Che ormai la plastica, e più nello specifico le particelle microplastica e nano, si trovano ovunque nel mondo. Nel fondale degli oceani e nelle vette più remote del nostro pianeta ci sono tracce di questo elemento artificiale. Ormai è un fenomeno così ampio che è sostanzialmente intrinseco del ciclo dell’acqua e quindi non dovrebbe più stupire che lo possiamo trovare all’interno del nostro organismo.
Sono ormai diversi mesi che si sa che la microplastica si può trovare all’interno del nostro circolo sanguigno, e proprio come l’acqua con il pianeta così ha la possibilità di depositarsi ovunque. Visto questo scenario, non sorprende neanche trovarlo all’interno della placenta umana e di fatto un nuovo studio ne ha trovato tracce in ogni singolo campione prelevato. Una situazione allarmante anche perché non si sa come questo possa influire a lungo termine sulla salute umana, e neanche sullo sviluppo dei feti.
Microplastica e l’uomo
Le parole dei ricercatori dell’Università del Nuovo Messico:
“La dose fa il veleno. Se la dose continua ad aumentare, inizieremo a preoccuparci. Se vediamo effetti sulla placenta, allora tutta la vita dei mammiferi su questa pianta potrebbe essere influenzata. Non va bene. La placenta riceve un flusso sanguigno relativamente elevato e assorbe una grande quantità di nutrienti dal sangue materno, il che potrebbe renderla maggiormente esposta; la misura in cui l’inquinamento nano e microplastico può essere trasportato attraverso la complessa barriera placentare, sia passivamente che richiede attivamente ulteriori indagini.”
Gli studi su questo argomento sono ancora pochi e comunque questi poco possono per capire cosa realmente potrebbe accadere a lungo termine. Sicuramente, tutte le persone su questo pianeta e le future dovranno fare i conti con la microplastica. Sarà interessante capire se ci sarà un cambiamento evolutivo indotto da tale fenomeno.