Intelligenza Artificiale: una donna paralizzata “parla” tramite avatar digitale

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Nel costante susseguirsi di avanzamenti nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale (IA), una recente pietra miliare ha catturato l’attenzione del mondo intero. Una donna paralizzata, precedentemente privata della capacità di parlare a causa di una grave condizione medica, è diventata protagonista di un innovativo esperimento che ha dato vita a una nuova forma di comunicazione. Grazie all’integrazione di tecnologie all’avanguardia, è riuscita a “parlare” attraverso un avatar digitale.

Lo sviluppo della BCI decodifica i segnali cerebrali in parole sintetizzate ed espressioni facciali, consentendo agli individui paralizzati di comunicare in modo più naturale. Invece di riconoscere parole intere, il sistema identifica i fonemi, le sotto unità del discorso, migliorando velocità e precisione. La voce dell’avatar digitale è stata personalizzata per rispecchiare la voce dell’utente prima dell’infortunio e le animazioni facciali sono state guidate da un software che interpretava i segnali del cervello per varie espressioni facciali.

 

Avatar digitale, grazie all’Intelligenza Artificiale una donna paralizzata è riuscita a parlare

L’innovativa soluzione, sviluppata da un team interdisciplinare di ricercatori provenienti da diverse istituzioni accademiche e aziende tecnologiche, si basa sull’interfacciamento tra il cervello umano e un sistema di intelligenza artificiale avanzato. Utilizzando dispositivi di Brain-Computer Interface (BCI), è stato possibile decodificare i segnali neurali del cervello della paziente e tradurli in comandi comprensibili per un avatar digitale. Questo straordinario risultato ha aperto nuove prospettive nel campo della comunicazione assistita, offrendo un nuovo livello di autonomia e libertà a coloro che, a causa di gravi disabilità, hanno limitazioni fisiche nella comunicazione.

Uno degli aspetti più significativi di questo progresso è la sua promessa di democratizzare l’accesso alla comunicazione per le persone con disabilità motorie. Con l’evoluzione delle tecnologie di interfacciamento cervello-computer, la possibilità di comunicare attraverso avatar digitali potrebbe diventare sempre più accessibile e diffusa, migliorando notevolmente la qualità della vita di milioni di individui in tutto il mondo. Nonostante i vantaggi evidenti, l’integrazione di queste tecnologie solleva anche importanti questioni etiche e sociali. È fondamentale garantire la privacy e la sicurezza dei dati neurali dei pazienti, oltre a considerare l’impatto psicologico ed emotivo di utilizzare un’interfaccia di comunicazione così avanzata.

Inoltre, sorgono interrogativi riguardo all’equità nell’accesso a queste tecnologie, considerando i potenziali costi elevati e le disparità socioeconomiche che potrebbero limitare la loro diffusione a livello globale. È pertanto cruciale un impegno da parte delle istituzioni pubbliche e private per garantire un accesso equo e universale a queste innovazioni. Nonostante le sfide e le questioni da affrontare, il successo di questa donna nel “parlare” tramite un avatar digitale segna un passo significativo verso un futuro in cui l’IA e le tecnologie di interfacciamento cervello-computer possono migliorare in modo tangibile la vita di persone con disabilità. La rivoluzione nell’Intelligenza Artificiale non riguarda solo la creazione di strumenti e sistemi sempre più avanzati, ma anche il loro impatto positivo e inclusivo sulla società nel suo complesso.

Nonostante le sfide e le questioni da affrontare, il successo di questa donna nel “parlare” tramite un avatar digitale segna un passo significativo verso un futuro in cui l’IA e le tecnologie di interfacciamento cervello-computer possono migliorare in modo tangibile la vita di persone con disabilità. La rivoluzione nell’Intelligenza Artificiale non riguarda solo la creazione di strumenti e sistemi sempre più avanzati, ma anche il loro impatto positivo e inclusivo sulla società nel suo complesso.

Immagine di freepik

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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