I due atenei statunitensi e l’azienda sudcoreana hanno unito le forze per realizzare un computer in grado di migliorare la qualità degli OLED.
Samsung TV è una divisione dell’omonima software house sudcoreana che ha come obiettivo la creazione di soluzioni studiate ad hoc per garantire la migliore resa visiva dei propri apparati di trasmissione, da destinare all’intrattenimento ed alle nuove frontiere della cosiddetta SMART-life.
Una nuova congiunta ricerca nei riguardi delle tecnologie OLED TV è nata dal supporto di alcuni ricercatori dell’Università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (MIT) che, di comune accordo con il colosso dell’elettronica mondiale, stanno mettendo a punto un nuovo livello molecolare di OLED per la trasmissione della luce in grado di sfruttare canali organici per la retroilluminazione. Vediamo insieme di che si tratta prendendo in esame quanto appreso dal sito dell’Università di Harvard.
Samsung si impegna a colmare le lacune creatisi dall’utilizzo della tecnologia OLED che mettono in luce un punto debole sulla componente cromatica del blu, un colore che non viene al momento riprodotto fedelmente a causa dell’instabilità delle molecole e della loro efficienza. Un problema rilevante che si manifesta in maniera più marcata in pannelli di dimensioni ampie come quelli adoperati per le più recenti Samsung SMART TV.
La società sudcoreana, in accordo ad un progetto stipulato con i ricercatori del MIT e di Harvard, ha deciso di porre rimedio a questo problema andando a creare un processo di screening chiamato Molecular Space Shuttle. La nuova proposta trova luogo nel campo della chimica sperimentale delle sostanza organiche e di un sistema computerizzato con funzioni di apprendimento in grado, quindi, di identificare nuove molecole che incrementino la qualità degli OLED.
Il gruppo ha sperimentato inizialmente un archivio di 1,6 milioni di molecole idonee al perseguimento dell’obiettivo, mentre un sistema intelligente è stato adoperato, tramite un nuovo algoritmo, al fine di filtrare quelle in grado di garantire un livello ottimale di fedeltà ai colori secondo un sistema prioritario di scelta.
La selezione delle molecole più idonee, tra quelle identificate all’interno del database realizzato dai ricercatori, ha potuto poi contare su 2.500 campioni oggetto di approfondimento. Un risultato cui si è arrivati attraverso la consultazione ed il duro lavoro dei collaboratori che hanno reso disponibili i risultati attraverso una web-app denominata “molecular Tinder”.
Tra quelle classificate, 1000 sono in grado di portare, in linea teorica, a display Samsung OLED qualitativamente ottimali dal punto di vista dell’efficienza (grazie alla correzione della componente blu) e dei costi di realizzazione e vendita, ancora decisamente troppo alti. Nel prossimo futuro si conta di mettere in pratica le teorizzazioni sulle molecole al fine di creare pannelli appaganti dal punto di vista qualitativo, secondo quanto dichiarato all’interno della ricerca che è possibile consultare su Nature.