Ci sono alcuni giorni in cui davvero non vorremmo alzarci dal letto. Giorni in cui la sveglia è un nemico mortale, magari perché la sera prima abbiamo fatto tardi o bevuto un po’ troppo. Ma per alcuni ciò che li spinge a non voler abbandonare il nostro confortevole giaciglio, è la paura o l’insofferenza nell’affrontare la giornata. Una condizione che potrebbe essere l’indice di una patologia nota come clinomania o disania.
La clinomania: quando lasciare il letto è impossibile
Certo è normale non avere voglia di affrontare una giornata che si prospetta pesante ed impegnativa. Capita a circa il 70% delle persone almeno una volta nel corso della vita, ma senza condurle alla situazione cronica e patologica. Diverso è invece per chi sperimenta questa condizione in modo reiterato e senza apparente motivo per cui si dovrebbe temere di affrontare la giornata. In questo caso si parla di clinomania vera e propria, una patologia del comportamento sintomo di depressione secondo il dott. Mark Salter del Royal College of Psychiatrists. Di solito è infatti considerata il sintomo di una condizione come la depressione o la sindrome da stanchezza cronica.
Il termine clinomania trae la sua origine etimologica dalla parola greca Klínē, che significa per l’appunto letto. Questa patologia rappresenta dunque l’incontrollabile desiderio di non lasciare quel luogo che ricorda la sensazione di protezione e calore del ventre materno. Chi è affetto da questa patologia può finire con il rimanere a letto per giorni e giorni sperimentando delle sensazioni di ansia al pensiero di alzarsi. Si può anche provare il desiderio incontrollabile di tornare sotto le coperte non appena ci si alza.
La clinomania si riscontra maggiormente nelle persone che soffrono di ansia o sono più predisposte verso stati depressivi. Si tratta si una condizione quindi che non va assolutamente presa alla leggera, soprattutto quando si perdura eccessivamente nel tempo. Poiché la disania trae origine da stati ansiosi e paura, le sue cause scatenanti possono essere davvero numerose e tutte correlate con l’aspetto psicologico di un individuo. Come ad esempio fobie di vario tipo, bassa autostima ed incapacità nell’affrontare alcune situazioni.
Come affrontare e cercare di risolvere la patologia
Per cercare di risolvere il problema è assolutamente necessario individuare le condizioni che ne hanno provocato l’insorgenza. Nei casi più gravi sarà necessario rivolgersi ad un medico psichiatra o ad uno psicologo, che potranno indicare al paziente la terapia migliore da seguire per il suo caso specifico. In alcuni casi si ricorre perfino al trattamento con farmaci.
Per i casi meno gravi invece, in cui non si manifesta quindi uno stato depressivo, potrebbero essere sufficienti dei piccoli cambiamenti e miglioramenti nello stile di vita, soprattutto nelle abitudini relative al sonno. Innanzitutto bisogna cercare di regolarne la quantità, cercando di riposare per il sufficiente numero di ore. È di aiuto anche un esperienza rilassante prima di andare a letto, come un bagno caldo o qualche esercizio di yoga. Assolutamente da evitare invece computer, smartphone e tablet. Non solo perché potremmo incappare in contenuti tutt’altro che rilassanti, ma quanto per la fastidiosa luce blu che emettono, nemica del sano riposo.
Nessun problema invece per quanto riguarda l’attività sessuale, anzi è noto che stimoli la produzione di serotonina, l’ormone che svolge numerose funzioni come la regolazione del tono dell’umore, del sonno e della temperatura corporea. Inoltre per regolare i ritmi circadiani interni e ritornare ad una naturale alternanza tra sonno e veglia, si può ricorrere alla melatonina. Questa sostanza è prodotta dall’epifisi ed è responsabile della regolazione di questi ritmi, ed in caso di bisogno può essere assunta come integratore.