Dopo aver assistito alla preventiva bocciatura del primo disegno di bozza da parte della Commissione Europea in merito alla fine del roaming in Europa si assiste all’introduzione di un nuovo secondo progetto che dovrebbe, almeno stavolta, andare in contro alle esigenze dei consumer come richiesto da quest’ultimi.
La prima bozza Roaming UE, infatti, aveva visto una decisa presa di posizione del consumatore in merito agli introdotti limiti temporali di utilizzo stabiliti in 90 giorni. Le associazioni dei consumatori, in particolare, hanno richiesto più libertà. Una libertà che pare ora più orientata al volere del consumatore con rimozione incondizionata dei limiti temporali. Ad ogni modo, le clausole Roaming UE prevedono anche che ogni operatore possa gestire i ricarichi sui listini in caso di comprovato abuso del servizio, ovvero nel caso esplicito in cui un furbetto decida di adoperare piani vantaggiosi esteri all’interno della propria nazione.
In tal senso, quindi, è data facoltà ai vettori di procedere al monitoring delle abitudini di utilizzo e navigazione al fine di tracciare comportamenti sospetti che rivelino lampanti abusi sui servizi previsti dalla Commissione. Gli alert verranno presi in considerazioni, soprattutto, in luogo di una connessione in roaming che si protragga più del dovuto o con SIM che non rimangono attive sino al momento in cui non ci si reca in territorio estero e viceversa per il nostro paese.
Se tali metodi di comportamento venissero rilevati dagli operatori di rete, si potrebbe procedere alla richiesta di rincaro temporaneo sui servizi, previa consultazione dell’unità Garante per le Comunicazioni Nazionali (AGCOM). In tal caso, le cifre proposte a fronte degli inadempimetni ai termini di utilizzo saranno le seguenti:
- 4 centesimi per ogni minuto di chiamata
- 1 centesimo per ogni SMS
- 8.5 centesimi per ogni MB
Visto e considerato che l’attuale legislazione in merito al Roaming non è stata chiarificata nei termini suddetti, potrebbe nascere un pretesto per aprire un contenzioso per ingiusto addebito. In tal senso, perciò, è diritto e facoltà dell’interessato procedere come meglio crede facendo richiesta di contestazione presso l’AGCOM.
Un altro caso analogo per il quale il roaming potrebbe di fatto costituire un pretesto per ulteriori aumenti è dovuto al fatto che potenziali aumenti dovuti ad uno specifico Stato potrebbero indurre ad un parallelo aumento delle tariffe nazionali. In tal senso il roaming gratuito costituisce di fatto un serio rischio.
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Ovviamente, trattasi di una seconda bozza di programma verso cui se ne discuteranno le sorti nel corso dei prossimi giorni, con termine di approvazione previsto per il prossimo 15 dicembre 2016, in prospettiva di una soluzione gratuita di roaming da stabilirsi entro la data del prossimo Giugno 2017, a patto di rispettare le tempistiche di risoluzione dei programmi. Voi che ne pensate adesso?