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Samsung Galaxy Tab S2 8.0 ottiene le certificazioni FCC

Nonostante ci sia una piccola flessione nel settore dei tablet, nessun produttore si sta azzardando a sospendere lo sviluppo di nuovi modelli. Fra di essi vi è senza dubbio Samsung che, come da tradizione, ha la capacità di presentare tanti modelli diversi in uno stesso anno, differenziando la scelta data all’utente e rinnovando completamente il proprio catalogo di anno in anno. I due tablet che sono al momento attesi alla presentazione appartengono alla fascia alta e sono la seconda generazione di Samsung Galaxy Tab S. Essi portano con se una grossa differenza rispetto alla prima generazione, visto che passano dall’avere un display in 16:9 ad avere un display in 4:3. Per questo motivo hanno delle diagonali leggermente differenti rispetto ai primi modelli (8 pollici e 9,7 pollici).

Circa una settimana fa vi abbiamo comunicato che il Samsung Galaxy Tab S2 8.0 aveva fatto visita alla TENAA, organo cinese che si occupa di telecomunicazioni, per l’ottenimento delle certificazioni utili per la vendita | Galaxy Tab S2 8.0 certificato da TENAA: le specifiche |. Grazie ad esse, eravamo entrati in possesso anche di parte della scheda tecnica del prodotto. Nelle scorse ore invece, lo stesso Samsung Galaxy Tab S2 8.0 è approdato negli uffici della FCC, stesso ente della TENAA che si occupa però delle certificazioni internazionali ed americane.

Tramite le nuove certificazioni, abbiamo avuto sia una conferma su molte caratteristiche tecniche e sia una delucidazione sul tipo di SoC utilizzato. Esso infatti era ancora l’unico dubbio che avevamo sul Samsung Galaxy Tab S2 8.0. Grazie appunto alla FCC, abbiamo scoperto che si tratta effettivamente dello stesso SoC utilizzato all’interno del Samsung Galaxy S6 e del Samsung Galaxy S6 edge, ovvero l’Exynos 7420.

Per conoscere in maniera dettagliata le altre specifiche tecniche, vi invitiamo a visionare l’articolo dedicato che abbiamo precedentemente linkato. Purtroppo ancora non sappiamo quando questi due tablet verranno presentati al pubblico. Avendo ottenuto le certificazioni obbligatorie per la vendita praticamente per tutto il mondo, ci aspettiamo che la conferenza di presentazione non tardi più di tanto.

Non appena avremo maggiori informazioni sulla vicenda, sicuramente non mancheremo di informarvi, visto che si tratta di un argomento di estrema importanza, soprattutto per chi è alla ricerca di un tablet di fascia alta che possa anche sostituire un notebook per la produttività giornaliera.

Galaxy Note 5 con pennina S-Pen ad espulsione assistita?

La pennina capacitiva S-Pen su Samsung Galaxy Note 5 sarà con espulsione assistita: i nuovi rumors contraddicono quindi i più vecchi.

I nuovi rumors sul prossimo phablet top di gamma Samsung Galaxy Note 5, questa volta contraddicono alcune voci di corridoio delle ultime settimane; secondo le ultime notizie il Galaxy Note 5 avrà infatti una pennina capacitiva S-Pen (i precedenti rumors indicavano invece l’assenza) che uscirà dal dispositivo grazie ad un sistema di espulsione assistita.

I dettagli sono ancora piuttosto segreti, ma pare che con il sistema di espulsione assistita l’utente non dovrà più togliere a mano la pennina dalla scocca del Galaxy Note 5, ma ci sarà un sistema automatizzato che lo farà meglio e più velocemente.

Questa tecnologia è stata già acquistata da Samsung qualche tempo fa quando è stato registrato a nome dell’azienda un brevetto; il sistema sulla carta funzionerebbe grazie all’utilizzo di magneti che si trovano uno sulla pennina capacitiva S-Pen e uno all’interno dello slot per quest’ultima; la tecnologia permetterebbe di invertire la polarizzazione dei due magneti che spingerebbero fuori la pennina a comando.

Sfortunatamente comprendere come questa tecnologia permetta il cambiamento di polarizzazione è ancora piuttosto difficile, dato che i documenti mostrati non ne svelano in maniera analitica il funzionamento e quindi non possiamo fornirvi ulteriori informazioni a riguardo.

Tecnologia auto espulsione S-Pen: il brevetto
Tecnologia auto espulsione S-Pen: il brevetto

Samsung Galaxy Note 5: gli ultimi rumors sui dettagli tecnici

Ovviamente Samsung non ha ancora svelato nulla delle caratteristiche principali del suo futuro phablet top di gamma; le voci di corridoio lo associano ad un design in stile Galaxy S6 Edge, ovvero con un pannello da almeno 5,7-5,9 pollici di diagonale con doppio bordo curvo (dual Edge), forse un display con risoluzione 4K Ultra HD (ma è molto più probabile che si rimanga ancorati alla classica QHD 2560 x 1440 pixel), l’utilizzo di un nuovo chipset della serie Exynos, forse 4GB di memoria ram, un comparto multimediale già visto su Galaxy S6 (o forse ulteriormente migliorato), una potente batteria e una scocca in metallo con possibile rivestimento in vetro.

Samsung Galaxy Note 5 dovrebbe fare capolino nei mercati, o almeno essere presentato ufficialmente dall’azienda coreana durante la fiere dell’IFA, a partire da settembre 2015; come prezzo aspettatevi un costo di listino di almeno 750-800 euro.

Come una vecchia batteria può anche salvarti la vita

Solo perché il tuo buon vecchio smartphone ha esalato il suo ultimo respiro, non significa che anche la sua batteria abbia fatto la stessa brutta fine. BETTER RE applica il concetto di upcycling per estendere la vita della batteria degli smartphone ritenuti defunti, trasformandole in alimentatori portatili per dispositivi mobile.

BETTER RE ricicla batteria smartphone

Il fondamento di BETTER RE è l’affermazione che dopo due anni l’efficienza media della  batteria di uno smartphone è circa l’80% della sua capacità e dal momento in cui il ciclo medio per la sostituzione dello smartphone è di 1.3 anni, molte di queste batterie sono a rischio spreco.

vita media batterie telefoni better re

BETTER RE è un dispositivo portatile di ricarica che mira a risolvere questo problema dannoso per l’ambiente. Il caricabatterie portatile, che ricorda molto l’aspetto di un iPod nano, è una custodia vuota che può accogliere una batteria usata, di qualsiasi dimensione o modello, di uno smartphone dismesso. Una volta attrezzato e chiuso, potrà essere collegato ad un dispositivo (smartphone, fotocamera, tablet) tramite un cavo USB ricaricandolo adeguatamente. Per una ulteriore potenza di carica, più BETTER RE possono essere impilati uno sopra l’altro ed uniti insieme tramite calamite integrate in modo da aumentare la capacità di carica.

BETTER RE

A quanto descritto nella sua campagna Kickstarter, BETTER RE impiegherà circa 54 minuti per ricaricare un iPhone 6, mentre per un Samsung Galaxy S6 ci vorranno 77 minuti. Il dispositivo è stato realizzato con materiali ecologici, come alluminio riciclabile e parti di legno di acero e noce con certificazione FSC, inoltre la sua parte superiore può essere incisa. BETTER RE è disponibile in 4 colori: bianco, argento, nero opaco e nero spazzolato.

https://youtu.be/_NxpSev4NDI

Le prime consegne di BETTER RE sono previste per il mese di Novembre. Al momento il progetto presente su Kickastarter, che si concluderà il 9 Giugno, ha raggiungo circa 640 backers e circa $ 58,000 di fondi, superando l’obietto di $ 50,000. Ad ogni $ 10 aggiunti al pledge, i backers riceveranno in omaggio una batteria per smartphone usata.

Sony Xperia Z3+ vs Z3 touchscreen display bagnato a confronto

Un test mette in evidenzia le differenze di prestazioni del touchscreen quando il display del Sony Xperia Z3+ e dell’Xperia Z3 sono bagnati: la video prova.

Come molti di voi sapranno già tutti i dispositivi Sony Xperia Z da qualche anno ormai sono completamente impermeabili, ovvero resistenti all’acqua per circa 30 minuti ad una profondità di 1 metro e mezzo grazie alla certificazione IPXX.

Con il passare dei modelli Sony ha sicuramente migliorato ogni volta i propri prodotti, sia dal punto di vista delle prestazioni hardware (processore, ram, memoria interna), sia dal punto di vista della multimedialità (soprattutto ottimizzazioni nei sensori ottici più che aumentare i megapixel disponibili che sono già tanti di suo).

L’ultimo dispositivo top di gamma dell’azienda giapponese, l’Xperia Z3+, forse ha deluso alcuni per il fatto che mantiene praticamente lo stesso design del modello precedente Xperia Z3, dato che implementa solamente piccoli cambiamenti estetici e uno spessore leggermente più sottile.

Ovviamente Xperia Z3+ migliora le prestazioni grazie al chipset Snapdragon 810 che surclassa quello del modello precedente, ma c’è anche un miglioramento nella qualità del touchscreen del pannello da 5.2 pollici di diagonale con risoluzione FHD 1920 x 1080 pixel.

Il display di Xperia Z3+ risulta infatti molto più sensibile e preciso rispetto a quello dell’Xperia Z3, soprattutto se quest’ultimo viene utilizzato con dita bagnate, o comunque quando è lo stesso pannello ad essere ricoperto da un po’ d’acqua.

Sony Xperia Z3+ vs Xperia Z3 display bagnato: il test

Un video test dimostra infatti che Xperia Z3+ riesce a catturare tranquillamente tutti i comandi delle dita bagnate, mentre Xperia Z3 a volte non recepisce il tocco e quindi non è possibile per esempio disegnare qualcosa, o tracciare una linea sul display.

Anche se Sony Xperia Z3+ sembra essere quasi una copia del suo predecessore, l’azienda giapponese ha cercato di migliorare sensibilmente tutte le sue componenti interne, ottimizzandole in modo che l’utente possa sempre ottenere un esperienza d’uso all’avanguardia, almeno al livello dei più recenti competitori top di gamma.

GoPro Hero+ LCD sarà disponibile in Italia a 329,99 euro

Il settore delle action camera sta attraverso forse il suo miglior momento, con sempre maggiori prodotti che arrivano sul mercato e con sempre nuove feature per poter sfruttare le riprese. Uno degli ultimi modelli che è stato presentato porta il marchio più famoso di questo settore: GoPro. Recentemente infatti è stata presentata la nuova GoPro Hero+ LCD che, come si capisce chiaramente anche dal nome equipaggia, oltre al sensore fotografico ed alle lenti, anche un piccolo display LCD touchscreen con il quale interagire con le varie opzioni proposte dal software della action camera.

Si tratta di un salto in avanti non proprio rivoluzionario ma sempre ben accetto. Sicuramente gestire le funzionalità offerte dalla GoPro Hero+ LCD è molto più semplice mediante un display touchscreen che non con i soliti tasti fisici a cui oramai siamo abituati a vedere negli altri modelli.

Un sensore fotografico migliorato per GoPro Hero+ LCD

Un altro miglioramento è stato fatto anche nel sensore fotografico, avendo portato il numero di mega-pixel a 8. In questo modo potremo effettuare delle fotografie più dettagliate, nitide ed in generale di qualità migliore. Non sappiamo se anche il comparto delle lenti abbia subito modifiche o meno. Dal punto di vista della ripresa video, con la GoPro Hero+ LCD è possibile registrare video alla risoluzione massima del Full HD a 60 fps (nel modello senza display, il frame rate massimo era fermo a 30), ideali soprattutto quando si sfrutta la action camera in situazioni molto movimentate.

Per quanto riguarda la connettività non troviamo particolari differenze, dato che è presente il solito modulo contenente sia un chip WiFi che un chip Bluetooth 4.0 con il quale interfacciare l’action camera con l’applicazione GoPro.

[appbox googleplay id=com.gopro.smarty&hl=it]

Novità interessanti riguardano anche il software interno, con l’aggiunta dell’HigLight Tagging e del Video Trimming. Il primo consente di avere una migliore scelta dei fotogrammi da inserire come immagine di anteprima del video mentre il secondo ci permette di fare dei semplici tagli video senza necessità di passare dal PC e dai software di montaggio video.

Parlando infine di disponibilità, la GoPro Hero+ LCD è arrivata sul mercato statunitense ieri mentre in Europa arriverà solamente a partire dal prossimo 12 Luglio. Il prezzo previsto per questo nuovo modello in Italia è di 329,99 euro.

Come installare Hydrogen OS su OnePlus One

Dopo la separazione brusca avvenuta fra il colosso cinese OnePlus ed il team di sviluppatori Cyanogen, abbiamo assistito alla realizzazione interna, da parte dello stesso produttore cinese, di una nuova ROM internazionale da poter installare su OnePlus One al posto di Cyanogen OS. Essa si chiama Oxygen OS e si avvicina molto a quello che è il concetto di Android stock. Circa una settimana fa però, OnePlus ha presentato un’altra ROM per OnePlus One chiamata Hydrogen OS. Essa, nonostante sia stata rilasciata solo per una piccola porzione di beta tester, è stata fatta trapelare online e quindi adesso è disponibile all’installazione libera.

In quest’articolo vedremo come fare a scaricare la ROM e procedere alla sua installazione sul nostro OnePlus One. Prima di proseguire però, è necessario avvertirvi che non è presente la lingua italiana (è comunque presente l’inglese) e molti servizi sono ideati per funzionare esclusivamente nel territorio cinese, per cui qui da noi saranno praticamente inutili. Inoltre, trattandosi di una ROM in fase beta, non tutto funziona alla perfezione e potrebbe essere presente qualche lag di troppo.

Hydrogen OS

A questo punto, assodato le “pecche” presenti nella Hydrogen OS attuale, non ci resta che procedere con la guida. Allora, innanzi tutto è necessario scaricare la ROM. Potete farlo da uno dei seguenti link:

Una volta scaricato il file .zip, vi consigliamo di copiarlo su una penna USB dalla quale prelevarla per flashare la ROM in questione. Fatto ciò, installate una recovery custom sullo smartphone e procedete come segue:

  • Accedete in modalità recovery;
  • Effettuate il wipe di tutte le opzioni (cache, dalvik, data, system);
  • Abilitate la sorgente USB-OTG dalle impostazioni della recovery custom;
  • Flashate la ROM che avete precedentemente scaricato e copiato nella penna USB;
  • Riavviate lo smartphone e procedete con la configurazione.

Come potete vedere, la procedura è la medesima di tutte le altre ROM custom per cui, chi ha un minimo di esperienza nel campo del modding, non dovrebbe avere problemi. Se però nel caso ne doveste avere, non esitate a comunicarci i vostri dubbi o i vostri problemi qui di sotto nei commenti.

Per maggiori informazioni sulla ROM e sulla procedura di installazione, vi invitiamo a visionare il thread dedicato sul forum di XDA.

Shiraseru Am è il wearable perfetto per il vostro cane

Il rapporto di amicizia tra l’uomo ed i cani è stato da sempre ottimo. Fin dall’antichità, la razza umana ha trovato conforto, gioia e felicità nel vivere assieme a degli animali domestici. Non a caso si dice che il cane è il miglior amico dell’uomo. Ma che cosa centra il cane con la tecnologia da noi trattata? Ebbene, grazie ad un’azienda giapponese che si chiama Anicall, è stato possibile sviluppare un particolare dispositivo indossabile per cani (l’azienda conferma che l’utilizzo può anche essere fatto sui gatti) in grado di monitorare tutte le attività fisiche che egli svolge. Si tratta essenzialmente di un fitness tracker per animali. Il nome dell’oggetto in questione è Shiraseru Am, dove la parola Shiraseru in giapponese vuol dire “allarme, notificatore).

Dal punto di vista tecnico, Shiraseru Am è un collare che sembra come tutti gli altri ma all’interno è dotato di speciali sensori atti a monitorare tutta l’attività fisica che svolge il nostro cane. Grazie poi all’applicazione companion scaricabile sugli smartphone, è possibile analizzare fino a 20 comportamenti diversi. Il tutto è particolarmente utile non tanto per tracciare quanta attività fisica fa il nostro cane ma per analizzare qual è il suo comportamento in determinate occasione, come per esempio quando noi siamo assenti.

Shiraseru Am 2

Anicall sta al momento registrando i primi pre-ordini per quanto riguarda Shiraseru Am attraverso una campagna di crowfounding. L’obiettivo finale per procedere alla produzione di massa sono 500.000 yen che, al cambio, equivalgono a circa 4000 euro. La scadenza è fissata fra un paio di mesi, per cui ancora c’è tutto il tempo possibile ed immaginabile per raggiungere la quota. Singolarmente parlando, sono necessari 5.000 yen per procedere all’ordine (il pre-ordine immaginiamo sia gratuito) che, al cambio, equivalgono a circa 35 euro.

Shiraseru Am app

Al momento non sappiamo se, una volta raggiunta la quota necessaria ed avviata la produzione di massa, questo speciale wearable raggiungerà altri mercati al di fuori del Giappone o se rimarrà ancorato ai confini nazionali.

In attesa di saperne di più su Shiraseru Am, vi lasciamo al video di presentazione pubblicato proprio da Anicall in occasione dell’apertura della campagna di crowfoundind. Come al solito, vi auguriamo una buona visione.

 

Apple Music segnerà il ritorno dei DRM?

L’industria della musica ha vissuto un periodo di relativa tranquillità negli ultimi mesi, dopo essere stata praticamente rivoluzionata due volte nel giro di pochi anni. Ricordiamo infatti la rivoluzione apportata da Steve Jobs sull’acquisto di musica digitale (ogni brano doveva costare 0,99 dollari, indistintamente da chi fosse cantato) e la rivoluzione apportata dai servizi di streaming musicale (Spotify su tutti). Parlando proprio di quest’ultima categoria, gli utenti che decidono di abbonarsi a tali servizi stanno crescendo sempre più. Per tale ragione, le aziende cercano di realizzare un proprio servizio di streaming e rosicchiare qualche punto percentuale del market share.

Le intenzioni di Apple sono proprio queste (anche se non si limiterà a qualche punto percentuale). Infatti, al WWDC 2015 che, ricordiamo, prenderà il via domani, ci aspettiamo grandi novità sul nuovo servizio di streaming musicale Apple Music (non sappiamo se effettivamente si chiamerà così). Esso potrà godere dell’elevatissima esperienza di Beats Music nel settore discografico, così come dell’elevatissima preparazione degli sviluppatori Apple. Insomma, sul servizio non ci dovrebbe essere nulla da dire. I problemi però potrebbero nascere sulla compatibilità di tale sistema di streaming.

Come sappiamo, Apple ed il suo sistema operativo mobile iOS sono stati spesso criticati per un’apertura pari quasi a zero verso altri OS. Ed anche in questo caso si potrebbe aggiungere un’altro tassello alla critica, dato che molto probabilmente Apple Music funzionerà solamente su dispositivi iOS ed OSX.

Apple Music

Per mantenere il massimo controllo sui file che verranno scaricati per l’ascolto offline (pensiamo che una feature del genere non possa mancare), Apple e le case discografiche potrebbero ri-mettere in gioco (dopo averli eliminati di recente da iTunes) i tanti odiati (dagli utenti) DRM. Per chi non lo sapesse, i DRM o Digital Rights Management sono dei sistemi tecnologici in grado di tenere sotto controllo la diffusione pirata dei file a cui sono applicati, mediante l’inserimento di metadati specifici e di chiavi di crittografia speciali in grado di essere decifrate solamente da quel determinato software (Apple Music in questo caso).

Non stiamo assolutamente dicendo che i DRM saranno presenti per certo in Apple Music ma solamente che vi è una forte possibilità che ciò accada. Fortunatamente l’attesa per scoprire tutta la verità non è lunga dato che, come abbiamo detto prima, Apple Music verrà presentato domani durante il WWDC 2015.

 

Chromebook: Mediatek sarà un partner molto importante per Google

Abbiamo già parlato in passato di Chrome OS, dei Chromebook e di come questo settore sia molto sviluppato nel settore scolastico americano ma che, al di fuori di quello, fatichi molto ad imporsi sul mercato | Chromebook: le vendite sono in ascesa nel 2015 |. Una caratteristica molto importante di cui è dotato Chrome OS, e che molti tendono a sottovalutare, è la possibilità di funzionare sia su SoX x86 (Intel Celeron, Intel Core ecc.) e sia su SoC ARM. Per chi non lo sapesse, questi ultimi sono i processori che troviamo all’interno dei nostri smartphone e tablet.

Partendo da questo principio, è chiaro come i chip maker mobile possano essere interessati alla realizzazione di Chromebook in collaborazione di Google. Una mano enorme verso lo sviluppo del settore Chrome OS potrebbe venire da Mediatek. Il colosso dei semi conduttori che opera principalmente nel settore asiatico (dove per altro i Chromebook sono quasi del tutto assenti) ha recentemente stipulato un accordo con Google per la realizzazione di speciali varianti dotati di SoC ARM made in Mediatek. Il video che vi mostriamo qui di seguito mostro per l’appunto un primo prototipo di Chromebook dotato di SoC Mediatek MT8173 (CPU quad core Cortex-A72 con architettura a 64 bit):

 

Tale prototipo è stato fisicamente realizzato da HiSense ed è stato mostrato presso il Computex 2015 di Taipei, sede di moltissime altre innovazioni tecnologiche | Thunderbolt 3: velocità di 40 Gbps e connettore USB Type-C |. Nonostante la potenza di calcolo sia ovviamente inferiore ai modelli con CPU Intel, questo tipo di prodotti è estremamente necessario in quei paesi in via di sviluppo in cui il costo di vendita è fondamentale. Realizzare un Chromebook del genere è senza dubbio più economico che realizzarne uno con SoC Intel.

Si può notare come il tutto vada a ricollegarsi alla volontà di Google di espandere il proprio sistema operativo desktop quanto più possibile. Prima di lasciarvi, vi ricordiamo che allo scopo di contrastare la possibile avanzata di Google e dei suoi Chromebook, Microsoft dovrebbe rilasciare anche una versione speciale di Windows 10 chiamata Windows 10 with Bing | Windows 10 with Bing nella roadmap del colosso di Redmond |.

Android Pay: a Google non andrà alcuna commissione

Abbiamo più volte parlato di come il mondo delle transazioni finanziarie stia rapidamente cambiando, passando dal vecchio (monete, banconote e assegni) al nuovo (carte di credito, carte di debito, carte prepagate) al nuovissimo (pagamenti via smartphone). Analizzando quest’ultimo punto, abbiamo affrontato già il sistema di pagamento Apple Pay e Samsung Pay | Samsung acquista LoopPay per contrastare Apple Pay |. Quest’oggi invece ci focalizzeremo soprattutto su Android Pay, il sistema di pagamento tramite smartphone presentato allo scorso Google I/O da parte del colosso di Mountain View | Android M le novità in dettaglio svelate al Google I/O |.

Nello specifico però, non andremo ad analizzare quanto può diffondersi questo sistema di pagamento in confronto agli altri o magari quando arriverà ufficialmente in Italia (se subito insieme agli USA o se magari in una seconda ondata futura), anche perchè ancora non lo sappiamo. Ciò che affronteremo oggi invece saranno le commissioni che, ad ogni pagamento effettuato, andranno a Google. Da questo punto di vista, Apple Pay ha già delle tariffe ben chiare e precise: 0,15% per ogni transazione fatta da carta di credito e 0,5% per ogni transazione fatta da carta di debito. Possono non sembrare grandi numeri ma fidatevi che, per il numero di persone che in futuro utilizzeranno il servizio, le entrate per Apple saranno elevate.

A differenza del colosso di Cupertino però, Google vuole che il servizio sia quanto più diffondibile possibile fra gli utenti e, per questo motivo, non prenderà alcuna commissione sui pagamenti che effettueremo. Del resto questa è stata da sempre la politica di Google nel gestire i propri servizi ed a noi utenti non può che fare piacere così.

Tutto ciò sarà possibile non solo grazie a Google, proprietaria del servizio Android Pay, ma anche a Visa e Mastercard, i quali hanno un pò aperto lo standard per accedere ai loro circuiti di pagamento, per cui parte della spesa viene assorbita in questo modo.

Visa

Così come ci si aspetterebbe, con Android Pay nessun dato sensibile verrà trasferito nel momento in cui effettueremo una transazione. Il tutto è una manna dal cielo per quanto riguarda il discorso legato alla privacy degli utenti. La notizia, nonostante non è stata pubblicata da Google stessa, ha quasi un carattere di ufficialità, in quanto pubblicata da una redazione importante come il The Wall Street Journal.

 

ARM e Samsung accordo per le GPU Mali

Grazie ad un accordo a lungo termine appena siglato con ARM, Samsung ha ottenuto la licenza per l’utilizzo per le recenti GPU Mali T820, T830, T860 e T880 e tutto quelle di prossima produzione.

Samsung, da un certo periodo a questa parte, usufruisce delle tecnologie fornite da ARM riguardo CPU e schede grafiche, infatti l’ultimo processore Exynos 7420 è in combinazione con la GPU Mali-760.

Presentata nel mese di Febbraio invece, la GPU Mali-T880 è stato riportato che ha un’esecuzione 1,8 volte maggiore rispetto all’attuale serie Mali-T760 la cui riduzione, in termini di consumo, è del 40%.

Questo accordo garantisce ad ARM di mantenere una posizione di prestigio e di importanza fra i grandi nomi di questo mercato, mantenendo la popolarità per la sua famiglia di GPU con maggiori licenze. Non si conosce la durata dell’accordo preso fra le due aziende, e naturalmente non si hanno indizi di quale tipo di device Samsung beneficerà dell’equipaggiamento, ma di certo i prossimi device che vedremo in commercio ne monteranno una.

Sony Xperia M4 Aqua disponibile in Italia, prezzi da 259 Euro

Ha fatto il suo debutto ufficiale in questi giorni sul mercato italiano il nuovo Sony Xperia M4 Aqua, il nuovo interessantissimo smartphone di fascia media di Sony che punta a conquistare uno dei segmenti di mercato più complicati ed affollati grazie ad un ottimo comparto tecnico.

Il nuovo Sony Xperia M4 Aqua è disponibile in Italia, nella versione da appena 8 GB di storage interno, con un prezzo di listino di 299 Euro. Nelle ore immediatamente successive al debutto sul mercato, il nuovo smartphone di Sony ha però fatto rapidamente registrare un calo del prezzo di vendita effettivo grazie alle tante offerte disponibili in rete. Tra queste, una delle offerte più interessanti è sicuramente quella proposta da GliStockisti che offre il nuovo Sony Xperia M4 Aqua al prezzo di 259 Euro con spese di spedizione incluse nel prezzo d’acquisto. Il modello proposto è dotato di garanzia Italia. In alternativa, troviamo l’offerta di Amazon Italia che propone il device al prezzo di 287 Euro. Su eBay, il nuovo Sony Xperia M4 Aqua viene proposto al prezzo di 260 Euro con spedizione gratuita e garanzia Italia dal venditore Elettronica Point che può contare su più di 18 mila feedback positivi. Di seguito vi riportiamo, infine, le specifiche tecniche del nuovo Sony Xperia M4 Aqua, una delle novità più interessanti di questo mese di giugno per il mercato della telefonia mobile

  • Display IPS LCD da 5 pollici con risoluzione HD (1080 x 720 pixel) e 294 PPI
  • SoC Qualcomm Snapdragon 615 con CPU Octa-Core con 4 Core da 1.5 GHz e 4 Core da 1 GHz e GPU Adreno 405
  • 2 GB di memoria RAM
  • 8 GB di storage interno espandibile tramite microSD sino ad un massimo di 32 GB aggiuntivi
  • Fotocamera posteriore da 13 Megapixel con registrazione video in FullHD a 30 FPS
  • Fotocamera anteriore da 5 Megapixel con registrazione video in HD a 30 FPS
  • Batteria da 2400 mAh non removibile
  • Supporto reti LTE
  • Supporto Single SIM (Nano SIM)
  • Certificazione IP68, resistenza all’acqua ed alla polvere
  • Dimensioni: 145.5 x 72.6 x 7.3 mm
  • Peso: 136 grammi

Motorola Moto X 2015: Potrebbe montare lo Snapdragon 810

Uno degli smartphone più chiacchierati del momento ed una delle principali novità della seconda parte del 2015 per il mondo Android è, senza alcun dubbio, il nuovo Motorola Moto X 2015, futuro top di gamma di Motorola, che avrà il compito di cancellare il mezzo passo falso del Moto X 2014 e tentare di incrementare notevolmente la presenza di Motorola nella fascia alta del mercato Android.

Nelle ultime ore, sono emerse nuove informazioni in merito alle specifiche tecniche del nuovo Motorola Moto X 2015 che vanno a smentire i rumors dei giorni scorsi. Stando a quanto riporta in queste ore GSMArena, infatti, il nuovo Motorola Moto X 2015 dovrebbe caratterizzarsi per la presenza del SoC Qualcomm Snapdragon 810, attuale chip top di gamma di Qualcomm, e non dello Snapdragon 808, meno potente ma preferito dal alcuni costruttori, come LG, per l’assenza dei problemi di surriscaldamento riscontrati dallo Snapdragon 810.

A completare la dotazione tecnica del nuovo Motorola Moto X 2015 troveremo anche ben 4 GB di memoria RAM, e non 3 GB come precedentemente riportato, 32/64 GB di storage interno, una fotocamera posteriore da 16 Megapixel ed una fotocamera anteriore da 5 Megapixel. Il sistema operativo sarà Android 5.1.1 Lollipop mentre la batteria presenterà una capacità di 3280 mAh (un netto upgrade rispetto ai 2300 mAh del Moto X 2014) che dovranno reggere l’impatto del display da 5.2 pollici di diagonale con risoluzione QHD.

Nei giorni scorsi si è parlato anche di una variante da 5.7 pollici di diagonale, che potrebbe essere il nuovo Droid Turbo di Motorola riservato al mercato del Nord America, o una variante più grande dello stesso Motorola Moto X 2015 che potrebbe arrivare anche da noi in Europa. Con ogni probabilità, Motorola svelerà il suo nuovo smartphone top di gamma nel corso dell’IFA di Berlino 2015 in programma a settembre. Il lancio commerciale del device è programmato per l’autunno prossimo. Maggiori dettagli in merito al nuovo Motorola Moto X 2015 emergeranno sicuramente nel corso delle prossime settimane ma solo in occasione della presentazione ufficiale del device sapremo se i rumors di oggi si saranno rivelati corretti.

Google Chrome ci dà un assaggio di Google Now on Tap

Tra le funzionalità più utili (e più apprezzate al momento) che Android M porterà con se vi è senza dubbio il Google Now on Tap. Per chi non avesse letto i nostri articoli dedicati | Android M le novità in dettaglio svelate al Google I/O – Android M: ecco le novità un pò più nascoste |, gli basti sapere che in Android M sarà introdotto un nuovo sistema di riconoscimento del contesto. Grazie ad esso, in qualunque posizione dello smartphone ci troviamo (nell’applicazione dei messaggi, nell’applicazione della musica, in una pagina web ecc.), Google Now analizzerà il contesto presente e ci darà informazioni utili riguardo quel determinato contesto (se ci trovassimo nel riproduttore musicale, ci verrebbero suggerite delle informazioni circa l’autore, l’album ecc.). Per attivare tale funzione, basterà tenere premuto sul tasto home.

Ora, nonostante tale funzionalità sarà appannaggio solamente di Android M, il colosso di Mountain View ha deciso di rilasciare un aggiornamento per Google Chrome che porti in un certo senso parte di quella funzionalità anche su Android Lollipop. Ovviamnte si tratta di una feature diversa atta non a ricercare informazioni coentestuali su ciò che stiamo facendo ma atta a ricercare una parola o una frase che abbiamo evidenziato. Il funzionamento tuttavia è molto simile.

Google Chrome ricerca

Quando ci troviamo all’interno di una pagina web, ci basterà tenere premuto a lungo su una parola o su una frase di cui vogliamo effettuare una ricerca online (come nel caso volessimo fare un copia ed incolla) ed in basso ci verrà mostrata la cima di una scheda in stile Google Now. Con uno swipe verso l’alto, la scheda arriverà in primo piano e ci mostrerà i risultati della ricerca di quella determinata parola o frase. Si tratta essenzialmente di un processo per abbreviare le nostre ricerche e null’altro.

L’aggiornamento di Google Chrome che attiva questa funzionalità sta arrivando, in maniera graduale, dal lato server, quindi non vi è la necessità di aggiornare alcun che. Tuttavia, così come accade con gli aggiornamenti di sistema, sta venendo rilasciato in maniera graduale. Nel caso non foste ancora in grado di usufruire di questa feature non preoccupatevi perchè è solo questione di ore/giorni.

 

Mediatek Helio X20: consumi ridotti fino al 40% rispetto alla concorrenza

Torniamo nuovamente a parlare di autonomia degli smartphone ma, invece di affrontare la questione dal punto di vista della capacità energetica delle batterie di nuova generazione, analizzeremo il tutto dal punto di vista dei consumi energetici sempre più ridotti che caratterizzano le CPU moderne. Nello specifico, ci soffermeremo sul Mediatek Helio X20, primo SoC al mondo in grado di vantare una CPU deca core (10 core) con un’architettura tri-cluster.

A differenze delle normali CPU mobile, il Mediatek Helio X20 è formato da una combinazione di 3 tipologie di core: 4 core Cortex-A53a a 2 Ghz (atti a massimizzare le prestazioni), 4 core Cortex-A53 a 1,4 Ghz (per operazioni di media intensità) e 2 core Cortex-A72 a 2,5 GHz (per le operazioni più complesse e pesanti). Ciò che conta maggiormente quando si tratta di consumi energetici è il chipset che gestisce l’entrata in funzione di una serie di core anzichè di un’altra. Il chipset presente all’interno di Mediatek Helio X0 è chiamato CorePilot 3.0.

Il sistema di risparmio energetico di questo SoC è stato paragonato, dalla stessa Mediatek, come ad un viaggio in salita in automobile: nelle CPU della concorrenza, dotate di un’architettura quad core o octa core, l’automobile non riesce ad affrontare bene la salita per via delle sole due marce; il Mediatek Helio X20 invece, grazie alla presenza di una marcia in più, riesce a gestire in maniera migliore il tratto in salita, ottimizzando le prestazioni.

Stando ora alle informazioni ufficiali fornite da Mediatek, il suo SoC top di gamma avrebbe delle prestazioni energetiche fino al 40% migliore rispetto alla concorrenza. Nello specifico (anche se non viene menzionato qual è il SoC della concorrenza messo a confronto), si ha un risparmio energetico del 39% durante la riproduzione video da Youtube, del 41% durante una video chiamata Skype, del 5% durante il caricamento di una pagina web e del 17% quando si tratta di giocare a Temple Run.

Pur non avendo nessun materiale di confronto, in quanto ancora nessun smartphone è stato equipaggiato con questo SoC, non possiamo che fare i complimenti a Mediatek per il lavoro svolto. Inoltre, la cosa più sorprendente è che tale produttore è stato da sempre additato come poco presente nella fascia alta del mercato, motivo per cui i propri SoC top di gamma non sono mai stati al livello della concorrenza. Come Mediatek Helio X20 il colosso dei semi-conduttori ha decisamente stupito tutti quanti.

Prima di lasciarvi al video che spiega nel dettaglio il funzionamento dell’architettura tri-cluster di cui è dotato il SoC oggetto della nostra attenzione odierna, vi ricordiamo che Mediatek è molto attiva anche sulle tecnologie riguardanti i display degli smartphone | Mediatek Display – Tutti i vantaggi della tecnologia 120Hz |.

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Google ammette una cattiva gestione della comunicazione con l’Europa

Come sicuramente tutti sapranno, Google è l’azienda che ha nelle mani la maggior parte dei dati presenti nella rete. Grazie al proprio motore di ricerca, riesce a mostrarci ciò che vogliamo nel giro di qualche deciso di secondo ma alle volte, come accade del resto sempre in situazioni simili, quando si ha praticamente il monopolio su una certa cosa, si finisce per avere un atteggiamento di abuso nei confronti di chi usufruisce del servizio.

Questa è esattamente l’accusa (una delle tante in realtà) mossa dall’Europa nei confronti di Google e del suo nuovo comparatore di prezzi online. La questione andrebbe affrontata non solo dal punto di vista tecnologico ma anche dal punto di vista economico e morale. Tuttavia, FocusTech è un blog che si occupa, come si evince facilmente dal nome, di tecnologia, per cui ci atterremo strettamente al nostro campo.

Durante una recente intervista, il presidente della divisione Business and Operation EMEA di Google, Matt Brittin, ha dichiarato che effettivamente la risposta che Google ha dato a queste accuse non è stata la migliore possibile ed ha anche ammesso una cattiva gestione dell’azienda con gli organi governativi europei, al fine di trovare magari una soluzione in tempi rapidi.

Il signor Brittin del resto è stato assunto nei primi mesi del 2015, ovvero subito dopo che l’Europa aveva accusato Google. Questo potrebbe dire che la dirigenza di Google avrebbe affidato a Matt Brittin il compito di mediare e risolvere la questione, cosa che effettivamente non è stata fatta.

Sempre durante la stessa intervista inoltre, il signor Brittin ha dichiarato di essere totalmente in disaccordo con le accuse ed ha inoltre affermato che non ci sono delle prove che il proprio (di Google) servizio di comparazione dei prezzi abbia in qualche modo danneggiato l’utente finale.

La questione sarà sicuramente ancora lunga, dato che si tratta di questioni molto importanti. Di certo Google non si può permettere di perdere della clientela in Europa, ovvero uno dei mercati più fiorenti in cui al momento, come detto all’inizio, ha praticamente il monopolio per quanto riguarda le ricerche online. Sicuramente torneremo sulla vicenda non appena ci saranno degli sviluppi importanti.

Netflix arriverà ufficialmente in Italia ad Ottobre

Finalmente ci siamo! Sono state molte le voci che hanno visto l’arrivo del colosso statunitense Netflix qui in Italia ma mai prima di ora avevamo avuto conferme ufficiali. Ebbene, grazie alla rivista di Wired, abbiamo scoperto che Netflix arriverà ufficialmente in Italia il prossimo mese di Ottobre.

Ancora non è chiara la data esatta ma poco importa, visto che che a breve potremo godere di una libreria estremamente vasta di video, film e serie TV. Per chi non lo sapesse ancora, Netflix è un servizio nato in America ma oramai diffuso in parecchi stati del mondo (anche se negli USA ottiene il maggiore successo) che offre uno streaming illimitato, privo di pubblicità ed in HD dietro abbonamento mensile. Proprio quest’ultimo sarà la cosa più interessante. Nonostante non sia stato ancora definito il prezzo esatto, apprendiamo che esso sarà in linea con gli altri paesi in cui al momento opera Netflix. Volendo quindi fare un’ipotesi, pensiamo che il costo mensile sarà di 7,99 euro.

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Netflix fa tremare la concorrenza

Un prezzo decisamente concorrenziale che, se dovesse essere confermato, metterebbe in seria preoccupazione Sky, Mediaset, Infinity e tutti gli altri servizi di streaming video presenti in Italia. Nonostante oramai i cataloghi possono essere considerati pari in termini di quantità di contenuti (almeno con Sky), vi è l’opzione dell’alta definizione che è sicuramente un plus non da poco. Certo, per poterne usufruire, è necessario avere un’infrastruttura di rete con una larghezza di banda sufficiente. Ed ecco quindi che ritorniamo al discorso dell’Enel e della speranza di ampliare la rete in fibra ottica mediante la stesura di cavi volanti | Enel vuole realizzare la nuova rete in fibra ottica |.

Volendo snocciolare un pò di numeri su Netflix, scopriamo come gli utenti mondiali che hanno sottoscritto un abbonamento siano circa 60 milioni e sono distribuiti in 50 diversi paesi. Come detto prima, la maggior parte solo negli USA (stimati circa 40 milioni di utenti).

Sicuramente ritorneremo sull’argomento in quanto si tratta di un qualcosa di estremamente importante a cui, finalmente, potremmo accedere pure noi abitanti del Bel Paese.

Sony Xperia C4 smartphone per selfie: prezzo in Italia

L’ultimo smartphone dedicato agli appassionati dei Selfie Sony Xperia C4 inizia oggi la commercializzazione a livello internazionale: il prezzo in Italia.

Se amate scattare foto selfie e postarle sui social network per i vostri amici, parenti o conoscenti, per Sony c’è solo un unica scelta da fare: acquistare il nuovo Xperia C4 definito dall’azienda giapponese come un device mobile per “Pro selfiers”.

Sony Xperia C4: prezzo e caratteristiche hardware principali

Xperia C4 è stato annunciato ufficialmente dall’azienda giapponese più o meno circa un mesetto fa, al quale si sono succedute alcune preview che ne esaltavano il ruolo da smartphone specializzato in Selfie; oggi finalmente Sony ha ufficializzato l’inizio della commercializzazione di questo smartphone a livello internazionale, e se vi interessa saperlo è già prenotabile sul sito Amazon.it al prezzo di listino di 350 euro.

Sony Xperia C4 quindi è un device mobile con sistema operativo Android 5.0 Lollipop di fascia alta, adatto agli utenti piuttosto esigenti sia dal punto di vista estetico, della qualità costruttiva e dell’hardware.

Pur non avendo una certificazione IP67 come gli smartphone della serie Xperia Z (che presto riceveranno pure l’aggiornamento Android 5.1), Sony Xperia C4 si difende molto bene dal punto di vista dell’hardware dato che utilizza un display da 5,5 pollici di diagonale con tecnologia Sony Bravia TV e risoluzione Full Hd 1920 x 1080 pixel.

Al suo interno troviamo un bel chipset Mediatek 6752 con architettura Octa-core funzionante alla frequenza massima di 2 Ghz, abbinato a 2GB di memoria ram e a 16GB di memoria interna, ovviamente espandibile grazie alla presenza dello slot per microSD.

Ma il vero punto di forza di Sony Xperia C4 è sicuramente la multimedialità; se la fotocamera posteriore utilizza un buon sensore da 13 megapixel con autofocus e flash LED capace di registrare video in full hd 1080p con HDR, la fotocamera posteriore è di altissimo livello per scattare foto selfie; in quest’ultima infatti troviamo un sensore da 5 megapixel con elevato grandangolo (per catturare più dettagli, persone e oggetti) al quale viene abbinato un veloce autofocus e un flash LED frontale, perfetto per scatti selfie notturni o in condizioni di scarsa luminosità.

Le dimensioni di Xperia C4 sono piuttosto compatte dato che è spesso 7,9 mm e ha un peso complessivo di 147 grammi; pur essendo abbastanza compatto ha al suo interno una batteria da 2600 mAh, che come da trazione Sony garantirà un buon livello d’autonomia.

Samsung Z3 il prossimo smartphone Tizen in arrivo

Samsung Z3 sarà il prossimo smartphone di nuova generazione con sistema operativo Tiezen e sarà presentato a partire dalla seconda metà del 2015.

Samsung sta continuando ad investire sul proprio sistema operativo Tizen OS; attualmente il software è sempre in fase di aggiornamento e miglioramento grazie anche al fatto che l’azienda coreana lo utilizza sui recenti smartwatch, e quindi questo ci indica che ci sono ampie speranze che sarà un progetto a lungo termine e non solo un fuoco di paglia.

Attualmente oltre agli smartwatch sul mercato è presente pure uno smartphone, il Samsung Z1, che è venduto unicamente in alcuni paesi asiatici, come l’India e il Bangladesh; le vendite del primo modello sono andate discretamente bene tanto che è già stata programmata l’uscita di un nuovo modello: il Samsung Z3.

La società coreana ha quindi saltato di netto il progetto Z2 e ha già iniziato a lavorare al progetto Samsung Z3, che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe fare capolino in determinati mercati (magari anche in Europa) a partire dalla seconda metà del 2015.

Samsung Z3 con Tizen: qualche dettaglio tecnico

Rispetto al modello Z1, Samsung Z3 avrà un livello tecnologico molto probabilmente più avanzato e dimensioni del display più grande; si parla infatti di un display da 5 pollici di diagonale (risoluzione ancora sconosciuta) e di un processore quad core a 64 bit, ovvero del chipset Snapdragon 410 funzionante alla frequenza massima di 1,2 Ghz.

Il quantitativo di memoria ram risulta ancora sconosciuto (ma con buona probabilità sarà di almeno 1GB), al quale vengono affiancati 8GB di memoria interna espandibili con microSD fino a 64GB.

A livello multimediale siamo nella media degli smartphone di fascia medio bassa, data la presenza di una fotocamera posteriore da 5 megapixel e di una fotocamera anteriore da 2 megapixel adatta per lo più a selfie semplici e video chiamate in alta definizione.

La connettività prevede i classici GPS, Wifi, Bluetooth 4.0, porta usb 2.0, radio Fm, l’accelerometro e il sensore di prossimità, ma non sappiamo se sarà uno smartphone con connettività classica 3G o avanzata LTE 4G.

Samsung Z3 avrà un design con uno spessore compreso in 9 mm (le altre dimensioni e peso sono ancora sconosciute) e sarà alimentato da una batteria da 2000 mAh, che dovrebbe fornire una discreta autonomia generale; prezzo ancora da definire.

Gionee S8 il super smartphone cinese mostrato in video

L’agenzia di certificazione TENAA ha rilasciato un video dove viene mostrato ufficialmente il Gionee S8, la versione con display da 6 pollici.

Se vi piacciono gli smartphone costruiti direttamente da aziende emergenti in Cina, forse avrete già sentito parlare della società Gionee, famosa anche in Italia perchè in passato ha avuto una collaborazione diretta con NGM per lo sviluppo e commercializzazione di uno smartphone in Italia.

Ebbene oggi la società cinese di certificazione TENAA (l’equivalente della FCC negli USA) ha rilasciato un video dove viene mostrato dal vivo il nuovo Gionee S8, un super phablet con display da 6 pollici di diagonale e tanta tecnologia.

Gionee S8 qualche dettaglio tecnico

Grazie a questo video, e alla certificazione TENAA sappiamo che Gionee S8 utilizzerà molto probabilmente un display Amoled da 6 pollici di diagonale con risoluzione QHD 2560 x 1440 pixel, un chipset Octa-Core Mediatek6795 funzionante alla frequenza massima di 2Ghz, 3GB di memoria ram e 32GB di memoria interna (che dovrebbe essere espandibile grazie alla presenza dello slot per microSD).

Il video conferma la presenza di una fotocamera anteriore da 8 megapixel perfetta per scattare selfie, mentre i precedenti rumors vociferano di una fotocamera posteriore con un sensore da 23 megapixel (autofocus, flash led e stabilizzatore ottico immagine) che sarebbe capace, grazie ad un software sviluppato da Gionee, di scattare foto interpolate ad una risoluzione massima di 100 megapixel.

Gionee S8 non sarà di certo un peso piuma (il dispositivo infatti dovrebbe pesare sui 207 grammi) dato che ha uno spessore da 9,6 mm che contengono una potente batteria da 3250 mAh e uno scanner per le impronte digitali sulla scocca posteriore.

A livello di sistema operativo previsto fin da subito Android 5.0 Lollipop personalizzato con interfaccia Amigo 3.0, che fornirà tutte le funzioni necessarie per sfruttare al meglio la componentistica hardware di livello.

Sfortunatamente non sono ancora conosciuti ne il prezzo di vendita, ne quando Gionee S8 inzierà la commercializzazione in Cina; inoltre non sappiamo se il prodotto sarà mai commercializzato al di fuori del suolo cinese.

(vi ricordo che il video essendo localizzato in Cina potrebbe metterci un po’ di tempo a caricarsi)

Apple iPhone 6S svelata la data di inizio vendita? I rumors

Ultimi rumors indicano che il prossimo smartphone top di gamma di Apple, l’iPhone 6S, potrebbe essere annunciato a settembre 2015: gli indizi.

Sicuramente uno dei più attesi dispositivi mobili a fine anno è il futuro iPhone 6S di Apple e la sua variante più grande iPhone 6S Plus (sempre se l’azienda di Cupertino li chiamerà effettivamente così); oggi sono arrivati alcuni rumors che indicherebbero già la data precisa di quando i due nuovi terminali saranno aggettivamente commercializzati.

Secondo quanto è trapelato da una fonte interna a Vodafone UK, un responsabile delle comunicazioni per i i dipendenti si sarebbe lasciato scappare che in data 25 settembre 2015 Apple inizierà la commercializzazione ufficiale dei nuovi iPhone 6S e 6S Plus.

Il 25 settembre potrebbe essere una data perfettamente consona agli standard della società americana, dato che è un venerdì e l’azienda di Cupertino ha sempre iniziato a vendere i suoi nuovi iPhone di venerdì.

Se la commercializzazione ufficiale inizierà per alcuni paesi a partire dal 25 settembre 2015 (molto probabilmente saranno interessati i paesi anglosassoni come USA e Gran Bretagna, e altri paesi che saranno specificati da Apple), è probabile che gli iPhone 6S e 6S plus possano essere già prenotabili almeno una settimana prima, ovvero a partire dal 18 settembre di quest’anno.

Dal punto di vista dei prezzi non ne sappiamo ancora nulla, ma come da tradizione dell’azienda di Cupertino i nuovi iPhone 6S e 6S Plus (ripetiamo questi non sono ancora i nomi ufficiali ma noi per comodità continuiamo a chiamarli così) verranno a costare più o meno come gli attuali iPhone 6 e 6 Plus, mentre quest’ultimi dovrebbero calare di prezzo (100 euro in meno) o essere tolti definitivamente dal mercato.

I primi segnali di un arrivo imminente dei nuovi dispositivi Apple lo abbiamo già visto in recenti offerte per gli iPhone 6, come ad esempio l’attuale offerta sottocosto nel volantino Unieuro.

Apple iPhone 6S e 6S Plus: qualche rumors sulle novità in arrivo

Quali novità aspettarsi dai futuri smartphone di ultima generazione dell’azienda di Cupertino? Generalmente i rumors indicano miglioramenti nella fotocamera posteriore che dovrebbe quest’anno utilizzare un sensore da 12 megapixel, almeno 2GB di memoria ram, il nuovo Chipset A9 e l’ultima versione del sistema operativo mobile, ovvero iOS 9.0.

LG KizON indossabile per rimanere sempre in contatto con i bambini

LG ha annunciato la disponibilità anche in Italia di KizON, il primo indossabile dedicato ai bambini. Un device destinato ai più piccoli di età compresa tra i quattro e gli otto anni, in modo da assicurare la massima tranquillità dei genitori quando si trovano fuori casa.

Munito di un sistema GPS e dotato della connettività Wi-Fi, KizON è in grado di offrire un servizio di localizzazione in tempo reale, in modo da permettere ai genitori di poter visualizzare in ogni istante la posizione del bimbo, tramite il proprio smartphone Android e una app dedicata.

Il primo ‘wearable‘ per bambini, oltre a dare valide informazioni sulla posizione dei piccoli, risulta dotato di una speciale funzionalità di One Step Direct Call, in pratica una features che permette ai genitori e i figli di mettersi in contatto con facilità. Grazie all’uso di uno smartphone con sistema operativo Android 4.1 o superiore, è possibile scegliere un numero pre-impostato che i bambini possono chiamare premendo una volta il tasto One Step Direct Call.

Nell’eventualità siano i genitori a chiamare, se il bambino non risponde entro 10 secondi, KizON procederà a mettere in azione automaticamente l’audio, per consentire a papà e mamma di ascoltare attraverso il microfono che cosa sta succedendo intorno al bambino.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche, la batteria di KizON ha una durata di 36 ore, realizzato in PTU (poliuretano ecologico), è resistente all’acqua e anti-macchia.

KizON sarà disponibile dal corrente mese di giugno 2015 in tutti gli Uffici Postali e associato a un’offerta di PosteMobile.

Ecco di seguito le caratteristiche in dettaglio:

• Rete: 2G GSM (900MHz /1800MHz)
• Servizi di localizzazione: A-GPS, WPS (WiFi Positioning System)
• Memoria: 64MB RAM / 128MB ROM
• Batteria: 400mAh
• Dimensioni: 34.7 x 55.2 x 13.9mm
• Peso: 42.87g
• Colori disponibili: blu, rosa

Samsung Galaxy J7: Specifiche tecniche confermate

Sebbene non sia ancora stato annunciato in via ufficiale, il nuovo Samsung Galaxy J7, futuro phablet di fascia bassa che andrà ad ampliare la gamma di dispositivi Galaxy J di Samsung, è protagonista in questi giorni di numerose notizie. Nella giornata di oggi, un portale e-commerce russo ha inserito nel suo listino il nuovo ed ancora inedito Samsung Galaxy J7 rivelandone quelle che saranno a tutti gli effetti le specifiche tecniche.Samsung Galaxy J7

Il nuovo Samsung Galaxy J7 potrà contare, stando a quanto si apprende oggi che trova riscontro nei rumors dei giorni scorsi, su di un display da 5.5 pollici con risoluzione HD (1080 x 720 pixel) affiancato dal SoC Marvel PXA1936 dotato di una CPU Octa-Core con clock di 1.2 GHz. Il device presenterà anche 16 GB di storage interno, espandibile tramite l’apposito slot per schede microSD, una fotocamera posteriore da 13 Megapixel ed una fotocamera anteriore da 5 Megapixel. Il sistema operativo sarà Android 5.1 Lollipop con interfaccia utente Touch Wiz UX, la stessa già disponibile sul Galaxy S6. Il dato della memoria RAM non viene riportato dal portale ma, a meno di sorprese dell’ultim’ora, il nuovo Samsung Galaxy J7 potrà contare su di 1.5 GB di memoria RAM.

Ricordiamo che, insieme al nuovo Samsung Galaxy J7, la casa costruttrice coreana dovrebbe presentare anche il più compatto Galaxy J5 che si caratterizzerà per specifiche tecniche molto simili al phablet fatta eccezione per il display che, pur conservando la risoluzione HD, presenterà una diagonale da 5 pollici. Maggiori dettagli in merito ai due nuovi smartphone di Samsung, che dovrebbero essere svelati nel corso delle prossime settimane, potrebbero emergere già nel corso dei prossimi giorni. Per ora, quindi, non ci resta che attendere il rilascio di nuove informazioni in merito alle novità che Samsung ha in serbo per il mercato della telefonia mobile.

Hisense 55XT810, primo TV 55” 4K curvo a 1699€

Hisense debutta nel comparto dei TV Ultra HD a schermo curvo con il modello LED Edge da 55″.

Il nuovo tv 4K Hisense 55XT810 è un LCD equipaggiato con un pannello curvo anti-riflesso e dotato di retro illuminazione LED Edge.

Per quanto riguarda le principali caratteristiche, si mette in mostra per essere dotato di 3D con tecnologia attiva e funzione di conversione 2D/3D. Fa in pratica uso della Tecnologia 3D Hisense, in grado  di convertire il segnale 2D ricorrendo alla funzione 2D-3D converter.

Design del pannello curvo con risoluzione 4K ULTRA-HD da 3840 X 2160 pixel.

Il tempo di risposta risulta pari a 6ms, dispone di una luminosità superiore a 350 nits, un angolo di visione di 89° e infine un refresh rate a 1200 Hz Smart Motion Rate.

Con riferimento alle porte input/output, disponibili tre ingressi HDMI ( uno 2.0 compatibile HDCP 2.2 ideale per Ultra HD Blu-ray) e due porte USB (2.0, 3.0). Gli ingressi analogici prevedono CVBS, component, SCART e VGA.

Per quanto riguarda il comparto audio, disponibile un decoder Dolby Digital e cuffia per minijack da 3,5mm.

La piattaforma smart risultata dotata del sistema operativo Linux con decoder HEVC, con cui connettersi ai social network più famosi, come Facebook e Twitter, e fare uso di svariate applicazioni da scaricare dall’App Store.

Il processore è un quad-core a 1,2 GHz con up-scaling 4K Motion Estimation/Motion Compensation. Il sistema di sintonizzazione dei canali si mette in risalto per il doppio tuner digitale DVB-T2, il satellitare DVB-S2 e via cavo DVB-C.

Dal lato della connettività troviamo la compatibilità per reti LAN/WLAN con protocollo DLNA, per lo streaming e il mirroring Miracast da dispositivi smart.

L’Hisense 55XT810 è in vendita al prezzo di listino di 1.699 euro.

FONTE: avmagazine.it