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Un radar aereo scopre una nave vichinga nel campo di un contadino

L’archeologia è una scienza tanto amata da tantissime persone, che vogliono scoprire di più sul passato dell’uomo, le sue usanze, come si sono evolutati i fatti storici ecc. Recentemente, un radar penetrante nel terreno ha rivelato una nave dell’era vichinga nascosta sotto il terriccio di una fattoria nella Norvegia occidentale. La nave inoltre conterrebbe anche il corpo del suo capitano, con inoltre numerose armi, bottini ecc. Vicino a essa, sono stati tracciati anche alcuni oggetti religiosi. La scoperta potrebbe offrire una grande quantità di informazioni sull’antica costruzione navale e sui riti di sepoltura nordici.

 

 

La nave vichinga sepolta scoperta dai radar

Il profilo della nave appare chiaramente nelle immagini radar, circondate dai resti di un fossato che un tempo circondava un tumulo. “Questo è un tratto molto comune per i tumuli gravi”, ha detto l’archeologo Dag-Øyvind Solem, dell’Istituto norvegese per la ricerca sui beni culturali (NIKU). “Oltre ad avere un significato potenzialmente simbolico, si pensa che [i fossati] abbiano la funzione molto pratica di far sembrare i tumuli più grandi di quanto non fossero realmente.”

Gli aratri degli agricoltori hanno distrutto il tumulo secoli fa ed il terreno alla fine ha riempito il fossato circostante. Nelle immagini radar, la scoperta accidentale è perfetta per l’archeologia dell’era vichinga: lo scafo di una nave in un cerchio. La più grande sepoltura di navi norrene mai trovata, la nave Gjellestad, si è distinta in un rilevamento radar del 2018 con lo stesso profilo distintivo.

Sembra che entrambe le estremità della nave abbiano subito danni, probabilmente per l’aratura di mille anni. Ma la maggior parte dello scafo sembra intatta. Le immagini radar sono sufficientemente dettagliate per consentire agli archeologi di riconoscere la chiglia e le prime due assi su entrambi i lati. In base alla lunghezza della chiglia, la nave era probabilmente lunga tra 16 e 17 metri (da 52 a 55 piedi).

La scoperta è stata un colpo di fortuna, dal momento che il sito non era nemmeno nell’area di rilevamento originale della squadra. “In realtà avevamo terminato l’area concordata, ma avevamo tempo da perdere e abbiamo deciso di fare un rapido sondaggio su un altro campo”, ha detto l’archeologo Manuel Gabler di NIKU in un comunicato stampa. “Si è rivelata una buona decisione.”

 

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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