Il 15 luglio scorso circa 300 balene sono state macellate secondo una tradizione che si svolge ogni anno a Hvalba, nelle Isole Faroe. Le balene vengono “spinte” dai pescatori verso la costa, dove vengono uccise con un arpione bloccato nel collo, che gli spezza la schiena. Il massacro delle balene (e almeno 35 delfini) ha reso il mare completamente rosso. Il rituale, noto come “Grindadràp”, ha più di mille anni.
Le balene morte vengono portate sulla costa, dove carne e grasso vengono tagliati e distribuiti gratuitamente dai residenti locali, sebbene sia disponibile anche per la vendita nei supermercati.
La situazione è stata segnalata sui social media da ‘Sea Shepherd Global‘. L’organizzazione scrive che il massacro arriva dopo una battuta d’arresto nella pesca di questi animali a causa della pandemia del nuovo coronavirus.
L’organizzazione considera questa tradizione “triste e barbara“. Diverse fotografie dell’evento sono circolate sui social network, dove è possibile vedere le balene mutilate e il sangue che ha lasciato il mare rosso.
https://www.facebook.com/seashepherdglobal/posts/10158695707193259
Sea Shepherd Global è riuscita a prevenire il massacro nel 2014, ma una legge locale ha successivamente vietato l’ingresso alle navi dell’organizzazione. Ci sono altre organizzazioni, come ORCA Conservancy, che hanno fatto sforzi per fermare questa pratica.
Il governo ha difeso l’evento annuale, descrivendolo come un’importante tradizione comunitaria “basata sulla condivisione“. Il territorio danese autogovernato ha registrato 188 casi di Covid-19 e zero morti finora.