Un team della Rice Univeristy ha creato un apparecchio che spera possa essere utile alla NASA. Mercoledì scorso Pedro Lozano, Rebecca Francis, Pedro Regino, Grant Wilkinson e Christina Rincon, membri dello staff, hanno parlato del progetto in questione. Si tratta di un robot che NASA può utilizzare per facilitare le interazioni uomo-robot e aiutare gli astronauti nel loro lavoro quotidiano.
Un lavoro che potrebbe essere determinante per le prossime missioni spaziali, la conquista di Marte avrà bisogno di nuove tecnologie ma non si limitano al Pianeta Rosso le prospettive dell’ente spaziale americano. Scopriamo insieme come gli sviluppi nelle interazioni uomo-robot potranno aiutarci a espandere i nostri orizzonti.
Not Bot cambia radicalmente l’interazione uomo-robot
“La NASA ha fornito al team un lasso di tempo ben preciso: una persona deve essere in grado di indossare questo costume nell’arco di mezz’ora – afferma Jane Grande-Allen della Rice – per fare questo non ci è voluto molto, ma è servito duro lavoro per far sì che ogni pezzo fosse collegato in maniera stabile”.
“Nel 2030 o quando sarà, quando gli esseri mani dovranno arrivare su Marte con lunghe spedizioni, uomini e robot staranno insieme per un lungo periodo di tempo – dichiara un membro dello staff – dunque dobbiamo capire come saranno queste interazioni e come gli uomini potranno reagire ai mulfunzionamenti dei robot”.
Da questa è idea è nato un robot chiamato “Not Bot”, l’ironico nome scelto viene spiegato da Lozano: “Sono robot, ma non lo sono realmente. Tu pensi che io lo sia” afferma mostrando il costume. “Not Bot” e altre cento squadre si daranno battaglia alla National Robotics Week per conquistare premi in denaro e altri riconoscimenti.
Fonte: khou.com