Molti animali si suicidano accidentalmente o mediante comportamenti autodistruttivi, ma ci sono ancora dubbi sulla possibilità di un suicidio che sia consapevole. I delfini sono animali molto socievoli, ad esempio, ma in passato si sono contati casi di suicidio anche tra questi esemplari.
Ma gli animali possono davvero suicidarsi? La domanda è complessa e se non ci sono risposte definitive su cosa possa davvero essere considerato suicidio nell’uomo e cosa possa provocarlo, le risposte sono ancora più scarse nel caso degli animali.
Sebbene la nostra conoscenza della consapevolezza degli animali stia crescendo, ci sono dubbi che gli animali siano consapevoli della morte e siano in grado di pianificare la propria. Sappiamo che gli animali hanno vari gradi di autocoscienza, possono soffrire di depressione o altre malattie mentali, sono capaci di comportamenti autodistruttivi, hanno qualche nozione di morte, possono piangere e in alcuni casi sono persino capaci di pianificare il futuro.
Molti scienziati ritengono che la tesi secondo cui gli animali si suicidano sia solo un altro esempio di antropomorfismo, cioè l’attribuzione di caratteristiche umane a qualcosa che non è umano. Da parte di coloro che difendono la possibilità del suicidio animale, molti chiamano “negazionismo antropico” la posizione scettica di alcune persone. Sminuire immediatamente la possibilità che gli animali possano pensare e agire in modi ritenuti unici per gli umani è troppo frettoloso.
Pertanto, queste capacità devono essere viste su uno spettro più concreto. Le emozioni animali, come il dolore, la depressione, la rabbia o la gioia, potrebbero non manifestarsi nello stesso modo in cui si manifestano negli umani, ma ciò non significa che non esistano, e lo stesso si può dire per il suicidio.
Ryan Hediger, ricercatore presso l’Università del Kent, crede che ci siano “comportamenti che non abbiamo approfondito abbastanza per sapere come interpretare. È un po’ come la materia oscura“, sottolinea.
Non solo i delfini
Casi simili sono stati riportati anche in cani ed elefanti, ma non tutti i comportamenti autodistruttivi negli animali possono essere interpretati come intenzionalmente suicidi. Ad esempio, alcune specie di api abbandonano i loro alveari quando vengono parassitate dalle mosche per proteggere la loro colonia, secondo uno studio del 1992.
Ma ci sono casi molto più ambigui. Atti come non mangiare o non respirare possono essere considerati suicidi? Per alcuni parrebbe di sì. Gran parte della confusione deriva da definizioni inutili. Mentre alcuni credono che gli animali non siano nemmeno consapevoli della morte, altri sostengono che i casi di animali che finiscono per causare la propria morte non possono essere sottovalutati. Nonostante le opinioni divise, una cosa è certa: questo tema continuerà a favorire ulteriori studi e ipotesi nella comunità scientifica.