Uno studio pubblicato dalla rivista Nature suggerisce che alcune persone potrebbero essere protette dal Covid-19 anche se non sono mai state infettate o vaccinate contro la malattia. Secondo la ricerca, la risposta potrebbe risiedere nella formazione di cellule T reattive al nuovo coronavirus (Sars-CoV-2).
Le cellule, che sono correlate al meccanismo di difesa contro la malattia e la cui funzione principale è l’identificazione e l’eliminazione dei patogeni, erano presenti in modo reattivo in almeno il 35% dei 68 volontari che hanno partecipato alla ricerca. Tutti i volontari erano sani e non erano esposti al nuovo virus.
L’articolo è stato pubblicato in anticipo su Internet per la sua importanza. Gli scienziati che hanno firmato lo studio ritengono che la giustificazione dell’immunità possa risiedere nella cosiddetta “immunizzazione incrociata”, che si verifica quando le cellule sviluppano una memoria per il virus da infezioni precedenti.
Non è uno studio isolato – I virus possono rimanere nascosti
Sebbene le prove scientifiche non confermino la reinfezione da parte del Sars-CoV-2, molti si chiedono perché i pazienti di tutto il mondo ritornino ad essere positivi e/o mostrare sintomi dopo che, presumibilmente, sono guariti.
I virologi affermano che ci sono diverse ipotesi. Alcuni virus, come l’epstein barr, che causa l’herpes, possono nascondersi nei bacini cellulari e diventare latenti. Oppure è possibile – e più probabilmente – che frammenti di RNA virale vengano interpretati come presenza della malattia mediante test di rilevamento in persone asintomatiche.
Nel caso di pazienti che soffrono dei sintomi del Covid-19 mesi dopo essere stati infettati, si ritiene che il trattamento possa aver ridotto la carica virale che, per qualche motivo, come il calo dell’immunità, aumenta di nuovo. Niente è ancora certo. Ma è improbabile la reinfezione.