Twitch, social network oppure “community network”?

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Qualche mese ancora e Twitch compirà 10 anni; era il 6 giugno 2011 quando questa piattaforma di live-streaming, spin-off di Justin.tv, venne lanciata sul mercato web. Il successo fu quasi immediato grazie anche alla chiusura all’inizio del 2013 di Own3d.tv, sito concorrente che come Twitch trasmetteva online e rigorosamente in diretta tornei di eSports e sessioni di videogiochi. Venuta meno la concorrenza, il colosso viola dopo quasi un decennio è senza dubbio il leader indiscusso di un settore ludico in continua espansione.

La grande attenzione dedicata ai videogiochi, la possibilità di seguire online le più belle competizioni in cui a farla da padroni sono gli sport elettronici e l’opportunità di osservare da vicinissimo le gesta eroiche del proprio streamer preferito hanno fatto di Twitch una realtà vincente che ha cambiato completamente il modo di intendere e di godere di opere d’arte quali sono i videogame. Ovviamente c’è anche dell’altro dietro al successo di questa piattaforma di live-streaming, ovvero la possibilità per gli utenti di interagire all’interno di canali creati ad hoc, anche con il videogiocatore di riferimento, di prendere parte a talk-show dedicati ai giochi più appassionanti e infine di scoprire le novità che ha da offrire il canale “Creative”, pensato per chi vuole discutere di opere artistiche e creative. E si potrebbe così continuare a sottolineare le migliorie e le novità legate all’universo in espansione che di nome fa Twitch!

Una cosa va comunque sottolineata: Twitch, con il tempo, è diventato anche un social network dei videogamer. Da piattaforma di live streaming ludica dalla fruizione inizialmente piuttosto passiva è divenuto sempre più un luogo virtuale dove gli amanti dei videogiochi interagiscono, scambiano opinioni e condividono post. Dunque una community? Esattamente: una community che crescerà a tal punto da trasformarsi in una “community network”.

 

Un senso di appartenenza sempre più forte

Se nel 2021 Twitch può essere considerato a tutti gli effetti una piattaforma di live-streaming e allo stesso tempo un social media, in un futuro non molto lontano potrebbe essere anche qualcosa di più. Ovvero? Ovvero una community network! La scelta da parte del colosso viola di premiare attraverso badges e trofei non solo gli streamers ma anche i followers non è un esercizio fine a sé stesso ma è un modo per rendere le comunità online, per altro da tempo esistenti, ancor più unite.

L’idea di fondo è trasformare un luogo virtuale di interazione come è oggi Twitch in un luogo virtuale dove il senso di appartenenza è talmente forte da consolidare quei rapporti che porteranno verosimilmente alla nascita di una “rete di comunità”. Appunto una community network. In un mondo reale dove è l’individualismo a farla da padrone, Twitch vorrebbe creare un mondo virtuale dove gli utenti possano vivere in prima persona legami così forti e autentici da farli sentire come parte di un qualcosa più grande di loro, parte di una comunità. Certo l’obiettivo della piattaforma viola non è dei più semplici, ma ricompensare gli utenti con badges e trofei è un primo e decisivo passo verso l’obiettivo finale.

In un futuro non molto lontano collegarsi a Twitch significherà soprattutto ritrovare sé stessi stando a contatto con gli altri ma anche ritrovare (e questo non cambierà mai) il piacere di seguire una sessione live dove protagonista sarà ancora una volta il videogioco preferito. Fortnite, League of Legends, o Dota 2 non avrà importanza, l’importante sarà far parte di una community network che vive, cresce e impara partendo dai più bei videogiochi di qualsiasi epoca.

 

Contenuti vietati ma c’è un perché

Per creare una comunità che possa definirsi tale si possono e si devono vietare determinati contenuti, come per altro Twitch sta già facendo. Per quale motivo? Perché una comunità che vuol diventare una community network oltre a valori condivisi deve promuovere anche un’etica e un codice di comportamento uguale per tutti che impone ad esempio di non streammare qualsiasi videogioco. Vietare contenuti sessuali espliciti e contenuti di violenza gratuita è fondamentale per dare forma a una comunità che non può vivere nel caos ma deve seguire determinate regole. E ci sarebbero tanti altri esempi di cose da vietare assolutamente.

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