Android è un sistema per certi versi molto invidiato dagli utenti appartenenti alle file iOS che gradirebbero quanto meno un miglior margine di personalizzazione grafica e delle funzioni per i propri dispositivi.
Ciononostante, gli utenti Apple hanno fin oggi beneficiato di un supporto software a lungo termine che ha consentito di estendere il ciclo di vita dei terminali ben oltre le normali aspettative previste, seppur nei limiti previsti dagli annessi supporti hardware.
Un chiaro esempio di questo genere di approccio si ha avuto con i device Apple delle linea iPhone 4S, nati con a bordo una release di sistema iOS 5 nel lontano Ottobre del 2011 e giunti fino ai giorni nostri con equipaggiata una release iOS 9.3.5 postuma di 5 anni al rilascio del terminale. Stesso discorso per gli iPhone 5S ultimamente aggiornatisi ad iOS 11 a seguito di una commercializzazione avviatasi nel 2013 con la release iOS 7.
Le ottimizzazioni corrisposte su lungo periodo hanno quindi decretato la fine del processo di frammentazione ed un valore aggiunto rilevante nell’acquisto dei terminali, nonostante prezzi di vendita inizialmente fuori portata.
Nell’universo Android, almeno sino ad oggi, la cosa è risultata essere decisamente più complicata anche a causa di una pletora diversificata di produttori e dispositivi con applicati criteri di personalizzazione importanti per la UI e le annesse funzionalità di sistema.
A partire dalle versioni stock di Android per i device Google, di fatto, si dipanano una serie di interfacce custom rilasciate ad opera di produttori altisonanti nel panorama digitale delle tecnologie smart e, tra questi, si ricordano Samsung, Huawei, Sony, OnePlus, Xiaomi ed altri. Ma qualcosa sta per cambiare alla radice.
Di fatto, nel corso della Conferenza Linaro Connect svoltasi a San Francisco si sono stabiliti i nuovi termini per la concessione di un supporto a lungo termine da protrarre per sei anni consecutivi nei confronti dei kernel Linux con formula LTS (Long Term Support).
Si tratta del core di sistema che gestisce l’interfacciamento hardware-software e che garantisce ora un nuovo valore aggiunto che coinvolgerà non soltanto Google ma anche tutti i produttori internazionali di telefonia mobile che dovranno necessariamente adeguarsi alle nuove direttive così stabilite.
Android OS, di fatto, basa la propria efficacia operativa sulle versioni LTS dei kernel Linux che, come ormai noto, garantiscono un supporto esteso per un limite temporale massimo stabilito in 18 mesi per gli update. In ogni caso, tale disposizione può subire variazioni più o meno rilevanti in relazione a situazioni mutevoli o necessità di imprimere importanti cambiamenti. Ad ogni modo, cambia ora la road-map operativa per la gestione dei tempi utili di supporto da parte dei costruttori e dei chipmaker che saranno tenuti ad una modifica sostanziale della propria roadmap di supporto.
Produttori del calibro di Qualcomm Technologies, di fatto, si attiveranno al più presto al fine di ottemperare le richieste stabilite dalle nuove disposizioni con particolare riferimento ai mutamenti indotti a favore del comparto software per le unità di nuova generazione dei SoC Qualcomm Snapragon 835 con processo produttivo a 10 nanometri che, come noto, si basano su distro kernel Linux in versione 4.4.
Stiamo parlando di uno dei chip più famosi degli ultimi tempi, ravvisato nelle dotazioni standard di molti terminali di fama internazionale come i pluripremiati Samsung Galaxy S8 ed S8+ Plus con annessi business-phone Note 8 nonché le proposte concorrenti LG V30, i top di gamma cinesi di ultima generazione appartenenti alle file di Xiaomi per i suoi Mi MIX 2 e di OnePlus con i suoi campioni di benchmarking OnePlus 5 ed una serie di altre proposte che in questo 2017 hanno popolato il segmento top-end del mercato mobile phone Android.
Un cambiamento decisamente importante quindi, che segna un’importante svolta storica in concomitanza all’annuncio da parte di Google dell’apertura del Project Treble in applicazione al rilascio delle nuove distribuzioni Android 8.0 Oreo che a breve ospiteranno una lunga serie di device compatibili.
Per coloro che ne disconoscessero la forma, diciamo che Project Treble si conferma quale progetto che punta ad una scissione logica del codice operativo tra quello da porre a carico dei chipmaker e quello da conferire all’attenzione dell’ecosistema Android. Il tutto chiaramente a vantaggio di una gestione più rapida ed ottimizzata delle implementazioni software.
Il vantaggio acquisito da un simile layer interattivo si traduce quindi nella concreta possibilità di estendere il supporto ai Kernel Linux intervenendo in aree specifiche che non richiedono un intervento profondo e massimale di ottimizzazione ed implementazione. Da qui la possibilità di garantirsi un supporto LTS esteso a ben sei anni.
Ovviamente un’importante incognita pende sul fattore convenienza ai danni delle major society produttrici di soluzioni mobile. Perché è pur vero che tali livelli di ottimizzazione si applicheranno ai terminali top di gamma a partire dalle revisioni dei SoC Qualcomm Snapdragon 835, ma è pur vero che una radicalizzazione del sistema anti-frammentazione su larga scala, e quindi anche nel segmento medio gamma ed entry-level, non contribuirà a garantire un mercato solido ai produttori negli anni a venire.
Uno dei punti chiave sul quali le aziende produttrici di soluzioni mobile fanno leva è proprio la possibilità di poter contare sui più recenti aggiornamenti software Android. La garanzia di un supporto che consenta di beneficiare non soltanto di release secondarie ma anche di major release in un periodo di ben 6 anni potrebbe ovviamente giocare a sfavore delle grandi multinazionali dell’elettronica consumer mobile.
Ad ogni modo, sulla base dell’esperienza Apple possiamo trarre alcune semplici ma soppesate considerazioni. Se è vero infatti che il minor afflusso di consumer ha giocato a sfavore delle casse del produttore di Cupertino è pur vero che il tasso di fidelizzazione è salito ben oltre le più rosee aspettative.
E si tratta, in questo caso, di un aspetto che in ambiente Android spesso manca ed anzi registra un atteggiamento di mercato altalenante mosso dall’eccessiva frammentazione software che non consente, com’è lecito aspettarsi, una misura stabile nella scelta dell’uno o dell’altro vendor.
La partita, quindi, si giocherà sul piano della strategia commerciale. In vista della commercializzazione dei futuri Google Pixel Phone di seconda generazione le cose potrebbero quindi cambiare radicalmente a vantaggio di un sistema la cui politica di fondo muta finalmente a vantaggio degli utenti sia sul piano della convenienza commerciale che delle tempistiche utili per il rilascio degli update minori e cumulativi.
L’annuncio dei Pixel Phone 2 di domani 4 Ottobre 2017 potrebbe accompagnarsi a nuove importanti rivelazioni da portarsi all’attenzione del comparto software? Restate sintonizzati per saperne di più al riguardo. Nel frattempo scoprite subito che cosa potete fare di nuovo con Android Oreo 8.0 e rilasciate pure qui una vostra personale interpretazione dei fatti.