Home Blog Pagina 533

Mascherine e guanti abbandonati, appello contro la catastrofe ambientale

guanti mascherine

Ogni anno, oltre 570 mila tonnellate di plastica finiscono nelle sole acque del Mediterraneo. L’equivalente di 34 mila bottigliette di plastica ogni minuto. La direttiva europea SUP avrebbe dovuto mitigare questa catastrofe ambientale.  La continua crescita dei volumi di produzione dei materiali plastici, oltretutto, ha un impatto significativo sulle emissioni di gas-serra.

L’era Covid-19, nell’imporre il frequente utilizzo di dispositivi di protezione individuale  monouso a centinaia di milioni di persone, avrà un’incidenza sulla produzione di polimeri e lo smaltimento di rifiuti tuttora privo di stime complessive su scala globale.

guanti mascherine

Catastrofe ambientale a causa di guanti e mascherine abbandonati

Il Politecnico di Torino prevede che solo in Italia, nella fase 2 di emergenza Covid, serviranno circa 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese. E se solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente questo si tradurrebbe in circa 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente.

Gli ecosistemi sono nelle mani di ciascuno di noi. In attesa di soluzioni coerenti all’economia circolare è indispensabile avere cura del corretto smaltimento di ogni singolo oggetto e ogni sua parte, fino all’ultimo elastico di mascherina. Un numero enorme, che andrebbe a catalizzare ulteriormente il già drammatico inquinamento ambientale da plastica.  Negli oceani di tutto il mondo sono ben 8 i milioni di tonnellate di plastica che vi finiscono ogni anno, con una stima massima di 20 milioni di tonnellate.

NASA: ritorno sulla Luna entro il 2024? Frenano gli entusiasmi

nasa-ritorno-luna-2024-possibile

L’idea della NASA, o forse più dell’attuale presidente degli Stati Uniti, è quella di far tornare l’uomo sulla Luna entro il 2024, ancora meglio se si tratta di una donna invece. Detto questo, il nuovo capo dei voli spaziali dell’agenzia aerospaziale ha voluto tirare i freni all’entusiasmo. Non vogliono fare promesse che non sono in grado di mantenere.

Le parole di Kathy Lueders, il capo dei voli spaziali: “Non ho una sfera di cristallo. Vorrei sapere quella risposta. Ciò renderebbe il mio lavoro molto più semplice. Ci proveremo”. Ovviamente l’ente si impegnerà affinché la missione Artemis partirà in tempo, ma ci sono molte variabili in capo, molte di queste non si possono controllare, come l’attuale pandemia per esempio.

 

La NASA e il ritorno sulla Luna: si farà, ma quando?

Lueders ha continuato dicendo: “È molto importante avere un obiettivo aggressivo. Avevamo un obiettivo aggressivo nell’equipaggio commerciale e penso che quell’obiettivo aggressivo ci ha garantito la possibilità di realizzare le cose il più rapidamente possibile, ma penso anche che ciò che è importante sia quando ti imbatti in sfide tecniche è concentrarsi.”

Alla NASA devono ancora mettere a punto tante cose proprio la pandemia ha rallentato di molto i lavori a terra. Molti progetti sono stati messi in stand by e non si può certo organizzare un lancio umano nello spazio solo tramite telelavoro. L’agenzia ha già dovuto segnalare ritardi in tanti altri progetti come il test dei mezzi di volo pensati per la missione. In sostanza, forse il 2024 potrebbe non essere una data valida.

Coronavirus, L’EPA approva due prodotti Lysol efficaci contro il virus

coronavirus-tracce-virus-spagna-2019

La US Environmental Protection Agency ha approvato due prodotti Lysol come efficaci contro il nuovo coronavirus se utilizzati su superfici dure e non porose. Lysol Disinfectant Spray e Lysol Disinfectant Max Cover Mist soddisfano i criteri EPA per l’uso contro SARS-CoV-2, il virus responsabile della pandemia in corso, sulla base di test di laboratorio che hanno scoperto che entrambi i prodotti uccidono il virus due minuti dopo il contatto, l’agenzia ha annunciato in una dichiarazione lunedì.
Mentre ci sono più di 420 prodotti nell’elenco dei disinfettanti che l’EPA afferma siano abbastanza forti da allontanare i virus “più difficili da uccidere” rispetto al nuovo coronavirus, i due prodotti Lysol sono stati i primi a essere testati direttamente contro il virus e si è dimostrato efficace.

 

I due prodotti Lysol efficaci contro il coronavirus

Lysol ha dichiarato in una dichiarazione che sta attualmente lavorando per testare l’efficacia di altri prodotti disinfettanti contro Covid-19. “Di fronte alla pandemia, Lysol continua a lavorare con una vasta gamma di esperti scientifici e sanitari per educare il pubblico sull’importanza dell’igiene”, ha affermato Rahul Kadyan, vice presidente esecutivo di Reckitt Benckiser in Nord America, società madre di Lysol.
La notizia arriva un mese dopo che un sondaggio del CDC ha scoperto che le persone dicevano che stavano pulendo più frequentemente a causa della pandemia, ma solo circa la metà ha affermato di sapere davvero come pulire e disinfettare la propria casa in sicurezza.

Di quelle persone che sono state intervistate che hanno riconosciuto di aver usato pratiche di pulizia ad alto rischio per prevenire la diffusione di Covid-19, più probabilmente hanno segnalato problemi di salute legati alla pulizia. Il CDC raccomanda alle persone di leggere sempre le istruzioni sui prodotti per la pulizia. Durante la pulizia, indossare guanti o altri dispositivi di protezione. E non mescolare detergenti chimici.

Burj Al Babas, la città fantasma turca piena di castelli da favola

Burj Al Babas castelli

Burj Al Babas è un villaggio residenziale realizzato nella Turchia nord-occidentale, nel distretto provinciale di Bolu, a circa tre ore di strada da Istanbul. Il villaggio è noto per essere costituito da oltre settecento edifici identici simili a dei castelli in stile Disney.

Tuttavia viene ricordato anche per essere completamente disabitato a causa del fallimento del consorzio di imprese che han realizzato la sua costruzione, avvicinandosi al completamento. È considerato uno dei fallimenti immobilari più ingenti e catastrofici della Turchia negli ultimi anni.

 

Burj Al Babas, un complesso residenziale di castelli fiabeschi

Il progetto Burj Al Babas nasce per volere di un gruppo di immobiliaristi del Gruppo Sarot, che nel 2016 finanziano il progetto di un grande villaggio a sud della cittadina per un costo totale di 205 milioni di dollari. L’idea fu quella di realizzare un villaggio con abitazioni di prestigio con una parziale possibilità di personalizzazione degli interni a carico dell’acquirente.

Malgrado i finanziatori ritenessero sicuro l’investimento, i lavori si sono protratti per oltre due anni fino a completare quasi tutte le settecento unità immobiliari. Tuttavia negli ultimi tempi, l’alta inflazione e la crisi economica del paese hanno avuto un impatto negativo sul proprio mercato immobiliare.

Nonostante il complesso immobiliare abbia anche un regolare sito internet che documenta dettagliatamente le svariate fasi della costruzione dell’intera area residenziale; i lavori si sono completamente arrestati nel 2017, conferendo al complesso abbandonato un aspetto spettrale.

Burj Al Babas

Un grande progetto fallimentare

L’area dell’interno villaggio Burj Al Babas comprende circa 300.000 metri quadri di superficie a ridosso di un territorio boschivo in parte abbattuto per consentire la costruzione delle 732 unità immobiliari e del grande centro commerciale. I castelli hanno una superficie di 325 metri quadrati ciascuna con prezzi che oscillavano tra i 260.000 e i 440.000 euro. Le unità immobiliari sono tutte indipendenti e realizzate in una sorta di stile neogotico francese ispirato al Castello di Chenonceau nella Loira, con tanto di torri cilindriche e abbaini.

Gli interni dei singoli edifici replicati identici e affiancati l’uno all’altro, sono piuttosto pretenziosi e vantano rifiniture di pregio come pavimenti in legno o marmo, pareti e soffitti decorati con stucchi, dorature, piscine interne ed esterne, fontane ma anche moderni ascensori, sistemi di condizionamento e domotica.

Regno Unito, rinvenuti fossili di un uomo ucciso circa 2500 anni fa

regno unito fossile

La ricerca di fossili è sempre di grande importanza per scoprire come si è evoluta la società fino ad arrivare alla nostra attuale. Inoltre, scoprire credenze, usanze, tipologia di vita ecc. è anche una cosa molto interessante e che appassiona milioni e milioni di persone. Proprio riguardo a ciò, è stato rinvenuto recentemente nel Regno Unito uno storico fossile della lontana Età del ferro, ben 2500 anni fa. Secondo quanto appreso dallo studio del posizionamento delle ossa potrebbe essere un uomo adulto che è stato ucciso o vittima di una vera e propria esecuzione.

 

I fossili scoperti nel Regno Unito

Sebbene sia un fossile assolutamente di grande rilievo, non è stato l’unico scoperto nei paraggi dai ricercatori. E’ stato individuato, infatti, anche un monumento circolare in legno che ricorda il layout di Stonehenge. Ciò può significare diverse cose, come per esempio il fatto di essere un luogo di riti magici e superstizioni dove andava sacrificata la vita di una persona.

“Sapevamo già che il Buckinghamshire è ricco di archeologia ma scoprire un sito che mostra attività umane di 4mila anni fa ci ha davvero sorpresi”, ha dichiarato la dott.ssa Rachel Wood, archeologa del progetto. “La morte dell’uomo della Wellwick Farm rimane un mistero per noi, ma non ci sono molti modi in cui si finisce in una fossa, a faccia in giù, con le mani legate”.

 

Amazon: impossibile resistere a queste nuove promozioni hi-tech

amazon

Il noto sito di e-commerce Amazon ha da poche ore rilasciato le nuove promozioni hi-tech. Come al solito, i prodotti in offerta risultano essere molto interessanti. Andiamo a scoprirne alcuni.

Se non volete perdervi neanche una promozione Amazon riguardante il mondo della tecnologia, vi consigliamo di iscrivervi al nostro canale Telegram dedicato. Pubblichiamo giornalmente le offerte più vantaggiose e una marea di codici sconto esclusivi.

Le promozioni che stiamo per elencarvi sono a tempo limitato, di conseguenza, i prezzi e le disponibilità potrebbero variare da un momento all’altro. Vi consigliamo, se interessati, di approfittarne il prima possibile per non rimanere a mani vuote.

 

Amazon: offerte hi-tech del giorno

  • Amazon Echo Dot di terza generazione, smart speaker progettato per tutelare la privacy degli utenti, audo di alta qualità, controllo dei dispositivi intelligenti in casa, assistente virtuale Alexa. E’ in offerta nel colore antracite a soli 44,99 euro, invece di 59,99 euro. – LINK PER L’ACQUISTO
  • Apeman action cam A80, registrazioni in 4K, 20 MPX, zoom 4X, resistente all’acqua, custodia per il trasporto inclusa nella confezione a soli 69,99 euro, invece di 109,99 euro. – LINK PER L’ACQUISTO
  • Samsung Galaxy A51, smartphone con display Super AMOLED da 6.5 pollici, 4 fotocamere posteriori, memoria interna da 128 GB espandibile, memoria RAM da 4 GB, sistema operativo Android 10. Colore Prism Crush Black a soli 264,00 euro, invece di 379,00 euro. – LINK PER L’ACQUISTO
  • TomTom Start 52 Lite, navigatore satellitare per auto, mappe Europa, display da 5 pollici, aggiornamenti software gratuiti, esclusiva Amazon a soli 79,00 euro. – LINK PER L’ACQUISTO

 

I delfini imparano a usare alcuni strumenti con gli amici

delfini

I delfini imparano ad usare gli strumenti non solo con i loro genitori, ma anche con i loro coetanei. Lo ha concluso una nuova indagine condotta dagli scienziati dell’Università di Leeds, nel Regno Unito. Secondo il nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati questa settimana sulla rivista scientifica specializzata Current Biology, è con i loro “amici” che i delfini imparano come usare conchiglie vuote per pescare.

Il nostro studio mostra che il comportamento del foraggiamento, in cui i delfini pescano all’interno di gusci vuoti, si diffonde attraverso l’apprendimento sociale tra colleghi molto stretti“, ha spiegato l’autore principale dello studio, Sonja Wild. “Questo è sorprendente, perché i delfini e altri denti con le balene di solito seguono la strategia di imitare le loro madri per imparare a cercare cibo“, ha continuato il ricercatore dell’Università britannica.

 

Ma cosa imparano esattamente i delfini dai loro colleghi?

Fondamentalmente, questi esemplari seguono la loro preda, che di solito è pesce, e usano conchiglie vuote lasciate sul fondo del mare. Quando il pesce entra nel guscio, i delfini ne approfittano e ne introducono il muso, salendo con esso in superficie, dove lo svuotano in modo che la preda cada loro in bocca.

La scoperta “sottolinea le somiglianze tra i cetacei – il gruppo che comprende delfini, balene focene – e grandi scimmie quando si tratta di trasmettere comportamenti culturali“, ha aggiunto Michael Krützen, coautore del lavoro e scienziato dell’Università di Zurigo, in Svizzera, che ha avviato le indagini.

La ricerca ora pubblicata è il risultato di studi condotti tra il 2007 e il 2018 nella Baia degli squali, in Australia. Durante questo periodo, gli scienziati hanno identificato più di 1.000 delfini indo-pacifici (Tursiops aduncus) e registrato 5.300 incontri di campioni. Inoltre, il team è stato anche in grado di osservare il comportamento di cercare cibo con la buccia in 42 momenti diversi.

Vietato urlare sulle montagne russe: riaperti i parchi divertimenti in Giappone

vietato-urlare-montagne-russe

I giapponesi sono un popolo particolare, da un lato molto serioso e dall’altro con un umorismo tutto loro. Questo due aspetti si incrociano nuovamente ora che sono stati riaperti i parchi divertimento nel paese. Tra quelli riaperti, ce n’è uno nello specifico che ha voluto inserire una regola unica per tutti gli avventori, vietato urlare sulle montagne russe.

Una richiesta difficile per molti. Il nuovo slogan è diventato urlare nel tuo cuore e i gestori del parco sperano vivamente di riuscire a cercare di convincere tutti a farlo. Il motivo dietro questa particolare regola è facilmente spiegabile. Ormai, come sappiamo, il coronavirus può diffondersi facilmente tramite le gocce di saliva di qualcuno contagiato. Più si urla, più è facile spargere in giro queste gocce.

Nel parco ci sarà comunque l’obbligo di indossare le mascherine e ci saranno anche delle regole sul distanziamento sociale. Ma oltre a questo, ogni sforzo atto a impedire la diffusione del virus è sicuramente apprezzato.

 

Vietato urlare sulle montagne russe

Sempre per spingere il pubblico a rispettare questa nuova regola, è nata anche una challenge, la #KeepASeriousFace. Per chiunque riuscire a mantenere un certo contegno al momento della fotografia, ci saranno in palio pass giornalieri gratuiti. Detto questo, per chi non riuscirà a mantenere una faccia seria, o per chi urlerà, non ci sarà nessuna pena da scontare o da pagare; rimane comunque un parco divertimento.

Sempre per dimostrare quanto in realtà sia fattibile riuscirsi, gli stessi proprietari del parco hanno fatto un giro. Entrambi mantenendo il proprio contegno e uno dei due facendo il giro anche vestito di tutto punto.

Una lista universale delle specie animali: la nuova sfida degli scienziati

lista-universale-specie-animali

Gli scienziati si stanno ponendo una nuova sfida davanti a loro, catalogare in un’unica lista tutte le specie esistenti sulla faccia della terra, non importanti se grandi o microscopiche. Attualmente ce ne sono già diverse, ma non sono perfette. Alcune specie si ripetono tra le diverse liste, altre no e altre ancora non sono inserite da nessuna parte.

Da dove si parte per creare una lista del genere? Prima bisogna avere delle linee guida, dei principi chiave che in questo caso saranno 10. Delle regole di classificazione e accreditamento universali. Avere una lista del genere permetterebbe di tenere meglio sotto controllo il loro status, capire meglio quali sono in pericolo e quali no.

Le parole dello scienziato ambientali Stephen Garnett, esperto dell’Università Charles Darwin dell’Australia: “Elencare tutte le specie può sembrare una routine, ma è un compito difficile e complesso. Attualmente non è disponibile un elenco unico e concordato di specie.”

 

Una lista per tutte le specie al mondo

Grazie all’attuale connessione di tutto il mondo, la lista faciliterebbe la condivisione tra i dati tra le diverse regioni sia in termini di attendibilità, ma anche in velocità. Purtroppo c’è già un ostacolo visto che non tutti gli esperti sono concordi sui principi chiave da usare.

Le parole di un altro esperto, Kevin Thiele: “È importante sottolineare che il piano definisce chiaramente i ruoli dei tassonomisti e le parti interessate come ambientalisti e agenzie governative e internazionali. Mentre i tassonomisti avrebbero l’ultima parola su come riconoscere e denominare le specie, il processo garantisce che le esigenze delle parti interessate siano prese in considerazione al momento di decidere tra opinioni tassonomiche diverse.”

I soldi fanno la felicità: il risultato secondo una nuova analisi

soldi-fanno-felicità-studio

Di solito si dice che i soldi non fanno la felicità, ma una nuova analisi condotta negli Stati Uniti contraddice questo adagio. Forse una volta era così, ma non più. Apparentemente, nel momento in cui il tuo reddito supera una certa soglia, in questo caso 75.000 dollari annui, si è più felici.

Precedenti studi avevano visto però anche un altro aspetto, superata questa soglia, la felicità non aumenta e anzi, non c’è più nessuna differenza. La nuova analisi sottolinea il contrario e aggiunte altro, una relazione più profonda tra i due aspetti. Considerando che ci hanno messo cinque decenni a raccogliere i dati basandosi su 40.000 individui, l’analisi potrebbe essere molto accurata.

 

Soldi e felicità

I dati presi in esame sono stati molti come la laurea. Nel 2010, solo il 29% delle persone senza laurea era felice mentre si alzava al 40% nelle persone che l’avevano. Il divario è aumentato rispetto agli anni ’70 rispetto all’ultimo decennio. Anche quando si parla del reddito la forbice è diventata più ampia.

Un altro dato che è cambiato molto è quello legato ai matrimoni. I matrimoni tra persone con grosse differenze di reddito sono aumentati negli ultimi anni e così la felicità è aumentata rispetto alle persone non sposate.

In aggiunta, sta aumentando il divario tra i guadagni dei ricchi rispetto a quelli del ceto medio e questo influenza la felicità delle persone. Il ceto medio sta diventando sempre più infelice tanto che anche i suicidi stanno aumentando. Proprio in virtù di questo, sempre più governi, tra cui proprio quello degli Stati Uniti, stanno pensando di introdurre un reddito di base universale.

L’isola di rifiuti: rimosse oltre 100 tonnellate di rifiuti plastici

isola-plastica-rimosse-tonnellate-rifiuti

Uno dei disastri ecologici più grossi del nostro tempo, tra i tanti che ci sono stati, è sicuramente la Great Pacific Garbage Patch. L’isola di rifiuti che turbina al centro del pacifico è al centro di diversi progetti che mirano a risolvere in parte il problema. Di recente, una spedizione del progetto Kaise è riuscita a recuperare 103 tonnellate di rifiuti, la più vasta pulizia dell’Oceano della Storia.

Si tratta di un primo traguardo e l’organizzazione spera di poter replicare alla prossima partenza. A questo ci hanno messo quattro giorni per riuscirsi e sono già pronti per ripartire. Un successo avvenuto anche grazie all’uso della tecnologia.

Hanno sfruttato i GPS per poter tenere sotto controllo le correnti oceaniche le quali,  sono in grado di muovere una grande quantità di rifiuti in poco tempo. Se non si controllano tale correnti, risulta quasi impossibile riuscire agire efficacemente contro questo disastro.

 

L’isola di plastica: un goccia in mezzo a un mare di rifiuti

Se da un lato oltre 100 tonnellate di rifiuti rimosso suona come un successo, un successo senza precedenti, la realtà è disarmante. Purtroppo, secondo i calcoli degli esperti, nei mari sono presenti oltre 150 milioni di tonnellate di plastica.

Come sappiamo è un problema in quanto quando la plastica si distrugge in pezzi piccoli, entra in circolo. I peschi li mangiano e poi finiscono sulle nostre tavole. Oppure finiscono nel circolo dell’acqua tanto che spesso e volentieri piove letteralmente plastica. Ormai la si trova ovunque, sulle spiagge, nei ghiacci al Polo Nord e Sud, sui ghiacciai delle montagne o nei luoghi più remoti della terra.

Il MOSE ha superato il primo test e Venezia incrocia le dita

mose

L’attesissimo sistema di difesa dalle inondazioni di Venezia, progettato per proteggere la laguna dalle inondazioni conseguenti all’alta marea, ha superato con successo il suo primo test: tutte le 78 barriere hanno funzionato perfettamente. L’imponente progetto, noto come MOSE, si basa su un sistema di chiuse che possono essere sollevate per proteggere la Serenissima ed è stato avviato nel 2003, ma ha attraversato momenti difficili, dovuti a costi eccessivi e a scandali legati alla corruzione.

mose

Il complesso sistema utilizza una rete di cassoni pieni d’acqua, progettati per essere sollevati entro 30 minuti per creare una barriera in grado di resistere ad un aumento dell’acqua fino a tre metri al di sopra del normale. “Questo è il primo test di movimento di tutte e quattro le barriere allo stesso tempo“, si legge in una dichiarazione che annuncia il buon esito del test. Ogni barriera è composta da circa 20 porte individuali. Ma il progetto ha fatto discutere soprattutto per l’entità del finanziamento stanziato, che è progressivamente lievitato: ad un primo stanziamento di 450 milioni di euro nel 2002 si sono susseguite diverse revisioni del progetto che, nel 2014, ne hanno visto il costo finale vicino ai 5 miliardi e mezzo.

Al centro di diversi scandali relativi a corruzione costi eccessivi, il MOSE è un’opera ancora molto discussa

Venezia vive regolarmente episodi di “acqua alta“, ossia maree insolitamente alte che inondano negozi e hotel, nonchè la famosa Piazza San Marco. Lo scorso novembre, le acque avevano raggiunto il picco a 1,87 metri, un record mai visto dal 1966, causando gravi danni alla città, anche e soprattutto al settore turistico. L’architetto Elisabetta Spitz, commissario straordinario per l’opera nominato dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli nel 2019, ha dichiarato che il MOSE sarà operativo entro il prossimo autunno, sebbene la consegna dell’opera sia stata confermata per la fine del 2021.

mose

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, giunto a Venezia per assistere alla prova, ha dichiarato che il progetto è entrato nelle fasi finali. “Dobbiamo garantire che questa protezione sia operativa entro il prossimo autunno-inverno“, ha dichiarato Conte. Un test condotto ad ottobre su parte della barriera aveva causato vibrazioni preoccupanti e gli ingegneri avevano scoperto che alcuni componenti della macchina si erano arrugginite.

Apple: MacBook 13” sarà il primo Mac con processore Silicon

Apple MacBook Pro 13” 2020
Apple MacBook Pro

Qualche settimana fa, nel corso della WWDC 2020, Apple ha annunciato un grosso passo avanti per i Mac. Stiamo parlando, ovviamente, della transizione dai processori Intel a quelli ARM, gli Apple Silicon. Secondo quanto dichiarato dal noto analista Ming-Chi Kuo, il primo Mac dotato di tale processore sarà un MacBook Pro 13”. Sarà davvero così?

Apple ha annunciato l’arrivo dei processori ARM ma non ha detto nulla in merito ai primi device che li supporteranno. Quello che si è limitata a dire è che, entro la fine dell’anno, arriverà almeno un prodotto dotato di questo nuovo processore. Kuo sembra essere abbastanza sicuro a riguardo, si tratterà di un MacBook Pro 13”.

 

Apple: MacBook Pro 13” con Silicon entro fine anno?

Il noto analista Ming-Chi Kuo sembra avere le idee molto chiare in merito ai progetti della mela morsicata. Questo crede che Cupertino rilascerà presto (entro la fine del 2020) un MacBook Pro 13” dotato del tanto chiacchierato processore ARM. Questo sarà il primo device Mac a supportare i nuovi chip. A seguirlo, sempre secondo le idee di Kuo, MacBook Air 13”. Quest’ultimo, arriverà sul mercato entro i primi mesi del 2021. L’introduzione dei processore ARM farà abbassare i prezzi di listino delle varianti Air. Lo stesso non accadrà, però, per le varanti Pro.

Ricordiamo che sono diversi anni che Apple non aggiorna il design dei MacBook Pro. Questa potrebbe essere la giusta occasione per portare in campo un’estetica rinnovata. Kuo, infatti, non esclude tale possibilità. Come evolverà la faccenda? Restate in attesa per eventuali aggiornamenti a riguardo.

Il commercio di animali esotici sta esplodendo in Myanmar e Cina

commercio

Alcune associazioni ambientaliste hanno segnalato un repentino e sconcertante cambiamento di una legge del Myanmar che consente il commercio di tigri, pangolini e altre specie in pericolo di estinzione, al fine di alimentare ulteriormente la domanda in Cina di prodotti esotici. Il Myanmar, situata nel sud-est del continente asiatico, è già tristemente noto per essere un vero e proprio polo del traffico illegale di animali selvatici, una rete alimentata dalla costante domanda dalla vicina Cina, dal valore di circa 20 miliardi di dollari.

A giugno, il dipartimento forestale del Myanmar ha infatti dato tranquillamente il via libera agli zoo privati ​​di richiedere licenze per la riproduzione di 90 specie, di cui oltre 20 in via di estinzione o in condizioni critiche. Si è trattato di una mossa inaspettata, che ha colto alla sprovvista molte organizzazioni che si occupano di proteggere questi animali, anche se la misura è stata giustificata dal Dipartimento forestale in quanto un modo per aiutare a ridurre il bracconaggio di specie selvatiche e l’allevamento illegale.

 

Il commercio di animali esotici potrebbe anche aumentare il rischio di propagazione di malattie

Le tigri, che si ritiene contino solo 22 esemplari in tutto il Myanmar, pangolini, elefanti e varie specie di avvoltoi, nonchè il delfino Ayeyarwady, sono tutte specie in via di estinzione, che possono ora essere allevati per la loro carne e pelle. Ma gli ambientalisti sostengono che questo tipo di commercio, soprattutto se protratto a lungo termine, arriverà a legittimare l’uso commerciale delle specie in pericolo e alimenterà la domanda del mercato. “Queste disposizioni hanno già causato un aumento del commercio illegale di animali selvatici, creando un mercato parallelo e aumentando la domanda complessiva di prodotti esotici“, hanno dichiarato i gruppi di conservazione WWF e Fauna & Flora International in una dichiarazione congiunta.

Gli esperti temono inoltre che l’incapacità del Myanmar di regolamentare adeguatamente questo tipo di commercio aumenterà anche il rischio di propagazione di malattie, al punto che qualcuno ha ipotizzato che sarà da questo fenomeno che potrebbe comparire il “prossimo COVID-19″. John Goodrich, dell’Organizzazione globale per la Conservazione del gatto selvatico Panthera, ha avvertito che tali traffici possono anche “fornire un mezzo per riciclare esemplari selvatici“, complicando gli sforzi per sorvegliarne il commercio.

WhatsApp Business: arrivano i codici QR e molto altro

WhatsApp Business QR

La casa di Mark Zuckerberg ha appena lanciato una nuova versione della nota app WhatsApp Business. Anche su questa vengono introdotti i codici QR ma non solo, arriva anche una feature in grado di semplificare il lavoro delle varie aziende. Andiamo a scoprire tutti i dettagli a riguardo.

Sono oramai più di 50 milioni le aziende che si servono di WhatsApp Business per comunicare con i loro clienti. Dal suo lancio sul mercato, la casa di Facebook l’ha migliorata sensibilmente con feature davvero utili. Quelle rilasciate nelle scorse ore, altro non sono che la ciliegina sulla torta. Ecco in cosa consistono.

 

WhatsApp Business: comunicare sarà molto più facile

Dopo l’arrivo, qualche settimana fa, sulla versione standard dell’app, i codici QR sbarcano anche su WhatsApp Business. Da ora in poi, clienti e aziende potranno agevolmente comunicare tramite i codici QR. Le case avranno la possibilità di inviare i propri codici ai clienti e corredarli di una frase di benvenuto. I clienti, scansionando il codice, accederanno automaticamente alla conversazione con la casa. Le comunicazioni diventeranno decisamente più semplici e veloci. Ma non è tutto, WhatsApp Business ha anche introdotto una funzione che permette alle aziende di inviare i cataloghi dei loro prodotti tramite l’app. Anche in questo caso, lo scopo è quello di semplificare la comunicazione con i clienti.

L’update contenente queste due nuove interessanti novità è stato annunciato nelle scorse ore ed è già disponibile su tutti gli store ufficiali. Vi consigliamo, quindi, di scaricarlo il prima possibile per testare con mano quanto appena detto. Restate in attesa per eventuali aggiornamenti a riguardo.

Apple da il via ai test per le lenti dei futuri visori AR!

Apple Glasses rosa

Secondo quanto confermato dai colleghi del The Information, Apple avrebbe appena avviato la produzione di un numero limitato di lenti polarizzate per i suoi futuri visori AR. Si tratterebbe di una fase di test prima dell’avvio della produzione massiva. Quali saranno i risultati? Ecco tutti quello che sappiamo a riguardo.

Nonostante non se ne parli molto, il colosso di Cupertino sta continuando a lavorare ai suoi Apple Glasses. Questi saranno una vera e propria rivoluzione del mercato dei visori AR. Finalmente, l’azienda ha deciso di testare le prime lenti per il prodotto. Quali sono le loro caratteristiche? Scopriamolo insieme.

 

Apple Glasses: lenti polarizzate e semitrasparenti per il visore AR?

Stando a quanto trapelato online, i produttori delle lenti da test per gli Apple Glasses sono ben 2: Foxconn e Aconia Holographics. Si tratta di lenti polarizzate semitrasparenti con incluso un obiettivo per visualizzare contenuti in realtà aumentata. La fonte ha dichiarato che ci sono voluti ben 3 anni per la progettazione di queste. Se i test dovessero andare per il verso giusto, Apple potrebbe avviare la produzione massiva in circa 1/2 anni.

Il colosso di Cupertino ha più volte cambiato idea in merito al suo visore AR. Non ci sorprenderebbe se anche questa volta facesse lo stesso. Ricordiamo che gli Apple Glasses sono attesi per il 2022. Riuscirà l’azienda a rispettare i tempi? Restate in attesa per eventuali aggiornamenti a riguardo.

Maya: i bacini idrici di Tikal erano così inquinati da spiegare la scomparsa della popolazione

tikal

I bacini nell’antica città Maya di Tikal, nell’attuale Guatemala, erano così inquinati da mercurio e alghe che, secondo recenti ricerche, l’acqua non era potabile. Un team di scienziati dell’Università americana di Cincinnati ha trovato livelli tossici di inquinamento in due bacini centrali di Tikal. I risultati suggeriscono che la siccità nel IX secolo potrebbe aver contribuito allo spopolamento e al successivo abbandono della città.

La conversione dei bacini centrali di Tikal da luoghi che sostengono la vita a luoghi che inducono malattie avrà contribuito, praticamente e simbolicamente, a provocare l’abbandono di questa magnifica città“, hanno concluso gli scienziati. Lo studio è stato recentemente pubblicato su Scientific Reports.

 

Una piaga che portò all’abbandono della città

L’analisi geochimica ha indicato che i due serbatoi più vicini al palazzo e al tempio della città contenevano livelli tossici di mercurio e il team ha rintracciato un pigmento utilizzato dai Maya per adornare edifici e porcellana. Durante le tempeste, il mercurio nel pigmento veniva rilasciato nei bacini idrici, dove è stato depositato negli strati di sedimenti nel corso degli anni. Tuttavia, il team avverte che la popolazione della città aveva acqua potabile in abbondanza proveniente da altri bacini che rimasero incontaminati.

Per questo studio, il team (composto da antropologi, geografi, botanici, biologi e chimici) ha raccolto campioni di sedimenti da 10 bacini della città e ha effettuato un’analisi dell’antico DNA trovato nell’argilla stratificata di quattro di essi.

I sedimenti dei serbatoi più vicini al tempio e al palazzo centrale hanno mostrato prove di alghe tossiche, noti come cianobatteri. Il consumo di quest’acqua, specialmente durante la siccità, avrebbe fatto ammalare le persone, anche se l’acqua fosse stata bollita.

Ciò che sorprende è che gli scienziati non hanno trovato prove degli stessi inquinanti nei sedimenti dei bacini idrici più distanti. Trovare alcuni inquinati e altri non suggerisce che i Maya usassero i bacini per scopi diversi. “I sovrani Maya si sono dati l’attributo di poter controllare l’acqua. Avevano una relazione speciale con gli dei della pioggia, il serbatoio era un simbolo molto potente“, ha detto il co-autore Nicholas Dunning, riferendosi ai bacini più vicini al tempio e al palazzo centrale.

Molto probabilmente, i Maya usarono questi due serbatoi per bere, cucinare o irrigare. Tuttavia, secondo Kenneth Tankersley, professore di antropologia presso il College of Arts and Sciences dell’Università di Cincinnati, l’acqua aveva “un aspetto e un gusto sgradevoli“.

Attualmente, Tikal è un parco nazionale e un patrimonio mondiale dell’UNESCO. Gli scienziati ritengono che una combinazione di fattori economici, politici e sociali abbia portato le persone a lasciare la città, ma anche il clima avrà svolto un ruolo chiave, in particolare a causa della siccità.

Che cos’è la parassitosi delirante, ovvero la sensazione che qualcosa cammini sulla pelle

parassitosi-delirante

La parassitosi delirante (DP) è una rara malattia psichiatrica (mentale). Una persona con questa condizione crede fortemente di essere infettata da un parassita. Tuttavia, non è così: non soffre, infatti, di alcuna infezione parassitaria.

Questa malattia è anche chiamata sindrome di Ekbom o deliri della parassitosi. Un parassita è un organismo che dipende dal suo ospite per sopravvivere. I parassiti possono includere acari, pulci, pidocchi, vermi e ragni. Una persona con questa condizione non può controllare o fermare questi pensieri o credenze.

 

Esistono tre tipi di parassitosi delirante

Parassitosi delirante primaria. Questa si verifica quando una persona ha una convinzione delirante. È una malattia monosintomatica ovvero ha un sintomo.

Parassitosi delirante secondaria. Quando una persona ha anche altre condizioni di salute mentale, come depressione, demenza, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), disturbo bipolare, disturbo post-traumatico da stress (PTSD) o schizofrenia.

Parassitosi organica delirante. Questo può accadere a qualcuno con altre condizioni o malattie, come ipotiroidismo, diabete, malattie cardiache, carenza di vitamina B-12, dipendenza da cocaina e menopausa.

 

Quali sono i sintomi?

Una persona con parassitosi delirante può spesso consultare un medico o un dermatologo (medico della pelle) per il trattamento, insistendo sul fatto che hanno un’infezione parassitaria all’interno del loro corpo o sulla pelle.

L’unico segno di parassitosi delirante in alcune persone potrebbe essere la convinzione di avere un parassita al loro interno. Potrebbero anche credere che i loro mobili, la casa o l’ambiente circostante siano infestati da questo parassita.

Un altro sintomo comune nei soggetti con parassitosi delirante è la sensazione che qualcosa strisci sulla pelle. Il termine medico per questo è formicazione.

Alcune persone con questo disturbo possono anche avere sintomi come:
– sentimenti di prurito o bruciore;
– sensazione di intorpidimento;
– sensazione strisciante o formicolante sotto la pelle;
– sensazione di graffi sulla pelle;
– lesioni cutanee o ulcere causate da graffi usando sostanze chimiche per strofinare la pelle;
– automutilazione, in casi gravi usando su loro stessi rimedi domestici pericolosi, come pesticidi dannosi.

 

Quali sono le cause della parassitosi delirante?

Non è noto perché alcune persone soffrano di parassitosi delirante. Questa condizione di salute mentale è più comune nelle donne di mezza età o anziani. Tuttavia, sia uomini che donne di qualsiasi età e razza possono averlo.

In alcuni casi, la parassitosi delirante si verifica dopo uno squilibrio chimico nel cervello da altre condizioni di salute. Può anche essere collegato al consumo di droghe o alla dipendenza, come quella da cocaina.

Non si sa esattamente dove si verifichi questa condizione nel cervello. Alcuni ricercatori ritengono che la dopamina chimica del cervello abbia un ruolo nella psicosi (credere, vedere o sentire qualcosa che non c’è). Lo stress grave o altre malattie possono portare a troppa dopamina nel cervello.

 

Come viene diagnosticata la parassitosi delirante?

Il medico eseguirà un esame fisico completo. Si possono anche eseguire esami del sangue per aiutare ad escludere altre cause di prurito della pelle, intorpidimento e altri sintomi simili a quelli della parassitosi delirante.

Queste altre possibili condizioni includono:
– anemia;
– malattia della tiroide;
– nefropatia;
– linfoma;
– infezione da scabbia;
– infezione da pidocchio;
– infezione da HIV;
– dermatite erpetiforme;
– disturbi nervosi;
– morbo di Parkinson;
– fibromialgia;
– farmaci (anfetamine, metilfenidato);
– malattia di Morgellons;
– abuso di alcool;
– abuso di droghe.

 

Qual è il trattamento della parassitosi delirante?

Il trattamento per la parassitosi delirante include il trattamento di eventuali condizioni sottostanti. Se c’è una malattia scatenante, il trattamento di tale malattia può aiutare ad alleviare o fermare la parassitosi delirante.

Un medico o uno psichiatra può prescrivere farmaci antipsicotici. Una persona con parassitosi delirante potrebbe non voler assumere questi farmaci perché ritiene di avere un’infezione parassitaria piuttosto che una condizione di salute mentale.

La terapia e la conversazione con un medico e uno psichiatra di fiducia possono aiutare. È importante vedere uno psichiatra, poiché molti medici di famiglia e dermatologi non hanno familiarità con i farmaci e i trattamenti per questo tipo di condizione.

L’uomo alla ricerca di antichi segni di vita aliena su Marte

Marte vita aliena

Marte può ora essere considerato un deserto arido e ghiacciato ma una volta il pianeta più vicino alla Terra ha ospitato la vita? È una domanda che ha preoccupato gli scienziati per secoli e ha scatenato l’immaginazione fantascientifica.

Ora tre progetti di esplorazione spaziale si stanno preparando per lanciare alcune delle offerte più ambiziose ancora per trovare una risposta. Gli scienziati ritengono che quattro miliardi di anni fa i due pianeti avessero entrambi il potenziale per nutrire la vita, ma gran parte della storia intervenuta su Marte è un enigma.

 

Ancora domande sulla vita aliena su Marte

Le nuove sonde su Marte provenienti da Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Cina verranno lanciate quest’estate. Il loro obiettivo non è quello di trovare la vita marziana, ma di cercare possibili tracce di forme di vita passate. Questi programmi vasti e costosi potrebbero rivelarsi inutili. Tuttavia gli astrobiologi affermano che il pianeta rosso è ancora la nostra migliore speranza per trovare un record di vita su altri pianeti.

Marte è “l’unico pianeta con possibilità concrete di trovare tracce di vita extraterrestre perché sappiamo che miliardi di anni fa era abitabile”, ha dichiarato Jean-Yves Le Gall, presidente dell’agenzia spaziale francese CNES in una teleconferenza con i giornalisti di questa settimana. Le Gall è uno degli architetti della sonda esplorativa Mars 2020 della NASA, che è prevista per il lancio alla fine di luglio, quando Terra e Marte saranno i più vicini per più di due anni.

Il progetto da oltre 2,5 miliardi di dollari è l’ultimo che tenta di svelare i profondi segreti sepolti di Marte. Tuttavia non è solo, come l’entusiasmo per l’esplorazione dello spazio ha riacceso.

L’indagine scientifica sul pianeta rosso iniziò sul serio nel 17 ° secolo. Nel 1609 l’italiano Galileo Galilei osservò Marte con un telescopio primitivo e così facendo divenne la prima persona a utilizzare la nuova tecnologia per scopi astronomici. Cinquant’anni dopo, l’astronomo olandese Christiaan Huygens usò un telescopio più avanzato del suo progetto per realizzare il primo disegno topografico del pianeta.

Marte – rispetto alla luna è sembrato a lungo promettente per la potenziale abitabilità dei microrganismi, ha scritto l’astrofisico Francis Rocard nel suo recente saggio “Ultime notizie da Marte”. Tuttavia il 20° secolo ha presentato battute d’arresto. Negli anni ’60, mentre la corsa per mettere un uomo sulla luna stava accelerando verso il suo abbagliante “Giant Leap”, Dian Hitchcock e James Lovelock stavano smorzando le speranze di trovare la vita su Marte.

una-cupola-verde-attorno-a-Marte-un-fenomeno-mai-avvistato

Una ricerca che parte da lontano

La loro ricerca ha analizzato l’atmosfera del pianeta alla ricerca di uno squilibrio chimico, i gas reagendo l’uno con l’altro, il che suggerirebbe la vita. “Se non c’è reazione, allora probabilmente non c’è vita lì”, ha detto Lovelock ad AFP. Marte ha un’atmosfera completamente inattiva per quanto riguarda la chimica.

La loro conclusione è stata confermata un decennio più tardi, quando i lander vichinghi hanno prelevato campioni atmosferici e di terreno che mostravano che il pianeta non era più abitabile. Questa scoperta è stata una “vera nave cisterna” per la ricerca su Marte, ha detto Rocard ad AFP.

I programmi su Marte sono sostanzialmente in pausa da 20 anni. Quindi nel 2000 gli scienziati hanno fatto una scoperta rivoluzionaria: hanno scoperto che l’acqua una volta era fluita sulla sua superficie. Gli scienziati stanno anche considerando forse una domanda ancora più profonda. Se la vita non è mai esistita su Marte, allora perché no?

La risposta a ciò potrebbe arricchire la nostra comprensione di come si è sviluppata la vita sul nostro pianeta. A causa dello spostamento della tettonica a zolle sotto il nucleo della Terra, è estremamente difficile trovare tracce di vita qui prima di 3,5 miliardi di anni fa.

Marte non ha placche tettoniche e quindi c’è la possibilità che segni di vita di quattro miliardi di anni che “non si possano mai trovare sulla Terra” possano essere conservati lì, ha detto Vago. E se gli ultimi programmi su Marte non riescono a trovare segni dell’antica vita marziana, ci sono sempre ulteriori frontiere da esplorare.

Muschio marino: benefici, effetti collaterali e come integrarlo nella dieta

muschio marino dieta

Secondo i nutrizionisti, le cosiddette “verdure di mare” come le alghe andrebbero introdotte nella nostra dieta per via del loro alto tasso di nutrienti e benefici. Il muschio marino rientra tra questi alimenti, ma che cos’è esattamente e come si differenzia dalle altre alghe? Il muschio di mare, o muschio di mare irlandese, è un tipo di alga rossa. Simile a molte verdure marine, come l’alga nori, il kelp e la spirulina, il muschio marino è considerato un “superfood” del mare per il suo alto contenuto di nutrienti.

Il muschio marino è tradizionalmente apprezzato nelle culture asiatiche e in alcune culture caraibiche e irlandesi. Simile alla spirulina, questa verdura di mare sta diventando sempre più popolare nelle diete americane. Mentre possono essere usati in modo simile, la spirulina e il muschio marino sono diversi per colore e sostanze nutritive. La spirulina contiene 38 volte più proteine ​​del muschio marino, significativamente più ferro e quantità comparabili di magnesio. Diversamente, il muschio marino fornisce più acido folico rispetto la spirulina, quasi il doppio.

 

I benefici del muschio marino

Come per le altre alghe, il muschio marino è ricco di nutrienti, in particolare, ferro, magnesio, fosforo e zinco. I micronutrienti, come ferro, acido folico e zinco, non sono prodotti dall’organismo in modo naturale, quindi è importante che vengano aggiunti alla dieta per la salute e il benessere generale. Uno studio condotto sui ratti suggerisce che il muschio marino può supportare la salute dell’intestino e la risposta immunitaria contribuendo al microbioma intestinale. Tuttavia, ulteriori ricerche e studi sull’uomo devono essere condotti per confermare tali risultati.

Chiunque sia incinta, sta allattando o sta assumendo altri farmaci o erbe dovrebbe consultare il proprio medico prima di ingerire muschio di mare. Non ci sono ricerche su come questa verdura marina colpisca le donne in gravidanza e se potesse interagire con altri farmaci. Chi dovesse notare effetti collaterali come prurito alla gola o nausea, potrebbe avere un attacco allergico e bisogna consultare rapidamente un medico.

muschio marino dieta

Gli effetti collaterali dell’alga rossa

Il fatto che sia sicuro o meno consumare quotidianamente non è ben studiato. Anche parlare con un medico per assumere degli integratori base di alghe è una buona idea. Il muschio marino è comunemente usato per produrre carragenina, un ingrediente addensante vegano chimicamente ingegnerizzato presente in molti tipi di latte a base vegetale, gelati, yogurt e altro ancora.

Da solo, viene spesso venduto come integratore, sotto forma di polvere, pillola o gel. Gli esperti suggeriscono di aggiungere la polvere in un frullato o mescolarla con un po ‘d’acqua. La forma in gel può essere usata come addensante per le zuppe. Il muschio di mare può anche essere acquistato nella sua forma grezza, ma richiede un bel po ‘di preparazione.

muschio marino dieta

Come integrare il muschio di mare nella nostra dieta

È importante notare che gli integratori non sono testati allo stesso modo dei farmaci da prescrizione. La sicurezza e l’efficacia promesse non sono sempre accurate. Questo è il motivo per cui gli esperti affermano che è importante essere un acquirente esperto e cercare integratori di marchi di fiducia con ingredienti di qualità.

Il muschio di mare, come altre alghe, può essere una fonte benefica di molti nutrienti come ferro, magnesio, fosforo e zinco. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare specificamente tutti i benefici e gli effetti collaterali del muschio marino, ma il metodo più sicuro è probabilmente consumarlo con moderazione sotto forma di integratore.

Cefalea cronica, il Senato la riconosce come malattia sociale

cefalea cronica

La cefalea cronica viene riconosciuta a tutti gli effetti una malattia sociale invalidante: lo stabilisce la legge definitivamente approvata dal Senato, che include così la cefalea primaria cronica tra le malattie sociali.

Inoltre mira a individuare metodi innovativi da sperimentare per contrastare questa condizione. La proposta di legge era arrivata più di un anno fa alla Camera e già il testo era volto a farla riconoscere come cronica come una patologia invalidante, dopo essere stata accertata nel paziente da un centro accreditato e da almeno un anno.

Ora, a dare attuazione alla legge sarà un decreto del ministro della Salute, da adottare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge. Nel contempo, dovranno essere stabiliti anche i criteri e le modalità per l’attuazione dei progetti da parte delle regioni.

cefalea

 

Come si accerta la cefalea cronica

L’articolo di cui si compone la legge riconosce la cefalea cronica come malattia sociale, nelle seguenti forme:

  • emicrania cronica e ad alta frequenza
  • cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici
  • cefalea a grappolo cronica
  • emicrania parossistica cronica
  • cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione
  • emicrania continua

Il medico dovrà quindi attestare l’effetto invalidante della malattia che solo così potrà essere riconosciuta come malattia sociale invalidante. Questa è una malattia invisibile che oggi esce finalmente dal cono d’ombra in cui è sempre stata. Non parliamo del semplice mal di testa passeggero, ma di una malattia cronica e invalidante vera e propria, molto più diffusa di quanto si possa immaginare, che purtroppo ha già portato alcuni pazienti a compiere anche gesti estremi.

“La Datcha”, il primo yacht “rompighiaccio” per navigare tra gli iceberg

yacht datcha

La società Damen Yachting ha realizzato il primo yacht rompighiaccio in grado di poter navigare tra gli iceberg senza problemi. “La Datcha”, questo il nome dell’imbarcazione, è stata costruita esclusivamente per il miliardario russo Oleg Tinkov, fondatore e azionista della Tinkoff Bank.

Lo yacht di classe SeaExplorer lungo 77 metri è stato messo in acqua nella città portuale di Flessinga in Olanda. Può navigare fino a 40 giorni in mare aperto grazie a serbatoi di carburante migliorati e un sistema di raccolta dei rifiuti.

yacht datcha

 

Più che un yacht, una casa sul mare

La nave ha a bordo anche un batiscafo, due eliporti e delle motoslitte. Lo yacht ospita al suo interno due vasche idromassaggio, una sauna, una sala massaggi e una palestra. Ognuna delle sei cabine ha uno spogliatoio, un bagno e una doccia o vasca. La nave è stata progettata per viaggiare verso i poli e le isole tropicali. E’ in grado di ospitare a bordo 24 membri dell’equipaggio e 12 passeggeri.

“Il mondo è così grande e la nostra vita è così breve che bisognerebbe esplorare il più possibile”, ha detto Tinkov per giustificare la costruzione dello yacht. Il banchiere pensa che userà il mezzo solo per 20 giorni all’anno e di noleggiarlo per il resto del tempo. Se vi state chiedendo quanto verrà a costare il noleggio di questo gioiellino, l’esborso sarà di 740.000 euro a settimana, oltre a un deposito del 30% per spese aggiuntive. La costruzione della nave è costata circa 100 milioni di dollari.

Non solo polmoni: il Covid-19 potrebbe provocare anche danni cerebrali

Covid-19 cervello

Sempre più studi parlano della capacità che il covid-19 ha di minacciare il sistema nervoso. Ultima in ordine di tempo una ricerca, pubblicata sulla rivista Brain e rilanciata dal Guardian, condotta presso la University College of London su 43 persone colpite dal virus.

Delirio, ictus, danni neurologici, infiammazioni cerebrali e del midollo spinale: sarebbero questi i danni che potrebbero insorgere anche nei pazienti colpiti anche in modo lieve dal coronavirus.

 

Covid-19, nuovi sintomi del virus che riguardano il cervello

I pazienti presi in esame hanno permesso di riscontrare un aumento di diagnosi di Encefalomielite acuta disseminata (Adem); una patologia neurologica, contraddistinta da un’infiammazione a carico di encefalo e midollo spinale e da un processo di demielinizzazione dei nervi del sistema nervoso centrale. I casi di Adem sono aumentati da uno al mese prima della pandemia a due o tre alla settimana nel periodo aprile-maggio. Gli scienziati sottolineano come l’Adem potrebbe causare disabilità a lungo termine in alcuni pazienti, senza escludere casi con decorso favorevole.

Dai risultati ottenuti, è emerso che anche nei casi moderati uno dei biomarker risultava aumentato; si tratta della proteina acida fibrillare gliale, di norma presente negli astrociti, cellule che fanno da supporto ai neuroni ma riscontrabile anche nel sangue. Altro biomarker rilevato è stata proteina della catena leggera del neurofilamento (NfL), che fa parte dello scheletro interno dei neuroni.

Alte concentrazioni di Nfl sono state trovate nel sangue di molti pazienti Covid-19 che hanno necessitato di ventilazione artificiale. A segnalare come ad essere colpiti dal Covid non siano soltanto i polmoni è giunto anche uno studio condotto dall’ospedale San Paolo di Milano, in collaborazione con i principali centri neurologici dei Paesi europei.

Covid-19

Europa, 3 pazienti su 4 presentano disturbi neurologici

Il lavoro, pubblicato sull’European Journal of Neurology, afferma che 3 pazienti Covid-19 su 4 possano presentare disturbi neurologici, che vanno dalla cefalea alle mialgie, all’encefalopatia. La ricerca si è basata su un’indagine condotta attraverso questionari online composti da 17 domande, distribuiti ai medici europei impegnati nel fronteggiare la pandemia di coronavirus.

Sono stati raccolti oltre 2.300 questionari che segnalavano appunto la presenza di sintomi neurologici in circa tre quarti dei pazienti. Secondo gli autori, lo studio suggerisce che si sta aprendo un nuovo capitolo nei libri di neurologia e che i neurologi potranno avere un ruolo importante nella gestione della pandemia e nei suoi esiti.

L’importanza dello studio è che a livello europeo si è dimostrato che i sintomi neurologici sono frequentemente riscontrabili. Ora saranno da valutare le complicanze neurologiche tardive dell’infezione poiché in molti dei pazienti più gravi, poi guariti, si riscontrano alterazioni neurologiche che richiedono uno stretto monitoraggio.

La Corte Suprema americana dà le terre dell’Oklahoma ai nativi americani

corte suprema

Recentemente è stata emessa una sentenza a dir poco storica della Corte Suprema americana, che ha stabilito che molte aree orientali della zona dell‘Oklahoma, per una popolazione complessiva di quasi 2 milioni di persone, fa parte di una riserva dei nativi americani. Ciò ovviamente porterà a enormi modifiche non solo dal punto di vista burocratico ed amministrativo, ma anche per la criminalità e sul fronte fiscale, con cambiamenti notevoli e da tenere in considerazione.

 

La decisione della Corte Suprema

L’argomento posto in questione alla Corte Suprema era il seguente: la riserva Creek ha continuato a esistere anche dopo che l’Oklahoma è divenuto uno Stato? La risposta è stata sì, con 5 voti a 4, e pertanto ha segnato probabilmente la miglior vittoria legale fino ad ora per i nativi americani.  «Oggi ci viene chiesto se i territori rimangono una riserva Indiana come promesso dai trattati, in particolare per quanto riguarda la legge criminale federale», ha scritto Gorsuch, un uomo che ha appoggiato le tribù. «Siccome il Congresso non ha mai detto altro, dobbiamo far sì che il Governo si attenga alla parola data».

Sicuramente anche la reazione dei nativi americani è stata molto evidente, con grande felicità e stupore per aver vinto questa battaglia legale: «Oggi la Corte Suprema ha mantenuto la promessa sacra di una riserva protetta che gli Stati Uniti avevano fatto alla nazione Muscogee (Creek)», ha commentato la tribù con una dichiarazione resa pubblica dopo la sentenza. «La decisione di oggi ci permette di onorare i nostri antenati mantenendo la sovranità e i confini territoriali».