Mentre ci apprestiamo a dare il benvenuto al nuovo anno, una pratica comune in molte culture è stabilire i propositi per il futuro. Oltre il 70% della popolazione ha fissato almeno un proposito per il 2024, una tradizione che affonda le radici in antiche civiltà e celebrazioni religiose.
I Babilonesi
Storicamente, gli antichi babilonesi circa 4.000 anni fa furono i primi a registrare impegni per il nuovo anno, in quello che oggi chiamiamo risoluzioni. Il loro festival di Capodanno chiamato Akitu, della durata di 12 giorni, comprendeva riti religiosi, celebrazioni e promesse di fedeltà al re e ripagamento dei debiti. La creenza era che mantenere questi propositi avrebbe guadagnato il favore degli Dei per l’anno a venire.
Antica Roma
L’antica Roma, prima di adottare il calendario gregoriano, festeggiava il nuovo anno il 15 marzo e celebrava la dea italiana Anna Perenna. L’introduzione del calendario giuliano da parte di Giulio Cesare dichiarò il 1 gennaio come inizio del nuovo anno, onorando il dio Giano, simbolizzato con due volti che guardano al passato e al futuro. Le celebrazioni romane includevano sacrifici, scambi di doni e impegni di fedeltà.
Medioevo e Cavalieri
Nel Medioevo, i cavalieri medievali giuravano fedeltà e rinnovavano voti alla cavalleria ogni nuovo anno. La leggenda narra di voti celebrati con un pavone, simbolo di maestà e nobiltà. La cavalleria, oltre al valore cavalleresco, serviva a consolidare le divisioni sociali dell’epoca.
Tempi Moderni
Con l’istituzione del calendario gregoriano nel 1582, il 1 gennaio fu ufficialmente ripristinato come inizio del nuovo anno. La pratica di fissare propositi si è mantenuta nel tempo, con influenze religiose e sociali. Nel 1800, le risoluzioni erano già oggetto di satira, ma sono diventate un’attività comune. Oggi, le risoluzioni riflettono valori più laici, ma il loro scopo rimane quello di simboleggiare una nuova opportunità e un nuovo inizio.
In fondo, nonostante il passare di millenni, la tradizione dei propositi di Capodanno persiste, continuando a catturare l’immaginazione e le speranze di miglioramento personale. Un rituale che attraversa culture e secoli, simboleggiando la possibilità di un nuovo inizio all’orizzonte di ogni nuovo anno.