L’uomo si è sostanzialmente prima evoluto per continuare a muoversi per arrivare allo stato attuale della società in cui per la maggior parte dei lavori si sta seduti per lungo tempo e in generale una vita sedentaria. Ormai è noto che questa pratica, non affiancata ad attività fisica in altri momenti e anche solo piccole pause di movimento è di fatto dannosa per la salute, ma quanto e in che magnitudo? Uno studio ha cercato di scoprirlo.
Lo studio in sé si è concentrato su una fascia di età ben specifica ovvero tra i 63 e 99 anni dove è più probabile avere una vita sedentaria. Sono stati presi quasi 6.000 partecipanti donne che hanno indossato un normale monitor per le attività. Questa raccolta dati è durata una settimana, ma poi le volontarie sono state seguite per 10 anni di vita dove il 25% del totale è morto.
Il danno di una vita sedentaria
Calcolando i dati e sfruttando anche l’intelligenza artificiale per allungare gli scenari è stato visto come una vita sedentaria dove si passano più di 11 ore al giorno seduti ha portato a un rischio maggiore di morte del 57% durante il periodo relativo allo studio. Questo rischio fa riferimento a chi passava in media 9 ore seduti quindi non un quantitativo così tanto ridotto.
Ma è possibile ridurre il rischio di morte muovendosi nelle altre ore per compensare? Gli studi in merito sono abbastanza controversi. Muoversi abbastanza sembra di fatto ridurre il rischio di morte. Al tempo stesso però, non viene annullato un rischio aumentato per alcune patologie cardiache o persino per il diabete di tipo 2.