Un recente studio ha sottolineato la possibilità che alcuni anticorpi dei lama potrebbero sconfiggere il Covid-19. I ricercatori hanno scoperto che una coppia di proteine immunitarie potrebbero formare un nuovo anticorpo strettamente legato alle particelle del Coronavirus.
Queste particelle, chiamate anche proteine Spike, sono proprio quelle che il nuovo virus utilizza per moltiplicarsi e diffondersi in tutto il nostro corpo. Lo studio, svolto da un team di ricercatori di Austin, afferma che questo potrebbe portare a un vaccino o un trattamento, somministrato immediatamente dopo l’infezione, per rallentare la diffusione della malattia.
In un comunicato stampa il professor Jason McLellan ha dichiarato che: “Questo è uno dei primi anticorpi noti per neutralizzare la SARS-CoV-2”. Per questo studio, il team ha preso come campione Winter, un lama che vive nella campagna belga, quando l’esemplare aveva solo 9 mesi.
Nel 2016 i ricercatori erano impegnati a studiare la SARS e la MERS, sindromi respiratorie strettamente legate al nostro Covid-19. Quest’ultimi hanno iniettato nel lama proteine spike di questi virus per sei settimane. Questo ha rivelato che l’animale ha sviluppato anticorpi che si legavano strettamente alle proteine spike.
Un anticorpo in particolare, chiamato VHH-72, si legava perfettamente a quest’ultime e gli impediva di infettare altre cellule. Con la comparsa del Covid-19 i ricercatori hanno testato il loro anticorpo e hanno scoperto, anche se debolmente, che è strettamente legato alle proteine spike del nuovo virus.
Con l’unione di due anticorpi VHH-72 si potrebbe neutralizzare il Covid-19. Lo studio è ancora in fase di sperimentazione e sarà pubblicato sulla rivista Cell il 5 maggio. Gli scienziati sperano di poter testare questo anticorpo sul altri animali come criceti o primati non umani come le scimmie.
Il team vorrebbe portare questo nuovo trattamento anche negli esseri umani, utilizzandolo immediatamente dopo l’infezione oppure prima per prevenirla. Gli anticorpi potrebbero essere somministrati anche a chi ha già contratto il virus per rallentare la diffusione di quest’ultimo.
Infatti si consiglia la somministrazione soprattutto per le persone anziane i cui sistemi immunitari sono più deboli e agli operatori sanitari che sono a stretto contatto con il Covid-19.
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