Secondo la comunità scientifica Plutone miliardi di anni fa potrebbe aver ospitato un oceano sulla sua superficie. Lo studio, pubblicato su Nature Geoscience, suggerisce che il pianeta nano un tempo fosse abbastanza caldo da consentire l’esistenza di acqua liquida. Le prove di ciò arriverebbero da simulazioni termiche e foto fornite dalla NASA. Le immagini mostrerebbero alcune crepe sulla crosta ghiacciata di Plutone che potrebbe indicare il congelamento di un oceano sotterraneo.
Se Plutone si fosse formato in meno di 30.000 anni, significa che l’oceano liquido si sarebbe sviluppato all’inizio dell’esistenza dell’oggetto celeste. Il calore iniziale del pianeta potrebbe essere stato causato da asteroidi sono impattati sul pianeta nano generando energia. Secondi gli scienziati Plutone si sarebbe formato 4,5 miliardi di anni fa.
Analizzando i difetti sulla superficie di Plutone, i ricercatori hanno notato che anche altri pianeti e oggetti nella Cintura di Kuiper, inclusi pianeti nani come Eris e Makemake, potrebbero aver ospitato oceani. Nonostante le gelide temperature e la lontananza dal sole, quando si sono formati questi pianeti potrebbero comunque aver ospitato oceani liquidi.
Plutone, l’oggetto celeste che ha diviso la comunità scientifica
Il pianeta nano ha sulla sua superficie una struttura geologica denominata Sputnik Planitia che genera costantemente venti di azoto. L’azoto costituisce la maggior parte dell’atmosfera di Plutone, combinata con monossido di carbonio e metano. Durante il giorno, il ghiaccio azotato si riscalda e si trasforma in vapore, ma di notte si condensa e si trasforma in ghiaccio.
Plutone, che ha un’atmosfera a più livelli, lune e altre caratteristiche comunemente associate ai pianeti, è influenzato dalla gravità di Nettuno. Per questo motivo secondo molti scienziati non è più classificabile come pianeta. La comunità scientifica ha dibattuto a lungo su questo e alcuni esperti sostengono possa essere un “pianeta nano”.
La NASA ha sorvolato Plutone per la prima volta a luglio 2015 con la sua missione New Horizons. Durante quell’anno, l’agenzia spaziale pubblicò una serie di immagini di Plutone. Una di queste era la prima immagine ravvicinata di un’area vicino all’equatore del pianeta nano, che contiene una catena montuosa che si innalza fino 3.000 km sopra la superficie ghiacciata di Plutone. Alla fine del 2019, la NASA ha annunciato di aver finanziato uno studio per vedere se è possibile effettuare un’altra missione su Plutone.