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Microsoft investe su marijuana: ecco software per venderla

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Microsoft vuole allargare i propri investimenti. Dopo aver rilevato il Social network dedito al mondo del lavoro, LinkedIn – pagandolo 26 miliardi (in contanti), ossia 196 dollari ad azione – pur preservandone il brand e l’indipendenza, il colosso di Redmond punta a un altro settore professionale: la marijuana. E’ infatti in arrivo un software per il tracciamento delle colture e della vendita di marijuana. Il software di Microsoft nasce da una partnership con Kind, una startup californiana e sarà potenziato dalla tecnologia cloud Azure. Sempre del colosso informatico fondato da Bill Gates.

Obiettivo del software Microsoft per marijuana

Qual è lo scopo di questo investimento di Microsoft nel settore della cannabis? Quello di fornire alle pubbliche amministrazioni americane le soluzioni per tracciare spostamenti e transazioni in questo settore. Come noto, infatti, sempre più stati americani stanno commercializzando la Marijuana, come fatto già dal vicino stato sudamericano Uruguay.

D’altronde, molte statistiche dimostrano come la legalizzazione della cannabis comporti entrate maggiori per lo Stato sotto forma di tasse e riduzione della criminalità che trova nel suo traffico illegale linfa per le proprie casse. Sebbene i contrari non manchino, soprattutto in Italia, dove questa rappresenta da anni una battaglia dei Radicali. Ma in cosa consiste questo software?

microsoft marijuana

Un settore destinato a crescere

Da vecchia volpona del settore informatico, Microsoft sa bene quali siano i settori del futuro su cui investire. E tra questi c’è proprio quello della cannabis, prevedendo che sempre più stati americani, sull’esempio di quanto fatto da altri, decideranno di legalizzarla.

Dunque gli enti statali andranno a caccia di tecnologie in grado di controllare al meglio il suo traffico commerciale. Il colosso di Redmond è già pronta ad offrire le tecnologie giuste. Non resta che vedere se altri colossi informatici si butteranno a capo fitto su questo settore. Magari sperando, per vendere nuovi dispositivi, che la marijuana venga legalizzata anche nei Paesi europei e asiatici.

Luca Scialò
Luca Scialòhttps://lucascialo.altervista.org/
Sociologo, blogger e articolista

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