Sophie’s Bionutrients, una startup di tecnologia alimentare ha presentato il primo hamburger vegetale a base di microalghe. Ciò dovrebbe garantire il doppio nutrimento delle proteine della carne stessa. Fino a due volte di più anche della maggior parte del pesce in commercio. Ogni hamburger da 60 g contiene ben 25 g di proteine, che comprendono tutti e nove gli amminoacidi essenziali.
Gli hamburger a base vegetale sono i migliori quando si parla di grassi trans e colesterolo. Sappiamo ormai che i grassi trans sono un serio fattore di rischio per ciò che riguarda le malattie cardiovascolari, cancro e diabete. Un nuovo studio recentemente ha associato i grassi trans a sintomi di depressione, livelli bassi di testosterone e demenza.
Primo hamburger vegetale con microalghe, farà veramente bene?
A differenza della carne di manzo, non contiene ormoni, né antibiotici e non è designato come possibilmente cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tuttavia, contiene 370 mg di sodio. Questo è circa un quarto del limite massimo giornaliero di sodio di 1500 mg. Per ciò che riguarda i grassi saturi sia quelli di manzo che quelli a base vegetale hanno 8gr di saturi.
Presenta sbriciolati di proteine testurizzate a base di farina per ottenere una consistenza simile alla carne. Come già detto l’hamburger è povero di sodio, ma ricco di vitamina B12 e contiene oltre dieci tipi diversi di spezie. La startup ha lavorato incessantemente nel rafforzare la sicurezza alimentare globale utilizzando le risorse della natura, come le microalghe che sono una fonte vitale di nutrienti. Sviluppando questo hamburger si cerca di mostrare la versatilità delle microalghe che posso addirittura raddoppiare il valore nutrizionale della carne.
Entro il 2050 la domanda di prodotti di origine animale crescerà del 68%. Aumenterà dell’88% la richiesta di carne bovina, trainata da un trend positivo nei Paesi in via di sviluppo. Il bestiame genera più gas serra rispetto ad altre fonti alimentari e consuma risorse preziose per l’uomo, come acqua e cereali. Una delle soluzioni tecnologiche possibili è quella di sviluppare prodotti di origine vegetale, capaci di imitare l’esperienza del consumo di carne, sostituendosi ad essa. Secondo la banca di investimenti Barclays, l’industria alternativa alla carne potrebbe valere 140 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni.
La startup continuerà a studiare e a creare alimenti che evidenziano il potere della natura e della tecnologia facendo del bene all’ambiente. Con una popolazione in continua crescita, una delle sfide del futuro sarà trovare modi sostenibili per sfamarla, aumentando la produzione alimentare senza espandere la quantità di terreni coltivati e rimanere all’interno degli obiettivi stabiliti dagli accordi per limitare la crescita della temperatura globale.
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