Pierre Alexis Mouthuy e Andrew Carr, dell’Oxford Musculoskeletal Biomedical Research Unit, sono riusciti a compiere il passo successivo nella creazione dei Cyborg.
Tutto è iniziato cercando un modo di coltivare cellule muscolari per trapianti di piccola e media entità. Il problema è che le fibre muscolari finchè si trovavano in un vetrino, facevano fatica a capire cosa dovessero fare. I ricercatori hanno pensato quindi di “montarle” su una sorta di scheletro robotico, che gli desse la possibilità di crescere come sarebbe successo su un corpo vero.
Il passo successivo quindi era semplicemente quello di consentire al sistema di muoversi, per simulare completamente il funzionamento di un corpo reale.
Secondo gli autori della ricerca, un sistema di reazione umanoide può aprire un ventaglio di opportunità estremamente ampio non solo per la medicina ricostruttiva, ma anche per la scienza, la robotica e la tecnologia in generale. Si tratta in un certo senso di mettere la robotica al servizio della scienza, e la scienza al servizio della robotica.
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La cosa più impressionante però è che gli autori si sono accorti di riuscire a far fare dei movimenti complessi agli arti robotici, creando quindi a tutti gli effetti un cyborg in parte biologico ed in parte meccanico.
L’esperimento dell’istituto di Oxford non è il primo nel suo genere, il Giappone ad esempio è all’avanguardia in questo campo, ed utilizza già da tempo robot umanoidi per la formazione dei dentisti.