In questo periodo stiamo parlando molto spesso di Windows 10 e delle novità ad esso legato. Vi ricordiamo ad esempio che la data di uscita ufficiale di tale sistema operativo sarà il 29 Luglio | Windows 10: disponibile ufficialmente dal 29 Luglio |, che Microsoft ci invita a pre-ordinarlo già da adesso | Windows 10 disponibile al pre-ordine | e che l’upgrade da Windows 7 e Windows 8.1 sarà del tutto gratuito se effettuato entro un anno dal 29 Luglio 2015. Ciò di cui vi vogliamo parlare oggi invece riguarda le versioni stand-alone di Windows 10, ovvero quelle che è possibile acquistare nei negozi oppure online per equipaggiare un nuovo computer.
Nelle scorse infatti, un portavoce di Microsoft ha rilasciato alcune dichiarazioni alla redazione americana di Cnet, annunciando i prezzi ufficiosi delle varie versioni di Windows 10. Essi saranno così distribuiti:
Windows 10 Home costerà 119 dollari
Windows 10 Professional verrà proposto a 199 dollari
L’aggiornamento da Windows 10 Home a Windows 10 Professional costerà 99 dollari
Il rilascio di queste versioni stand-alone avverrà sia online, attraverso il sito Microsoft, e sia negli store fisici e negli e-store (in questo caso si riceverà pensiamo il DVD d’installazione). Non vogliamo fare previsioni affrettate ma essendo i costi sopra citati in dollari, pensiamo che il costo in euro possa seguire il rapporto di cambio 1:1. Per cui dovremmo avere 119 euro, 199 euro e 99 euro. Ripetiamo che queste ultime affermazioni sono solamente dei nostri pensieri e non si basano su nessun indizio o prova.
Ricordiamo inoltre che questi costi stanno ad indicare l’acquisto di una nuova licenza, da sfruttare ad esempio se abbiamo intenzione di realizzare un nuovo PC custom assemblando da soli le componenti.
L’appeal che si sta creando attorno a Windows 10 è veramente tantissimo. Sicuramente non vediamo l’ora che arrivi il 29 Luglio per poter scaricare e provare fin da subito tutte le novità che il team di sviluppo del colosso di Redmond ha tenuto in serbo per noi.
La tecnologia delle Smart TV sta subendo un processo di evoluzione senza pari. Dalle TV a tubo catodico siamo passati alle TV a plasma (ora quasi del tutto abbandonate per via del costo troppo elevato di produzione) ed adesso siamo abituati a vedere ciò che preferiamo su TV LCD. Tuttavia, il processo di innovazione di questo settore è solo agli albori. Le nuove tecnologie che si presentano all’orizzonte e che, seppur in maniera poco massiccia per via dell’elevato prezzo, sono già presenti sul mercato faranno si che la qualità video di ciò che guardiamo sarà elevata all’ennesima potenza. Sicuramente avrete capito che ciò di cui stiamo parlando è la tecnologia OLED.
Per chi non sapesse che cosa questa tecnologia sia (Wikipedia):
OLED è l’acronimo di Organic Light Emitting Diode ovverodiodo organico a emissione di luce. Essa permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria: a differenza dei display a cristalli liquidi, i display OLED non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati (i display a cristalli liquidi vengono illuminati da una fonte di luce esterna), ma producono luce propria; questo permette di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di energia per funzionare.
Se la loro capacità di essere prodotti in maniera tale da essere piegati si rivolge soprattutto al settore degli smartwatch e degli smartphone (con Samsung in prima fila per rivoluzionare nuovamente tali settori), la loro capacità di essere prodotto con spessori minimi verrà principalmente sfruttata nel settore degli Smart TV. A tal proposito, LG ha recentemente mostrato un prototipo di TV OLED di nuova generazione. Essa è stata chiamata LG Wallpaper e dopo che avrete sentito la sua peculiarità, sicuramente capirete il perchè. A differenza delle normali Smart TV, LG Wallpaper è spessa appena 0,97 millimetri (meno di una carta di credito). E’ talmente sottile che, pur avendo una diagonale di 55 pollici, è possibile attaccarla alla parete mediante dei semplici magneti (il peso è di appena 1,9 chilogrammi).
Riguardo ad LG Wallpaper, il colosso coreano ha pubblicato di recente un video in cui mostra tutta la sua bellezza da ogni punto di vista. Prima di lasciarvi ad esso vi auguriamo, come sempre, una buona visione e vi invitiamo a condividere con noi le vostre opinioni riguardo LG Wallpaper.
Di sistemi audio per l’intrattenimento consumer ne troviamo a bizzeffe negli store online. Tuttavia, ogni modello sembra aver qualche piccola mancanza rispetto ad un altro, il quale ha qualche piccola mancanza rispetto ad un altro ancora e così via. Ebbene, il prodotto che vi presentiamo oggi, sembra fare proprio al caso di tutti coloro vogliono la perfezione. Tuttavia, anch’esso ha un difetto: il prezzo. Stiamo parlando infatti di Bowers&Wilkins e del loro ultimo sistema audio realizzato in occasione del Primavera Sound festival di Barcellona. Non essendo realizzato in maniera standard (è fatto su misura sulla richiesta del cliente), ha un costo leggermente più elevato rispetto agli altri prodotti simili. Quanto costa? Non si ha un prezzo fisso (essendo appunto realizzato sul misura) ma, in linea di massima, occorrono 1 milione di euro per portarselo a casa.
Decisamente un prezzo fuori dal comune per un impianto audio consumer ma che cosa ha di speciale? Da quali parti è formato? Allora, la sezione principale è composta da 32 woofer da 15 pollici, 32 lower midrange da 10 pollici, 16 midrange da 6 pollici e 64 tweeter da 1 pollici.Troviamo dunque un totale di 144 casse acustiche disposte in modo da avere un risultato sonoro eccellente. Inoltre,l grazie alle tecnologie di ultima generazione utilizzate per la realizzazione di questo sistema, come per esempio i tweeter a doppia cupola utili a risurre le vibrazioni e quindi la distorsione del suono, la qualità sonora dell’impianto sarà eccezionale. Un’altra tecnologia di ultima generazione utilizzata riguarda le casse midrange. In questa sezione troviamo la presenza di una sospensione FST e coni realizzati in kevlar (materiale utilizzato soprattutto in ambito militare).
Ma i numeri fuori dall’ordinario non sono certo finiti qui. A pieno carico, l’impianto custom di Bowers&Wilkins, riesce ad erogare una potenza audio di 120.000W, superiore a qualsiasi altro impianto consumer sul mercato. Un volume che sicuramente spaccherà i vetri della vostra abitazione ma che, se usufruito in uno spazio abbastanza ampio, riesce a coprire perfettamente tutta l’area. — via
Il mondo degli e-reader sta vivendo forse il suo momento migliore. Grazie alle nuove tecnologie ed allo svilupparsi sempre più massiccio degli e-book store online, sono sempre di più gli utenti che stanno abbandonando la carta stampata ed abbracciando il mondo dei libri elettronici. Come in ogni settore del mercato, ci sono almeno due aziende a contendersi il primato: la prima è Amazon e la seconda è Kobo. Ciò di cui vi vogliamo parlare oggi riguarda solamente Kobo e la disponibilità ufficiale del suo ultimo e-reader Kobo Glo HD.
Prima di analizzare nel dettaglio che cosa fa di Kobo Glo HD uno dei migliori e-reader al momento sul mercato, vi comunichiamo subito che il suo costo è di appena 129 euro. Ad un tale prezzo ci si porta a casa il Kindle Paperwhite 2, ovvero l’ex top di gamma del catalogo di Amazon (adesso il top di gamma è il Kindle Voyage che però non è ancora disponibile in Italia).
Tra le caratteristiche tecniche di Kobo Glo HD troviamo:
Dimensioni: 115 x 157 x 9,2 mm
Peso: 180 grammi
Processore: 1GHZ
Display: Touchscreen extra-large da 6” Carta E Ink HD di 1448 x 1072, 300 ppi
Luce: tecnologia ComfortLight integrata con rivestimento micro-sottile per la tenuta e la distribuzione uniforme della luce
Schermo: touchscreen, per una lettura senza riflessi e senza segni delle dita.
Ciò che salta subito all’occhio di questo Kobo Glo HD è senza dubbio la risoluzione dello schermo. Su una diagonale di 6 pollici (lo standard per la maggior parte degli e-reader), avere un numero di ppi (pixel per pollice) di 300 significa riuscire a leggere un testo in maniera fantastica, senza notare alcuna distorsione nelle lettere. Si tratta senza dubbio della migliore caratteristica di cui è dotato Kobo Glo HD (oltre ovviamente al prezzo di vendita).
Grazie inoltre alla presenza di un sistema di illuminazione di nuova generazione, la luce emessa va a coprire uniformemente tutta la superficie del display e-ink, senza creare aloni o zone maggiormente illuminate.
La grande differenza tra i lettori Kobo ed i lettori Kindle sta nella formattazione del testo. Grazie ad un software molto più orientato verso questo aspetto, i Kobo sono in grado di offrire una scelta fra 11 caratteri diversi in 48 misure per un’esperienza di lettura personalizzata, la modifica dell’interlinea, dei margini e dell’allineamento. Leggendo inoltre un gran numero di formati (EPUB, EPUB3, PDF, MOBI, JPEG, GIF, PNG, BMP, TIFF, TXT, HTML, XHTML, RTF, CBZ e CBR), ci si pò veramente sbizzarrire nel suo utilizzo.
Come per ogni prodotto però, sono presenti dei difetti e sicuramente Kobo Glo HD non è esente da ciò. In primo luogo, troviamo la perdita dell’espansione di memoria micro SD, molto utile nei precedenti modelli per caricare centinaia e centinaia di PDF; in secondo luogo troviamo la perdita del display a filo. Adesso infatti, vi è un piccolo scalino fra la cornice e lo schermo. Durante la lettura non ci si fa caso però esteticamente, secondo il nostro parere, è un passo indietro rispetto al precedente modello.
Si tratta dell’e-reader migliore di sempre del catalogo Kobo ed offre un rapporto qualità prezzo superiore addirittura a quello dei Kindle Paparwhite di Amazon. Insomma, un super e-book in grado di divorare qualsiasi tipo di formato. Per maggiori informazioni o per procedere all’acquisto online, vi invitiamo a recarvi sulla pagina dedicata dello store Mondadori. Ricordiamo che è anche possibile acquistarlo all’interno delle librerie La Feltrinelli.
Tra le tante novità svelate al Computex 2015, Asus ha presentato anche una nuova variante dell’Asus ZenFone 2 che va a completare la già articolata gamma di smartphone della casa taiwanese. Il nuovo modello di Asus ZenFone 2 presentato in queste ore da Asus si caratterizza per la sigla ZE600KL e per specifiche tecniche davvero inedite per uno ZenFone 2.
Il nuovo Asus ZenFone 2 ZE600KL, infatti, monta un display da 6 pollici di diagonale caratterizzato da una risoluzione HD pari a 1080 x 720 pixel. Novità interessanti arrivano anche per quanto riguarda il SoC utilizzato che non è un Intel Atom, come per il resto della gamma Asus ZenFone 2, ma un Qualcomm Snapdragon 615, il chip di fascia media di Qualcomm dotato di CPU Octa-Core con supporto ai 64 bit. Questo nuovo device verrà commercializzato in due versioni, la prima con 2 GB di memoria RAM e 16 GB di storage interno espandibile e la seconda con 3 GB di memoria RAM e 32 GB di memoria interna espandibile. A completare la dotazione tecnica del nuovo Asus ZenFone 2 ZE600KL troviamo una fotocamera posteriore da 13 Megapixel con sistema di messa a fuoco laser ed una fotocamera anteriore da 5 Megapixel.
Per quanto riguarda i prezzi di vendita del nuovo modello di Asus ZenFone 2 per ora non vi sono informazioni legate al mercato europeo. In ogni caso, il modello base di questa nuova variante, ovvero il modello con 2 GB di RAM e 16 GB di storage, sarà commercializzato al prezzo di 399 dollari. Maggiori dettagli in merito al prezzo effettivo del nuovo device ed alla sua eventuale commercializzazione in Europa emergeranno, senza dubbio, nel corso delle prossime settimane. La gamma ZenFone 2, che comprende anche il nuovo Asus ZenFone Selfie presentato sempre al Computex 2015, è destinata ad ampliarsi ulteriormente nel corso dei prossimi mesi con il debutto di nuove varianti in grado di completare l’offerta di Asus per il mercato smartphone.
Di seguito vi riportiamo un primo video hands-on realizzato dalla redazione di Mobilegeeks.de
Android quote di mercato delle versioni su dispositivi mobili
A maggio 2015 finalmente Android 5 Lollipop supera la soglia del 10% tra tutti i dispositivi con sistema operativo mobile di di Google: la tendenza.
Dopo circa un mese arrivano ulteriori conferme che Android 5 Lollipop piano piano sta prendendo sempre più spazio e importanza, essendo ormai installato su oltre il 10% di tutti i dispositivi mobili con sistema operativo di Google.
Android: le quote delle versioni a Maggio 2015
Poco meno di un mese fa infatti Lollipop si assestava ad una quota inferiore del 10% (circa il 9,7 compresa la versione 5.1), mentre durante il mese di maggio tale percentuale è salita fino a raggiunge la quota del 12,4%, ovvero circa un 2,7% in più in 30 giorni.
Ovviamente la versione 5.0 di Lollipop è quella più presente con circa il 11,6% dei dispositivi mentre Android 5.1 rimane ancora ancorato ad una quota inferiore all’uno percento, dato che solamente alcuni dispositivi Nexus sono stati aggiornati.
Lollipop deve comunque ancora lottare parecchio per spodestare dalla prima posizione Android KitKat che detiene ancora una quota piuttosto importante pari al 39,2%, anche se in calo di circa 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente.
In calo più evidente anche il terzo posizionato a maggio 2015, ovvero Android Jelly Bean (comprensivo delle versioni 4.1, 4.2 e 4.3), che adesso raggiunge una quota percentuale del 37,4% mentre 30 giorni fa arrivava a ben 39,2 punti percentuali.
Sembra invece che lo zoccolo duro dei vecchi dispositivi con versioni Android ormai obsolete continui a resistere molto bene; per esempio Android 4.0 ICS rimane ancorato ad una quota percentuale del 5,1 (in calo solo dello 0,2) e Gingebread 2.3 ha ancora una percentuale del 5,6 dato che quest’ultima è calata solo dello 0,1% rispetto ad un mese fa; i dispositivi con Froyo 2.2 invece non sono cambiati per nulla e rimangono fissi allo 0,3% della torta totale.
Da quest’ultimi dati si può quindi facilmente comprendere che attualmente l’aggiornamento alle versioni più recenti, del sistema operativo mobile di Google, sta avvenendo costantemente mese dopo mese anche se un po’ troppo lentamente; bisognerà aspettare ancora parecchi mesi prima che Lollipop diventi la prima versione di Android e soppianti definitivamente KitKat; molto probabilmente farà prima ad essere in classifica Android M.
Asus Zenfone Selfie annunciato: le caratteristiche principali
Asus Zenfone Selfie è stato annunciato oggi dall’azienda asiatica: uno smartphone dedicato ai selfie con fotocamera di livello abbinata ad un autofocus laser!
Oggi Asus ha annunciato un nuovo smartphone della serie Zenfone che farà la felicità di tutte quelle persone che amano scattarsi da soli o in compagnia selfie, per poi condividerli sui social network o inviarli agli amici.
Il nuovo smartphone prende il nome di Asus Zenfone Selfie e ha una multimedialità di qualità, nettamente superiore alla media degli altri prodotti della stessa azienda Taiwanese; il punto di forza di questo nuovo prodotto è infatti la presenza di una doppia fotocamera (sia anteriore che posteriore) da 13 megapixel con doppio flash LED e autofocus Laser.
Non stiamo scherzando: potrete scattare selfie di altissima qualità grazie ai tanti megapixel messi a disposizione, anche in condizione di poca luce (il dual flash LED fa un ottimo lavoro) e in più sfruttare messe a fuoco molto precise e veloci grazie al laser.
Asus Zenfone Selfie quindi punta a rendere l’esperienza utente in campo multimediale perfetta a 360 gradi, un po’ come già sta cercando di fare sul mercato Htc quando ha proposto il suo Desire Dual Eye, che utilizza anche lui una doppia fotocamera da 13 megapixel ma senza autofocus laser.
Asus Zenfone Selfie: altre caratteristiche hardware
Ma le novità non finiscono qua; il nuovo Zenfone Selfie utilizza un processore Octa-Core Snapdragon 615 e non più un chipset Intel Atom, al quale vengono abbinati 2GB di memoria ram e 16GB di memoria interna ovviamente espandibile con microSD.
Come già visto su altri modelli Zenfone 2 il display della variante Selfie sarà praticamente lo stesso, ovvero un pannello IPS da 5,5 pollici di diagonale con risoluzione 1920 x 1080 pixel.
E’ previsto ovviamente il supporto alla connettività LTE 4G, al bluetooth, il wifi, il GPS, la porta usb 2.0 e come sistema operativo troveremo fin da subito Android 5 Lollipop, anche se non sappiamo la versione specifica.
Sfortunatamente Asus non ha ancora svelato due importanti informazioni; la prima in quali paesi Zenfone Selfie sarà commercializzato a partire da luglio (non sappiamo se arriverà anche in Italia quindi); la seconda è il prezzo di vendita.
Secondo la stima di alcuni esperti di mercato è probabile che Asus Zenfone Selfie possa costare oltre i 300 dollari americani di listino, un prezzo quindi maggiorato rispetto alla versione Zenfone 2 con chipset Intel Quad core e 2GB di memoria ram che costa 299 dollari.
HTC ha presentato ufficialmente i nuovi smartphone Desire 820G+ e Desire 626G+, due device Dual-SIM che si mettono in mostra per una configurazione hardware piuttosto similare, anche se naturalmente con qualche differenza.
I due nuovi smartphone HTC sono equipaggiati con il sistema operativo Google Android 4.4.2 KitKat con interfaccia grafica Sense 6.0.
HTC Desire 820G+
HTC Desire 820G+ si mette in mostra per essere equipaggiato con un un ampio display da 5,5 pollici con risoluzione HD da 1280 x 720 pixel e un processore octa-core MediaTek MT6592 con frequenza di 1,7GHz.
La memoria RAM è da 1GB mentre lo storage interno è da 8 GB espandibile tramite scheda microSD.
Per quanto riguarda il comparto fotografico troviamo una fotocamera posteriore da 13 megapixel ed una anteriore da 8 megapixel.
La batteria presenta una capienza da 2600mAh e le colorazioni tra cui poter scegliere saranno il bianco e il grigio.
HTC Desire 626G+
HTC Desire 626G+ si mette in mostra per presentare un display da 5 pollici con risoluzione HD da 1280×720 pixel.
Il processore è un octa-core MediaTek MT6592 da 1,7GHz, la memoria RAM da 1GB e storage interno da 8 GB espandibile tramite microSD.
Il reparto fotografico si mette in risalto per una fotocamera frontale con un sensore da 5 megapixel e una principale da 13 megapixel.
La batteria è da 2.000mAh. Sarà possibile sceglierlo nelle colorazioni bianco, blu e viola.
HTC Desire 820G+ verrà venduto a un prezzo di listino di 5.990 dollari taiwanesi (circa 175 euro), mentre il Desire 626G+ a 4.990 dollari taiwanese (circa 145 euro).
Rimaniamo in attesa di notizie in merito alla vendita sul mercato del Vecchio Continente di questi due nuovi smartphone del brand taiwanese.
Tra le novità presentate in queste ore al Computex 2015 di Taipei si segnala la presenza anche di due inediti tablet Acer di fascia bassa che andranno ad arricchire l’offerta dell’azienda nel mercato dei tablet Android grazie ad un hardware piuttosto recente ed al supporto di Android 5.0 Lollipop.
Il primo tablet svelato da Acer è il nuovo Acer Iconia One 7. Si tratta di un tablet compatto con display da 7 pollici di diagonale caratterizzato da una risoluzione di 1280 x 800 pixel. Il device presenta il SoC Intel Atom Z3537G con CPU Quad-Core da 1.33 GHz e funzione turbo boost sino a 1.83 GHz. Il chip in questione è molto utilizzato in particolare nel settore dei tablet con sistema operativo Windows 8.1. A completare la dotazione tecnica troviamo 1 GB di memoria RAM, diversi tagli di storage interno (8/16/32 GB) e due fotocamera, una da 5 Megapixel nella parte posteriore della scocca ed una da 3 Megapixel all’anteriore.
Il secondo device presentato da Acer è, invece, il nuovo Acer Iconia One 8 (B1-820) che presenta, come facilmente intuibile, un display da 8 pollici di diagonale con risoluzione di 1280 x 800 pixel. In questo caso, il device monta un chip MediaTek Octa-Core affiancato da 1 GB di memoria RAM. I tagli di storage interno disponibili sono due: 16 e 32 GB. Il sistema operativo è Android 5.1 Lollipop. La fotocamera posteriore è da 5 Megapixel e la fotocamera anteriore da 3 Megapixel. Per ora non vi sono informazioni in merito al debutto in Europa dei due nuovi tablet di Acer che, in ogni caso, dovrebbero arrivare anche da noi per aggiornare l’offerta del costruttore nel segmento dei tablet di fascia bassa. Maggiori dettagli in merito al debutto dei due nuovi tablet di Acer arriveranno senza alcun dubbio nel corso dei prossimi giorni. Per ora, quindi, non ci resta che attendere il rilascio di nuove informazioni sulla questione.
In attesa del debutto del nuovo e chiacchieratissimo OnePlus 2, che dovrebbe arrivare nel corso del Q3 2015, torna a far parlare di sé l’ottimo OnePlus One che verrà proposto in offerta per tutta questa settimana con uno sconto di 50 Euro rispetto al prezzo normalmente pratico. In sostanza, sarà possibile acquistare un esemplare di OnePlus One da 16 GB al prezzo di 249 Euro mentre il modello da 64 GB presenterà un prezzo di appena 299 Euro. In entrambi i casi ci troviamo di fronte ad offerte sicuramente molto interessanti soprattutto se si considera l’ottimo comparto tecnico dell’OnePlus One.
Questa offerta promozionale sarà attiva sino alle 14 del prossimo 7 di giugno ma, ogni giorni, saranno disponibili soltanto quantità limitate. Tutti gli utenti interessati ad acquistare un esemplare di OnePlus One dovranno, quindi muoversi in fretta.
Ricordiamo che il OnePlus One si caratterizza per una scheda tecnica ancora attualissima. Il device, infatti, monta un display da 5.5 pollici di diagonale caratterizzato da una risoluzione FullHD e presenta l’ottimo SoC Qualcomm Snapdragon 801 con CPU Quad-Core da 2.5 GHz. A completare il comparto tecnico del device troviamo 3 GB di memoria RAM, una fotocamera posteriore da 13 Megapixel ed una fotocamera anteriore da 5 Megapixel.
In attesa di scoprire qualcosa in più sul nuovo OnePlus2, che come detto dovrebbe arrivare soltanto nel corso del terzo trimestre dell’anno, questa promozione dedicata all’ottimo OnePlus One rappresenta davvero una buona occasione per poter acquistare ad un prezzo da mid-range uno smartphone che può competere tranquillamente con gli attuali top di gamma del mondo Android. Maggiori dettagli sul futuro OnePlus 2 saranno rilasciati, senza alcun dubbio, nel corso dei prossimi giorni o, al più, nel corso delle prossime settimane. Per ora non ci resta che restare in attesa e valutare l’acquisto dell’OnePlus One ad un prezzo scontato.
Al Computex 2015 la casa produttrice Asus ha svelato diversi interessanti monitor, una serie di nuove proposte che hanno attirato l’attenzione degli addetti ai lavori presenti.
Innanzitutto tre monitor Nvidia G-Sync, attesi sul mercato nei prossimi mesi ed equipaggiati con pannelli IPS.
Troviamo infatti il PG279Q, un interessante monitor 27 pollici QHD con refresh a 144 Hz, il PG34Q con pannello da 34 pollici (3440 x 1440 pixel) e un refresh di 60 Hz e un monitor 4K, il PG27AQ con ampiezza da 27 pollici e 60 Hz.
La casa costruttrice asiatica ha introdotto anche il nuovo ProArt PA329Q, un monitor ideale per tutti i professionisti che lavorano soprattutto con le immagini. Un pannello da 32 pollici IPS con risoluzione Ultra HD a 138 ppi.
Secondo quanto reso noto da Asus, il monitor è capace di visualizzare differenti gradazioni di colore grazie a un lookup interno a 16 bit.
Per quanto riguarda le porte input/output, da segnalare DisplayPort 1.2 e HDMI 2.0.
C’è anche un hub a quattro porte USB 3.0 integrato.
Ecco di seguito la scheda tecnica con alcune delle principali specifiche del nuovo monitor ASUS ProArt PA329Q:
Risoluzione: 3840 x 2160
Frequenza di aggiornamento: 60Hz
Dimensione pannello: 32 ”
Angolo di visuale: (H / V) 178 ° / 178 °
Ingressi / Uscite 1 x DisplayPort 1.2 (UHD 60Hz),1 x Mini DisplayPort (UHD 60Hz), 1 x HDMI 2.0 (UHD 60Hz), 2 x HDMI 1.4 (UHD 30Hz), 4 x USB 3.0
Profondità colore: 10 bit (1,07 miliardi di colori)
Color Gamut: 100% Adobe RGB
LUT: 16 bit LUT 3D
ASUS presenta dunque un display adatto per il lavoro professionale con il pannello IPS a 10 bit, piena copertura del gamut Adobe RGB e di modalità colore per lavorare all’interno sRGB, DCI-P3 e Rec. 2020, garantendo anche una media DeltaE di due o meno.
Non è stato ancora annunciato il prezzo e la disponibilità del nuovo monitor ProArt PA329Q. Restiamo in attesa di informazioni al riguardo.
Samsung ha intenzione di accelerare, nel corso di questa estate, nel suo programma di rilascio degli aggiornamenti di Android. E’ notizia di oggi, infatti, che la casa coreana ha intenzione di rilasciare Android 5.1.1 Lollipop entro la fine del mese di luglio per il suo phablet top di gamma, l’ottimo Samsung Galaxy Note 4, attualmente fermo alla versione 5.0.1 di Lollipop che porta con sé non poche complicazioni al funzionamento ed al consumo della batteria del dispositivo.
Stando a quanto emerso sino ad ora, Samsung avrebbe intenzione di portare Android 5.1.1 Lollipop su tutti i suoi top di gamma già disponibili entro la fine dell’estate e, quindi, dopo il Samsung Galaxy Note 4, che dovrebbe essere il primo a ricevere questo update, la più recente versione di Lollipop potrebbe arrivare anche sul Samsung Galaxy S5, il top di gamma del 2014 di Samsung.
Nel corso dei prossimi mesi, i dispositivi di fascia alta di Samsung, Samsung Galaxy Note 4 in primiis, dovrebbero quindi seguire dei rapidi programmi d’aggiornamento per evitare di restare indietro rispetto alla concorrenza e poter contare su un software ottimizzato e privo dei problemi legati alle prime versioni di Lollipop.
Ricordiamo che il Samsung Galaxy Note 4 è, a tutti gli effetti, ancora oggi, a circa nove mesi dal debutto sul mercato internazionale, un vero e proprio punto di riferimento per il mercato dei phablet del mondo Android grazie ad un display Super AMOLED da 5.7 pollici di diagonale con risoluzione QHD ed all’ottimo SoC Qualcomm Snapdragon 805 affiancato da 3 GB di memoria RAM. Maggiori dettagli in merito ai futuri aggiornamenti che Samsung rilascerà per i suoi dispositivi di fascia alta arriveranno, senza alcun dubbio, nel corso dei prossimi giorni. Il futuro del Samsung Galaxy Note 4 sarà, senza dubbio, più chiaro già nel corso di questo mese di giugno. Per ora, quindi, non ci resta che attendere il rilascio di nuove informazioni.
Finalmente ci siamo! Dopo avervi mostrato tante informazioni circa le Technical Preview rilasciate ed avervi mostrato l’invito di Microsoft a prenotarlo | Windows 10 disponibile al pre-ordine |, abbiamo scoperto la data ufficiale di approdo sul mercato di Windows 10. A comunicarcelo è stata la stessa Microsoft che, attraverso un post sul proprio blog ufficiale, ha indicato il 29 Luglio come il primo giorno utile per procedere al download del nuovo sistema operativo.
Come ci ricorda Microsoft, l’aggiornamento sarà gratuito per tutti coloro sono in possesso di un computer o di un tablet avente a bordo Windows 7 o Windows 8.1:
Buone notizie! Offriremo l’aggiornamento gratuito a Windows 10 ai dispositivi Windows 7, Windows 8.1 e Windows Phone 8.1 idonei, nuovi o già esistenti, che eseguiranno l’aggiornamento nel primo anno! Ma quel che è ancora più interessante: quando un dispositivo. Windows idoneo viene aggiornato a Windows 10, continueremo a mantenerlo aggiornato per tutta la durata del ciclo di assistenza per il dispositivo, preservandone la sicurezza e introducendo nel corso del tempo nuove funzionalità e caratteristiche senza costi aggiuntivi. Nei prossimi mesi ti invieremo maggiori informazioni su Windows 10 e l’offerta per l’aggiornamento.
Oltre alla data, anche due video esplicativi su Windows 10
Insieme all’annuncio della data ufficiale, Microsoft ha rilasciato due nuovo video promozionali riguardanti Windows 10. Nel primo, è Joe Belfiore il protagonista che fa un’introduzione al nuovo Windows 10:
https://youtu.be/Wwc5jKc-EgE
Nel secondo invece, Microsoft ci riassume quali sono le principali feature di Windows 10:
https://youtu.be/3ngnzY5xtI8
Il nostro consiglio ovviamente è quello che, nel caso aveste un dispositivo eligibile per l’aggiornamento a Windows 10 (lo si vede nel caso in cui ci è comparsa l’icona con la quale Microsoft ci propone il pre-ordine), di procedere immediatamente a pre-ordinarlo e di aggiornarlo non appena possibile, perchè le novità, la fluidità e la leggerezza che Windows 10 apporta, soprattutto rispetto a Windows 7, sono molto marcate.
Per maggiori informazioni sull’aggiornamento, vi invitiamo a visionare l’articolo ufficiale pubblicato da Microsoft nel proprio blog al seguente indirizzo:
Si è da poco conclusa la conferenza di presentazione di Asus tenutasi presso il Computex 2015 di Taipei e, per quanto riguarda i nuovi prodotti, abbiamo veramente moltissima carne al fuoco. Protagonista assoluto è stato senza dubbio il sistema operativo Android, che ha veduto la presentazione di 2 tablet, uno smartphone ed uno smartwatch. Tuttavia, al Computex 2015 Asus non ha presentato solo device mobile, per cui protagonisti sono stati anche i computer.
Ma procediamo con ordine. Analizziamo innanzi tutto lo smartphone che sicuramente sarà acquistato soprattutto dagli amanti dei selfie. Esso infatti si chiama Asus ZenFone Selfie ed ha la seguente scheda tecnica:
5.5 inch IPS at 1080p (403 ppi), TruVivid technology (direct bonded glass), 400 nits brightness
Cameras
Dual 13MP pixel master, 5-prism Largan lens, Toshiba 1/3.2-inch sensor, Dual LED real tone flash
Front camera
f/2.2, 24mm wide angle
Rear camera
f/2.0, 28mm, laser autofocus, super HDR, low-light, beautification, selfie panorama
Colors
Pure white, chic pink and aqua blue, osmium black, sheer gold, glacier gray, glamor red
Smartphone dunque di fascia media che si contraddistingue soprattutto per il suo comparto fotografico. Andando a memoria, ci sembra che questo presentato al Computex 2015 sia il primo smartphone in assoluto a montare lo stesso sensore fotografico sia anteriormente che posteriormente.
Passiamo adesso ad analizzare i due tablet Android del Computex 2015. Essi prendono il nome di Asus ZenPad S ed Asus ZenPad 8.0. Nonostante siano entrambi degli ottimi device, non possiamo che notare come l’Asus ZenPad S sia il primo tablet al mondo ad integrare 4 GB di memoria RAM al suo interno. Il colosso taiwanese ha fatto il paio con lo smartphone Asus ZenFone 2, presentato qualche settimana fa e primo al mondo ad avere 4 GB di RAM. Troviamo inoltre la presenza di un connettore USB Type-C.
Parlando invece di Asus ZenPad 8.0, notiamo delle caratteristiche tecniche di fascia medio bassa, segno che il produttore vuole arrivare a coprire un pò tutte le varie parti del mercato. Qui di seguito vi mostriamo le schede tecniche di entrambi i tablet:
Computex 2015: Asus ZenPad S
Processor
Intel Atom 3580 Moorefield quad-core at 2.3 GHz
GPU
PowerVR G6430 Rogue
RAM
4GB
Storage
16GB, 32GB or 64GB, micro SD up to 128GB
Display
8-inch IPS @ 2048×1536 (4:3, 324 ppi)
Cameras
8MP rear, 5MP front
Battery
15.2Wh battery
Wifi
802.11 b/g/n
Location
GPS, GLONASS
Bluetooth
4.0 LE
Connectivity/charging
USB Type -C
Dimensions
203.2 x 134.5 x 6.68 mm
Weight
299 grams
Computex 2015: ZenPad 8.0
Display
8-inch IPS at 1280×800
Operating system
Android 5.0
Processor
Intel Atom X3 (SoFIA) C3200 series Quad-core
GPU
Mali 450MP4 GPU
RAM
1GB/2GB ram
Storage
8GB or 16GB eMMC
Connectivity
802.11b/g/n + Bluetooth 4.0 LE
Cameras
2MP front, 5MP rear
Other
microUSB, microSD
Battery
4000 mAh battery (nonremovable)
Dimensions
209 x 123 x 8.5mm
Cambiamo genere e passiamo allo smartwatch presentato al Computex 2015. Esso si chiama Asus ZenWatch 2 ed è equipaggiato con il sistema operativo Android Wear. Esso sarà disponibile sul mercato in due differenti varianti: la prima con cassa da 18 millimetri e la seconda con cassa da 22 millimetri.
Dal punto di vista hardware, non notiamo grosse differenze con gli altri modelli attualmente presenti sul mercato. Ovviamente Asus ZenWatch 2 potrà godere di tutte le ultime novità introdotte da Google con l’aggiornamento 5.1.1 di Android Wear. Questo smartwatch sarò disponibile in tre colorazioni differenti ad un prezzo che al momento non è stato comunicato:
Category
ASUS ZenWatch 2 WI501Q
ASUS ZenWatch 2 WI502Q
Processor
Qualcomm® processor
Qualcomm® processor
Operating System
Android Wear
Android Wear
Display
AMOLED
AMOLED
Cover Lens
2.5D curved Corning® Gorilla® Glass 3
2.5D curved Corning® Gorilla® Glass 3
Charging
Magnet charger cable
Magnet charger cable
Water Resistance
IP67
IP67
Body Colors
Silver, Gunmetal, Rose-Gold
Silver, Gunmetal, Rose-Gold
Strap
22mm (Rubber, Leather, Metal)
18mm (Rubber, Leather, Metal)
Mobile power bank
Chargeback
Dimensions
49 x 41mm
45 x 37mm
Passiamo adesso invece ad analizzare le novità di Asus del Computex 2015 nel settore computer. Il primo device nella lista è l’Asus Zen AiO. Come sicuramente avrete capito dal nome, si tratta di un computer All-in-One dotato di caratteristiche tecniche molto interessanti, soprattutto dal punto di vista della connettività. Esso infatti è uno dei primi device a montare la USB 3.1, nuovo standard che riesce a garantire una banda di ben 10 Gbps (uguale a quella della porta Thunderbolt di prima generazione).
Enunciare le caratteristiche tecniche è abbastanza difficile, in quanto il computer in questione è completamente personalizzabile. Tra le specifiche più importanti troviamo un display da 23,3 pollici e da 21,5 pollici, una webcam con tecnologia Intel RealSense 3D, fino a 32 GB di RAM DDR4, SSD PCI-E e scheda video Nvidia GTX 960 con 4 GB di memoria dedicata. I processori che potranno essere equipaggiati arrivano fino al Core i7 di Intel. Anche in questo caso, prezzi e disponibilità non sono stati ancora annunciati.
Concludiamo il nostro tour del Computex 2015 di Asus mostrandovi l’Asus Transformer Book T100HA, ibrido 2-in-1 di fascia alta da 10 pollici e sistema operativo Windows 10. Tra le caratteristiche più interessanti troviamo la presenza di un processore Intel Atom Cherry Trail X5, 4GB di RAM ed il connettore USB Type-C. Purtroppo il display ha una risoluzione HD di 1280 x 800 pixel (aspect ratio 16:10), unica caratteristica un pò negativa. Passando ad analizzare l’autonomia, avendo collegata la tastiera dock al tablet in se, Asus dichiara circa 14 ore di durata della batteria.
Avendo a bordo Windows 10, ci aspettiamo un suo arrivo sul mercato dopo il rilascio ufficiale del sistema operativo. Purtroppo nessuna menzione sul prezzo è stata fatta dal colosso taiwanese.
Le novità che Asus ha presentato al Computex 2015 sono veramente molto entusiasmanti. Voi quale preferite?
E’ forse la scheda video dedicata più attesa di sempre dai video giocatori quella presentata di recente. Stiamo parlando della Nvidia GTX 980Ti, GPU di fascia alta che va ad inserirsi fra la Nvidia GTX Titan e la GTX 980. Nonostante non apporta molte novità dal punto di vista delle caratteristiche tecniche (le prestazioni sono molto simili a quelle della Titan X), il vero passo in avanti di questa scheda sta nel prezzo. Essa infatti è molto più abbordabile della Nvidia Titan X, al momento disponibile intorno ai 1000 euro.
Andiamo però per ordine: partiamo analizzando la scheda tecnica di Nvidia GTX 980 Ti e confrontandola con le altre concorrenti, sia della stessa marca che di AMD:
Modello
GeForce GTX Titan X
GeForce GTX 980 Ti
GeForce GTX 980
GeForce GTX 780Ti
Radeon R9 295X2
Radeon R9 290X
GPU
GM200
GM200
GM204
GK110
Hawaii
Hawaii
CUDA cores
3.072
2.816
2.048
2.880
2×2.816
2.816
clock GPU
1.000 MHz
1.000 MHz
1.126 MHz
875 MHz
–
–
boost clock GPU
1.075 MHz
1.075 MHz
1.216 MHz
928 MHz
1.018 MHz
1.000 MHz
ROPs
96
96
64
48
2×64
64
TMU
192
176
128
240
2×176
176
clock memoria
7.008 MHz
7.008 MHz
7.008 MHz
7.008 MHz
5.000 MHz
5.000 MHz
dotazione memoria
12 Gbytes
6 Gbytes
4 Gbytes
3 Gbytes
2×4 Gbytes
4 Gbytes
bandwidth memoria
336 GB/s
336 GB/s
224 GB/s
336 GB/s
640 GB/s
320 GB/s
bus memoria
384bit
384bit
256bit
384bit
512 bit
512 bit
alimentazione
8pin+6pin
8pin+6pin
6pin+6pin
8pin+6pin
8pin+8pin
8pin+6pin
Accurata l’assoluta vicinanza con la Nvidia Titan X (anche se la memoria dedicata è dimezzata), possiamo notare come anche il design, la forma ed i collegamenti sono esattamente identici fra le due GPU. Questo perchè Nvidia, nello sviluppo della 980Ti, ha voluto prendere come esempio il modello meglio riuscito fino a quel momento, così da garantire le stesse prestazioni dal punto di vista della dissipazione, dei consumi e delle performance.
Connessioni e consumi di Nvidia GTX 980Ti
Per quanto riguarda appunto le connessioni video, troviamo un connettore DVI Dual Link, insieme ad uno HDMI e da 3 Display Port. Dal punto di vista dell’alimentazione invece, troviamo un connettore a 6 pin affiancato da uno a 8 pin. Il consumo massimo di questa scheda video è generalmente inferiore ai 300 W mentre la temperatura massima non supera mai gli 80 gradi.
Sicuramente si tratta di una GPU adatta a tutti coloro vogliono ottenere il massimo dal loro PC da gaming. Gestisce tranquillamente infatti anche la risoluzione 4K, per cui al momento è il meglio che si possa ottenere. Non lo abbiamo detto all’inizio ma il prezzo previsto in Italia per la Nvidia GTX 908Ti è di 739 euro IVA inclusa. Purtroppo si tratta di un prezzo superiore rispetto al mercato USA (649 dollari) ma lo sappiamo che il cambio euro/dollaro non viene quasi mai rispettato.
I tempi si stanno assottigliando sempre più. L’uscita sul mercato di Windows 10 è sempre più vicina (si parla di fine estate) e Microsoft sta incominciando a prendere i pre-ordini per avere qualche dato in più sulla percentuale di adozione del nuovo sistema operativo. Infatti, nelle scorse ore, nella sezione notifiche del nostro computer Windows 8.1 (immaginiamo però anche per coloro hanno Windows 7 sarà la stessa cosa), è comparsa l’icona del nuovo Windows 10. Incuriositi, abbiamo cliccato su di essa ed abbiamo scoperto che da adesso è possibile pre-ordinare il nuovo Windows 10 che, ricordiamo, sarà gratuito per tutti coloro hanno a disposizione una copia validata di Windows 7 o Windows 8.1. Attenzione però, perchè l’update gratuito sarà valido solo per il primo anno dal rilascio.
Nella sezione che ci fa pre-ordinare Windows 10 sono esposte molte delle caratteristiche tecniche. Sicuramente voi le conoscerete tutte, viste le tate build preview rilasciate dal colosso di Redmond nel corso di questo periodo. Nel caso però non sapeste che cosa Windows 10 apporterà ai vostri computer, date uno sguardo alle seguenti schede:
Nella prima ci viene spiegato come avverrà l’aggiornamento gratuito: verrà scaricato in automatico e verrà segnalata la disponibilità all’installazione, la quale potrà avvenire immediatamente o in un secondo momento. Microsoft ci ricorda che verranno richiesti 3 GB di spazio libero nell’hard disk al fine di poter scaricare il file .ISO di Windows 10;
Il nuovo OS di Microsoft avrà un aspetto familiare, grazie alla re-introduzione del menu Start, il quale è stato potenziato con l’aggiunta delle live tiles:
Grazie al rinnovato multitasking, sarà possibile posizionare fino a quattro finestre nel nostro desktop (sugli attuali Windows al massimo possono essere posizionate 2 finestre grazie alla funzione AeroSnap);
Una delle novità più interessanti di tutto il sistema operativo sarà Cortana, ovvero l’assistente vocale cross-platform (sarà anche disponibile una versione per Android e per iOS, oltre a quella di Windows Phone già presente) che ci aiuterà a lavorare al meglio.
Un nuovo store unificato in cui si potrà trovare di tutto: dalle applicazioni alla musica, dai giochi ai film ecc.
Cosa state aspettando quindi? Procedete al pre-ordine di Windows 10 così da essere fra i primi ad avere l’opportunità di scaricare la versione definitiva, una volta che sarà disponibile.
Zte Nubia X8 super smartphone con batteria da 5120 mah?
Rumors dalla Cina: Zte Nubia X8 sarà un super smartphone con display QHD, 4GB di memoria ram e una batteria interna da ben 5120 mAh?
Dalla Cina arrivano alcune voci di corridoio su un prodotto dalle caratteristiche hardware di alto livello che molto probabilmente impressionano anche gli utenti più esigenti che comprano solo smartphone o tablet top di gamma.
Zte Nubia X8: alcuni dettagli
Secondo quanto riportato il prossimo dispositivo dell’azienda cinese ZTE, che prenderà il nome di Nubia X8, sarà un terminale stupefacente; quest’ultimo si presenterebbe infatti con un display da 5,5 o 6 pollici di diagonale senza bordi (in stile 2,5D) e con una risoluzione QHD da 2560 x 1440 pixel.
Forse questo non ha ancora stupito i più esigenti; oltre al grande e super risoluto display saranno disponibili per l’utente 4GB di memoria ram (che però utilizzeranno ancora la tecnologia DDR3 e non DDR4) ai quali si affiancheranno a seconda della versione 32 o 64GB di memoria interna, che sarà molto probabilmente espandibile tramite microSD.
Non vi basta ancora? Ecco forse la caratteristiche più esaltante del dispositivo: una batteria interna da ben 5120 mAh in una scocca dallo spessore contenuto in appena 7,9 mm (lunga 162 mm e larga 75 mm) per un peso complessivo di 201 grammi, che sembrano un po’ tanti ma si tratta sempre di un Phablet da almeno 5,5 pollici con un amperaggio della batteria da record per la categoria.
Per fare un confronto, Zte Nubia X8 è più sottile per esempio del Motorola Droid Turbo che ha una batteria da 3900 mAh in uno spessore di 11,2 mm, ma ha però un peso complessivo di 176 grammi.
A livello di connettività Zte Nubia X8 ovviamente sarà compatibile con LTE 4G, avrà il bluetooth, il wifi e come sistema operativo sembra essere già presente la versione Android 5.0.x Lollipop, ovviamente personalizzata dall’azienda cinese.
Non sappiamo se il prodotto sia un prototipo o un dispositivo ormai finito, dato che una sua foto e alcuni dettagli sono già comparsi sul sito ufficiale di ZTE, anche se poi tutte le informazioni sono state rimosse poco tempo dopo.
Per adesso non ci resta che aspettare qualche comunicato ufficiale dell’azienda per conoscere maggiori dettagli sul hardware mancante (la multimedialità), la disponibilità e il prezzo di vendita dello Zte Nubia X8.
Apple Computer: il primo assemblato negli anni 70 dall'azienda di Cupertino
Una donna ha gettato via uno dei primi Apple Computer assemblati negli anni 70 con un valore stimato di circa 200.000 dollari: che sciagurata!
Quando Apple ancora era un’azienda fatta in casa e Steve Jobs con Steve Wozniack assemblavano i primi Apple Computer potevi acquistarne uno ad un prezzo di circa 650 dollari, che per quei tempi poteva sembrare un prezzo decisamente caro ma in realtà era più economico rispetto a quello che veniva prodotto per esempio da IBM o altre aziende pioniere dell’epoca.
I primi Apple Computer però erano decisamente diversi rispetto ai moderni PC attuali; veniva infatti venduta solamente la Motherboard (scheda madre) e l’acquirente doveva collegare il tutto da solo ad un monitor ed ad una tastiera; bisognava quindi conoscere i rudimenti della tecnologia e usare un PC non era ancora un attività di massa.
Il primi Apple Computer utilizzavano a quei tempi una CPU che funzionava alla velocità massima di 1 Mhz (oggi si parla di Ghz) e aveva appena 4k di memoria che poteva essere espansa al massimo fino a 48k (oggi si parla di GB).
Di queste Motherboard ne furono costruite appena 200, e i collezionisti e fan dell’azienda di Cupertino ne sono sempre alla spasmodica ricerca, anche perché di queste 200 non tutte ancora sono funzionanti e comunque sono difficili da trovare.
Quanto può valere uno dei primi Apple Computer all’asta?
La mania dei collezionisti ha raggiunto il suo top qualche anno fa quando un Apple Computer ben tenuto e perfettamente funzionate è stato battuto all’asta alla cifra stratosferica di 600.000 dollari.
Oggi le quotazioni sono più basse ma si stima che un Apple Computer di prima generazione può sempre valere almeno 200.000 dollari; sfortunatamente sembra che una donna in California non ne abbia mai saputo nulla e durante le pulizie del proprio garage (dovute alla morte del marito) pare abbia buttato via uno di questi primi dispositivi dell’azienda di Cupertino.
La società di riciclaggio controllando i contenuti dei propri camion, attività che permette di verificare la giusta collocazione durante la lavorazione dei materiali si è accorta che il dispositivo buttato via dalla donna era effettivamente un Apple Computer.
Quest’ultimo alla fine è stato venduto tramite un asta online ad un prezzo di 200.000 dollari americani; la società di riciclaggio però applica una politica molto democratica: condivide infatti il 50% dei guadagni con la persona che abbandona l’oggetto.
Se riusciranno a risalire al cognome e nome della signora potranno garantirgli un bell’assegno di 100.000 dollari, che certo non sono bruscoletti!
Di recente è stata resa nota una richiesta di brevetto da parte di Samsung relativa ad un nuovissimo dispositivo ibrido con doppio sistema operativo. Scopriamone il funzionamento: un Samsung Galaxy Note in modalità smartphone eseguirebbe naturalmente il sistema operativo Android. Quando lo smartphone Note è inserito all’interno di un involucro come quello di un notebook, passerà automaticamente ad un sistema operativo Windows, come ad esempio Windows 10. Questo potrebbe segnare una nuova grossa mossa nel settore aziendale in cui Apple sta dominando.
Una mossa del genere da parte di Samsung può rappresentare uno sviluppo interessante. Potrebbe essere visto come un tentativo di sfida agli iPhone e iPad di Apple in quel tipo di aziende in cui la nuova strategia di Apple ed IBMMobileFirst regna sovrana. Come potrebbero andare le cose con un solo dispositivo ibrido?
SamMobile, prima dell’uscita del Galaxy S6, ha fatto notare che il nuovo smartphone sarebbe stato rilasciato con installate applicazioni come Microsoft OneNote, OneDrive, Office Mobile (con una sottoscrizione gratuita di Office 365) e Skype. Ma prima di quella volta, Microsoft ha cominciato a promuovere le loro nuove strategie: Mobile-First e Cloud-First Computing.
Mobile-First suona come un già sentito. Ovviamente Samsung e Microsoft vogliono offuscare le linee con un approccio simile a quello assunto da Apple e IBM eppure, collaborando su questa strategia con questo nuovo dispositivo ibrido di Samsung, potrebbe essere solo l’inizio di una nuova interessante guerra tecnologica.
Quindi con Samsung in collaborazione con Microsoft per quanto riguarda le applicazioni ed eventualmente piattaforme Mobile-First e Cloud-First che rispecchiano quello che stanno offrendo Apple ed IBM, cominciamo a vedere emergere un nuovo modello. A rafforzare la loro piattaforma Knox, Samsung come riferito, ha lavorato con BlackBerry che è conosciuta per la propria sicurezza di classe aziendale. Dunque la nuova strategia di Samsung è rimasta in cantiere per un po’ tempo.
iOS di Apple al momento nel settore aziendale ha un ruolo guida. Secondo un nuovo rapporto di Good Technology, iOS di Apple domina ancora questo mercato con un ampio margine con le attivazioni di iPad all’81%. Sul fronte smartphone invece a dominare sono iPhone e la linea degli smartphoneGalaxy.
Dunque questo è quello che rende interessante la nuova invenzione di Samsung, un modo per arginare il successo di iPad e del MacBook Air.
In un certo senso, combinando lo smartphoneGalaxy oppure il phabletNote con una custodia notebook, Samsung ha creato uno strumento che potrebbe interessare il settore aziendale, in quanto su questo futuro smartphone girerebbero sia Android che Windows.
La maggior parte delle aziende hanno familiarità con la piattaforma Windows e le applicazioni Office, ora, con l’arrivo della piattaforma Mobile-First / Cloud-First con incluso l’ hardware di Samsung potrebbe essere il punto di forza vincente.
Questo nuovo ibrido smartphone-notebook potrebbe consentire al notebook di poter accedere ad internet senza la necessità di una connessione WiFi o di una internet key mobile. Il notebook potrebbe avere anche la possibilità di ricaricare lo smartphone. Così, per i dirigenti impegnati o gli studenti in movimento, questo nuovo dispositivo ibrido sarà molto interessante.
Vediamo le caratteristiche di questo brevetto:
le figure 1 e 2 del brevetto di Samsung sono rappresentazioni illustrative di un docking system#1000. Nella figura 1 del brevetto possiamo vedere un phablet ed un’area di connessione separati una dall’altra; nella figura 2 possiamo invece vedere che il phablet invece è stato montanto nell’apposita area.
Nelle figure del brevetto sotto vediamo il display “principale” del notebook #300c e, sotto di essa, vediamo due possibili situazioni che il phablet potrebbe presentare. Nella prima situazione, registrata come #400c, vediamo sullo schermo che il sistema operativo Windows è in esecuzione essendo esteso sul display del notebook principale. Il phablet potrebbe anche avere attiva in contemporanea una sessione di Android.
Nella situazione indicata di seguito come #400d, il phablet viene raffigurato in madalità touchpad del notebook. Samsung afferma infatti chiaramente:”L’interfaccia utente dimostra che il touch screen funziona come un touch pad.”
Il punto in cui il progetto si fa interessante è quando Samsung descrive un nuovo tipo di dispositivo, un nuovo tipo di notebook, in cui la CPU e gli altri componenti del phablet sono in realtà il cuore che stà dietro a questo notebook. Questo è un aspetto interessante in quanto in figura 300c vediamo, nella colonna di sinistra, l’icona del browser Internet Explorer. Quindi, almeno in questa configurazione, il phablet è in modalità Windows, e non Android. Ma il brevetto mette in chiaro questa visuale in questo modo: “Qui, il primo sistema operativo potrebbe essere Android, e il secondo sistema operativo potrebbe essere Windows“. Si fa notare inoltre che “possono essere installati anche altri sistemi operativi“, il che lascia la porta aperta almeno per il sistema operativo open sourceTizen.
[quote_left]Samsung dà un’ulteriore descrizione:[/quote_left]”Lo spazio di archiviazione può registrare un programma per azionare il phablet” (apparecchiatura elettronica 100). “In particolare, lo spazio di archiviazione può memorizzare un programma che raggruppa una serie comandi necessari per azionare il phablet. Qui, il programma include non solo un programma applicativo per fornire un servizio specifico, ma anche un programma di funzionamento per azionare un programma applicativo. Qui, il programma operativo può includere il primo ed il secondo sistema operativo. In particolare, il primo sistema operativo può essere un Android che viene azionato in uno smartphone o altro tipo di dispositivo, e il secondo potrebbe essere un sistema operativo Windows, che viene azionato in un notebook, un PC desktop, etc.”.
Il controller del sistema può determinare lo stato di funzionamento del phablet in modo da farlo funzionare in modalità notebook PC e, se l’utente desidera, visualizzare solo due immagini. Il controller può determinare anche lo stato operativo del dispositivo e farlo funzionare come un doppio schermo.
Nel corso del deposito del brevetto, è stato notato che “se un apparato di connessione (#200) non è collegato, il bios può procedere con l’avvio tramite il primo sistema operativo (Android), se invece è collegato allora il bios procede con l’avvio con il secondo sistema operativo (Windows).”
Quello che non viene descritto in nessun dettaglio, è che cosa possa disporre il contenitore di questo notebook ibrido. E’ dotato di una potente batteria? Di che tipo di porte dispone? Sono informazioni ancora sconosciute. Samsung, però, fa notare che il notebook non avendo componenti come CPU e HDD sarà “più leggero e sottile“. Ovviamente l’idea è di sfidare il mercato dell’iPad in un modo nuovo e innovativo.
Riuscirà questo nuovo dispositivo ibrido pensato da Samsung equipaggiato con software e soluzione cloud di Microsoft dare del filo da torcere alla strategia Mobile-First di Apple? Soltanto il tempo ce lo dirà.
Samsung ha presentato la domanda di brevetto nel terzo quadrimestre del 2014. Considerato che si tratta di una richiesta di brevetto, i tempi per la messa sul mercato di un tale prodotto sono sconosciuti.
Ogni anno i nostri smartphone aumentano di potenza, e sono sempre più veloci. Il problema è che l’autonomia della batteria non è quasi mai al passo con il rapido sviluppo della potenza di calcolo e quantitativi di RAM. Avere la batteria scarica è diventato un problema piuttosto comune. A questo arriva il soccorso il nuovo dispositivo USB ChargeDoubler che dimezza del 200% il tempo di ricarica permettendo così all’utente di rientrare nei tempi di recupero dell’uso del proprio dispositivo mobile.
Le sue caratteristiche tecniche:
• ricarica velocizzata fino ad un massimo del 200%;
• portatile (60mm di lunghezza effettiva) attraverso un design piccolo e smart;
• dati di ricarica protetti (DPC)
• chiusura magnetica con magneti in neodimio N50 per una forte aderenza;
• plug & play (universal operation system support)
• compatibile con tutti i caricatori usb e dispositivi simili;
• cavo flessibile da 7cm per evitare eventuali danni;
• due paia di conduttori da 24AWG a bassa resistenza.
https://youtu.be/LqAbISoAEzo
ChargeDoubler è disponibile per dispositivi mobile che montano sistemi operativi Apple, Windows e Android. Questo cavo usb magnetico si connette con estrema facilità al portachiavi in modo da non dimenticarlo, altrettanto facilmente, a casa. Il DataProtectedCharging blocca in modo sicuro il trasferimento dei dati quando si usa la ricarica tramite una presa di corrente USB sconosciuta, oppure mentre si è connessi ad una rete pubblica. I progettisti stanno rapidamente avvicinandosi all’obiettivo prefissato sulla loro campagna su IndieGoGo, sito in cui è stato pubblicato il loro piano di vendita al prezzo di $12 quando, entro la fine dell’anno, arriverà ai rivenditori. E’ possibile sceglierlo in 5 colori differenti: azzurro, arancione, verde lime, rosa e grigio.
La campagna per il dispositivo USB ChargeDoubler si può trovare anche su Facebook e Youtube.
Dopo il debutto ufficiale in pubblico avvenuto pochi giorni fa, il nuovo Sony Xperia Z3+si appresta a fare il suo debutto ufficiale sul mercato italiano dove andrà a sostituire l’attuale Sony Xperia Z3. Secondo le ultime informazioni emerse nella giornata di oggi, il nuovo top di gamma di casa Sony dovrebbe essere disponibile ufficialmente in Italia nel corso della settimana compresa tra il 22 ed il 28 di giugno.
In questa settimana, il nuovo Sony Xperia Z3+ dovrebbe fare, infatti, la sua comparsa sia nei negozi fisici sparsi in tutta Italia che nei negozi online dove, in alcuni casi, è già pre-ordinabile. Nelle successive settimane il nuovo Sony Xperia Z3+ dovrebbe essere disponibile anche con alcuni dei principali operatori di telefonia mobile italiani anche se, in questo caso, non vi sono conferme di alcun tipo e sarà necessario attendere ancora qualche giorno per saperne di più.
Per quanto riguarda il prezzo di vendita, invece, il nuovo Sony Xperia Z3+ dovrebbe essere commercializzato ad un prezzo di listino di 699 Euro anche se non è da escludere un debutto sul mercato con un prezzo leggermente più alto, ovvero pari a 729 Euro. In ogni caso, come registrato ad esempio in questi giorni con l’LG G4, il prezzo effettivo di vendita del nuovo smartphone della casa nipponica dovrebbe essere decisamente inferiore e, già nei giorni successivi all’avvio della commercializzazione, online potrebbero emergere le prime offerte prossime ai 600 Euro.
Ricordiamo che il nuovo Sony Xperia Z3+ rappresenta, a tutti gli effetti, un’evoluzione dell’attuale Sony Xperia Z3 dal quale differisce per pochi, ma significativi, dettagli ed elementi tecnici. Il nuovo smartphone della casa nipponica, infatti, monta un display da 5.2 pollici di diagonale caratterizzato da risoluzione FullHD pari a 1080 x 1920 pixel.
Il punto focale del nuovo Sony Xperia Z3+ è senza dubbio il chiacchieratissimo Qualcomm Snapdragon 810 che, secondo i primi benchmark, non sembra compiere un buon lavoro sul nuovo top di gamma di Sony anche se è ancora presto per dare giudizi. Il chip di Qualcomm sarà affiancato da 3 GB di memoria RAM, una specifica oramai tradizionale per i top di gamma del mondo Android, e da 32 GB di storage interno, espandibili tramite l’utilizzo di una scheda microSD. Il nuovo smartphone di Sony monterà, inoltre, una fotocamera posteriore da 20.7 Megapixel con sensore Exmor RS, lenti G Wide Angle da 25 mm in grado di registrare video in 4K a 30 fps. Nella parte anteriore, lo smartphone presenterà, invece, un sensore da 5 Megapixel Exmor R dotato di lente Wide Angle da 25 mm. Maggiori dettagli in merito alla data di uscita ufficiale ed al prezzo di listino del nuovo Sony Xperia Z3+ emergeranno, senza alcun dubbio, nel corso dei prossimi giorni.
Quanta strada è stata fatta da quel 10 Maggio 1975 quando venne presentato e commercializzato in Giappone il primo videoregistratore Betamax di Sony. Lo sappiamo, sembra l’altro ieri quando registravamo i nostri programmi preferiti su una video cassetta ed invece sono passati già 40 anni. In realtà, ciò che noi intendiamo per videoregistratore è molto probabilmente il videoregistratore VHS (Video Home System), lanciato da JVC nel 1976 ed in diretta concorrenza con il Betamax.
Lo scontro fra i due giganti può essere considerato come la prima grande battaglia tecnologica dell’era post seconda guerra mondiale. Come sicuramente sapete, ad avere la meglio fu JVC e la sua VHS per una serie di motivazioni che vanno dall’economicità del formato (produrre un Betamax ed un supporto video per esso era più costoso rispetto alla VHS), alla durata estremamente ridotta dei video che era possibile registrare (circa 1 ora con il Betamax e circa 4 ore con la VHS), alla causa legale molto lunga che viste protagonista Sony, accusata dai grandi della cinematografia quali Disney ed Universal, di vendere un prodotto che favoriva la pirateria (alla fine la spuntò Sony ma solo nel 1984). La cosa interessante fu che anche Sony riconobbe in tempo la superiorità delle VHS, dato che a partire dagli anni 80 incominciò a produrle anch’essa.
Nell’era ultra moderna in cui viviamo, molti bambini non sanno neanche che cosa sia un videoregistratore VHS. L’analogico infatti sta quasi del tutto scomparendo nel 2015 in favore del digitale. Gli unici prodotti analogici legati al mondo dell’intrattenimento sono oramai i vinili, acquistati dai collezionisti e nostalgici ma anch’essi destinati all’estinzione. Oggi infatti abbiamo sostituito tali formati analogici con i DVD, i Blu-Ray o meglio ancora con lo streaming web e l’on-demand (quindi si tratta di tecnologie digitali). Si tratta senza dubbio di una tecnologia molto migliore, sia dal punto di vista della qualità video che della usufruibilità dell’utente finale, rispetto ai videoregistratori VHS. I più nostalgici sicuramente ne sentiranno la mancanza ma alla fine anche loro si adatteranno al mercato attuale.
Nonostante non sia stato annunciato nessun major update allo scorso Google I/O per quanto riguarda la piattaforma Android TV, Google punta molto in questo settore, grazie anche al favore di grandi produttori mondiali quali Nvidia e Razer. Sono proprio questi due i protagonisti del nostro articolo odierno o meglio, i loro prodotti di punta nel settore Android TV. Quest’oggi infatti andremo a fare una rapida comparazione delle specifiche tecniche fra Nvidia Shield vs Nexus Player vs Razer Forge TV. Nel mezzo abbiamo inserito anche il Nexus Player in quanto si tratta del precursore di tutti e soprattutto perchè è l’unico acquistabile ufficialmente sul Google Storte italiano.
Il nostro confronto sarà dunque solamente sulle schede tecniche, non avendo a disposizione i tre prodotti per poterli confrontare dal punto di vista dell’usabilità, della stabilità software ecc.
Categoria
Nvidia Shield
Nexus Player
Razer Forge TV
Processore
Tegra X1 quad-core
Intel Atom quad-core
Snapdragon 805 quad-core
GPU
256-core con architettura Maxwell
PowerVR Series 6
Adreno 420
RAM
3GB
1GB
2GB
Storage
16GB / 500GB
microSD card
8GB
16GB
Telecomando/Gamepad
Gamepad incluso – Telecomdando disponibile a 59 dollari
Telecomando incluso – Gamepad disponibile a 39 dollari
Niente incluso
Video output
4K (UHD)
HDMI 2.0, HDMI-CEC
1080p
HDMI-CEC
1080p
HDMI 1.4
Connettività
802.11ac 2×2 (MIMO)
Gigabit ethernet
Bluetooth 4.1
Porta infrarossi
802.11ac 2×2 (MIMO)
Bluetooth 4.1
802.11ac 2×2 (MIMO)
Gigabit ethernet
Bluetooth 4.1
Porte USB
2x USB 3.0
Micro USB 2.0
Micro USB 2.0
USB 3.0
Surround
Dolby 7.1
No
No
Gaming
Titoli Android
Grid game streaming
GameStream da remoto
Titoli Android
Titoli Android
Razer Cortex game streaming (soon)
Dimensioni
130mm x 210mm x 25mm
120mm x 120mm x 20mm
105mm x 105mm x 17mm
Peso
654 g
235 g
n/a
Prezzo
$199 / $299
99 euro
$99 / $149
Da quello che possiamo vedere, nonostante tutti e tre siano degli ottimi set-top-box, Nvidia Shield è l’unica console in grado di pilotare un output video in 4K (grazie probabilmente alla GPU presente) ed avere a disposizione il supporto per l’audio Dolby 7.1. Inoltre, è l’unica in grado di essere acquistata con 500 GB di spazio di archiviazione interna (dal 12 Giugno in poi), per non parlare della disponibilità, nella confezione, del gamepad.
Di contro, Nvidia Shield ha un prezzo decisamente più alto dei due concorrenti (circa il doppio). Il nostro consiglio dunque è quello di orientarvi verso Nexus Player o RazorForge TV nel caso in cui li andreste ad utilizzare solo per la riproduzione video; scegliete invece Nvidia Shield se invece il gaming è la vostra priorità.
Stando a quanto riportato dagli ultimi dati di IDC, il mercato server nel primo trimestre del 2015 è cresciuto del 17%, in positivo quindi dal quarto trimestre consecutivo. Una crescita non indifferente che sottolinea quanto il cloud computing stia diventando sempre più importante nella vita di tutti i giorni. Infatti, la maggior parte dei server venduti nel 2015 è stato destinato a rinforzare le infrastrutture cloud delle aziende.
Snocciolando un pò di numeri, il numero di server venduti nel 2015 è stato di circa 2,3 milioni, in netta crescita dell’8,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La causa di questo aumento è da andarsi a ricercare nei server x86, i quali stanno, metaforicamente parlando, trascinando questo settore verso l’alto. Inoltre, come accade spesso in tutto il settore tecnologico, le soluzioni di fascia media hanno beneficiato della tecnologia impiegata l’anno scorso nei server top di gamma, così come la fascia bassa ha ottenuto vantaggi non da poco dalla tecnologia dell’anno scorso delle soluzioni mid-range.
Analizzando nello specifico i vari produttori di server, possiamo scoprire come il primo posto sia mantenuto, in maniera abbastanza salda, da HP, con un market share di circa il 25%. Il secondo gradino del podio invece è occupato da Dell con circa il 18% del market share. Chiude il terzetto IBM con il 13,2%. Quest’ultimo produttore è forse l’unico che ha visto il proprio mercato contrarsi ma la spiegazione è molto semplice: avendo venduto la propria divisione di server x86 a Lenovo, è naturale che le unità vendute in totale siano inferiori.
Allo stesso modo, il colosso cinese Lenovo ha fatto un bel balzo in avanti dal punto di vista delle quote di mercato, arrivando fino al quarto posto con il 7,5%. Ma la crescita più importante viene registrata in Cisco che, nonostante occupi la quinta posizione, ha avuto una crescita del 44% rispetto all’anno scorso.
In futuro questi numeri andranno sicuramente ad aumentare, soprattutto quando il settore dell’IoT (Internet of Things) sarà consolidato. Infatti, per gestire quell’enorme mole di dati, saranno necessari sia server più potenti che un maggior numero di server.