Facebook annuncia lo sviluppo di un sistema per le foto in 3D. Sarà possibile infatti a breve condividere con gli amici le nostro foto in tre dimensioni, rendendo in nostri post “più divertenti e realistici”. Questo grazie ad una tecnologia che permetterà di distinguere il soggetto dallo sfondo, catturare la profondità di campo, e distinguere oggetti che si trovano su piani diversi.
L’azienda di Mark Zuckerberg, ha comunicato che nelle prossime settimane la possibilità di pubblicare foto 3D sarà disponibile su tutti i dispositivi compatibili. Per ora si parla solo di sistema operativo iOS e di dispositivi con doppia fotocamera. I modelli citati come compatibili saranno quindi inizialmente, iPhone 7+, 8+, X ed XS.
Trasformare una semplice foto in una foto 3D
Basterà scattare una foto in modalità verticale con uno smartphone a doppia lente compatibile, e successivamente condividerla come foto 3D su Facebook. Una volta condivisa, sarà visibile sul News Feed e si potrà scorrere la foto come una panoramica ed osservare le foto in maniera realistica come se si guardasse da una finestra, semplicemente inclinando il telefono.
Oltre che sul News Feed, le foto in 3D pubblicate su Facebook, saranno visibili anche su VR, usando Oculus Browser su Oculus Go o Firefox su Oculus Rift. Le foto in 3D saranno quindi visibili per tutti quanti, ma per ora solo alcuni potranno farle.
Sul sito di Facebook sono riportati anche alcuni consigli per iniziare ad utilizzare al meglio la nuova tecnologia. Ad esempio per ottenere buoni risultati, si consiglia di fotografare il soggetto principale su uno sfondo con diverse profondità e su più livelli. Sui modelli iOS compatibili sarà preferibile scegliere la modalità “ritratti”.
Mentre chi ha uno smartphone compatibile può iniziare a provare questa nuova metodologia di condivisione, per gli altri rimane l’attesa della possibilità di averla anche sugli altri dispositivi e su Android.
Sin da sempre trovare le proprie origini è un obiettivo degli appassionati genealogici e di chi vuole sapere di più sulla propria famiglia. Anni fa era molto difficile quando non esisteva internet, soprattutto trovare la propria famiglia biologica ma fortunatamente le chiese possedevano i dati di tutti.
Con l’avvento di internet alcuni registri sono stati digitalizzati e quindi disponibili online per chiunque li voglia consultare. Anche con i social network riuscire a trovare la propria famiglia d’origine è più facile, grazie alla nascita di centinaia di gruppi atti a tale scopo.
Tra i numerosi siti internet sulla genealogia in Italia spopola MyHeritage, un sito fondato dalla Chiesa Di Gesù Cristo Dei Santi degli Ultimi Giorni. In questo sito è possibile registrarsi, scrivere il proprio albero genealogico e quando il sistema trova le corrispondenze tra più alberi dove sono presenti le stesse persone con identici dati biografici crea una corrispondenza. Si possono così trovare cugini in tutta la parte del mondo e scoprire anche segreti sulla propria famiglia che nessuno conosceva.
Nel sito è possibile anche richiedere il proprio test del DNA mondiale. Ovvero un test del DNA tramite il quale si conoscono le proprie origini. Possiamo essere caucasici da generazioni ed esprimerlo al meglio fisicamente in tutto e per tutto però magari discendiamo da una stirpe africana che si spostò migliaia di anni fa nel Nord Europa. Con quest’opzione si evidenzia bene quanto il sito sia gestito dalla chiesa cattolica per cui tutti siamo fratelli.
La scoperta del giovane hacker
In America nel 2013 un famoso hacker scoprì come fosse facile risalire all’identità delle persone registrate anonimamente in siti come MyHeritage (presente anche in America ma in percentuale minore rispetto all’Italia). Da questa dichiarazione tutti i siti sono obbligati a privatizzare i dati dei propri iscritti.
Cinque anni dopo questa restrizione ogni membro può scegliere se e quali dati rendere pubblici o privati. Questi dati sono così importanti che si può trovare circa metà della popolazione americana dalle sole interazioni con gli iscritti. Non importa che tu sia o meno registrato nel database ma l’interazione con gli iscritti può portare a te.
Un gruppo di ricerca ha analizzato al riguardo un database con circa 2 milioni di utenti e sono riusciti a trovare parentele fino al terzo grado semplicemente correlando il 60% delle ricerche effettuate.
Di questo fenomeno si sono serviti i poliziotti che lavoravano al caso del Golden State Killer. Utilizzando questi database e incrociando i DNA disponibili e quelli trovati nelle scene di crimine dopo 40 anni è stato possibile trovare il famoso assassino. E’ stato così scoperto il DNA dell’assassino e della moglie.
La Corte Suprema americana ha deciso che questa piattaforma non può essere pericolosa poiché non si può ricavare nessun dato strettamente personale. Al momento il database può essere utilizzato solo dalle forze dell’ordine per casi estremamente difficili da risolvere e per appurare veramente chi sia il colpevole.
Molti esperti ritengono che il Governo americano possa accedere tranquillamente al database e tenere sotto sorveglianza genetica tutti i cittadini. Al cospetto esiste una legge secondo la quale questi dati possono essere usati solo per indagare su crimini violenti, omicidi o violenze sessuali. La portata della ricerca è inoltre limitata, per evitare che centinaia di persone innocenti siano irretite nelle indagini. Esiste anche un comitato di supervisione che interviene e impedisce la divulgazione involontaria di informazioni sensibili.
Essere in un gruppo WhatsApp può essere stancante dopo un po’. Ma, a volte, ci sentiamo in imbarazzo a lasciarlo e non li abbandoniamo perché pensiamo che i nostri amici potrebbero offendersi.
Se questo disagio capita spesso e non si sa come risolverlo, sarà utile conoscere alcuni trucchi per uscire da un gruppo di chat su WhatsApp senza che nessuno se ne accorga. Prendete nota.
Cambiare numero
Se proprio si vuol lasciare un gruppo senza causare problemi, è possibile optare per l’opzione drastica del cambio di numero. Ed è per questo che, però, non potremo più continuare a rispondere con quello corrente. Nel fare ciò, occorre tuttavia ricordarsi di non impegnarsi troppo a dare il nuovo numero a chiunque, in modo da non finire nella stessa situazione.
Rimuoverlo per errore
Si sa, la scusa classica di “L’ho fatto senza volerlo” funziona sempre, anche se occorre ricordarsi che per lasciare un gruppo bisogna scegliere l’opzione “Lascia il gruppo” e non solo eliminare la conversazione.
Disattivarlo indefinitamente
A volte i gruppi più fastidiosi in WhatsApp sono quelli che inviano una raffica di notifiche dei messaggi ricevuti. Si può evitare questo fastidio mettendo a tacere la conversazione senza dover lasciare il gruppo e causare un dramma inutile. Basta scegliere l’opzione “Conversazione silenziosa” e decidere per quanto tempo: alcune ore, alcuni giorni, un anno intero.
Risparmio energetico
Se si sta cercando la scusa perfetta per lasciare un gruppo e pur non essendo cattivi con gli amici, questo vuol dire che la batteria del telefono ne patisce per un consumo più veloce. E ciò comporta che si deve lasciare il gruppo per risparmiare energia.
E’ un periodo molto difficile per gli operatori telefonici italiani, visto la forte concorrenza di Iliad e dei numerosi operatori virtuali low-cost che diffondono tariffe a basso prezzo. La 3 Italia, di canto suo, continua a proporre offerte molto vantaggiose modificando aspetti o aggiungendo funzioni nelle tariffe ALL-IN già usate nei mesi precedenti.
Le All-IN della 3
Le offerte ALL-IN del noto operatore sono molto “capienti” e presentano numerose caratteristiche aggiuntive ai classici minuti e Gb di Internet. Possiamo avere, infatti, il canone scontato, se lo addebitiamo su carta di credito o conto corrente, con vincolo di 24 mesi. L’attivazione, se fatta tramite i canali online, è completamente gratuita, rispetto a farla nei vari centri in tutta Italia. L’opzione LTE 4G per tutti i nuovi clienti è gratis, mentre invece per i vecchi clienti diventava a pagamento da inizio anno prossimo ed è inclusa anche l’opzione GigaBank, ovvero i Gb non finiti nel mese in corso si accumulano nei mesi successivi. Infine, due ottime novità sono i 6 mesi di Apple Music in regalo, per chi ha un iPhone o un iPad con sim, e la card blu Grande Cinema 3, che ci regala un biglietto in omaggio ogni due persone ai cinema aderenti all’offerta.
Le offerte della 3 Italia ALL-IN si possono trovare, con tutte queste caratteristiche, in due versione:
ALL-IN Master: chiamate illimitate verso tutti e 30 Gb di Internet al prezzo di 6,99 euro mensili
ALL-IN Power: chiamate illimitate verso tutti e ben 60 Gb di Internet al prezzo di 9,99 euro mensili (30 Gb in più di Internet a soli 3 euro in più rispetto alla Master).
Nel caso si è interessati anche ai normali sms, o si usa la tariffa base dove l’invio di un sms costa 29 centesimi, o si può attivare la promozione Play SMS Plus dove al costo di 2 euro mensili si possono inviare 300 messaggi.
Iliad, la nota società francese di telefonia, continua a proporre nuove offerte per contrastare gli altri operatori virtuali e non. Vodafone, Tim, 3 Italia sono solo alcuni operatori che hanno perso numerosi clienti a favore di Iliad. Grazie alle sue offerte a 5,99 euro e a 6,99 euro è riuscita in pochi mesi ad arrivare ad oltre 2 milioni di clienti. Un bel traguardo per un’azienda, che fin poco prima dell’inizio dell’estate, era sconosciuta nella nostra penisola. Visto le nuove offerte continue degli operatori italiani, Iliad mette a disposizione attualmente un’ottima offerta al prezzo di 7,99 euro.
L’offerta di Iliad
La società francese propone una tariffa al prezzo mensile di 7,99 euro, che contiene minuti illimitati verso tutti, sms illimitati, ben 50 Gb di Internet in velocità 4G, 4 Gb per navigare all’estero e 60 minuti per chiamare fuori Italia. Il prezzo di attivazione è gratis per questa offerta, bisogna solo pagare 9,99 euro per la nuova SIM. L’offerta è ottima per chi consuma molto Internet con la connessione dati e allo stesso tempo viaggia molto all’estero per lavoro e/o vacanza. La tariffa è attivabile, come riportato sul sito, solo per le prime 500.000 persone che la attivano.
Bisogna sottolineare però, che Iliad ogni tanto ha dei problemi di connessione e di rete, ricordando il problema nazionale di circa una settimana fa. L’operatore consiglia, per chi dovesse avere problemi ad utilizzare la connessione dati, di staccare momentaneamente il 4G e mettere il 3G, e successivamente riavviare il cellulare. Questo procedimento dovrebbe ripristinare il corretto funzionamento della connessione dati ad alta velocità.
Tra gli operatori storici presenti sul nostro territorio c’è sempre stata un’aspra competizione e anche se gli equilibri sembrano essersi attualmente spostati, questi contrasti non sono di certo spariti. Offerte dedicate ad uno piuttosto che ad un altro continuano a venir proposte, mese dopo mese e questo ottobre non ha fatto differenza.
In questa eterna lotta Tim non si è di certo tirata indietro tanto che ha presentato ufficialmente due nuove offerte dedicate ai clienti delle dirette rivali. Una è la Titanium + 17 GB Free + Minuti Illimitati mentre l’altra è la Deca Go + 17 GB Free + Minuti Illimitati; le differenze tra le due sono veramente poche.
Tim contro tutti
La prima delle due, chiamata anche Titanium 20GB, prevede minuti illimitati di chiamata verso tutti i numeri nazionali, non importa se di rete fissa o mobile, e 20 GB in traffico dati. Il costo è di 9,99 euro al mese ed è dedicata ai clienti di Wind e Tre; in realtà sembra essere disponibile anche per quelli dei molti operatori virtuali presenti in Italia.
La seconda, chiamata anche Deca Go 20G, garantisce minuti illimitati di chiamata verso tutti i numeri nazionali, sia di rete fissa che mobile, e 20 GB per la navigazione online. Il costo è più alto della precedente, 12 euro al mese ed è pensata per i clienti dell’operatore rosso, Vodafone.
Il costo di attivazione per entrambe è di 12 euro che sale a 32 se la nuova SIM necessaria per l’operazione non rimane attiva per almeno 24 mesi: i 20 euro aggiuntivi verranno scalati dal credito residuo. La nuova SIM ha un costo di 10 euro se presa nei negozi fisici mentre online il costo è di 25 euro, ma con la conversione di 20 come credito usabile.
In questo periodo Tim sembra intenzionata più del solito a rubare clientela alla concorrenza e lo sta facendo da diversi fronti. Da un lato abbiamo l’operatore virtuale, Kena Mobile, con cui sta presentando delle offerte veramente speciali; un percorso di continuità rispetto a quest’estate. Dall’altro abbiamo il brand principale che continua a sfornare offerte una dietro l’altra e lanciando qualche promozione ogni tanto.
Ormai da qualche anno la concorrenza non arriva solo dagli operatori storici, Wind Tre e Vodafone, ma anche dal nuovo arrivato Iliad e dalla moltitudine di operatori virtuali. Dato questo panorama frammentario anche le offerte devono adattarsi così da poter essere inserite nello spazio giusto.
Tim 7 ExtraGo New + 27GB Free + Minuti Illimitati
Tralasciando il lungo nome, quest’offerta si prefigge di conquistare più clienti possibili dai sopracitati operatori virtuali e da Iliad. Con una spesa di appena 7 euro al mese vengono garantiti minuti illimitati di chiamata verso tutti i numeri nazionali, sia di rete fissa che mobile, e 30 GB per la navigazione online.
Oltre al costo mensile c’è anche da pagare 10 euro per la nuova SIM e 12 euro per l’attivazione in sé; se la nuova SIM non rimane attiva almeno 24 mesi ci sarà un addebito extra di 20 euro. Questi sono i costi se l’operazione viene portata avanti di persona in un negozio Tim mentre se si procede online c’è una leggera differenza. La nuova SIM vedrà il prezzo salire a 25 euro, ma di questi 20 verranno convertiti direttamente come credito residuo rendendo il costo effettivo di soli 5 euro.
Il 79 d.C. è ricordato da molte persone come l’anno della tragica eruzione di Ercolano e Pompei. La data pare risalga intorno al 24 agosto tramite documenti trovati durante gli scavi. Il Vesuvio ebbe quell’anno una grande eruzione dove la troppa lava seppellì e distrusse le città.
Tramite questa tragedia abbiamo grandi testimonianze della vita nell’epoca dell’Impero Romano anche se dagli scavi è emerso che ci sia stata una piccola civiltà in epoca medievale. La città attuale di Pompei è stata fondata nell’Ottocento.
L’impatto dell’eruzione
Dall’eruzione pare che siano morte circa 1000 persone anche se non si saprà mai il numero esatto. Molti scheletri sono conservati attualmente in alcune camere sotto il lungomare di Pompei e sono servite ben 12 ampie camere delle antiche case romane.
L’eruzione fu molto potente, dagli studi sappiamo che sono fuoriuscite tonnellate di cenere, gas e pietre. La lava ha percorso circa 33km, distruggendo tutto ciò che trovava. La lava aveva una temperatura di circa 398°C e 500°C. L’energia termica del Vesuvio fu 1000 volte superiore alla strage atomica di Hiroshima e Nagasaki.
I recenti studi sulle vittime
La temperatura elevata ha riportato gravi danni nella popolazione. Un recente studio condotto sulle vittime ha rivelato che l’elevata temperatura abbia danneggiato tremendamente gli organi interni delle persone.
E’ una morte terribile da descrivere: il sangue delle persone ha bollito al loro interno, muscoli e organi interni sono fuoriusciti tra cui anche il cervello. Sono numerose le ossa trovate con pezzi di lava e detriti vulcanici solidificati al loro interno. Al posto degli organi interni si trova una grande quantità di lava solidificata. Vedere quel che rimane dell’antica città rabbrividisce: non sembrano salme ma statue. Sembra come se il tempo si fosse fermato a quel 24 agosto del 79 d.C.
Gli studi recenti hanno dichiarato come durante l’eruzione i fluidi corporei siano vaporizzati imminentemente a causa dell’eccessivo calore. Durante gli studi per la ricostruzione di Pompei nel Settecento un ingegnere topografico scoprì le immense vittime. Dal giorno i resti furono oggetto di numerosi studi importanti su tutti gli ambienti.
Lo studio ha rivelato anche come causa di morte di molte persone l’asfissia dovuta al flusso piroclastico. Nei recenti scavi è stato ritrovato anche un cavallo da corsa ancora integro, molto utile per scoprire di più sull’evento e sulla sua entità e riuscire a prevenire future eruzioni del Vesuvio e altri vulcani pericolosi come ad esempio l’Etna.
L’Etna è il vulcano più alto d’Europa, si trova in Sicilia nella provincia di Catania e fa parte della catena montuosa delle Nebrodi. Il vulcano si è originato nel Quaternario, vive da circa 500 mila anni e a differenza dei coetanei Vesuvio e Stromboli ha un costante periodo di eruzione. Molti abitanti della zona hanno infatti sottolineato come il vulcano abbia sempre una nuvola di fumo perenne sulla sua cima, a volte più chiara, a volte più scura a seconda dell’eruzione. Stromboli e Vesuvio invece alternano periodi di calma a periodi di movimenti magmatici.
Attualmente l’Etna si trova in un continuo ciclo eruttivo dal settembre 2013. Con ciò l’Etna sta costantemente vomitando materiale sulle sue pendici e la gravità tira quel nuovo materiale verso il basso.
Il collasso gravitazionale
Uno studio recente ha dimostrato che l’Etna piano piano collasserà verso il mare. In 30 anni le sue pendici si sono già mosse verso la costa e le sue piste continuano sotto la costa siciliana e nel Mediterraneo. Prima di questo studio nessuno aveva misurato come il fianco si muovesse sotto il livello del mare.
Il vulcano è stato monitorato dall’aprile 2016 al luglio 2017 tramite dei nuovi sistemi elettronici che con onde sonore rivelano cambiamenti nel fondale marino durante il periodo di studio.
Per una settimana a maggio 2017 una faglia sul fianco sottomarino della montagna ha spostato la superficie di 4 centimetri. Il movimento è avvenuto senza rottura della faglia o onde sismiche, ma piuttosto come scivolamento graduale. Da ciò i ricercatori hanno affermato che la camera magmatica non influenzi questi movimenti che sono al contrario dovuti dalla gravità. Lo scivolamento dei versanti della montagna è dovuto dalle semplici leggi gravitazionali. La forza di gravità in quella zona è talmente alta da attirare le pendici della montagna sopra e sotto l’acqua.
E’ grazie a questo movimento che si può giustificare come la montagna abbia periodi di quota altalenante. Nel 1978 ad esempio era stata raggiunta la quota di 3.345 m e nel 2010 quella di 3.350 m.
Dai registri geologici si constata che altri vulcani hanno avuto migliaia di anni fa la stessa sorte dell’Etna e sono finiti per crollare in modo catastrofico e hanno provocato frane davvero grandi e molto veloci. E’ il caso dei vulcani presenti in Sardegna, terra molto antica che presentava migliaia di anni fa un’intensa attività vulcanica poi “improvvisamente” cessata. Da questi movimenti ad esempio è nato il lago di Baratz, unico lago naturale dell’isola presente nella zona di Alghero.
Attualmente è necessario un maggiore monitoraggio per rilevare se ci sono cambiamenti nel modo in cui la pendenza si sta muovendo e per stimare il suo rischio di collasso. Il collasso potrebbe non solo causare danni via terra ma anche tsunami. Al momento l’unica precauzione da prendere è monitorare costantemente il vulcano.
Nel Cerro Armazones, a circa 130 km a sud-est della città cilena di Antofagasta, sarà costruito il telescopio con lo specchio più grande del mondo. L’Extremely Large Telescope o ELT avrà una cupola “delle dimensioni di una cattedrale“, afferma lo European Southern Observatory, la più grande agenzia intergovernativa di astronomia al mondo. I lavori sono iniziati nel 2017 e dovrebbero terminare nel 2024.
Come sarà il grande telescopio del Cile
Il nuovo telescopio potrebbe “rivoluzionare la nostra percezione dell’Universo tanto quanto il telescopio Galileo ha fatto 400 anni fa“, ha affermato l’ESO. L’ELT avrà uno specchio primario di 39 metri, la metà della lunghezza approssimativa di un campo da calcio e sarà il più grande telescopio ottico al vicino infrarosso nel mondo. “Quando l’ELT sarà completato, nessun telescopio sulla Terra, già presente o futuro, sarà paragonabile“, ha detto il portavoce dell’ESO Calum Turner. “Ad esempio, il Very Large Telescope o VLT di Cerro Paranal in Cile, anch’esso dell’ESO, così come i più grandi telescopi delle Hawaii, hanno specchi di circa 10 metri“.
Ciò significa che il nuovo telescopio al Cerro Armazones catturerà tra 10 e 20 volte più luce rispetto ai più grandi telescopi ottici che operano oggi.
Quasi 800 esagoni
Una delle grandi sfide per l’ESO è stata la progettazione e la costruzione dello specchio principale di 39 metri. “Questo specchio è composto da 798 segmenti esagonali, che sono attualmente fabbricati dalla società tedesca Schott, prima di essere lucidati dalla società francese Safran Reosc“, ha spiegato Turner.
Ciascuno dei quasi 800 segmenti ha una larghezza di 1,4 metri e uno spessore di soli 50 mm. “Per compensare le aberrazioni causate nell’immagine dalla turbolenza atmosferica, sono integrati specchi adattativi. Uno di questi specchi si trova su oltre 6.000 attuatori che possono distorcere la forma mille volte al secondo“, spiega ancora l’ESO.
Attuatori o attivatori basati su sensori assicurano inoltre che tutti i segmenti funzionino insieme come un grande specchio, compensando eventuali problemi causati da vibrazioni, vento o cambiamenti di temperatura. Ogni segmento pesa 245 kg, ma può essere spostato da attuatori con una precisione di un nanometro (un miliardesimo di metro).
Vicino infrarosso
Il telescopio cattura la luce visibile e il vicino infrarosso. “Il modo più semplice per spiegare la radiazione infrarossa è dire che è calore“, ha detto Turner. “È una radiazione elettromagnetica con una lunghezza d’onda più lunga della luce visibile che raggiunge i nostri occhi“. L’astronomia utilizza una varietà di lunghezze d’onda, perché le diverse lunghezze d’onda della radiazione elettromagnetica offrono agli astronomi dati diversi, ha spiegato il portavoce dell’ESO.
“L’astronomia a infrarossi, in particolare, consente agli scienziati di ottenere informazioni sulla composizione di pianeti e stelle ed è anche vitale rilevare la luce da fonti nascoste dietro le nuvole di polvere interstellare“.
Esopianeti
L’ELT “affronterà una delle più grandi sfide scientifiche del nostro tempo“, secondo Turner. Il telescopio cercherà pianeti extrasolari o esopianeti, cioè pianeti che orbitano attorno ad altre stelle, simili alla Terra in “zone abitabili” in cui potrebbe esistere la vita.
Il telescopio contribuirà anche allo studio dell’energia oscura, la misteriosa forza che sarebbe responsabile di accelerare l’espansione dell’universo e della materia oscura, che non emette o assorbe la luce visibile, ma impatta altri organismi. Le galassie a spirale, per esempio, ruotano più velocemente di quanto dovrebbero se l’unica materia che esisteva in esse fosse quella visibile.
L’ELT contribuirà allo studio della materia oscura, spiegherebbe perché le galassie a spirale ruotano più velocemente di quanto dovrebbero se l’unica materia che esisteva in esse fosse quella visibile. Il tipo di materia che conosciamo costituisce solo il 4% circa dell’universo, secondo le teorie correnti. Il resto è ciò che è stato chiamato materia oscura (circa il 26%) e energia oscura (70%).
“Siamo soli nell’universo?“, si domanda l’ESO. “L’ELT ci farà fare un passo avanti verso la risposta e questo rappresenta un enorme progresso per l’umanità“.
Ma voi lo sapevate che esiste tutta una serie di codici che potrebbero interessare chiunque possegga uno smartphone? Bella osservazione, starete dicendo voi, ben sapendo che oggi tutti possiedono almeno un dispositivo. Tuttavia, non tutti sanno che la maggior parte degli smartphone nasconde segreti che molti utenti ignorano completamente.
Questo testo garantisce che la maggior parte degli smartphone abbia funzioni nascoste a cui è possibile accedere contrassegnando specifiche serie di simboli e numeri. Tutto ciò dà accesso a “porte” segrete che, sicuramente, non avrai mai bisogno di usare, ma che a volte possono essere molto utili.
Quali sono questi codici? Dipende se si possiede un device Android o un iPhone. Ma, in entrambi i casi, dovresti contrassegnarli come se dovessi chiamare quel numero (a seconda del marchio che potresti dover segnare). Se possiedi un Huawei o un Motorola, però, non sarai in grado di usarli perché i produttori li hanno disabilitati.
E, attenzione, perché alcuni di questi codici potrebbero far ripristinare il telefono allo stato di fabbrica.
Alcuni dei codici segreti per Android
* # 06 # Visualizza il codice IMEI del telefono, necessario al momento della segnalazione del furto del dispositivo.
* # * # 4636 # * # * Visualizza tutte le informazioni sul dispositivo, incluse le statistiche sull’utilizzo e sulla batteria.
* # 0 * # Menu informazioni.
* # * # 0842 # * # * Test di luminosità e vibrazione.
* # * # 34971539 # * # * Visualizza le informazioni sull’hardware della videocamera.
* # * # 3264 # * # * Mostra il tipo e la versione della RAM.
* # * # 7262626 # * # * Test sul campo (consente di misurare con precisione la forza dei segnali ricevuti dal telefono, nel caso in cui si desideri installare un sistema di potenziamento del segnale).
E codici segreti per iOS
* 3001 # 12345 # * Field Test Mode o Field Test: mostra tutte le informazioni sulle opzioni di rete, sul segnale e su altri dati della SIM card.
* # 06 # Visualizza il codice IMEI del telefono.
* # 43 # Controlla se la chiamata in attesa è attivata o disattivata.
* 3370 # EFR abilitare o disabilitare la modalità di miglioramento della qualità della chiamata del tuo iPhone.
* 67 prima di un numero di telefono: chiamata anonima (il tuo numero non verrà visualizzato nell’ID chiamante del destinatario).
Nonostante le diverse critiche ricevute in questi mesi, Fortnite è ormai diventato il videogioco più famoso e giocato nel mondo. Basta pensare che la Epic Games, l’azienda produttrice, ha ricavato in un anno oltre 120 milioni di fatturato. Questo merito dei continui aggiornamenti, miglioramenti e modifiche apportati al gioco costantemente in questo anno. Inizialmente, Fortnite era già disponibile per Pc e su Ps4 al prezzo di 40 euro, ma era semi-sconosciuto. Il grande balzo in avanti è stato fatto quando l’azienda ha deciso di renderlo completamente gratuito, su tutte le console, portando milioni e milioni di persone a giocarci. Dopo il grande successo, la Epic Games ha voluto portare Fortnite anche sui dispositivi mobili, tra cui quelli con Android.
Fortnite disponibile su Android
Inizialmente, era stata lanciata una beta di Fortnite, dove solo pochi device potevano scaricarla e servivano dei particolari inviti da altre persone per giocarci. Dopo diversi mesi di beta privata, oggi finalmente è stata resa aperta a tutti. Il gioco non si trova su Play Store, bensì bisogna scaricarlo sul sito di Epic, e seguire le procedure lì descritte. Essendo un gioco molto ampio e giocabile esclusivamente online, gli smartphone/tablet devono avere dei requisiti minimi per farlo girare, nello specifico 3 GB di RAM, un acceleratore grafico Adreno 530 o maggiore, e un software almeno Android Oreo 8.0. L’azienda ha pubblicato una lista con tutti i dispositivi compatibili, che elencheremo qui sotto. Nel caso il vostro device non sia presente in lista, ma soddisfa i requisiti scritti sopra, si può provare comunque a scaricarlo e giocarci.
E’ un periodo molto pieno di novità e presentazioni nell’ambito degli smartphone. Ogni azienda cerca di lanciare per il nuovo anno cellulari sempre più performanti e belli esteticamente. Ovviamente, il “nemico” principale da battere è la Apple con i nuovi iPhone. Samsung, la famosa azienda sud coreana, ha lanciato ufficialmente solo un nuovo cellulare, ma molto interessante, il Samsung Galaxy A9, che presenta alcune novità ottime.
Scheda tecnica Samsung Galaxy A9
Il display di questo nuovo Galaxy è molto ampio, ben 6,3′ super AMOLED con risoluzione in FHD+. Il processore è uno Snapdragon 660 con ben 6 Gb di memoria RAM e 128 gb di memoria interna, ovviamente espandibile con micro sd. Questo comparto tecnico assicura prestazioni elevate anche in casi di multitasking. La batteria è di 3800 maH, che permette una durata di un giorno abbondante, e, novità rispetto agli altri Galaxy, il lettore d’impronte digitali non è davanti bensì è posteriore. Infine, riguardo al software, il cellulare viene lanciato con Android Oreo 8.0, ma probabilmente verrà effettuato subito il passaggio ad Android 9.0 Pie.
Il comparto fotografico
Le fotocamere sono il punto più interessante di questo nuovo Samsung. Infatti, per la prima volta in assoluto ha ben 4 fotocamere posteriori, il massimo era stato una fotocamera tripla. E’ importante dire che le fotocamere non sono messe casualmente, bensì ognuna ha un proprio specifico scopo. Quella principale è da 24 mp che aiuta a scattare foto anche in condizioni di bassa luminosità. La seconda fotocamera è da 5 mp ed ha il compito di garantire la profondità di campo, l’effetto bokeh presente anche negli iPhone. La terza fotocamera è di 10 Mp con uno zoom ottimo 2X per evitare di fare scatti sgranati. Infine, l’ultima fotocamera, da 8 Mp è ottima per fare foto molto larghe visto che ha un ottica grandangolare con un’apertura focale di 120°. C’è anche una fotocamera frontale, di 24 megapixel e messa a fuoco fissa.
Il telefono verrà messo in commercio dal mese di Novembre, e si può trovare in tre colorazioni, blu, rosa e nero al prezzo iniziale di 629 euro.
Google Maps aiuta a scoprire il mondo attorno a noi, possiamo vedere in anteprima ed esplorare luoghi in tutto il mondo. Possiamo usare Street View per vedere la strada che dobbiamo percorrere per andare a lavoro il primo giorno, per cercare il negozio nuovo che ci hanno consigliato e per molto altro. Insomma le immagini possono rivelarsi utili in molti modi per gli utenti di Google Maps.
Mai quanto lo sono state però per un uomo Peruviano che ha avuto proprio con Street View, la conferma del tradimento di sua moglie.
L’ex moglie e l’amante nel luogo più romantico di Lima
Mentre l’uomo osservava infatti il Puente de los Suspiros, uno dei posti più romantici nel distretto di Barranco a Lima, ha scoperto sua moglie insieme ad un’altro uomo. La donna era seduta su una panchina, ed accarezzava i capelli ed il volto del suo amante sdraiato con la testa appoggiata sulle sue gambe. Nonostante i volti oscurati per ovvie ragioni di privacy, l’uomo ha riconosciuto la sua signora senza alcun dubbio, dai suoi vestiti e dai capelli.
Stando a quanto ha raccontato l’uomo al quotidiano peruviano “Todas Noticias”, la foto su Street View immortala in realtà quella che ormai e la sua ex la moglie con il suo amante. La foto risale infatti al 2013, ed attualmente la coppia è già separata, ma l’immagine è servita come prova dell’infedeltà comunque sospettata quando i due erano ancora moglie e marito.
Quello che è accaduto a quest’uomo è ormai virale sui social network in Perù. Molti i messaggi di solidarietà verso di lui e anche qualche risata. L’uomo non è comunque l’unico ad aver scoperto il tradimento in questo modo. Lo stesso accadde infatti ad una signora che scoprì suo marito con un’altra donna in una città messicana.
L’arrivo di iOS 12.0.1 doveva sistemare tutti i problemi sorti con la precedente versione del sistema operativo. Gli utente lo speravano ed Apple era sicura del prodotto rilasciato tanto che ha anche iniziato ad impedire il ritorno ad iOS 11. All’inizio sembra così tanto che i problemi di connettività e quelli in merito alla ricarica degli iPhone XS e XS Max sono stati sistemati.
Detto questo, non tutto è tornato alla normalità e un inconveniente sembra essere rimato radicato nel software. Il problema è quello in merito all’applicazione messaggistica propria di Apple ovvero iMessage. Le lamentele si stanno accumulando sul fatto che i messaggi continuano ad essere inviati ai contatti sbagliati. La ragione principale è da ricercare nel nuovo sistema che mette insieme tutti i contatti che fanno riferimento alla stessa persona, o meglio, allo stesso ID.
Occhio a chi inviate i messaggi
A questo punto sorge il dubbio che ad Apple non abbia intenzione di fare dietrofront e che i problemi che stanno sorgendo derivano solo dalla novità. Gli utenti stanno continuando a mandare i messaggi alle persone sbagliate, come ex mariti o ex mogli, solo perché sono legati al vecchio sistema. Serve tempo per fare familiarità con la nuova organizzazione dei contatti tramite ID; un problema è che i membri della famiglia o gli amici possono condividere lo stesso ID.
L’idea a monte della novità si basa sul fatto che Apple vuole spingere gli utenti ad usare l’ID fornito dalla compagnia. Questo può risultare problematico dal momento che molti utenti hanno condiviso in passato l’ID per l’acquisto di applicazioni o contenuti di iTunes.
Non resta da vedere che intenzioni avrà la compagnia visto le lamentele che si stanno accumulando.
In questi giorni Wind ha inserito nel proprio catalogo attivo un’offerta particolarmente allettante. Si tratta della Smart Special 5 ed è pensata per fare concorrenza ai soli operatori virtuali. Per cercare di coprire più clientela possibile non si è limitata a presentare quest’ultima, ma ne ha proposte delle altre della famiglia All Inclusive.
Le offerte di Wind
Partendo col punto forte abbiamo proprio la Smart Special 5 la quale garantisce minuti illimitati verso tutti i numeri nazionali, non importa se di rete fissa o mobile, e 30 GB per la navigazione online. Il costo mensile è di 5 euro mentre quello di attivazione e della nuova SIM risultano entrambi di 10 euro. Le soglie sono in linea con le offerte proposte dalla maggior parte degli operatori virtuali, ma con un prezzo leggermente più basso; è dedicata ai clienti di alcuni degli operatori virtuali eccetto ho. mobile e CoopVoce.
L’altro paio di offerte proposte da Wind sono la All Inclusive e la All Inclusive Young. La prima garantisce minuti illimitati di chiamata verso tutti i numeri nazionali, 100 SMS e 20 GB di traffico dati anche in 4G. Il costo è di 12 euro a al mese che può diventare 10 nel caso si decidesse di pagare con Carta di Credito.
La seconda è dedicata a tutti i clienti sotto i 30 anni dell’operatore e prevede le stesse soglie della precedenza. La differenza sta nel prezzo mensile che scende a 9 euro al mese di default; se si sceglie l’addebito tramite carta o conto corrente allora i GB diventano 30 al mese. Il costo di attivazione di entrambe è di 3 euro per i nuovi clienti che sale a 19 per gli attuali.
Avete già guardato i regali proposti da Happy Friday?
Il servizio di messaggistica di WhatsApp, di proprietà di Facebook dal 2014, prevede di introdurre annunci pubblicitari nella sezione di stato dell’applicazione, sia per dispositivi iOS che Android. La notizia circola ormai da giorni, ma è cosa ormai ben nota e ormai determinata.
La sezione dello stato consente agli utenti di condividere testo, foto, video e GIF animate che scompaiono 24 ore dopo la loro pubblicazione.
Una “minaccia” ora realtà
Le voci relative agli annunci su WhatsApp sono apparse per la prima volta alla fine del mese scorso, anche se all’epoca la “sorpresa” o la “minaccia” che dir si voglia era rivolta solo all’applicazione per i dispositivi con il sistema operativo iOS. Ora, sembra che la novità interesserà anche i dispositivi Android.
Secondo il portale WABetaInfo, specializzato in notizie relative a tutte le novità di WhatsApp, l’applicazione di messaggistica sta implementando gli annunci nella sezione di stato della versione beta per Android 2.18.305. “Non sono ancora visibili e la funzionalità verrà attivata in futuro“, afferma un messaggio postato dal portale su Twitter.
I piani di Facebook per la monetizzazione grazie a questa app, che ora conta più di un miliardo e mezzo di utenti, sono stati la ragione per cui uno dei co-fondatori di WhatsApp, Brian Acton, ha lasciato la partnership con Facebook nella metà dello scorso anno. Come lui stesso avrebbe spiegato alla rivista Forbes. Il secondo fondatore della rete di messaggistica WhatsApp, Jan Koum, anche ha deciso di lasciare lo scorso aprile, sostenendo come le divergenze di opinioni e di obiettivi con Facebook fossero incolmabili.
Chi ha subito interventi chirurgici o fratture sa bene cosa siano le fitte post traumatiche in periodi di grande freddo o in giorni piovosi. L’umidità dovuta ai giorni di pioggia e di freddo è in grado di penetrare nella pelle e la parte sottoposta a trauma è più sensibile rispetto alle altre zone del corpo. Il cervello elabora questa sensibilità e la trasmette sotto forma di dolore.
Altre persone soffrono nei giorni di pioggia di grande emicrania. Da sempre si è trovata questa correlazione ma nessuno sa bene da cosa derivi. O meglio nessuno lo sapeva fino a un recente studio americano.
Adesso che è in arrivo il freddo e con gli ultimi temporali calabresi e sardi si è registrato un forte incremento di questi sintomi. Molte persone non riescono a tollerarlo bene e purtroppo sono costrette ad andare all’ospedale. Sono persone resistenti ai farmaci ma anche con una vita molto stressante.
Lo studio pubblicato su PNAS
Durante l’ultimo decennio negli Stati Uniti sono stati raccolti dei campioni da parte di pazienti sottoposti al test durante i cambiamenti climatici. Il test è servito proprio a trovare una correlazione scientifica tra meteo e mal di testa.
Dallo studio si è dimostrato che esistono dei peggioramenti di salute dovuti al surriscaldamento globale (effetti che si vedono in grande durata nel tempo) ma anche dovuti a cambiamenti di pressione atmosferica (alternanza improvvisa di caldo e piogge nella stessa stagione). Soprattutto in America si nota un peggioramento di salute in momenti precedenti all’arrivo di un ciclone. Le emicranie purtroppo sono soggette all’aumento notevole da cui a 10 anni a causa del surriscaldamento globale, a meno che si prenda una precauzione per salvaguardare il pianeta e quindi anche la salute dei cittadini.
Si è dimostrato inoltre che in molti casi il mal di testa è dovuto dall’annuncio metereologico dell’arrivo di un evento catastrofico come cicloni, uragani, trombe d’aria, tempeste e allerte meteo. Questa è una riposta allo stress. Possiamo affermare che inconsciamente abbiamo molta paura dei danni che possa arrecare un ciclone, tromba d’aria, alluvione. Siamo molto legati ai nostri beni materiali e avere il terrore che entro poche ore possa arrivare qualcosa e distruggere la nostra casa e con essa anni di sacrifici. La paura e lo stress li somatizziamo con forte emicrania.
Lo studio ha rivelato che un aumento di 1 grado Celsius è associato ad un aumento del 2% dell’incidenza di emicranie. Gli stessi dati sono stati analizzati durante l’uragano Katrina dove invece l’aumento è stato del circa 4%.
La ricerca ha dimostrato alti livelli di ansia e disturbo da stress post-traumatico tra le persone colpite dall’uragano Katrina e simili le osservazioni hanno seguito alluvioni e ondate di calore, ma anche incendi boschivi. Sull’incidenza emicranica ci sono da valutare anche fattori genetici come la nascita pre-termine, basso peso alla nascita e complicanze materne.
Le possibili soluzioni
Questi dati dovrebbero aiutare i Governi mondiali per prendere delle soluzioni per il cambiamento climatico. I Governi dovrebbero incentrarsi per combattere il cambiamento climatico e le sue malattie sociali.
Al momento è stata studiata una soluzione per la salute. Si tratta di un cuscinetto contro lo stress aggiunto per la salute mentale presentato dai cambiamenti climatici.
In mancanza di cure certificate ogni persona, soprattutto le farmaco-resistenti, adotta ogni soluzione. C’è chi dorme, chi beve un the, chi corre, chi legge. Per molti ormai è diventata un’abitudine con la quale condividere le giornate ma speriamo che presto si trovi una soluzione utile all’uomo e all’ambiente.
Da più di un anno diversi scienziati in tutto il mondo si preparano per affrontare la sfida epocale di ottenere l’immagine di un buco nero. La difficoltà di questo esperimento risiede proprio nella natura stessa dei buchi neri.
Perché non è possibile fotografare un buco nero
Un buco nero è una regione dello spaziotempo con una massa gravitazionale talmente elevata da intrappolare al suo interno qualsiasi cosa, anche la luce. Questo rende il buco nero, più che un corpo fisico fotografabile, un “ammasso di gravità”.
Ciò che rende invisibili i buchi neri, ed intrappola la luce, è l’attraversamento dell’orizzonte degli eventi, ovvero il suo confine, da parte della materia. Questo confine rappresenta una specie di uscita dall’universo a senso unico. Il suo attraversamento non produrrebbe nessun effetto turbolento, ma impedirebbe comunque di tornare indietro anche alla luce.
Da oltre un decennio tre astrofisici, Heino Falcke, Fulvio Melia e Eric Agol, si stanno preparando per trovare un modo di intravedere almeno la silhouette di un buco nero. Spinti dalla nascita di una nuova categoria di radiotelescopi, i ricercatori hanno iniziato a studiare Sagittarius A*, il buco nero supermassivo che si trova nel centro della Via Lattea.
Dai calcoli ricavati sullo studio dei buchi supermassivi, si nota che la materia ed i gas entrano nei buchi neri con delle spirali, formando una corona di gas e materia attorno ai buchi neri. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che combinando osservazioni simultanee di un insieme di radiotelescopi distribuiti su tutto il pianeta, sarebbe stato possibile vedere l’ombra di Sagittarius A*. Tutte queste osservazioni contemporanee andrebbero effettuate nella banda radio ad alta frequenza. Quello che dovrebbe apparire sono i raggi luminosi che formano le spirali di materia in entrata, e all’interno di questi il buio più completo che rappresenta appunto il buco nero.
Un telescopio grande come il nostro pianeta
Il sistema di radiotelescopi sparsi su tutto il pianeta coinvolge scienziati di tre continenti diversi (America, Asia ed Europa) ed è conosciuto come Event Horizon Telescope (Eht). I risultati di queste colossali osservazioni permetteranno forse di comprendere come si sono formati i buchi neri supermassivi. Forniranno inoltre preziosi indizi sulle zone interne dei buchi neri. Quello che è però più importante, è che permetteranno di confutare la validità della teoria della relatività generale.
Il buco nero supermassivo Sagittarius A* si trova al centro della Via Lattea in una regione quindi molto affollata. Per questo va osservato con una frequenza radio molto alta (230GHv), per poter oltrepassare le nubi di polveri e gas che si trovano tra noi e lui.
Data la sua lontananza dalla Terra e il disturbo della materia nello spazio, per poterlo osservare bisogna quindi ricorrere alla tecnica dell’interferometria radio a lunghissima linea di base o Vlbi. Questo consiste nel collegare diversi radiotelescopi sparsi sulla Terra, in modo che elaborino immagini simultanee. Per essere sicuri che siano perfettamente sincronizzati, i diversi radiotelescopi sono dotati di orologi atomici estremamente precisi.
Oltre ad essere sincronizzati, i telescopi devono avere un potere esplorativo sufficiente per ingrandire adeguatamente Sagittarius A*. Dato che la distanza tra le due antenne più lontane è quella che da il potere esplorativo di tutto l’insieme, nel progetto Eht questa distanza ha le dimensioni della Terra. Questo si spera permetta di fotografare Sagittarius A*.
Il telescopio grande come la Terra non basta per fotografare un buco nero
Nonostante la combinazione dei radiotelescopi, il campo visivo non è ancora abbastanza grande. Questo ha portato gli astrofisici a utilizzare anche la rotazione terrestre per completarlo. Nonostante questo, non è ancora abbastanza, si dovrà quindi ricorrere a nuove e complicate tecniche di elaborazione dell’iimagine. Tutto questo produrrà una mole infinita di dati che richiederà molto tempo per l’elaborazione dell’immagine finale.
Il primo ciclo di osservazioni svolte tra Francia, Messico, Cile, Arizona, Hawaii e Polo Sud, sono stati raccolti più di 65 ore di dati. Questa infinita mole di dati è stata affidata a 4 gruppi diversi di ricercatori. Questi diversi team elaboreranno i complessi dati in maniera indipendente. Questo al fine di ridurre al minimo la possibilità di contaminazione e di lasciarsi influenzare dai risultati degli altri.
Data la infinita mole di dati, la complessità della loro elaborazione e a volte anche la difficoltà di reperire e spedire i dati raccolti in aree così lontane del pianeta, ci vorrà molto tempo prima che si riesca ad ottenere un immagine di Sagittarius A*.
Che cosa comporterebbe avere un’immagine di un buco nero
Ottenere un’immagine di un buco nero potrebbe confermare le predizioni fatte da tutti i modelli matematici e le simulazioni fatte sino ad ora. Oppure modificarle o smentirle completamente. Se le ricerche su Sagittarius A*, mostreranno quello che gli astrofisici si aspettano, vorrà dire che Einstein aveva capito la struttura dello spaziotempo un secolo fa. Altrimenti potrebbero aprirsi nuovi scenari ancora più stimolanti che potrebbero aprire la porta a leggi ancora più profonde, di cui la teoria di Einstein era solo l’inizio.
Forse non sarà possibile ottenere l’immagine di un buco nero, data la complessità dei dati da osservare. Comunque anche se riuscissero ad ottenerla, per i ricercatori non sarebbe comunque una conclusione. La conoscenza delle profonde intimità di un buco nero, darebbe infatti un nuovo inizio allo studio di questi corpi celesti e di tutte le teorie finora formulate su di loro.
Un team di astronomi, utilizzando l’ultimo set di dati della missione Gaia dell’ESA per cercare stelle ad alta velocità espulse dalla Via Lattea, alla fine sono stati colti di sorpresa. Ad aprile, il Gaia Space Observatory ha elaborato un catalogo senza precedenti di oltre un miliardo di stelle.
Gli astronomi di tutto il mondo hanno lavorato incessantemente negli ultimi mesi per esplorare questo straordinario insieme di dati, esaminando le proprietà e i movimenti delle stelle nella nostra galassia e oltre con una precisione mai raggiunta prima, dando origine ad una moltitudine di nuovi e studi intriganti.
La Via Lattea contiene più di cento miliardi di stelle. La maggior parte si trova su un disco con un centro denso e gonfio nel mezzo del quale si trova un buco nero supermassiccio. Il resto è sparso in un alone sferico molto più grande. Le stelle circondano la Via Lattea a centinaia di miglia al secondo e i loro movimenti contengono una grande quantità di informazioni sulla storia passata della Galassia.
Una classe di stelle iperveloci
La classe più veloce di stelle nella nostra galassia si chiama le stelle iperveloci, che presumibilmente iniziano la loro vita nei pressi del Centro Galattico, solo per essere rilasciato verso il bordo della Via Lattea, attraverso le interazioni con il buco nero.
Finora è stato scoperto un piccolo numero di stelle iperveloci e il secondo rilascio di dati recentemente pubblicato da Gaia offre un’opportunità unica per cercarne altre. Subito dopo la sua uscita, diversi gruppi di astronomi si sono aggrappati al set di dati nuovo di zecca alla ricerca di stelle a iper-velocità. Tra questi, tre scienziati dell’Università di Leiden, in Olanda, hanno avuto una grande sorpresa.
Per 1,3 miliardi di stelle, Gaia ha misurato le posizioni, i parallassi – un indicatore della distanza – e i movimenti 2D nel piano del cielo. Per sette milioni delle più brillanti, ha anche misurato quanto velocemente si muovono verso di noi o lontano da noi. “Dei sette milioni di stellecon misure di velocità in 3D, ne abbiamo trovato una ventina che potrebbero essere in viaggio abbastanza velocemente da poter sfuggire alla Via Lattea“, spiega Elena Maria Rossi, uno degli autori di un nuovo studio gli autori, pubblicato nel mese di settembre nelle Monthly Notices della Royal Astronomical Society.
Con loro sorpresa, i ricercatori hanno scoperto che solo 7 di queste 20 stelle iperveloci si stavano allontanando dalla Via Lattea. In effetti, le altre 13 stelle stanno andando a spirale ad alta velocità verso il centro della nostra galassia. “Invece di volare via dal Centro Galattico, una parte delle 20 stelle ad alta velocità che abbiamo visto sembra volare verso di lui“, ha aggiunto l’astronomo italiano Tommaso Marchetti, co-autore dello studio. “Questi 13 potrebbero essere stelle di un’altra galassia, che attraversano la Via Lattea“.
È possibile che questi intrusi intergalattici provengano dalla Grande Nube di Magellano, una galassia relativamente piccola che orbita intorno alla Via Lattea, o che potrebbe originarsi in una galassia ancora più lontana. Se questo è il caso, essi contengono il segno del loro luogo di origine e studiarli a distanze molto più vicine a quello della sua galassia madre potrebbe fornire informazioni senza precedenti sulla natura delle stelle in un’altra galassia – simile allo studio di materiale marziano portato sulla Terra dai meteoriti. “Le stelle possono essere accelerate ad alta velocità quando interagiscono con un buco nero supermassiccio“, spiega l’astronoma.
Una spiegazione alternativa è che queste stelle appena identificate potrebbero essere native dell’alone della nostra galassia, accelerate e spinte verso l’interno attraverso le interazioni con una delle galassie nane che cadevano verso la Via Lattea durante la sua storia di costruzione. Ulteriori informazioni sull’età e sulla composizione delle stelle potrebbero aiutare gli astronomi a chiarire la loro origine.
I nuovi dati Gaia aiuteranno a determinare la natura e l’origine di queste stelle in modo più accurato, e il team utilizzerà telescopi a terra per saperne di più su di essi. Nel frattempo, l’osservatorio spaziale dell’ESA continua a fare osservazioni dell’intero cielo, comprese le stelle analizzate in questo studio.
Oltre ai vari Pc, tablet e smartphone, un altro oggetto tecnologico che sta avendo grande successo sono i fitness tracker. Sono una specie di orologi che hanno diverse funzioni, tra cui la principale è quella di monitorare la frequenza cardiaca della persona. Proprio per questa ottima funzione, tantissimi sportivi, soprattutto chi fa sport aerobici, hanno deciso di acquistarli per monitorare costantemente lo sforzo durante l’attività fisica. Inoltre, recentemente, allo Xiaomi Mi Band 3, uno dei più famosi wearable, è stata aggiunta la modalità NFC per pagare istantaneamente nei negozi. In Cina, ultimamente fanno molto notizia i fitness tracker per un aspetto alquanto bizzarro.
Il caso dei fitness tracker in Cina
I possessori dello Xiaomi Mi Band 3 hanno scoperto, in modo casuale, che se attacchiamo il wearable su un rotolo di carta igienica esso rivela una frequenza cardiaca. Sono numerose le immagini che sono state pubblicate sul caso sui vari social. Lo stesso accade anche per altri oggetti cilindrici, come lattine, bottiglie ecc.
Abacus, un noto sito di tecnologia cinese, ha confermato che la frequenza cardiaca di un rotolo di carta igienica, misurata con uno Xiaomi Mi Band 3, è di 81 BPM, mentre per una banana è di 77 BPM. Si può pensare, quindi, che è un difetto o bug del wearable di casa Xiaomi, ma non è così. Anche altri fitness tracker, tra cui anche il costoso Apple Watch Serie 4, rileva in questi oggetti inanimati una frequenza cardiaca, anche se minore.
Si è scoperto che ciò è dovuto al fatto che gli oggetti in questione possono riflettere le luci e così confondere i sensori di localizzazione. Infatti, un fitness tracker, utilizza una luce verde, poi assorbita dal sangue, per creare una frequenza cardiaca precisa. Questo processo è noto come photoplethysmography (PPG). Le varie case di produzioni dei wearable non hanno fornito spiegazioni sull’accaduto, ma un’ingegnere dell’Abaco ha confermato che, visto che sono dispositivi non predisposti a essere utilizzati su oggetti, è normale che i sensori PPG possano erroneamente assorbire della luce riflessa e prodorre una frequenza cardiaca “fantasma”.
Le piattaforme di streaming di contenuti video e musica online stanno spopolando su Internet. Basta pensare come la famosa piattaforma Netflix ha fatturato in un anno quasi 12 miliardi di dollari. Anche Amazon ha deciso di creare una sua propria piattaforma on-demand, con discreto successo. Prendendo spunto da queste due piattaforme, anche le aziende di smartphone hanno deciso di entrare in questo settore. Prima Huawei, che ha lanciato ufficialmente la sua piattaforma, Huawei Video, e ora Apple sembra essere decisa a lanciare un programma per trasmettere film, serie tv e musica on-demand.
La piattaforma di Apple
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal il mese scorso, l’azienda di Cupertino permetterà ai suoi clienti che hanno un iPhone o un iPad di guardare film e serie tv on-demand con il canale TV già pre-installato sui dispositivi. Inizialmente, i contenuti offerti saranno originali con la possibilità di vedere programmi da canali terzi quali HBO e Starz, a pagamento. Secondo CBNC, un canale europeo e anche italiano che tratta principalmente di economia, inizialmente sarà gratuita ma successivamente diventerà una piattaforma a pagamento, come le altre. Apple offre gratuitamente per tre mesi lo streaming di musica, mentre per quello video non si sa per quanto rimarrà free per i clienti Apple. L’azienda, infatti, ha speso oltre 1 miliardo di dollari in questo progetto, formando accordi di produzione con gente del calibro di Steven Spielberg e Jennifer Aniston. Ovviamente, l’azienda vorrà ricavare dei buoni guadagni da questa piattaforma. Infine, tutte le 24 serie attualmente in programma da Apple saranno PG-rated, ovvero adatte anche ad un pubblico giovane senza troppe scene di sesso e violenza, per far così appello a più gente possibile.
I due astronauti che erano a bordo della navicella Soyuz MS-10 sono stati salvati dai gruppi di soccorso e sono in buone condizioni, come riportato dalla NASA. “La squadra di soccorso ha già individuato l’equipaggio. I medici non hanno rilevato lesioni ad Alexéi Ovchinin o Nick Hague“, ha detto una fonte russa. “L’equipaggio è fuori dalla capsula e in buone condizioni“, ha aggiunto l’agenzia statunitense.
Gli astronauti hanno fatto un atterraggio di emergenza in Kazakistan dopo un guasto al razzo, che era in viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il tutto si è verificato dopo essere decollato dallo spazioporto russo di Baikonur (Kazakistan). La NASA ha riferito che c’è stato un problema con il motore e che l’equipaggio è tornato sulla Terra su una “traiettoria balistica”.
Missione fallita
Il cosmonauta russo Alexei Ovchinin e l’astronauta americano Nick Hague stavano viaggiando a bordo della Soyuz MS-10 per unirsi alla ISS, dove dovevano trascorrere sei mesi come parte della 57a Spedizione.
Il lancio del razzo è avvenuto alle 08.40 GMT, l’ora esatta prevista, secondo la trasmissione in diretta della NASA e dell’agenzia spaziale russa Roscosmos. Era previsto che la capsula avrebbe dato quattro giri alla Terra per poi agganciarsi sei ore dopo alla ISS, dove erano attesi da altri tre astronauti.
Tuttavia, pochi minuti dopo il decollo, il razzo ha subito un guasto ad una delle sue eliche, come annunciato dalla NASA nella trasmissione in diretta del lancio. La capsula Soyuz, in cui viaggiano gli astronauti, si è separata dal razzo ed è tornata sulla Terra in una traiettoria balistica, più brusca del solito e che avrà portato gli astronauti a sperimentare forze più intense del solito.
L’agenzia Roscosmos sta formando una commissione di inchiesta per chiarire quale sia stata la ragione del fallimento. “Ci sarà un’indagine approfondita sulla causa dell’incidente“, ha detto Jim Bridenstine sul suo account Twitter.
Teams are working with our Russian partners to obtain more information about the issue with the booster from today’s launch. Watch live updates: https://t.co/mzKW5uV4hS
Data la popolarità di WhatsApp e il numero di persone che ne fanno uso la possibilità che qualcuno sfrutti un qualcosa a suo vantaggio è sempre dietro l’angolo. Senza sbilanciarsi troppo è giusto dire che ogni mese viene scoperto qualcosa di diverso in merito. Solo il mese scorso un gran numero di account erano stati dirottati sfruttando la segreteria telefonica e il sistema di attivazione dell’app stessa.
A questo giro il problema sembrava partire dalle videochiamate, almeno secondo un ricercatore del team di sicurezza di Project Zero di Google. Il rapporto che è stato pubblicato in merito mostra come tutti gli utenti potevano rischiare di perdere il proprio account anche solo rispondendo ad una chiamata del genere.
Caccia alle vulnerabilità
Il ricercatore, che ha postato il tutto sul blog di Google, ha spiegato come questo problema sia stato in realtà scoperto ad agosto. Subito si sono mossi per comunicarlo agli sviluppatori di WhatsApp che fanno capo a Facebook. A dire il vero ormai il peggio sembra essere passato e lo sappiamo per via della natura di Project Zero.
Questo programma di Google si prefigge il compito di cercare vulnerabilità su varia app e programmi. Nel momento in cui le trova le comunica subito alla società responsabile che avrà 90 giorni per correre ai ripari. Se in questo lasso di tempo il tutto non verrà corretto allora il team di ricerca renderà pubblico il tutto. In questo caso è stato reso pubblico prima di tale tempo in quanto WhatsApp è riuscita a risolvere la falla; per Android la patch risolutiva è arrivata il 28 settembre mentre per iOS il 3 ottobre.