Ormai sono diversi anni che si parla della geoingegneria, un modo drastico di azione dedicato a salvare il pianeta. Apparentemente continuare ad urlare che le cose vanno sempre più male non sta impedendo a chi di dovere di cambiare la situazione. L’unica cosa che sembra più chiara è che c’è bisogno di una valida alternativa, o anche più di una, un modo che stravolgerà così tanto gli equilibri da essere un contrappeso efficace rispetto alla stupidità ed egoismo dell’uomo.
Alcuni progetti di geoingegneria
Uno di questi progetti è la cattura diretta di CO2. Alcuni esperimenti hanno dimostrato che potrebbe essere efficace, è possibile aspirare l’anidride carbonica. L’assorbimento è utile in quanto poi tale gas può venir convertito e conservato sottoterra. Alcune società si sono già mosse in merito tanto che una struttura dedicata è sorta in Canada nel 2015 e una in Islanda l’anno scorso.
Quest’ultimo è un progetto particolarmente ambizioso, ma è fattibile come il prossimo. L‘imboschimento di massa, ovvero piantare milione e milioni di alberi in giro per il pianeta in luoghi scelti ad hoc. Aumentare il numero di questi giganti verde si trasformerebbe in un maggior assorbimento di CO2. Se da un lato molti paesi si stanno effettivamente muovendo in tale direzione, il tutto sta risultando vano per via del numero di alberi che sta andando in fumo in Amazzonia in questo periodo.
BECCS, o anche detta bionergia con cattura e stoccaggio del carbonio. Questo progetto prevede l’uso dei semi di colza, canne da zucchero, mais o culture di biocarburanti come lo switchgrass. Le piante che ne crescono estraggono CO2 dall’aria durante la crescita e alla fine proprio le piante vengono bruciate per sfruttare l’energia prodotta per immagazzinare altra anidride carbonica.