C’è una particolare sindrome chiamata sindrome del riso fritto la quale quindici anni fa ha causato la morte di uno studente universitario di 20 anni. I social hanno ripescato questa storia creando una piccola ondata di panico, ma cosa c’è dietro tutto questo? Non si tratta di una patologia strana, ma un rischio legato a cuocere alimenti per lasciarsi successivamente alla temperatura ambiente diventando luogo ideale per il batterio Bacillus cereus.
Questo rischio di fatto colpisce molti alimenti, ma alcuni cibi sono più suscettibili come gli amidacei e tra questi c’è appunto il riso. Oltre a questo, il batterio in questione raramente può causare la morte, ma al tempo stesso può causare malattie specifiche del tratto gastrointestinali. La sua arma segreta è produrre sostanze tossiche rimanendo resistente alle temperature quindi anche riscaldare non aiuta.
Il riso e i rischi batteri
Il rischio per evitare questi batteri, sia che si ratti di riso che di altri alimenti, è che cercare di lasciare il meno tempo possibile in quella finestra di temperature che è parte da poco sopra le temperature da frigorifero e meno di 60 gradi Celsius. Per quanto riguarda quindi tutti gli alimenti cotti che non devono essere consumati, andrebbero messo subito al fresco per evitare l’arrivo dei batterio. Anche ridurre le dimensioni facilità in quanto facilità il raffreddamento.
I sintomi principali che riguardano un’infezione da questo batterio sono la diarrea e il vomito. In generali questi sintomi si risolvono in pochi giorni, ma per le persone più a rischio in generale, la situazione può complicarsi.