è stato comunque sorprendente vedere l’entità di tale cambiamento e come l’aumento della CO2 influenzasse le specie in modo diverso. Vedere le specie benefiche diminuire mentre le specie nocive prosperano è un ovvio motivo di preoccupazione presente e futuro”.
La plastica e l’aumento della CO2 rappresentano due gravi minacce per gli ecosistemi marini
Secondo Jason Hall-Spencer, professore di biologia marina presso l’Università di Plymouth e autore senior dello studio, “fino a 13 milioni di tonnellate di plastica dalla terra finiscono negli oceani ogni anno e hanno dimostrato di influenzare tutti i tipi e dimensioni delle specie marine. La combinazione di ciò con l’aumento dei livelli di CO2, rappresenta una grave minaccia per gli oceani.”
“È dunque ancora più importante adottare misure per soddisfare gli standard richiesti dai trattati internazionali sul clima in modo da ridurre l’impatto dell’acidificazione e del riscaldamento degli oceani. È anche in nostro potere cambiare le culture in modo che i rifiuti creati sulla terra non diventino un pericolo ambientale nei nostri oceani, sia ora che per le generazioni future “.
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