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Qualcomm Snapdragon 810: confronto tecnico tra la v2 e la v2.1

snapdragon 810

Annunciato inizialmente come il SoC più potente di sempre, il Qualcomm Snapdragon 810 ha rapidamente fatto cambiare opinione di se non appena è stato equipaggiato nei primi smartphone. La prima versione di tale SoC infatti soffriva di gravi problemi di surriscaldamento, evidenziati soprattutto durante i test benchmark. Allo scopo però non non castrare ancora di più le vendite del Qualcomm Snapdragon 810, il chip maker ha deciso di agire sull’architettura della CPU modificando alcuni parametri e risolvendo il problema del surriscaldamento eccessivo. Ma quali sono effettivamente le differenze fra la v2 e la v2.1 del SoC?

Grazie ai colleghi di AnandTech siamo riusciti a scoprirle. Essi infatti hanno scoperto parecchie cose, sia analizzando alcuni kernel che facendo materialmente dei test. In primo luogo, c’è da dire che in realtà le versioni di Qualcomm Snapdragon 810 sarebbero 3: la v1 è quella presentata ad IFA 2014 che però non è mai stata inserita all’interno di alcuno smartphone (la possiamo definire un modello di pre-produzione); la v2 è a bordo di alcuni smartphone quali HTC One M9 ed LG G Flex 2; la v2.1 invece è stata introdotto con lo Xiaomi Mi Note Pro. Non essendo stata mai utilizzata all’interno di alcuno smartphone commerciale, la v1 del Qualcomm Snapdragon 810 non è stata inserita all’interno del test.

Allora, incominciando dall’analizzare la GPU Adreno 430 presente nel SoC, si è visto come Qualcomm abbia deciso di aumentare leggermente il clock al fine di competere in maniera migliore con la concorrenza (dai 600 MHz si è passati ai 630 MHz). Le differenze sostanziali però riguardano la CPU ed il suo punto di throttling (per chi non lo sapesse, il throttling è il livello massimo oltre il quale la CPU comincia a deteriorarsi per via dell’eccessivo calore sviluppato e non dissipato).

Come si può chiaramente vedere dal seguente grafico (un valore più alto è da considerarsi positivo) , agendo sulla memoria e sulla latenza, Qualcomm è riuscita a ridurre questo valore attraverso alcuni accorgimenti.

Memory Nandwich Qualcomm Snapdragon 810

A questo punto resta da vedere se il mezzo fallimento fatto col Qualcomm Snapdragon 810 si ripercuoterà sulla nuova generazione di SoC, ovvero il Qualcomm Snapdragon 820, atteso a breve sul mercato. Ricordiamo che uno dei primi smartphone che dovrebbe equipaggiarlo molto probabilmente sarà lo Xiaomi Mi 5 nuovi rumors: Snapdragon 820 e display da 5,5 pollici |.

Voi come la pensate? I produttori si affideranno nuovamente a Qualcomm senza priva avere avuto riscontri estremamente positivi sulle prestazioni del nuovo SoC oppure ci si affideranno a scatola chiusa?

Sony Xperia Z4 Tablet: eccolo in una serie di torture test

Sony Xperia Z4 Tablet

Nonostante il colosso giapponese Sony non navighi nel suo miglior periodo per quanto riguarda le vendita del settore mobile, non possiamo certo definirlo un produttore di seconda fascia. I prodotti che sforza annualmente Sony sono tra i migliori al mondo, segno che il problema è da andarsi a ritrovare in qualche altro posto. Tra gli ultimi device ad essere stato presentato vi è il Sony Xperia Z4 Tablet, device di fascia alta che ha, come obiettivo primario, l’intento di permettere all’utente di rimpiazzare in toto il proprio laptop. Dobbiamo dire, guardando le sue caratteristiche tecniche, potrebbe anche farlo ma questo non è il focus del nostro articolo odierno:

  • Display IPS da 10,1 pollici con risoluzione QHD (2560 x 1440 pixel);
  • SoC Qualcomm Snapdragon 810 con CPU octa core a 64 bit e frequenza di clock massima di 2 GHz;
  • 3 GB di memoria RAM;
  • 32 GB di storage interno espandibile via micro SD;
  • Sensore fotografico posteriore da 8 Mpixel;
  • Sensore fotografico anteriore da 5,1 Mpixel;
  • Batteria da 6000 mAh;
  • Connettività WiFi, Bluetooth 4.0, LTE (opzionale);
  • Peso di 389 grammi;
  • Dimensioni di 254 x 167 x 6,1 mm

Ciò che ci interessa oggi sono le sue dimensioni ed i suoi materiali di costruzione. Questo perchè abbiamo scovato in rete una serie di video che mostrano quanto resistente sia il Sony Xperia Z4 Tablet nonostante lo spessore molto ridotto.

Prima di proseguire oltre, vi invitiamo a non imitare quanto vedrete nei video, altrimenti la garanzia legale del produttore sarà inevitabilmente violata. Inoltre, soprattutto per quanto riguarda i drop test, ogni caduta fa storia a se, per cui vi invitiamo anche a prendere tali test col beneficio del dubbio.

Incominciamo la carrellata di torture test sul Sony Xperia Z4 Tablet proprio con due drop test. Il primo è stato effettuato facendolo battere a terra col display ma il device non ha subito praticamente alcun danno:

Anche il secondo drop test non ha causato alcun danno al tablet, nonostante esso sia stato fatto cadere sul bordo laterale:

Adesso invece gli strumenti utilizzati per cercare di danneggiare il Sony Xoeria Z4 Tablet sono una moneta e delle chiavi. Essi vengono utilizzati nel tentativo di graffiare il vetro dello schermo del tablet, simulando non sappiamo cosa, visto che difficilmente trasporteremo il device in questione all’interno delle nostre tasche, posto in cui di solito si ripongono le chiavi.

Infine, troviamo il Sony Xperia Z4 Tablet sottoposto ad una prova di resistenza contro una pistola ad aria compressa. Dobbiamo dire che questa è stata la peggiore sfida che ha affrontato in questa serie di test ed anche i risultati finali lo testimoniano:

A questo punto, prima di lasciarvi, ci teniamo nuovamente a ricordarvi di non ripetere a casa i torture test che avete appena visto nei video.

DxO ONE trasforma l’iPhone 6 in una DSLR

La qualità delle fotocamere che i produttori integrano all’interno degli smartphone sta migliorando sempre di più, permettendoci di scattare fotografie sempre migliori, con più dettaglio, dai colori più accurati ecc. Inoltre, la potenza di elaborazione dei SoC recenti permette anche di agire in fase di post produzione con software di modifica specifici, per non parlare poi delle sempre maggiori applicazioni di editing che si affidano al cloud computing | Google Cloud Platform: anche HTC comincia ad usufruirne |. Tuttavia, nonostante tutto il miglioramento fatto fino ad ora, è impossibile paragonare la qualità fotografica degli smartphone con quella delle reflex digitali o delle DSLR. A tal proposito, sono stati realizzati in passato molti accessori che permettevano di integrare nello smartphone dei sensori fotografici più grandi e quindi più prestanti, delle lenti migliori ecc.. L’esempio che calza di più in questa situazione è quello rappresentato dalle lenti esterne QX10 e QX100 di Sony | Sony Lens QX10 e QX100 trasformano lo smartphone in reflex |.

Ciò di cui vi vogliamo parlare oggi è un accessorio molto simile a quelli realizzati da Sony ma studiato appositamente per iPhone 6. Esso si chiama DxO ONE e, stando anche allo slogan, porta la qualità di una DSLR all’interno del vostro iPhone 6. Tra le caratteristiche in evidenza di questo accessorio troviamo le dimensioni abbastanza compatte (6,9 centimetri in altezza per 108 grammi di peso), un sensore CMOS BSI da 1 pollice con risoluzione 20,2 Mpixel ed apertura focale di f/1.8.

DxO-ONE-for-iPhone-6-plus-sample-images (1)

Attraverso l’utilizzo dell’applicazione dedicata scaricabile gratuitamente sull’AppStore di Apple, è possibile gestire numerosi parametri, tra cui gli ISO (da 100 a 51.200), la velocità di scatto (da 15 secondi a 1/8000 secondi) e la qualità della registrazione video (1080p a 30 fps oppure 720 a 120 fps). Essendo la DxO ONE collegata all’iPhone 6 mediante il cavo Lightning, non si avrà alcuna latenza fra la modifica del settaggio e l’effettiva visualizzazione in live view sul display.

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[quote_left]La potenza di una DSLR all’interno del vostro iPhone 6[/quote_left]

Una cosa molto importante della DxO ONE è la possibilità di scattare fotografie sia in formato JPEG, sia in formato RAW e sia in formato Super-RAW (combinando 4 diversi scatti in RAW). Se la si utilizzasse solamente per scattare fotografie da condividere sui social, probabilmente non è una caratteristica importante ma per chi ama agire in profondità in fase di post produzione con software di editing professionali (come ad esempio Photoshop), si tratta di una vera e propria manna dal cielo.

Purtroppo un punto debole ci deve essere sempre e, nel caso della DxO ONE è rappresentato dal costo. Per acquistare infatti quest’accessorio per iPhone 6, sono necessari 599 dollari, ossia quasi il costo dello smartphone in se. Le prime spedizioni partiranno dal mese di Settembre mentre adesso sono aperti i pre-ordini.

La storia dei Tablet dal 1972 ad oggi: infografica completa

I tablet: la loro storia dal 1972 al 2014 in un infograhic
I tablet: la loro storia dal 1972 al 2014 in un infograhic

I Tablet non esistono solamente da quando Apple ha lanciato sul mercato il primo iPad nel 2010: hanno una storia ben più lontana che inizia nel 1972; ecco un infografica che la racconta.

L’Apple iPad è stato sicuramente un prodotto che ha dato una importante scossa al mercato dei Tablet, ma a differenza di quanto molti credono non è stato di certo il primo tablet presentato sul mercato; già dal 1972 avevano visto la luce alcuni prototipi che però non sono mai diventati prodotti finiti.

La storia dei tablet più importanti dal 1972 al 2014

I tablet: la loro storia dal 1972 al 2014 infografica 1
I tablet: la loro storia dal 1972 al 2014

Il primo tablet in assoluto fu progettato nel 1968 dallo scienziato informatico Alan Kay che lo nominò Dynabook; rimase sempre un prototipo e non fu mai commercializzato; nel 1979 Apple presento la propria Graphic Tablet che venne pure commercializzata ad un prezzo di 650 dollari.

Tablet-1989

Con il progresso dell’informatica nel settore desktop, il settore Tablet rimase piuttosto nell’ombra anche se nel 1989 arrivò per quei tempi un tablet interessante chiamato GRIDPAD che rimase però un prodotto di nicchia.

Nel 1993 Apple ci riprovò con il NEWTON MESSAGE PAD, un prodotto destinato a rinnovare l’esperienza del personal computer ma sfortunatamente per problemi di progettazione derivanti dall’autonomia molto bassa, dalla difficoltà nel riconoscimento della scrittura a mano e dal prezzo di produzione troppo elevato fu accantonato.

Tablet-2001

Negli anni 2000, più precisamente nel 2001, Intel presentò il suo Web Tablet con pennina e display touchscreen, processore StormArm 110 sviluppato per vedere contenuti direttamente da un PC collegato con la tecnologia AnyPoint.

Nel 2006 Samsung lanciò il suo prodotto Q! che per quei tempi era una piccola rivoluzione nella categoria PC Ultra Mobili grazie anche al design all’avanguardia.

Storia dei Tablet inforgrafica anno 2010
Storia dei Tablet inforgrafica anno 2010

Nel 2010 Apple presenta al mondo l’iPAD e qua inizia la vera scalata delle vendite mondiali dei Tablet, che ad oggi sono considerati device di uso comune; il display da 9,7 pollici e il sistema operativo iOS lo rendevano il miglior prodotto dell’anno.

Nello stesso anno Samsung presentò il primo Galaxy Tab con sistema operativo Android con display da 7 pollici, che diventò uno dei principali concorrenti dell’azienda di Cupertino, anche se quest’ultima vendeva molto di più.

Storia dei Tablet anno 2013

Nel 2013 torna alla ribalta nei mondo dei tablet di ultima generazione anche Microsoft con il suo Surface Pro 2 che ha un bel successo di vendite, mentre come sappiamo Apple iPad Air 2 uscito nel 2014 è attualmente il tablet più venduto e apprezzato dell’attuale mercato.

Il primo Blackberry con Android arriverà ad Agosto?

Blackberry con Android
Blackberry in arrivo un nuovo smartphone con Android?

Il primo Blackberry che abbandonerà l’omonimo sistema operativo per passare ad Android è il progetto Prague, che dovrebbe comparire ad Agosto di quest’anno.

Blackberry sta per cambiare sponda; la famosa società canadese, ex leader nel settore della telefonia per molti anni, molto presto potrebbe presentare al grande pubblico un nuovo smartphone con sistema operativo Android abbandonando quindi, almeno su certi modelli, il proprio BlackBerry OS.

In passato si parlava già di un presunto BlackBerry Venice, con display curvo da 5,3 pollici e risoluzione QHD 2560 x 1440 pixel, processore hexa-core Snapdragon 808, che sarebbe diventato il primo dispositivo dell’azienda canadese ad utilizzare Android.

Questo rumors sembra essere stato smentito da recenti informazioni, che indicano nel progetto Prague un nuovo dispositivo che sarà presentato verosimilmente ad Agosto di quest’anno, ed utilizzerà nativamente il sistema operativo mobile di Google.

Blackberry Progetto Praga: qualche dettaglio in più

Progetto Prague che sarà presentato ad Agosto non sarà uno smartphone destinato alla fascia top di gamma del mercato, qundi non avrà un hardware particolarmente all’avanguardia come gli ultimi top di marchi famosi come Samsung, LG, Sony eccetera.

Progetto Praga sarà uno smartphone quindi con buona probabilità di fascia media, con un design che secondo l’informatore riprenderà in parte le linee già viste sul BlackBerry Z3, un prodotto che ha fatto capolino nei mercati a maggio 2014.

Gli utenti possessori e utilizzatori di uno smarpthone BlackBerry con l’ononimo sistema operativo sarebbero contenti dell’arrivo di Android? Secondo un recente sondaggio una buona percentuale sarebbe d’accordo nella scelta aziendale di introdurre Android in alcuni dei loro smartphone di nuova generazione.

Progetto Praga potrebbe essere l’inizio di una nuova era per BlackBerry, anche se ripetiamo queste sono tutte voci di corridoio e quindi vanno prese con una certa distanza intellettuale; solo tra un paio di mesi sapremo la verità, quindi non ci resta che aspettare con pazienza.

Oneplus Two: prezzo più alto del predecessore One

Oneplus Two prezzo più alto di Oneplus One
Oneplus Two prezzo più alto di Oneplus One

Oneplus Two arriverà molto presto: le conferme provengono direttamente dall’azienda asiatica con canali ufficiali; peccato che il prezzo sarà più alto del suo predecessore.

Gli appassionati di smartphone con sistema operativo android “alternativi”, o meglio dire che non acquistano solamente device venduti da grandi marche come Samsung, LG, Sony, Motorola eccetera, saranno eccitatati dal fatto che molto presto (si pensa a luglio) debutterà il nuovo Oneplus Two, ovvero il successore dell’attuale Oneplus One che è stato uno dei terminali più discussi del 2014.

Di Oneplus Two sappiamo che sarà rinnovato, ovviamente, dal punto di vista hardware grazie all’utilizzo del potente chipset Snapdragon 810 con architettura Octa-Core e supporto alla codifica a 64 bit.

Alcuni si sono già preoccupati se Oneplus Two con questo chipset presenterà dei problemi di surriscaldamento come è già avvenuto su altri dispositivi (Sony Xperia Z3+ e Z4, Htc One M9, LG G Flex 2 per elencarne alcuni); Oneplus ha affermato che il nuovo smartphone non si surriscalderà perché il chipset funzionerà ad una frequenza di funzionamento leggermente più bassa dell’originale (1,8Ghz contro 2GHZ) e non ci saranno problemi di questo tipo.

Oneplus Two ecco il presunto prezzo di vendita di listino

Sfortunatamente il prossimo Oneplus Two avrà qualcosa di negativo rispetto al precedente Oneplus One; sembra infatti che il nuovo top di gamma dell’azienda asiatica avrà un prezzo di listino di lancio più alto; la stessa società afferma che la seconda versione costerà quasi sicuramente più di 322 dollari americani.

Oneplus One al suo debutto aveva un prezzo di listino a partire da 299 dollari per la versione da 16GB di memoria interna fino a salire a 349 dollari per quella da 64GB; l’aumento di prezzo sarà comunque bilanciato da un hardware decisamente più importante rispetto a quello attuale del One.

Oneplus Two in poche parole sarà un vero top di gamma con hardware all’avanguardia ma con un prezzo decisamente più basso ai suoi concorrenti diretti; funzionerà anche questa volta?

Arriva Flappy Bird su Apple Watch

apple watch flappy bird

Alcuni hacker sono riusciti ad seguire delle APP di terze parti direttamente su Apple Watch, senza il bisogno di un iPhone collegato. Grazie a questo hack Hamza Sood ci fa una bella sorpresa: è riuscito a far girare Flappy Bird!

Watch OS 2 permette già di far girare delle app nativamente sullo smartwatch. E allora a che serve l’ hack? Semplice, il kit rilasciato da Apple non permette di sfruttare UIKit e Spitekit, limitando così le potenzialità di programmazione.

Hamza Sood e i suoi amici non si sono arresi, sfruttando questo hack sono riusciti a creare Flappy Bird. Anzi hanno fatto di più, oltre a poter utilizzare il dito per far saltare l’uccellino si può usare anche la corona digitale!

Altri sviluppatori grazie a questa trovata sono anche riusciti a ricreare Canabalt. anche questo sfrutta la Digital Crown!
Apple Watch ha gradi potenzialità, ma Apple non è ancora disposta a renderle disponibili.

Flappy Bird su Apple Watch in Video:

 

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Hacked a Flappy Bird clone onto Apple Watch with native SpriteKit rendering, touch/crown control, SFX through speaker pic.twitter.com/U1cavXb7SN

— Hamza Sood (@hamzasood) 16 Giugno 2015

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I migliori cloni di Apple Watch

Apple Watch

Apple Watch sarà disponibile in tutto il mondo. Come per ogni dispositivo Apple sono disponibili anche dei cloni. In molti si sono dilettati a copiare l’orologio di casa Apple. Ci sono riusciti? Ovviamente no, ma qualcuno può costituire una valida alternativa, soprattutto se avete un telefono Android.

Zeaplus Watch

Apple Watch Clone ZeaPlus

È sicuramente il migliore tra i cloni. Case in alluminio e cinturino niente male. Ovviamente assomiglia all’ Apple Watch, fin troppo forse.
Oltre tutti i classici sensori e feature che hanno gli smartwatch, ovvero: accelerometro, giroscopio, sensore per battiti cardiaci e bluetooth 4.0. Lo Zeaplus Watch presenta anche uno slot per le SIM, grazie al quale si può chiamare senza avere uno smartphone collegato. C’è anche una fotocamera da 2 MegaPixel sul retro, un po’ scomoda ma potrebbe tornare utile.
Del software non si sa ancora nulla, staremo a vedere.
Compatibile sia con Android che iOS sarà presto disponibile al prezzo di 69$ sul sito del produttore.

Vido W80

Apple Watch clone Wido W80

Il Vido w80 è molto valido ma dell’Apple Watch ha davvero poco, lo ricorda vagamente. Sicuramente se lo si vede in giro non lo si scambia per il watch di casa Apple.
Anche lui però ha delle interessanti features:

  • Batteria removibile.
  • Scheda per la SIM e scheda per la microSD.
    Sicuramente molto comoda la batteria removibile e la SIM, ma una microSD in un smartwatch serve davvero?
    Lato software abbiamo un sistema proprietario, la home ricorda quella di Apple. È compatibile sia con iOS e Android e lo si può acquistare per 60$ su sito ufficiale.

https://www.youtube.com/watch?v=JOWeitWhtHs

Altri

apple watch cloni orologi

Quelli che vi ho elencato sopra sono i più degni di nota, ma se volete spendere ancora meno ci sono molte copie cinesi in giro. Tutte sono sui 35$ e sono tutte più o meno simili.
Si trovano su eBay e c’è chi dice di averli visti anche in qualche bancarella. Ma se proprio volete un clone, questi ve li sconsiglio, qualità costruttiva pessima e software poco curato. Ci potrete fare ben poco.

Se vi piace il design  dell’Apple Watch ma non avete abbastanza soldi, o comunque credete che il prezzo sia troppo elevato, questi potrebbe fare al caso vostro.

Però ricordate che la qualità si paga!

 

 

Ecco le caratteristiche Ciao OS, la nuova ROM di Stonex

Stonex One caratteristiche Ciao OS

Forse non tutti conosceranno il produttore italiano Stonex perchè non ha realizzato grandi smartphone di fascia alta in passato ma si è limitato ad accumulare una piccola percentuale di market share per quanto riguarda la fascia bassa. Tuttavia, da qualche settimana a questa parte, non si fa altro che parlare di Stonex. Perchè? Semplicemente perchè ha recentemente annunciato Stonex One, uno smartphone top di gamma dal prezzo estremamente contenuto di 299 euro. Esso tenterà di capovolgere l’andamento del mercato italiano per quanto riguarda il sistema operativo Android. Allo scopo di pubblicizzare questo terminale ed acquistare quindi maggiore visibilità dagli utenti, l’azienda italiana si è affidata a DJ Francesco.

Cos’è Ciao OS? Le caratteristiche

Proprio quest’ultimo è il protagonista di tutti i video promozionali pubblicati su Youtube. L’ultimo, in ordine cronologico, ci svela tutte le caratteristiche Ciao OS, ovvero della ROM proprietaria sviluppata internamente da Stonex. Sorvolando sull’originalità del nome (Ciao è la parola italiana più conosciuta al mondo), le caratteristiche Ciao OS sono davvero interessanti e sono state sintetizzate da DJ Francesco in 6 punti ben precisi:

  1. Interfaccia utente: al centro dell’esperienza dell’utente ci sarà la personalizzazione e, grazie al supporto ai temi, Stonex chiede agli utenti di svilupparne quanti più possibile per la Ciao OS;
  2. Gesture: Per rendere quanto più semplice l’utilizzo della ROM, tra le caratteristiche Ciao OS principali troviamo anche un notevole utilizzo di gesture, utili a prendere il controllo dello smartphone in maniera sempre differente;
  3. Fotocamera: grazie all’ottimizzazione ottima con l’hardware, il software della fotocamera di Stonex One potrà essere arricchito sempre con nuove funzioni;
  4. Batteria: Sempre grazie ad un’elevata ottimizzazione con l’hardware, lo sviluppo software di Stonex One e della Ciao OS porterà applicazioni in grado di consumare sempre meno batteria, a tutto vantaggio dell’autonomia dello smartphone;
  5. SDK software OCR: Grazie al rilascio di un “Software Developer Kit”, l’azienda permetterà di integrare nel migliore dei modi le applicazioni terze sul riconoscimento dei testi e delle immagini con la fotocamera dello Stonex One;
  6. L’ultima caratteristica riguarda la produzione e l’implementazione di sempre nuovi accessori, sviluppati in collaborazione con gli utenti.

Come potete vedere, la vicinanza di Stonex agli utenti è molto tangibile. Questo è senza dubbio un ottimo segno per lo sviluppo futuro. Che cosa ne pensate delle caratteristiche Ciao OS? Vi convincono? Discutiamone insieme qui sotto nei commenti.

Oukitel e lo smartphone con batteria da 10000 mAh

Molto spesso ci lamentiamo che i produttori inseriscano delle batterie poco capienti all’interno degli smartphone e che quindi la loro autonomia sia pesantemente limitata. Questo succede sia nel mondo Android, sia nel mondo Windows Phone e sia nel mondo iOS (anzi in quest’ultimo la cosa è stata un pò mitigata con l’introduzione degli iPhone 6 ed iPhone 6 Plus). Inoltre, nonostante non possiamo negare che la media della capacità energetica delle batterie presenti negli smartphone si sia alzata considerevolmente rispetto al passato, c’è da dire che schermi sempre più grandi e processori sempre più potenti (nonostante siano prodotti con processi produttivi minori e con tecnologie utili a distribuire in maniera migliore il carico di lavoro alla CPU), tendono a divorare maggiore energia rispetto agli equivalenti del passato.

Tutta questa introduzione è stata scritta per prepararvi al vero protagonista di questa news. Esso è ancora un prototipo di smartphone cinese realizzato dal produttore Oukitel (non ha nemmeno un nome definitivo) ma recentemente sono state pubblicate le prime immagini della sua scocca esteriore. Come mai proprio questa parte? Perchè lo smartphone che vi stiamo per proporre avrà a bordo una batteria da ben 10.000 mAh. Una tale capacità è addirittura maggiore più del 300% rispetto a quella della batteria del Samsung Galaxy S6.

Come si può vedere da queste immagini, la scocca ha uno spessore particolarmente ridotto se considerato che all’interno dovrà ospitare una batteria di tale capacità. Già è difficile vedere dei battery pack da 10.000 mAh avere uno spessore così ridotto, uno smartphone poi è praticamente impossibile.

Oukitel-phone-prototype-with-10000-mAh-battery (1)

Non si conoscono ancora le specifiche tecniche ma decisamente si tratterà di uno smartphone che attirerà molta attenzione su di se e sul suo produttore Oukitel. Sfortunatamente esso opera solamente dentro ai confini cinesi, per cui sarà praticamente impossibile vederlo arrivare ufficialmente da noi. Resta tuttavia possibile la soluzione dell’inport.

Prima di lasciarvi, vi vogliamo ricordare che sul mercato esiste anche una batteria esterna da ben 50.000 mAh | Una batteria esterna ad alta capacità da ben 50.000 mAh | e che molti produttori, pur di non spendere fondi sulla ricerca di nuovi tipi di batteria che possano aumentare la loro capacità energetica, hanno rilasciato sul mercato diverse tecnologia di ricarica rapida, come per esempio:

Samsung Galaxy S7 sarà dotato di uno scanner per l’iride

Samsung Galaxy S7

Presentati appena 2 mesi fa, i Samsung Galaxy S6 e Samsung Galaxy S6 edge hanno già perso attrattiva per quanto riguarda l’emissione di nuovi rumor su di loro. Al loro posto è entrato il Samsung Galaxy S7, smartphone che vedrà la luce tra una decina di mesi ma di cui sono emerse già le prime indiscrezioni. In realtà, tendiamo a ritenere il rumor che vi stiamo per mostrare un pò un tormentone, in quanto è stato fatto sia per il Samsung Galaxy S5, sia per il Samsung Galaxy Note 4 e sia anche per il Samsung Galaxy S6 ma alla fine niente di vero è venuto fuori. Stiamo parlando del sensore di scanner dell’iride.

In passato abbiamo visto anche altre indiscrezioni che indicavano l’introduzione di questo particolare componente anche in LG G5 | LG G5 sarà dotato di scanner della retina? | e Samsung Galaxy Tab Pro 2015 | Samsung Galaxy Tab Pro 2015: avrà il riconoscimento dell’iride |, per cui potrebbe trattarsi dell’anno buono affinchè ciò avvenga. Inoltre, Samsung non sarebbe la prima a pensare ad uno scanner dell’iride, visto che già abbiamo visto alcuni smartphone arrivare sul mercato avendo equipaggiato tale componente | Viewsonic v55: primo device con scanner dell’iride – ZTE Grand S3: nuovo smartphone android con sensore dell’iride |.

Non vogliamo tanto discutere sulla veridicità o meno dell’indiscrezione visto che, come spiegato inizialmente, è una sorta di tormentone che ritroviamo ormai da un paio di anni a questa parte e che quindi è lecito essere attribuito anche al Samsung Galaxy S7. Invece vogliamo analizzare meglio la questione sicurezza e iride. Come sicuramente saprete, ogni essere umano ha un’iride diversa da un altro, per cui un sistema di riconoscimento che mappi i diversi punti del nostro occhio sarebbe perfetto ed inespugnabile. Alcuni di voi potrebbero dire che anche le impronte digitali sono uniche per ogni essere umano e sicuramente non vi contraddiremmo. Tuttavia, rubare le impronte digitali ad una persona è un’operazione più semplice che rubare l’iride.

Da questo punto di vista, il Samsung Galaxy S7 potrebbe essere rafforzato enormemente la sicurezza dei propri dati con questo tipo di sensore, per non parlare poi del servizio di pagamento Samsung Pay | Samsung acquista LoopPay per contrastare Apple Pay |, il quale ne uscirebbe vincitore a piedi pari.

Prima di lasciarvi, vi vogliamo ricordare anche che Samsung ha recentemente presentato un hard disk da 2,5 pollici auto-alimentato dalla capacità di ben 4 TB | Samsung P3 Portable l’hard disk fino a 4TB più sottile al mondo | e che, sfortunatamente, molti smartphone del produttore coreano sono a rischio sicurezza per via della tastiera Swiftkey | I Samsung Galaxy a rischio con la vulnerabilità della Swiftkey |.

AMD Radeon R9 Fury X vs Nvidia Titan X: ecco il riscatto di AMD

AMD Radeon R9 Fury X

Abbiamo recentemente parlato delle nuove proposte di AMD in ambito schede video dedicate, lodando enormemente la capacità della società di non soccombere al declino che oramai da alcuni anni sembra aver preso. Nello specifico, le due proposte che ci hanno sorpreso di più e d’altronde sono anche le top di gamma, sono la AMD Radeon R9 Fury X | AMD Radeon R9 Fury X: dai primi benchmark le prestazioni sono simili alla Titan X | e la AMD Radeon R9 Fury X2 | AMD fa sul serio: ecco la AMD Radeon R9 Fury X2 |.

Nonostante siano già emersi i primi benchmark che mettono a confronto la AMD Radeon R9 Fury X contro la top di gamma della concorrenza, ovvero la Nvidia Titan X (linkati tra l’altro precedentemente), i risultati ottenuti erano stati all’incirca allo stesso livello. Tuttavia, attraverso una nuova serie di test, si è visto come la GPU di AMD abbia qualcosina in più in praticamente tutti i settori. Quel “praticamente” sta a sottolineare che solamente nei render in 5K e 8K la Nvidia Titan X vince, semplicemente per il fatto che è dotata di un quantitativo maggiore di memoria RAM (12 GB per la Titan X contro “soli” 4 GB per la AMD Radeon R9 Fury X).

AMD Radeon R9 Fury X becnhmark 2AMD Radeon R9 Fury X becnhmark

[quote_left]AMD ha fra le mani la via per riconquistare il mercato[/quote_left]

Una cosa molto importante da considerare (in futuro, perchè al momento è impossibile) è il prezzo di vendita. La Nvidia Titan X è la GPU dedicata più costosa di sempre, con i suoi 1000 euro. A circa 400 euro meno si trova la Nvidia GTX 980Ti | Nvidia GTX 980Ti disponibile ufficialmente |, quasi identica nelle performance ma molto meno costosa. Purtroppo ancora non abbiamo informazioni sul prezzo di vendita che avrà la AMD Radeon R9 Fury X. Nel caso in cui il posizionamento fosse abbastanza favorevole, siamo certi che AMD sferrerebbe un duro colpo nei confronti di Nvidia e del suo mercato.

Ricordiamo comunque che al momento questi test sono abbastanza indicativi e non hanno una valida confermata al 100%. Inoltre, non avendo abbastanza raffronti da poter confrontare, vi consigliamo di non esaltarvi troppo per le prestazioni di una GPU o dell’altra.

Prima di lasciarvi, vi ricordiamo che il colosso Samsung potrebbe avere in mente l’acquisizione di AMD | Samsung intenzionata ad acquisire AMD |, con la quale conquistare anche il mercato delle GPU desktop (immaginare l’esperienza di AMD nel settore e le potenzialità economiche e strutturali di Samsung è un qualcosa di veramente fantastico).

LG G4 Pro: Primi rumors sulle specifiche tecniche

LG G4 Pro specifiche tecniche

Come già anticipato nei giorni scorso da alcune indiscrezioni, LG sta lavorando allo sviluppo di un nuovo phablet top di gamma di dimensioni persino maggiori rispetto al nuovo LG G4. Il device in questione è noto con il nome di LG G4 Pro e potrebbe fare il suo debutto nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno in corso. In Europa il device potrebbe arrivare soltanto nella prima parte del prossimo anno.

Il device di LG è protagonista oggi di nuovi interessanti rumors che anticipano le specifiche tecniche. Il nuovo LG G4 Pro, infatti, dovrebbe presentarsi con una cover in metallo a differenza dell’LG G4 disponibile in policarbonato. Il device monterà un display da 5.8 pollici di diagonale dotato di risoluzione QHD ed affiancato dal nuovo SoC Qualcomm Snapdragon 820, il nuovo chip top di gamma di Qualcomm che dovrebbe essere disponibile per i produttori sul finire del 2015. Per il momento, le specifiche del nuovo Snapdragon 820, che dovrebbe rappresentare un netto upgrade rispetto al tormentato Snapdragon 810, non sono ancora note. Con ogni probabilità Qualcomm rivelerà maggiori dettagli nel corso dell’IFA di Berlino.

Il nuovo LG G4 Pro potrà contare, inoltre, su ben 4 GB di memoria RAM, su di una fotocamera posteriore da 27 Megapixel e su di una fotocamera anteriore da 8 Megapixel. Il device sarà, inoltre, realizzato in due tagli di memoria, uno da 32 GB ed un secondo da 64 GB. Il sistema operativo dovrebbe essere il nuovo Android M che sarà rivelato da Google nel corso del prossimo autunno. Maggiori dettagli in merito al nuovo LG G4 Pro emergeranno, senza alcun dubbio, già nel corso dei prossimi giorni o, al massimo, nelle prossime settimane. Naturalmente, il prezzo di commercializzazione del nuovo LG G4 Pro sarà sensibilmente maggiore rispetto al prezzo con cui viene distribuito oggi l’attuale top di gamma di casa LG, l’ottimo LG G4.

OnePlus 2: Confermato ufficialmente lo Snapdragon 810

OnePlus 2

Con un lungo post sul forum ufficiale, OnePlus ha confermato una delle prime specifiche tecniche del nuovo OnePlus 2, l’erede dell’eccellente OnePlus One, il device denominato dalla stessa azienda cinese come il “flagship killer” grazie all’incredibile rapporto qualità/prezzo. Il nuovo OnePlus 2 arriverà sul mercato guidato dal tanto discusso SoC Qualcomm Snapdragon 810 che sarà disponibile nella versione v2.1. Si tratta di una versione leggermente rivista del SoC di Qualcomm che dovrebbe soffrire, in misura minore, dei problemi di surriscaldamento che, sino ad oggi, hanno colpito praticamente tutti i device arrivati sul mercato con questo chipset.

Lo Snapdragon 810 che sarà montato sul nuovo OnePlus 2, a conti fatti, resterà a livello prestazionale lo stesso chipset con CPU Octa-Core già visto su altri device. La speranza, naturalmente, è che grazie all’ottimizzazione di OnePlus, il nuovo OnePlus 2 sarà in grado di sfruttare appieno le potenzialità dello Snapdragon 810 senza dover fare i conti con problemi di surriscaldamento che, come accaduto negli ultimi giorni con il Sony Xperia Z3 Plus, ad esempio, rischiano di comportare una riduzione delle prestazioni.

Con l’ufficializzazione dello Snapdragon 810, il nuovo OnePlus 2, finalmente, inizia a far parlare di sé dopo tantissime settimane di rumors ed in indiscrezioni. Nel corso dei prossimi giorni, l’azienda dovrebbe svelare in modo definitivo tutti i dettagli del progetto. L’uscita sul mercato internazionale del nuovo OnePlus 2, che sarà commercializzato con un sistema ad inviti più semplice rispetto al suo predecessore, è fissata per la fine dell’estate. Maggiori dettagli in tal senso emergeranno sicuramente nel corso delle prossime settimane. Per ora, quindi, non ci resta che attendere il rilascio di nuove informazioni in merito a quelle che saranno le specifiche tecniche definitive del progetto.

Sharp renderà gli smartphone più sottili grazie alla tecnologia in-cell

Sharp display

Non possiamo negarlo. Quando pensiamo a Sharp, la nostra mente lo collega immediatamente a display e Smart TV di fascia alta. Il produttore giapponese infatti è uno dei migliori esponenti quando si tratta di display e, unendo la sua grande esperienza con i suoi stabilimenti di produzione all’avanguardia, riesce ad essere sempre un gradino sopra gli altri concorrenti in materia di pannelli LCD. Essi rappresentano la maggior parte del suo lavoro anche se troviamo anche altri prodotti realizzati da Sharp, come per esempio degli smartphone. Ciò di cui vi vogliamo parlare oggi riguarda proprio dei display LCD che, grazie all’integrazione di una nuova tecnologia di produzione, risultano essere più sottili rispetto a quelli della concorrenza. Questo probabilmente non vi dirà nulla ma se pensiamo alla tendenza sempre più diffusa fra i produttori di ridurre al minimo lo spessore degli smartphone, allora ecco che assume un’enorme importanza.

La tecnologia in questione si chiama in-cell e consiste praticamente nell’unione del pannello LCD e del pannello touchscreen in un solo layer. Nei display classici invece, questi due strati vengono appoggiati uno sull’altro. Grazie a questa nuova tecnologia di produzione, si arriva ad ottenere dei display di qualche decimo di millimetro più fini.

[quote_right]Display più sottili presto anche per notebook e tablet[/quote_right]

Una cosa particolarmente interessante è che la produzione di massa di questi display con tecnologia in-cell è già iniziata presso uno stabilimento di Sharp. Tuttavia, il produttore ci fa sapere che è pronta ad incrementare l’offerta nel caso in cui il mercato reagisca in maniera positiva, ovvero nel caso in cui vengano alzate le richieste.

Al momento in produzione sono previsti solamente display per smartphone ma, in futuro, Sharp ci fa sapere che anche display di altri tagli verranno prodotti con questa tecnologia. Questo vuol dire che avremo a disposizione la tecnologia in-cell anche a bordo di tablet, notebook, AIO (All-in-One) e Smart TV. Nonostante apporti molti vantaggi, non abbiamo trovato menzione di un risparmio energetico rispeto ai modelli tradizionali, per cui immaginiamo che si tratti solamente di vantaggi strutturali.

Prima di lasciarvi, vi ricordiamo che Sharp è anche un produttore di smartphone, dato che durante la sua storia ha già commercializzato alcuni smartphone. Parlando sempre dal punto di vista dei display, esso è all’avanguardia verso il futuro:

Il computer ad acqua è realtà grazie all’università di Stanford

Computer ad acqua creato dall'università di Stanford
Computer ad acqua creato dall'università di Stanford

Creato un primo computer, che è capace di compiere elaborazioni grazie al movimento fisico dell’acqua, dal reparto di ricerca e sviluppo dell’università di Standford.

Dopo più di 10 anni di ricerca e sviluppo alcuni ricercatori della famosa università di Standford sono riusciti finalmente a creare un Computer (o come si potrebbe dire alla vecchia maniera un calcolatore) capace di elaborare dati in base al movimento fisico di piccole goccioline d’acqua.

Il computer in questione è una piccola rivoluzione in termini di tecnologia fisica applicata all’elaborazione, ovvero la possibilità di sfruttare elementi per renderli capaci di produrre risultati informatici: in poche parole la base dell’informatica, ovvero i numeri binari 1 e 0 vengono calcolati e quindi elaborati a seconda della presenza o meno dell’acqua nel circuito.

La tecnica di calcolo di questo computer, che ovviamente è molto più lento rispetto ad un qualsiasi computer moderno basato sugli elettroni, si basa sulla teoria della dinamica dei fluidi; la riuscita del computer è solo un primo passo per poter utilizzare altri elementi chimici per l’elaborazione dei dati.

L’obbiettivo infatti dei ricercatori non è quello di competere con gli attuali computer presenti, ma quello di sviluppare in futuro altre macchine che possono eventualmente controllare e indirizzare la materia fisica secondo logiche e algoritmi tipici dell’informatica.

Computer ad acqua come funziona?

Il computer ad acqua ha un funzionamento in parte semplice e in parte complesso; la sua architettura principale si basa su uno speciale chipset (grande più o meno quando metà francobollo) che è integrato con una serie di minuscole barre di ferro a forma di labirinto in stile Pack Man; le barre creano quindi dei canali che le goccioline d’acqua devono seguire e a seconda della loro sequenzialità possono creare informazioni e quindi essere elaborate.

La sequenzialità delle goccioline può essere controllata dato che l’acqua in piccole goccioline viene infusa con delle nanoparticelle magnetiche che possono reagire ad un campo magnetico; il chipset posizionato in un campo magnetico permette di controllare il flusso delle goccioline d’acqua secondo uno schema preciso: grazie agli schemi gli informatici possono decodificare l’informazione.

Per il futuro gli sviluppatori punteranno a ridurre sempre più le dimensioni delle goccioline d’acqua, attualmente grandi come le bollicine dell’acqua frizzante, in modo da poterne utilizzare di più e quindi aumentare il numero delle informazioni ed elaborazioni possibili.

Apple Watch il prenota e ritiro da Store inizia su scala mondiale

Apple Watch al via il prenota e ritiro negli Apple Store
Apple Watch al via il prenota e ritiro negli Apple Store

Apple Watch da adesso si potrà prenotare e ritirare direttamente dagli Apple Store su scala mondiale; alcuni paesi offrono infatti questa possibilità, mentre per l’Italia bisognerà aspettare ancora.

Come molti di voi sapranno già, per poter acquistare un Apple Watch nel mese di Aprile (data del suo lancio ufficiale sul mercato) si poteva utilizzare unicamente il sito ufficiale dell’azienda di Cupertino; solo successivamente i primi Watch sono arrivati nei negozi al dettaglio degli Apple Store dislocati nelle principali città del mondo.

La strategia di Apple è stata sotto l’occhi di tutti: per mantenere sotto controllo e stabilizzare la produzione si è deciso fin da subito di commercializzare solo alcune versioni online (come la sport) e poi successivamente tramite gli Apple Store (opportunamente modificati) anche le versioni più costose, come l’Apple Watch Edition in oro o platino che costano migliaia di dollari/euro.

Quindi fino a ieri in certi paesi, l’italia non è ancora compresa, per acquistare un Apple Watch si poteva scegliere unicamente l’acquisto online dal sito ufficiale o l’acquisto diretto nel negozio fisico Apple Store.

Da oggi però tutti gli appassionati dei prodotti indossabili dell’azienda di Cupertino che risiedono in alcuni paesi come Francia, USA, Gran Bretagna, Germania e Australia potranno prenotare il loro Apple Watch online e ritiralo direttamente dall’Apple Store.

Apple Watch il prenota e ritiro da Store: ecco come funziona

Il sistema è abbastanza semplice e pratico: tramite il sito e-commerce potete prenotare e bloccare un Apple Watch presente nel magazzino dello store Apple più vicino a casa vostra; Apple vi invierà un codice ID di riconoscimento e vi chiederà un numero di telefono valido.

Dopo la registrazione riceverete un codice speciale tramite email che dovrete presentare all’Apple Store di riferimento entro 30 minuti dalla ricezione di quest’ultimo; presentato il codice potrete ritirare il vostro Watch prenotato online.

Ovviamente il servizio non copre tutti gli Apple Watch disponibili alla vendita, ma solo quelli selezionati dall’azienda di Cupertino e presenti nello store fisico dove ritirerete il prodotto.

Da noi le vendite di Apple Watch sono ancora bloccate, dato che inizieranno unicamente a partire dal 26 Giugno 2015; ma pensiamo vivamente che il servizio di prenota e ritirà sarà applicato anche nel nostro paese.

Samsung P3 Portable l’hard disk fino a 4TB più sottile al mondo

Samsung P3 Portable sottile
Samsung P3 Portable l'hard disk esterno da 4TB più sottile al mondo

Samsung ufficializza il nuovo modello P3 Portable un hard disk esterno con capienza fino a 4 TB che risulta essere il più sottile al mondo.

Nel panorama della tecnologia come sappiamo Samsung è una delle prime azienda al mondo che cerca di innovare e sfornare prodotti sempre più eleganti con design all’avanguardia; il colosso coreano ci prova anche nel settore degli hard disk esterni con il suo nuovo modello P3 Portable.

Samsung P3 Portable: qualche dettaglio tecnico ufficiale

Samsung P3 Portable si può vantare nei confronti della concorrenza di essere la memoria di massa esterna con una capacità fino a 4 TB di dati con il case più sottile al mondo, dato che ha uno spessore che non supera i 19,85 mm

La versione con 4TB di memoria interna è lunga 118,2 mm e larga 82 mm ed ha un peso complessivo di 236 grammi, che ne aumentano quindi il livello di portabilità, oltre al fatto che utilizzando una porta USB 3.0 non necessita di alimentazione esterna.

Del modello Samsung P3 Portable esistono anche le versioni con 2TB, 1TB e 500GB di spazio interno, che risultano essere ancora più sottili e leggeri; sfortunatamente di tutti questi modelli (oltre che del 4TB) non ne conosciamo ancora il prezzo ufficiale di vendita.

Essendo un HD da 4TB il suo utilizzo è consigliato unicamente per sistemi operativi a 64 bit come Windows Vista, 7, 8, Mac OS X 10.4.8 e successivi.

All’interno della scatola di vendita troverete oltre che all’hard disck portatile un cavetto usb 3.0, un manuale per l’installazione rapida, il software pre-caricato sull’hard disk e ovviamente la documentazione elettronica in formato PDF.

Pur essendo un hard esterno e portatile Samsung P3 Portable lavora in maniera sicura con temperature oscillanti tra i 5 e i 40 gradi, quindi non sembra essere soggetto a problemi di surriscaldamento eccessivi, e inoltre Samsung prevede una garanzia del produttore di 3 anni.

Microsoft Lumia 940 avrà un triple flash LED per la fotocamera?

Lumia 940 rumors
Lumia 940 rumors: triple flash led per la cam posteriore?

Rumors recenti affermano che Microsoft Lumia 940, il prossimo top di gamma dell’azienda americana, potrebbe avere un triple flash LED per la sua fotocamera posteriore.

Sono ancora rumors, o meglio dire voci di corridoio, quindi non pensate che la cosa possa essere effettivamente così, ma alcuni informatori specializzati negli smartphone Microsoft con sistema operativo windows phone, indicano che il nuovo top di gamma Lumia 940 potrebbe avere addirittura un triple Flash LED per la fotocamera posteriore.

Sul Lumia 940 ci sono molte speculazioni, dato che Microsoft sta riuscendo a mantenere piuttosto segreto il progetto, e i vari informatori non riescono ancora a reperire notizie particolarmente concrete o almeno sicure.

Lumia 940 e la tecnologia Triple Flash LED: alcune ipostsi

La tecnologia che utilizza più flash per una fotocamera posteriore esiste già, dato che su alcuni smartphone alcune fotocamere posteriori utilizzano i Dual Flash Tone LED, che permettono di mantenere colori più realistici quando scattiamo una foto in scarse condizioni di luminosità.

La tecnologia Triple Flash LED è a tutt’oggi ancora un mistero, e quindi non sappiamo quale sia il beneficio che potrebbe apportare un terzo flash ai precedenti due; alcuni hanno già azzardato un ipotesi sottolineando come i primi due flash siano normali flash per illuminare la scena (due flash sono meglio di uno quindi) mentre il terzo sarebbe quello per la corretta gestione dei colori.

Come sappiamo Lumia 940 è stato oggetto di molti rumors che indicano una possibile fotocamera posteriore da almeno 20 megapixel con tecnologia Pureview, un display forse con risoluzione QHD e un processore Octa-Core, tutti benefici hardware che sarebbero possibili grazie all’introduzione del nuovo sistema operativo windows 10 phone.

Sappiamo inoltre che forse ci saranno due nuovi top di gamma: uno con display da smartphone (contenuto in 5 pollici circa) che sarebbe appunto il Lumia 940, e uno  il Lumia 940 XL, con display più grande da Phablet che dovrebbe aggirarsi intorno ai 5,7 pollici di diagonale.

Kindle raddoppia! In Italia il nuovo Paperwhite ed il Voyage

Giorno molto movimentato per Amazon quello odierno. Qualche ora fa infatti, ha annunciato ufficialmente un nuovo e-book reader della linea Kindle e contestualmente ha aperto ai pre-ordini mondiali per il Voyage, top di gamma del catalogo di Amazon. Ma andiamo con ordine: il nuovo e-book annunciato da Amazon, nonostante si chiami ancora Kindle Paperwhite, porta con se molte migliorie rispetto all’oramai passata generazione ed in molti tratti ha delle caratteristiche simili a quelle di Kindle Voyage.

Innanzi tutto, la novità più lieta portata da Amazon con il nuovo Paperwhite è il display: la diagonale rimane sempre la stessa (6 pollici) ma la risoluzione viene portata fino a 300 ppi, così da rendere l’esperienza di lettura migliore. Andando in questo senso, Amazon ha introdotto anche il nuovo font Bookerly, frutto di anni di studi ed utile a permettere una lettura più comoda, veloce e confortevole.

Bookerly Amazon

Per quanto riguarda le altre specifiche, non ci sono novità rispetto al Kindle Paperwhite di passata generazione. Il nuovo modello è disponibile in pre-ordine fin da subito (anche in Italia) a partire da 129 euro (esiste anche la variante 3G) con spedizione a partire dal 30 Giugno.

Parlando adesso del Kindle Voyage, non si tratta certo di una novità assoluta, visto che è stato commercializzato dapprima negli USA e poi in Germania e UK già da diversi mesi. Ricapitolando un pò le sue caratteristiche, in esso troviamo un display da 6 pollici e risoluzione da 300 ppi, protetto da un pannello di vetro (quindi abbiamo un display a filo) alle cui estremità sono posti dei tasti soft-touch a vibrazione inseriti per facilitare il cambio pagina.

Kindle Voyage

Presente anche un sensore di luminosità ambientale, estremamente utile quando si tratta di leggere in una stanza completamente al buio (immaginiamo ad esempio la notte). Dal punto di vista del posizionamento sul mercato, come detto all’inizio esso rappresenta il top di gamma. Per tal motivo, Amazon ha deciso di affibbiarli un prezzo che parte da 189 euro. Anche in questo caso, è disponibile fin da subito al pre-ordine con spedizione a partire dal prossimo 30 Giugno.

[quote_left]Il Kindle paperwhite di nuova generazione lo si deve intepretare come una risposta alla concorrenza?[/quote_left]

Volendo fare adesso una piccola riflessione sulla tempistica di Amazon nel rilasciare il nuovo Kindle Paperwhite, non possiamo che considerarla una sorta di “pezza” al nuovo Kobo Glo HD | Kobo Glo HD ufficialmente disponibile in Italia a 129 euro |, e-book reader concorrente che offre le medesime caratteristiche tecniche.

Prima di salutarci, vi lasciamo qui di seguito i due link utili al raggiungimento della pagina dedicata dei due nuovi prodotti di Amazon:

Google: ecco come intende conquistare il mondo

Nonostante conosciamo tutti Google per via del suo sistema operativo mobile Android e per il suo motore di ricerca, gli ingegneri assunti a Mountain View stanno portando avanti numerosi altri progetti che, ognuno nel loro campo, rivoluzioneranno la vita del futuro, “consegnando” praticamente a Google il mondo intero. Qui di seguito abbiamo riassunto quelli che secondo noi sono i migliori 7 progetti che al momento sta portando avanti la sezione Google X.

  1. Project Loon: grazie a questo progetto, Google si è prefissata l’obiettivo di portare la connettività dati, attraverso una serie di palloni aerostatici “galleggianti” nell’aria, in tutte quelle zone in cui è difficile costruire delle infrastrutture di rete, come per esempio nelle zone montane. In realtà, il Project Loon sarà ampiamente utilizzato anche nei paesi in via di sviluppo;
  2. Android One: ed è proprio per le popolazioni in via di sviluppo che il progetto Android One è nato: attraverso degli smartphone con costi molto bassi, Google punta a conquistare un paio di miliardi di utenti che ancora non hanno accesso alla tecnologia moderna;
  3. Google Car: la guida autonoma è l’obiettivo migliore che si potrà raggiungere al fine di eliminare completamente gli incedi per le strade. Insieme a molti altre aziende (principalmente di telecomunicazioni per lo sviluppo del 5G), Google ha intenzione di eliminare completamente il guidatore umano dalle strade;
  4. Project Ara: Torniamo a parlare di smartphone con il Project Ara. Si tratta essenzialmente della personalizzazione estrema di Android portata anche sul lato hardware, con la possibilità per l’utente di scegliere quale tipo di processore, che tipo di fotocamera ecc.
  5. Google Glass: progetto leggermente dimenticato dall’opinione pubblica per via degli scarsi risultati ottenuti nei due anni successivi alla presentazione, i Google Glass sono ancora al centro delle attenzioni da parte di Google;
  6. Project Jacquard: presentato allo scorso Google I/O 2015, questo progetto di prefigge l’obiettivo di portare, anche sui normali vestiti, dei metodi di input con i quali interagire con lo smartphone, col tablet ecc.
  7. Project Wing: un pò come sta facendo Amazon, anche Google sta testando le consegne dei pacchi tramite droni aerei autonomi.

Queste sono le nostre 7 scelte dei migliori progetti che ha al momento in cantiere Google. Condividete la nostra scelta oppure avreste inserito qualcos’altro nella lista? Discutiamone insieme qui sotto nello spazio riservato ai commenti.

Prima di lasciarvi però, vi ricordiamo che

Apple Music: i prezzi e la data di lancio in Italia

Apple Music

Nell’ultima beta di iOS 8.4 si poteva vedere (per errore) il banner di Apple Music Italia, alcuni utenti sono riusciti a trovare il costo mensile di questo servizio in Italia che parte da: 9.99€.

Apple Music è il servizio streaming musicale di Apple. Sottoscrivendo l’abbonamento mensile l’utente potrà ascoltare milioni di brani musicali presenti su iTunes e salvarli per ascoltarli offline.

Altro sevizio che offre Apple sono le playlist personalizzate:

degli esperti selezioneranno le canzoni più adatte ai nostri gusti, si potrà inoltre stare in contatto con i nostri artisti preferiti grazie al social network integrato.
C’è anche la possibilità di ascoltare la radio “Beats 1” che trasmetterà 24 ore su 24.

Apple Music arriverà in Italia il 30 giugno e costerà 9.99€ al mese. Ci sarà anche un piano familiare al prezzo di 14.99€ al quale si potranno collegare massimo 6 dispositivi.
Apple Music Prezzo Italia
Apple si è impegnata a tenere bassi prezzi per fare concorrenza a Spotify. Direi che c’è riuscita: l’abbonamento familiare di Spotify allo stesso presso di Apple offre solo 2 dispositivi collegabili.

Leggi anche:

SpaceX Internet per tutti dallo spazio

SpaceX internet
Space station in Earth orbit.

L’agenzia aerospaziale SpaceX vuole portare Internet in ogni angolo del mondo, come? Dallo spazio, con dei satelliti!
Elon Musk già lo aveva accennato, ma ora sembra che il progetto stia per partire. Sembra che SpaceX abbia richiesto il permessi per fare dei test, in orbita, alla FCC (Federal Communication Commission, agenzia governativa americana che si occupa delle telecomunicazioni).
[pull_quote_right]La rete di 4mila satelliti consentirebbe l’accesso al web in ogni regione del mondo.[/pull_quote_right]

L’azienda vuole creare una rete di 4 mila piccoli satelliti low cost, lanciati in orbita con dei razzi Falcon 9. I satelliti comunicherebbero poi con delle stazioni negli Stati Uniti. In questo modo si dovrebbe riuscire a portare un segnale wireless anche nelle regioni più remote.

I primi test dovrebbe partire già nel 2016, e dovrebbero servire a capire se le antenne integrate ai satelliti sono abbastanza potenti a fornire un segnale ad alta velocità. SpaceX vuole rendere il servizio attivo nel giro di 5 anni. Una bella impresa speriamo ci riescano.

 

Sempre su questo argomento è trapelata una nuova notizia: sembra che Facebook abbia abbandonato l’idea di creare una rete di satelliti per portare il social network ovunque nel mondo. Da quanto trapelato il progetto sarebbe costato intorno ai 500 milioni di dollari. Cifra ritenuta troppo alta.SPACEX internet via satellite nel 2016

Leggi anche: Google finanzia il progetto satelliti per telecomunicazioni

Già altri avevano tentato questa impresa, senza successo. Un esempio è Bill Gates, che abbandonò quasi subito l’idea visto il costo troppo elevato e gli svariati ostacoli tecnici.
SpaceX ci sta provando, ce la farà? Staremo a vedere, sperando di sì ovviamente.

Google Cloud Platform: anche HTC comincia ad usufruirne

Google Cloud Platform

E’ attraverso un’intervista nel blog ufficiale di Google Cloud Platform che apprendiamo che il colosso taiwanese HTC ha incominciato ad usufruire di tale servizio per i propri smartphone e le proprie applicazioni. La principale caratteristica che Google Cloud Platform offre ai partner affiliati è la compressione dei dati. Avendo a disposizione un sistema in grado di comprimere in maniera molto efficace i dati, si va incontro inevitabilmente ad una maggiore velocità di esecuzione delle applicazioni, così come ad un loro più rapido aggiornamento.

Quelle che trovate qui di seguito sono le parole di John Song, Responsabile del Cloud Computing di HTC:

[quote_box_center]In HTC ci sforziamo di creare una migliore user experience con le app mobile che realizziamo, come HTC Gallery, Zoe e One M9 Photo Editor. Per contribuire a migliorare l’affidabilità ed a ridurre la larghezza di banda, ci siamo rivolti a Google Cloud Platform come nostra soluzione all-in-one. Di fatto, abbiamo realizzato un nuovo framework per le app mobile basato sulla Google Cloud Platform che ci consentirà di realizzare più app in futuro, in maniera più rapida. Una combinazione di tool – da Google Compute Engine e Google Cloud Storage a Google Cloud Datastore – che ci permettono di produrre una migliore user experience e di consentire agli sviluppatori di realizzare feature migliori risparmiando tempo.[/quote_box_center]

Volendo spiegare in parole semplici cosa comporta l’adozione di questa piattaforma di cloud computing, vi proponiamo il seguente esempio riguardante l’applicazione One M9 Photo Editor. Immaginiamo di stare modificando una determinata fotografia con questo software che utilizza Google Cloud Platform: ad ogni nuova modifica, lo smartphone invia e riceve solamente i dati riguardanti la modifica e non ogni volta l’intero pacchetto. Tutto il processo di editing fotografico avviene ovviamente nei server di Google. In questo modo, è possibile creare delle applicazioni di editing molto avanzate senza necessariamente avere bisogno di una grossa potenza di calcolo, visto che per quella vengono sfruttati i server di Google Cloud Platform.

In futuro vedremo sempre più applicazioni del genere, facendo si che il vero motore dell’informatica non siano più le CPU locali ma il cloud e le CPU dei server.

Prima di lasciarvi, vi ricordiamo di dare un’occhiata alle nostre guide inerenti al nuovo servizio Google Foto, presentato in esclusiva allo scorso Google I/O 2015