La demenza senile, entro certi gradi, ormai viene considerata quasi una cosa naturale per l’uomo. I casi ogni anno sono milioni e spesso ci si può convivere, soprattutto se si prendono le adeguate precauzioni e ci si muove per tempo. In questo senso, la situazione diventa più grave se si parla di quei casi ad esordio giovanile i cui casi sono comunque in aumento. Un nuovo studio sembra aver individuato quindici fattori di vita predittori.
Il nostro stile di vita è importante. Qualsiasi cosa si fa può avere un effetto molto profondo sulla nostra salute a lungo termine. Ci sono importanti fattori genetici, ma quelli ambientali, quando si sommano tutti, hanno un ruolo centrale. Nel complesso, analizzandone alcuni, si può predire il rischio di una demenza precoce.
I fattori di stile di vita che possono portare alla demenza
Tra i diversi fattori c’è il basso stato socio-economico, l’isolamento sociale indipendente dal primo fattore, depressione, disturbi dell’udito, ictus, diabete, malattie cardiache e carenze di alcune vitamine, un gruppo corposo legati ai casi di demenza.
Le parole dei ricercatori: “Sapevamo già dalla ricerca su persone che sviluppano demenza in età avanzata che esistono una serie di fattori di rischio modificabili. Oltre ai fattori fisici, anche la salute mentale gioca un ruolo importante, compresa la prevenzione dello stress cronico, della solitudine e della depressione. La demenza ad esordio giovanile ha un impatto molto grave, perché le persone colpite di solito hanno ancora un lavoro, figli e una vita frenetica.”
Le criticità di questo studio è non dimostra direttamente che i fattori siano causa diretta della demenza, ma siano concorrenziali. Purtroppo, quando si parla di queste condizioni, nonostante i nuovi casi annui e gli studi in merito, ci sono pochissime risposte certe.