Il cielo è sicuramente pieno di meraviglie per gli occhi e la vista è praticamente l’unico nostro senso che può percepire quello che avviene lassù; non completamente in quando qualche meteorite, o oggetti di altro genere, sono caduti o sono stati portati sulla Terra permettendo così anche al tatto, l‘olfatto e perché no, anche il gusto di provare qualcosa. Sappiamo che ogni oggetto cosmico presenta un odore specifico a causa dei materiali usati e sappiamo anche che hanno dei suoni.
Questo aspetto dei suoni è particolare e non è la prima che i ricercatori cercano di riprodurne uno. Recentemente è stato fatto con i pulsar ovvero delle stelle morte che ruotano nel vuoto cosmico a grandi velocità ed emettendo radiazioni dai poli. Sono oggetti incredibili che possono essere sfruttati come una sorta di GPS spaziale e anche per sondare i buchi neri.
Il suono dei pulsar
A mettere insieme la sinfonia è stata Roscosmos il quale ha tradotto la frequenza del segnale proveniente da diversi di questi oggetti per poi tradurli in onde sonore grazie al telescopio spaziale Spektr-R. I pulsar analizzati e convertiti sono stati ben 10 mentre le didascalie per ora sono solo in russo quindi per gentile concessione di ScienceAlert ecco le traduzioni.
“Un pulsar è una stella di neutroni a rotazione rapida di altissima densità, il residuo di un’esplosione di una supernova. I segnali delle pulsar possono essere utilizzati come timer e punti di navigazione per i satelliti. Traducendo la frequenza dei segnali in onde sonore, puoi ottenere musica … [seguono i segnali individuali]. Quando lo metti insieme … [segue medley]. Spektr-R è un osservatorio spaziale lanciato nel 2011. Ha funzionato in orbita per otto anni, superando il suo periodo di garanzia 2,5 volte. Progetto RadioAstron ha dato un contributo significativo allo studio delle pulsar.”