Fujifilm X-M5 sancisce il ritorno di una serie storica, macchine pensate principalmente per l’utilizzo in mobilità ed il vlogging, che hanno visto la nascita con il lancio della X-M1 nel lontano 2013. Sono trascorsi ormai 11 anni da quella data, e con la X-M5 possiamo notare un salto generazionale importante, con ottime specifiche e prestazioni, ma un prezzo tutt’altro che eccessivo. Vediamola meglio da vicino con la nostra recensione completa.
Design e Estetica
Il design non si discosta particolarmente dagli standard a cui Fujifilm ci ha abituati nel corso degli anni, uno dei suoi punti di forza sono sicuramente dimensioni inferiori alla media, raggiungendo precisamente 111,9 x 66,6 x 38 millimetri di spessore, con un peso di 355 grammi (con SD e batteria incluse). E’ un prodotto che facilmente può essere utilizzato in mobilità (è appunto stato pensato per quello), grazie alla presenza di una comoda tracolla inclusa in confezione, ed un ingombro talmente leggero da poter quasi rientrare all’interno di un borsetto. L’ergonomia, dobbiamo ammetterlo, non è delle migliori, il desiderio di risparmiare al massimo sul peso, e sulle dimensioni, ha portato Fujifilm a ridurre al minimo gli appigli, rendendola non sempre comodissima.
Dalla duplice colorazione, rivestimento nero sulla maggior parte del corpo, argentata superiormente, la Fujifilm X-M5 riprende piccoli dettagli dagli altri modelli in commercio. Nella parte superiore spiccano il pulsante di scatto con il tasto di registrazione, di colore rosso, dedicato, la ghiera di selezione della modalità, una ghiera personalizzabile, il tasto Q, e la ghiera per la modalità colore (sulla sinistra, dopo la slitta per il flash/accessori).
Hardware e Specifiche
Fujifilm X-M5 integra un sensore X-Trans CMOS 4 con filtri colore primario, APS-C da 23,5 x 15,6 millimetri e 26.1 megapixel. Questi è accoppiato con il processore d’immagini X-Processor 5, che permette di scattare istantanee con posa tra 1/32000 di secondo e 15 minuti, ma anche scatto continuo fino a 30fps (con crop 1,25x). Gli ISO possono oscillare tra 125-12800.
Nella parte posteriore, come si può notare dalle immagini, è assente un mirino ottico/elettronico, il controllo avviene solo ed esclusivamente tramite il monitor LCD TFT da 3 pollici, con rapporto d’aspetto 3:2 e 1,04 milioni di punti. Completamente a colori e touchscreen, è di media qualità, risponde bene agli input, senza difetti particolari; è orientabile, le cornici sono abbastanza marcate, ma risulta essere comunque più che adeguato per la maggior parte degli utilizzi. Osservandola meglio troviamo anche un piccolo pad analogico per lo zoom (e altro), pochi pulsanti fisici, ed una piccola chicca: il jack da 3,5mm con porta dedicata posteriore.
Tutta la connettività fisica è posta sul lato destro, dove troviamo un jack da 3,5mm per le cuffie, una porta mini HDMI per il collegamento di un monitor esterno, oltre ad una USB-C. Lo slot per la SD è posto direttamente nell’alloggiamento della batteria, nella parte bassa. Questa è la classica NP-W126S di Fujifilm (da 1260mAH), che permette di raggiungere una autonomia di circa 300 scatti e ripresa di 50 minuti in 4K a 30fps.
Foto e Video
Le immagini vengono scattate al massimo a 6240 x 4160 pixel, con una resa che la possiamo praticamente considerare alla pari di una APS-C di livello superiore, almeno per quanto riguarda la gamma dinamica, la resa cromatica, ma anche definizione e nitidezza. Scatti di alta qualità che nulla hanno da invidiare ai modelli più costosi, anche se presentano qualche negatività: spesso si rischia di incappare in un fastidioso micro-mosso, soprattutto con scarsa luminosità, e l’assenza di un mirino elettronico può dare qualche fastidio a coloro che in genere sono abituati alla sua presenza.
I video vengono girati al massimo in 6.2K a 30fps, con formati H.265 e H.264, ma anche profili 4:2:2 che spaziano fino a 10 bit, appoggiandosi direttamente alla registrazione in F-Log2 o HLG. I file vogliono essere a dimensioni ridotta, per questo i bitrate sono a 8 e 25Mbps, è presente una modalità Vlog con una specifica interfaccia, ed esiste un bel formato in FullHD a 9:16.
La messa a fuoco è indiscutibilmente una delle migliori, si tratta del solito ottimo AF ibrido a 425 punti che Fujifilm ci ha fatto amare nel corso degli anni, già presente su tante APS-C dell’azienda. E’ veloce, rapido ed affidabile, con tracciamento dei soggetti e autofocus predittivo ancora migliorati. La stabilizzazione si appoggia all’IBIS, ovvero la combinazione tra il digitale EIS e l’ottico OIS (se presente sul’obiettivo montato), con l’eventuale IS BOOST. La resa in questo caso è eccellente, dimostra a tutti gli effetti il grande lavoro svolto da Fujifilm nel cercare di renderla perfetta per il vlogging e l’utilizzo in mobilità, da notare tuttavia che con la stabilizzazione digitale sarà necessario accettare un crop di 1,32x per il 4K, e per i video in 6,2K si potrà fare affidamento solo sulla stabilizzazione ottica.
Fujifilm X-M5 – conclusioni
In conclusione Fujifilm X-M5 può essere a tutti gli effetti considerata come una valida soluzione per i vlogger, per gli utenti che sono alla ricerca di un prodotto da usare in mobilità, senza avere pretese eccessive, sia nella personalizzazione che nella versatilità. E’ indubbio che la resa degli scatti fotografici sia nettamente superiore alla media, anche se il focus è relativamente ristretto e la rende meno facilmente acquistabile da coloro che invece vogliono un prodotto dal più ampio utilizzo.