Wikileaks torna di nuovo al centro della scena, mettendo in chiaro le azioni svolte dall’agenzia di spionaggio del governo federale statunitense che, stavolta, avrebbe realizzato una serie di strumenti in grado di monitorare e spiare smartphone e tablet Android ed iOS.
Secondo quanto riferito dal portale online di Julian Assange, si tratterebbe di tool realizzati internamente, definiti da Wikileaks come “unità che operano ad un livello talmente radicato da essere paragonabile ad una seconda NSA“, ovvero sia il CCI (Center for Cyber Intelligence).
Entrando nello specifico, possiamo dire che questi nuovi strumenti riguardano da vicino gli ecosistemi Android ed iOS, ma anche le TV intelligenti di Samsung ed i terminali Windows. Lo scopo di questi tool è quello di trasformare ogni dispositivo infettato in un microfono sempre attivo, pronto a recepire ogni minimo stralcio di conversazione a tempo pieno.
Per quanto riguarda gli smartphone Android nello specifico, si parla del fatto che nel 2016 la CIA abbia insediato 24 vulnerabilità zero-day estranee a Google. Queste vulnerabilità sono state trasformate in vere e proprie armi digitali, da volersi allo scopo di realizzare malware e trojan di vario genere per gli attacchi.
In questo contesto, tra l’altro, non viene risparmiato neanche iOS che, come abbiamo visto, risulta addirittura meno sicuro delle controparti Android sul piano dell’affidabilità. L’estensione di mercato dei device Apple in suolo americano la dice lunga sugli sforzi profusi dall’agenzia per l’insediamento dei bug sui sistemi di Cupertino. Per ottenere l’accesso a queste falle di sicurezza, la CIA si è servita del suo team di sviluppo interno avvalendosi anche di collaboratori esterni.
Ad un certo punto, però, la situazione ha preso una piega decisamente diversa. Di fatto, stando a quanto riportato da Wikileaks, la CIA avrebbe perso totalmente il controllo delle sue creazioni, che sono ora in balia del Dark Web. Chiunque sia entrato in possesso di questi strumenti è in grado di spiare tutti gli smartphone ed i tablet di Mountain View e di Cupertino. Sicuramente una prospettiva quanto meno poco rassicurante, specialmente in luogo di un periodo piuttosto delicato dal punto di vista politico.
Wikileaks ha pubblicato parte del materiale trafugato, portando alla luce oltre 8.700 documenti che sono ora disponibili all’interno del sito di Julian Assange. Secondo quanto riportato, il CCI avrebbe realizzato oltre 1.000 tipi di malware e trojan. A rischio, ovviamente, c’è la privacy degli utenti. Come se non bastasse, l’agenzia dovrà giustificare anche le spese onerose sostenute, e non ancora giustificate, a danno dei cittadini d’oltreoceano.
Torneremo sicuramente a parlare dell’argomento nel corso dei prossimi giorni. Nel frattempo, spazio a tutti i vostri commenti al riguardo.
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