Nel corpo umano sono ancora presenti delle strutture che sono residui di strutture ancestrali, necessarie per funzioni che ora non dobbiamo più svolgere. Nel corso dell’evoluzione infatti, queste strutture si sono rese inutili e sono man mano regredite, ma ne conserviamo ancora le tracce. Si chiamano “strutture vestigiali” ed un’antropologa evoluzionista del Boston College si è divertita ad elencarne alcune su Twitter.
Così Dorsa Amir, questo il nome dell’antropologa, spiega su Twitter quali sono le strutture vestigiali e ne da qualche esempio.
Le strutture vestigiali dell’essere umano
Tra i più discussi sul profilo Twitter della Amir, vi è sicuramente l’esempio del muscolo palmare lungo. Possiamo notare questo muscolo nel polso se chiudiamo la mano. Questo muscolo serviva a muoversi agevolmente sugli alberi, ma ora è ovviamente inutile ed il 14% delle persone non lo ha affatto.
La stessa cosa vale anche per la coda. Gli esseri umani non hanno la coda ora, ma le scimmie da cui discendono si, e ce ne portiamo dietro il ricordo biologico. Durante lo sviluppo embrionale infatti si sviluppa una specie di coda che poi regredisce e quello che ne rimane è il coccige.
Anche il tubercolo di Darwin è un ricordo del passato. Il piccolo ispessimento della pelle dell’elice nel padiglione auricolare, serviva per muover l’orecchio. Questo aiutava i nostri antenati ad individuare da dove provenissero i suoni, prima che l’uomo acquistasse tanta flessibilità nel collo.
La plica semilunare invece, ovvero il lembo di pelle all’angolo interno dell’occhio, serviva da palpebra orizzontale. Una struttura tutt’oggi presente in molti animali.
Ever wonder what this little pink thing in your eye is? This is the plica semilunaris. It used to be a third eyelid that would blink horizontally. You can see this in action in the eyes of many other animals. (5/8) pic.twitter.com/0ubMulahA0
— Dorsa Amir (@DorsaAmir) 15 gennaio 2019
A questi si aggiungono anche il riflesso dei neonati di afferrare le cose, memoria dell’atto di afferrare i genitori per farsi trasportare; e la pelle d’oca, residuo della capacità di alcuni animali di rizzare il pelo.
Insomma Dorsa Amir ci ha permesso si fare un bel viaggio indietro nell’evoluzione, alla scoperta di come siamo divenuti quello che siamo oggi.