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Windows 10: dite addio alla vostra privacy

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L’introduzione dei nuovi sistemi Windows 10 ha senz’altro stravolto le sorti di un settore che sino a questo momento aveva visto un approccio decisamente diverso da parte dello sviluppatore, il quale si pone ora attraverso un OS moderno, relativamente stabile ed in continuo miglioramento che pone però un campanello di allarme in merito ad un problema comune nell’ambito della sfera privata di utilizzo.

Di fatto la moderna tecnologia e l’innovazione hanno senz’altro portato ad una riflessione in merito al trattamento dei dati personali sia per gli ecosistemi mobile che per quelli desktop che all’utilità delle nuove funzioni sommano problemi incalzanti sul fronte della privacy dei dati sensibili degli utenti e le loro abitudini di utilizzo delle stesse.

Secondo quanto riferito dalle fonti Microsoft raccoglie decisamente troppi dati di utilizzo per i propri sistemi operativi ed in particolar modo da parte dei suoi assistenti vocali Cortana e dai browser Microsoft Edge, introdotti in via esclusiva con l’ultima revisione di sistema sin dal primo rilascio. Dall’altro lato della barricata vi sono gli oppositori che accusano tale situazione anche nel comparto mobile dei sistemi Android ed iOS. Nessuno però pare voglia prendere le redini della situazione.

Le prime critiche arrivano da Article 29 Working party, un gruppo di lavoro dell’Unione Europea composto dai principali responsabili della protezione dei dati, secondo cui non c’è da fidarsi nemmeno del prossimo major update identifican con il nome commerciale Creators Update da rilasciarsi nel corso della prossima Primavera 2017 presumibilmente in Aprile.Windows 10 problemi

Di fatto le argomentazioni portate all’attenzione della Electronic Foundation Frontier (EFF) hanno acceso il dibattito in merito al processo di telemetria dei dati raccolti dalla software house di Redmond alle spalle dei loro utenti ed in particolare dal microfono, la fotocamera e la posizione, quest’ultima necessaria per un utilizzo completo di Cortana.

Stando a quanto riportato tra le pagine di Reuters si riferisce che:

“Anche considerando i cambiamenti proposti in Windows 10, il Working Party rimane preoccupato riguardo il livello di protezione dei dati personali degli utenti”

Benché di fatto la società sia scesa a patti con l’Antitrust dopo l’istruttoria creata in merito alla limitazione dei dati di telemetria Windows 10 non sarà mai un sistema a salvaguardia della privacy, visto e considerato che un atteggiamento a favore di quest’ultima ipotesi mina in prima battuta gli interessi di Microsoft Corporation.

Di fatto la soluzione più ovvia sarebbe quella di disporre un semplice slider per il consenso o la negazione diretta per la raccolta dati da portarsi all’attenzione dell’utente. Ma benché con il prossimo Creators Update le informazioni possano essere ulteriormente limitate, si è ben lontani dall’applicabilità di questo semplice e senz’altro apprezzato concetto di funzione che permetta la completa immunità lato privacy.Windows 10 Privacy

Per l’ultimo aggiornamento Windows 10 si potrà intervenire direttamente al percorso:
Impostazioni > Feedback e diagnostica > Dati di diagnostica e di utilizzo
Attivando il flag relativo all’opzione Base, ma nulla di più.

E di certo questo ha poco a che fare con la concessione gratuita delle licenze in aggiornamento per gli user Windows 7 e Windows 8.x, visto e considerato che ad oggi gli OEM coprono i costi del sistema attraverso la commercializzazione diretta dei prodotti.

Dall’altro lato vi è comunque la necessità di provvedere ad un miglioramento costante dei servizi, ed i due update cumulativi annuali sembrano in tal caso essere una prova. Il fatto di raccogliere quante più informazioni sugli utenti e le loro abitudini di utilizzo si pone alla base del concetto di miglioramento dei processi di intelligenza artificiale che oggi si concretizzano tramite l’utilizzo diretto dei sistemi di assistenza digitale di Cortana.

Senza la raccolta dati, di fatto, non vi sarebbe modo di osservare un’evoluzione dei servizi offerti dalla compagnia ed un miglioramento all’algoritmo di gestione dei processi. D’altro canto l’assistente non può venirvi in contro in mancanza dei dati precisi sulla vostra posizione così come una tastiera Android non può fornire un recapito email in fase di registrazione ad un servizio.

In tal caso viene quindi meno anche la potenziale implementazione di un semplice pulsante OFF. Cosa che diviene decisamente superflua se si considera che applicazioni come Posta e Calendario accedono direttamente ai contatti ed ai dati del calendario senza nemmeno richiedere l’autorizzazione. Allora qual’è il vero problema?strumenti Windows 10

Il vero problema non è insito nella raccolta dati in se ma piuttosto nell’utilizzo che l’azienda ne fa. Per Google è ormai risaputo che si parla di rivendita terzi per scopi pubblicitari in forma anonima, ma Microsoft che cosa fa esattamente con i nostri dati? E perché la raccolta dati Android ed iOS dovrebbe passare in secondo piano rispetto a quella condotta tramite Windows 10, seppur questi rappresentino di fatto il 99,6% dei sistemi?

La risposta è data dal diverso campo di applicabilità voluto tra i sistemi mobile e quelli desktop. La storia dei sistemi operativi Desktop, con particolare riferimento all’emisfero Windows, ci insegna che OS come Windows XP, Vista e Seven non sono nati con a bordo applicazioni pre-installate che richiedono un accesso continuo ai dati degli utenti. Di fatto ci si affida ad un PC per tasks comuni come la consultazione online, la stesura di documenti e qualche programma extra. Allora perché vi è questa necessita di raccogliere dati in background su Windows 10?

In tal caso sarebbe quindi opportuno avere un’indicazione sul trattamento dei dati raccolti e quindi per quale finalità questi vengano utilizzati. Una risposta a questa domanda dovrebbe quindi accompagnarsi alla possibilità di scegliere quali dati l’utente voglia deliberatamente concedere. Resta comunque fermo il fatto che Windows 10 non è e non sarà mai un sistema votato alla privacy.

Come procederanno le istituzioni alla tutela di questo fondamentale ed inalienabile diritto digitale? Lo scopriremo col tempo. Intanto rilascia pure qui le tue personali considerazioni sulla vicenda.

LEGGI ANCHE: Microsoft Windows 10: conferme per un secondo major update a fine anno

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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