Il cervello umano è spesso concettualizzato come un supercomputer di complessità cosmica e, come tutte le strumentazioni principali di oggi, può essere attaccato e imbrogliato per una serie di scopi diversi. Ottenere il livello più elevato di prestazioni è il più popolare di questi obiettivi, come dimostrano i crescenti tassi di uso globale di droghe. Tuttavia, alcune ricerche dimostrano che, per entrare in uno stato alterato di coscienza, non occorre necessariamente l’uso di droghe.
L’esperienza conosciuta come “realtà” è solo un trucco che i nostri cervelli giocano su di noi, filtrando attentamente le informazioni sensoriali che il mondo ci presenta per generare una prospettiva funzionante sulle cose. I parametri della nostra coscienza possono quindi essere modificati, destabilizzando questi filtri finemente sintonizzati. E, un modo per farlo, è modificando i loro segnali elettrici o le onde cerebrali. A seconda di ciò che si desidera sentire, è necessario scegliere con attenzione dal menu delle onde cerebrali differenti e dei loro effetti associati. Le onde Theta, ad esempio, hanno una frequenza da 4 a 8 Hz e sono legate all’intuizione, ma possono anche portare a sonnolenza eccessiva quando sono troppo alte nell’ampiezza.
Heather Hargraves studia le applicazioni terapeutiche di stati alterati di coscienza presso l’Università dell’Ontario ed ha spiegato che, quando sono in trance, “gli sciamani entrano negli stati di theta, ovvero sono sognanti, intuitivi, aperti ma focalizzati in modo interno“. A causa di questo, si è pensato in precedenza che le onde theta fossero la chiave delle esperienze psichedeliche, ma questo è cambiato quando gli scienziati hanno iniziato a eseguire studi di elettroencefalogramma (EEG) su persone sotto l’influenza di farmaci allucinogeni.
I risultati di questi studi hanno rivelato ciò che Hargraves definisce una “banda a banda larga”, per cui tutte le onde cerebrali, nell’intervallo da 0 a 20 Hz,sono “arrestate” in alcune regioni del cervello, prima di “rimbalzare”. Questo effetto è stato particolarmente evidente in una rete cerebrale chiamata “rete di modalità predefinita“, che regola la coscienza ed è in gran parte responsabile del mantenimento di un senso di sé.
Naturalmente, chiunque cerca di farlo usando droghe lo fa andando contro quelle che sono le leggi in vigore. Ma Hargraves sta aiutando a sviluppare una biochimica legale per ottenere lo stesso effetto.
Descrivendo la tecnica come “meditazione con uno specchio”, la Hargraves dice che il neurofeedback consente alle persone di imparare a controllare le proprie onde cerebrali. Come terapeuta, la usa per aiutare i pazienti traumatici a regolare le loro onde alpha e beta, che tendono a causare ansia e depressione quando sono troppo attive.
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