Che il presidente del Brasile fosse a rischio di entrare in contatto con il coronavirus era risaputo. Bolsonaro ha di fatto portato avanti la propria campagna che consisteva nella negazione dell’esistenza del virus stesso. Considerando che la sua credenza era questa, raramente lo si è visto in pubblico portare una mascherina o rispettare il distanziamento sociale. Nonostante questo però, è stata una festa privata, almeno secondo gli esperti, a metterlo a rischio in via definitiva.
La festa in questione si è tenuta a casa dell’ambasciatore americano in Brasile. Una festa privata per pochi intimi, appena otto uomini, ma abbastanza per permettere la diffusione del virus. Da quello che si vede dalle immagini che girano, ancora una volta nessuna mascherina e nessun distanziamento.
Si tratta di una situazione grave soprattutto per il fatto che il paese in questione è il secondo al mondo per numero di contagi e di morti. Jair Messias Bolsonaro è solo uno degli 48.584 individui che ieri in Brasile sono stati dichiarati essere contagiati dal SARS-CoV-2. Un numero enorme, secondo solo a quello degli Stati Uniti dove l’aumento giornaliero è stato di 55.442.
Bolsonaro e il coronavirus: cambierà il suo posto di vista?
Una situazione analoga è successa in Gran Bretagna quando il premier Boris Johnson è finito in terapia intensiva a causa del coronavirus. A seguito di tale esperienza diretta sulla sua pelle, la sua politica in merito alla lotta al Covid-19 è profondamente cambiata. Sarà interessante vedere se anche in Brasile succederà la stessa cosa. A questo punto potrebbe succedere di tutto e il guarire potrebbe essere visto da Bolsonaro stesso come la prova che il virus non è così pericoloso. Solo quello che succederà nelle prossime settimane potrà svelarci il futuro del paese sudamericano.
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Gli astronomi affermano che una massiccia stella sembra essere misteriosamente scomparsa da una galassia lontana. La stella fa parte della galassia nana Kinman, nota anche come PHL 293B. La galassia dista circa 75 milioni di anni luce dalla Terra. Si trova nella costellazione dell’Acquario. Una costellazione è “un gruppo di stelle che forma una forma particolare nel cielo”, afferma l’agenzia spaziale statunitense NASA.
Le immagini della galassia nana Kinman sono state catturate in passato da una telecamera collegata al telescopio spaziale Hubble della NASA. Ma poiché la galassia è così lontana, i ricercatori non sono stati in grado di osservare chiaramente le sue singole stelle.
Il mistero della stella massiccia scomparsa
Gli astronomi, tuttavia, avevano identificato importanti segni che esisteva la stella massiccia. Ora stanno cercando risposte sul perché questi non possono più essere visti. Un team di scienziati dell’Osservatorio europeo meridionale ha riferito di aver osservato la stella con il suo Very Large Telescope, VLT, da almeno 10 anni. Il team ha affermato che le sue osservazioni hanno ripetutamente dimostrato che la galassia nana Kinman conteneva la stella massiccia, stimata circa 2,5 milioni di volte più luminosa del nostro sole.
I ricercatori hanno affermato che le prove suggeriscono che la stella era “in una faseavanzata della sua evoluzione”. Hanno aggiunto che la stella era un tipo di elemento considerato “instabile”. Ciò significa che potrebbe subire importanti cambiamenti di luminosità o perdere parte della sua massa.
Il capo del progetto era Andrew Allan, uno studente di dottorato in astrofisica al Trinity College di Dublino, in Irlanda. Ha condotto uno studio sui risultati, pubblicato di recente in sulla Royal Astronomical Society. Allan ha detto che i ricercatori volevano saperne di più su come le stelle enormi finiscono la loro vita. L’enorme oggetto osservato nella galassia nana Kinman sembrava il bersaglio perfetto. Ma quando gli astronomi hanno orientato il Very Large Telescope verso la lontana galassia nel 2019, non sono più riusciti a trovare le firme della stella massiccia. “Invece, siamorimasti sorpresi che la stella fosse scomparsa”, ha detto Allan in una dichiarazione.
Con i nostri impegni e la dipendenza dalla tecnologia per l’intrattenimento, per i più piccoli è difficile avere abbastanza attività fisica all’aperto che è cruciale per uno sviluppo sano. E durante una pandemia, è ancora più difficile assicurarsi che ciò accada.
Tuttavia una soluzione potrebbe esserci; lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Pediatric Research. Possedere, camminare e giocare con un canepotrebbe incoraggiare lo sviluppo sociale ed emotivo del tuo bambino.
Il cane aiuta i nostri bambini a socializzare
In realtà, i bambini provenienti da famiglie che possiedono dei cani, che hanno partecipato allo studio, hanno avuto il 30% in meno di probabilità di avere problemi di comportamento rispetto ai bambini in età prescolare provenienti da famiglie che non possiedono cani. Anche a questa età, i più piccoli potrebbero effettivamente trarre beneficio dall’interazione con un animale domestico.
L’attività fisica regolare svolge un ruolo importante durante la prima infanzia, contribuendo allo sviluppo dei bambini piccoli e diminuendo il rischio di sviluppare malattie croniche tra cui l’obesità, ha affermato l’autore senior dello studio Hayley Christian, ricercatore senior presso il Center for Child Health Ricerca presso l’Università dell’Australia occidentale.
Tuttavia per motivi che coinvolgono il singolo bambino, la sua famiglia e l’ambiente meno di un terzo dei bambini dai 2 ai 5 anni fa tre ore di attività fisica al giorno, in contrasto con le raccomandazioni globali. Il possedere un cane è collegato a responsabilità, identità positiva, empatia e fiducia.
Tuttavia questi studi riguardavano principalmente i bambini più grandi e gli adulti, e concludevano che l’influenza positiva degli animali domestici sullo sviluppo era maggiore appena prima dell’adolescenza. Dato il valore del movimento per lo sviluppo dell’infanzia e le ricerche precedenti su come i cani potrebbero aiutare, gli autori hanno pensato che queste stesse associazioni potessero essere possibili nella prima infanzia.
In che modo i bambini beneficiano dei propri cani
Questa indagine ha esaminato quali aspetti dell’educazione e cura della prima infanzia e dell’ambiente domestico, hanno influenzato l’attività fisica, la salute e lo sviluppo dei bambini in età prescolare. I partecipanti hanno coinvolto bambini di diversa estrazione socioeconomica che hanno frequentato i centri ECEC a Perth, in Australia.
Tramite questionari, i genitori hanno riportato alcuni aspetti dei propri figli in alcune aree diverse: i problemi di condotta descrivono la frequenza con cui i bambini perdono la calma, si comportano male o combattono con altri bambini. I problemi tra pari includevano il modo in cui andavano d’accordo con gli altri bambini e se preferivano giocare da soli.
Il comportamento prosociale ha considerato quanto i bambini fossero premurosi dei sentimenti altrui e utili se qualcuno fosse ferito, turbato o malato. I sondaggi hanno anche misurato i sintomi emotivi, l’iperattività e le difficoltà generali. I bambini delle famiglie proprietarie di cani avevano maggiori probabilità di mostrare livelli più elevati di comportamenti prosociali e avevano minori difficoltà complessive.
I bambini che portavano a spasso un cane con le loro famiglie almeno un giorno alla settimana e giocavano con i loro cani almeno tre volte alla settimana avevano punteggi prosocialipiù alti di quelli che lo facevano meno spesso. Questi risultati evidenziano che anche un impegno piccolo a coinvolgere i bambini in età prescolare può fornire importanti benefici sociali ed emotivi per i bambini piccoli.
In età prescolare, i lobi frontali dei bambini sono ancora in via di sviluppo. Ciò significa che i bambini in età prescolare non hanno ancora completamente formato la capacità di regolare il comportamento o controllare forti emozioni e impulsi. Quindi le persone hanno comunemente creduto che i bambini non avrebbero beneficiato l’avere un cane perché non sapevano come interagire con esso.
Sviluppare abilità empatiche
Come studiato separatamente negli adulti, i bambini potrebbero aver provato felicità quando giocavano con i cani; il che può anche portare a un migliore comportamento prosociale. Gli animali sono esseri senzienti con sentimenti e pensieri, ma non possono parlare con noi.
“Devi lavorare per leggere ciò che il tuo cane sta pensando e rispondere al suo comportamento. Questo porta i bambini fuori dal loro spazio”, ha detto Radesky. “Questo è [il fattore magico] dell’empatia e della reciprocità sociale, che significa avanti e indietro delle relazioni che ci aiutano a guarire durante i periodi di stress.”
Lo sviluppo sano abilita le capacità umane, permette ai bambini di raggiungere la maturità e partecipare alla vita economica, sociale e civile. Gli animali domestici possono essere abilitanti sociali e aiutare a insegnare ai bambini la responsabilità attraverso la cura, l’addestramento del loro animale domestico.
A far tremare nuovamente la Cina non è solo la perdurante pandemia di coronavirus, che proprio lì ha avuto il suo epicentro, ma anche alcuni recenti casi di peste bubbonica confermati nella vicina Mongolia. Dopo il primo caso conclamato infatti, la Cina ha innalzato una sorta di muro con il paese attuando una serie di protocolli precauzionali al fine di scongiurare il rischio che la situazione possa precipitare. Su un sistema di quattro livelli, il pericolo è fissato al livello 3.
La peste è ancora presente in Cina, ma si tratta di una malattia curabile se trattata immediatamente
Il paziente è un pastore originario di Bayannur e si trova ora in quarantena, in condizioni stabili. Non sono ancora chiare le circostanze in cui l’uomo abbia contratto la malattia. La peste bubbonica si trasmette infatti a mezzo di pulci che vivono tipicamente nella pelliccia di roditori selvatici, come ad esempio le marmotte, molto diffuse sul territorio interessato dai casi. La malattia è però oggi curabile facilmente, essendo disponibili in commercio tutti i farmaci più efficaci, ma è importante che il paziente venga trattato con essi immediatamente, in quanto il batterio può uccidere in appena 24 ore.
Conseguentemente alla conferma del caso, sono state messe in quarantena circa 146 persone. Tra le misure precauzionali che la Cina ha adottato ci sarebbero anche gli obblighi di segnalare eventuali avvistamenti di esemplari di marmotte o anche loro carcasse; è inoltre intimato di avvertire immediatamente le autorità sanitarie in caso di febbre anomala. Sono poi vietate la caccia e il commercio degli animali, in particolare di roditori, in quanto principali vettori del contagio. Le misure si sono rese necessarie in quanto la Cina si ritrova ancora oggi spesso a dover combattere con casi di peste bubbonica, in quanto il batterio non è mai stato debellato completamente; tuttavia, la malattia che esso causa è curabile e tra il 2009 e il 2018 erano stati registrati solo 26 casi e 11 decessi.
Se pensate che questo 2020 sia un anno infausto probabilmente avete ragione. Sui libri di storia sarà certamente ricordato come “l’anno della pandemia“, che tutto il mondo ancora oggi si trova a combattere su più fronti, ma che ci crediate o no la storia ha messo l’uomo dinanzi a periodi ben più spiacevoli. L’anno 536 d.C. fu davvero terrificante, secondo le pochissime fonti storiche del periodo che ci sono giunte. Di gran lunga peggiore del 1349, l’anno della peste nera, e addirittura peggio del 1918, in cui si verificò la pandemia di influenza spagnola, che causò oltre 100.000 morti.
Dal 536 d.C. iniziò quello che viene descritto come il decennio più freddo mai affrontato, con temperature più basse anche di 2,5 gradi. Secondo lo storico bizantino Procopio, pesanti banchi di nebbia avvolgevano costantemente qualsiasi panorama e in Cina si fece un gran parlare di abbondanti nevicate in piena estate. Eppure non c’erano guerre o grandi pestilenze: il politico romano Cassiodoro parlò di un “sole divenuto blu” e di stagioni che sembravano essersi fuse tra loro. Come principale conseguenza di questi misteriosi stravolgimenti climatici, la produzione di derrate alimentari come il pane diminuirono in maniera considerevole nel periodo tra il 536 e il 539 d.C.
Nell’anno 536 d.C. si verificarono eventi di portata tale da generare sconvolgimenti significativi nel clima terrestre
Insomma, furono anni così duri e così caotici che in molti parlarono di una vera e propria apocalisse. Ma a cosa poteva essere imputabile una sì grave situazione globale? Uno studio condotto nel 1990 analizzò gli anelli dei tronchi di diversi alberi ed effettivamente riscontrarono che intorno all’anno 540 d.C. si verificarono estati insolitamente fredde. Uno scienziato dell’Università di Berna ipotizzò, alla luce di tali dati, che a causare l'”apocalisse” del 536 fu con ogni probabilità una devastante eruzione vulcanica. A confermare tale teoria vi sarebbero studi condotti sulle eruzioni vulcaniche in Islanda, in Indonesia e nelle Filippine, che furono così violente da innescare una serie di eventi tali da sconvolgere il clima terrestre.
Quando vulcani particolarmente potenti eruttano con così tanta violenza, nell’atmosfera viene immessa una tale quantità di polveri da creare un vero e proprio schermo che impedisce ai raggi solari di giungere sulla superficie del pianeta, di conseguenza raffreddandolo. Una volta raggiunta la stratosfera, queste particelle creano un aerosol così denso da permanere anche per molti anni. All’anno 536 d.C. infatti si fanno risalire enormi emissioni di anidride carbonica, diossido di zolfo e cenere, a conferma di una coltre di smog molto resistente. A ciò si aggiunse, nel 541, l’epidemia di pesteche uccise il 50% della popolazione terrestre e colpì duramente lo stesso Impero Romano d’oriente.
GoPro Max è la nuova versione dell’action camera a 360° pensata da una delle aziende più rinomate nel settore di appartenenza; il prodotto viene commercializzato ad un prezzo che si aggira attorno ai 529 euro, presentando comunque tantissime innovazioni e migliorie rispetto al modello più datato, la GoPro Fusion.
Esteticamente il terminale riprende quanto visto sulla GoPro Hero 8 Black, presenta infatti un corpo interamente rivestito con verniciatura gommata soft touch, completamente resistente a graffi e urti. Le dimensioni sono inferiori in confronto al passato (circa il 30%), raggiungendo 64 x 69 millimetri, con un peso estremamente contenuto; è stato introdotto il comodissimo aggancio retrattile nella parte inferiore, per collegare tutti gli accessori acquistabili a parte, superiormente è posizionato il tasto di scatto o di avvio di registrazione, mentre sul lato sinistro trova posto il pulsante funzione, nonché di accensione/spegnimento.
Spostando l’attenzione sulla destra, invece, troviamo il compartimento stagno con all’interno la batteria, lo slot per la microSD, nonché la presa USB type-C per la ricarica, da attuare con il collegamento al muro del device.
Hardware e caratteristiche tecniche
Il plus della GoPro Max riguarda sicuramente la presenza di due sensori identici, posti anteriormente/posteriormente, pensati appositamente per offrire al consumatore la possibilità di registrare video vlog e selfie, senza dover ruotare la macchina. E’ una comodità immensa, un plus davvero notevole, la qualità è in entrambi i casi molto elevata. Il sensore è nello specifico da 18MP, ma assemblato a 16.6MP, riuscirà quindi a scattare istantanee a sferiche (o a 360°), al massimo con tale risoluzione.
In un mondo in cui i video a 360° sono abbastanza limitati, poiché sono pochissimi gli utenti che al giorno d’oggi dispongono di un visore VR da utilizzare per apprezzare l’immagine (se non decidendo di condividerla su Facebook), la strada più breve da intraprendere consiste nella modifica del filmato direttamente tramite l’applicazione GoPro, riuscendo così a variare l’inquadratura, lo zoom e quant’altro, realizzando video davvero molto invitanti.
La risoluzione massima raggiungibile per video a 360° è 5.6K a 30fps (originariamente corrisponde al 6K, ma poi assemblato è a 5.6K), con possibilità di scendere anche al 3K a 60fps (proprio grazie al recente aggiornamento).
Per cercare di ampliare le possibilità di utilizzo della GoPro Max, ecco quindi arrivare l’introduzione della modalità Hero, ovvero la trasformazione del prodotto in una vera e propria action camera in perfetto stile GoPro. I video vengono registrati al massimo a 1440p a 60fps, purtroppo però solamente in 4:3 (non è possibile raggiungere i 16:9), se non scendendo in fullHD a 60fps, con ripresa appunto in 16:9. Naturalmente, l’utente che avvierà la registrazione potrà poi variare l’angolo di visuale, passando da un grandangolare ad un teleobiettivo, senza però poter modificare il sensore attivo una volta avviata.
Tutte le riprese (anche a 360°) possono sfruttare la stabilizzazione elettronica massima caratteristica delle GoPro, il cosiddetto hypersmooth, qualità eccelsa e sublime per una delle stabilizzazioni migliori in assoluto; vi potrete buttare a capofitto con gli sci, ed il risultato sarà superiore ad un gimbal di fascia alta. Sono presenti 13 comandi vocali in italiano, utili per non dover toccare fisicamente la GoPro Max; la macchina è, di base, completamente impermeabile fino a 5 metri di profondità, per eccedere sarà necessario acquistare l’accessorio apposito.
Posteriormente troviamo un piccolo display LCD da 1.7 pollici a colori e completamente touchscreen; è preciso, ha una buonissima luminosità, e non presenta ritardi particolari con gli input inviati. Lo riteniamo comodo, anche se nella maggior parte dei casi l’avvio della registrazione viene effettuato tramite il pulsante posizionato superiormente.
La GoPro Max presenta 6 microfoni integrati direttamente nel corpo macchina, utili per ridurre il rumore del vento, ma sopratutto per raggiungere 3 tipologie di registrazione: audio stereo sferico, stereo o shotgun. Quest’ultimo è indubbiamente il più rivoluzionario, poiché trasformerà l’action camera in un microfono direzionabile a piacimento, da sfruttare proprio per riprendere direttamente un determinato soggetto (solo in modalità Hero).
La batteria è nella media, almeno in termini di durata, garantisce un utilizzo pari a circa 30 minuti di registrazione continua/effettiva in 5.6K (forse anche meno); si consiglia caldamente l’acquisto di un componente aggiuntivo.
Funzioni speciali, qualità foto e video
Le funzioni speciali della GoPro Max riguardano il Max TimeWarp, o meglio un timelapse con stabilizzazione hypersmooth per realizzare un video temporizzato mentre si è in movimento, registrando a 360°; con un semplice tap sullo schermo, inoltre, si potrà anche modificare la velocità di registrazione, rallentandola o accelerandola a piacimento.
E’ presente l’allineamento dell’orizzonte, nonchè il cosiddetto Power Pano; l’utente potrà includere tutto ciò che lo circonda in un unico scatto, in tal modo si realizzeranno foto panoramiche a 270°, senza distorsioni, ma sopratutto senza essere costretti ad effettuare il panning (il solito movimento in orizzontale a cui siamo costretti quando scattiamo panoramiche con gli smartphone). La macchina scatterà una istantanea a 360° e poi la modellerà sino a raggiungere i 270° previsti.
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Non mancano, in modalità Hero, anche il live streaming in FullHD su Facebook e YouTube, in aggiunta alla possibilità di realizzare video brevi da caricare direttamente su Instagram, o di registrarli in verticale.
I video sono complessivamente buoni, anche se non al livello di una GoPro Hero 8. La macchina riesce a garantire un’ottima gestione di luci e ombre, con dettagli superiori alla media in termini di bilanciamento dei colori e regolazione esposizione. Come tutte le action camere, le riprese migliori vengono realizzate con tanta luce, riducendola il rumore inizia a farsi sentire molto presto e complessivamente si denota una certa fatica. La stabilizzazione è incredibile ed uno dei punti di forza della GoPro Max.
Gli scatti sono realizzabili in tre diverse tipologie: foto panoramiche da 6.2 megapixel (con modalità Power Pano), sferiche da 16.6 megapixel e classiche da 5.5 megapixel. Il discorso è similare al paragrafo precedente, siamo sicuramente a livelli superiori a tutti gli altri dispositivi presenti sul mercato, tuttavia non riescono a raggiungere complessivamente la qualità dell’ultima action camera di casa GoPro.
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Interessante la confezione di vendita, con pratica custodia per il trasporto, copri e proteggi obiettivi e GoPro Shorty, l’accessorio che si trasforma sia in treppiede che bastone per i selfie. E’ complessivamente leggermente grandino, non possiamo però lamentarci, poiché la qualità è decisamente elevata.
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GoPro Max: conclusioni
In conclusione la GoPro Max è ottima, presenta un prezzo effettivamente elevato, corrispondente di base a 529 euro, ed è dedicata/consigliata ad un pubblico di nicchia, ovvero quasi esclusivamente a coloro che vogliono fare del video a 360° la propria scelta di vita. Se invece siete maggiormente interessati ad una action camera, allora conviene sicuramente puntare verso la più quotata e qualitativa GoPro Hero 8.
Di seguito trovate la nostra videorecensione ed un piccolo riassunto con punteggi effettivi.
Gli scienziati del National Institute of Standards and Technology (NIST) hanno sviluppato un nuovo strumento in grado di effettuare contemporaneamente tre tipi di misurazioni su scala atomica. Insieme, queste misurazioni possono scoprire nuove conoscenze su una vasta gamma di materiali speciali che sono cruciali per lo sviluppo della prossima generazione di computer quantistici, comunicazioni e una miriade di altre applicazioni. Il nuovo strumento tre in uno è una specie di coltellino svizzero per misure su scala atomica. Il ricercatore del NIST Joseph Stroscio e i suoi colleghi presentano una ricetta dettagliata per la costruzione del dispositivo nella Review of Scientific Instruments.
L’innovativo strumento anatomico a forma di coltellino svizzero
“Descriviamo un progetto da copiare per altre persone”, ha detto Stroscio. “Possono modificare gli strumenti che hanno; non devono acquistare nuove attrezzature”.
Effettuando simultaneamente misurazioni su scale che vanno dai nanometri ai millimetri, lo strumento può aiutare i ricercatori a concentrarsi sulle origini atomiche di diverse proprietà insolite in materiali che potrebbero rivelarsi inestimabili per una nuova generazione di computer e dispositivi di comunicazione. Queste proprietà includono il flusso di corrente elettrica privo di resistenza, i salti quantici nella resistenza elettrica che potrebbero fungere da nuovi interruttori elettrici e nuovi metodi per progettare bit quantici, che potrebbero portare a computer quantici basati su stato solido.
“Collegando il coltellino svizzero anatomico con la larga scala, possiamo caratterizzare i materiali in un modo che prima non potevamo”, ha detto Stroscio. Nel complesso quindi questo strumento sarà molto utile in futuro grazie alle sue numerose funzionalità e specialmente per i computer quantistici, che portano proprietà straordinarie che possono essere sfruttate per le nuove tecnologie.
I browser sono elementi fondamentali sui computer per poter navigare liberamente sul web ed in modo molto rapido ed efficiente. Senza dubbio, il browser più utilizzato è Google Chrome, merito delle ottime funzionalità che possiede e dei continui aggiornamenti che vengono svolti per migliorarlo e renderlo sempre più sicuro e funzionale.
L’ultimo aggiornamento proposto dalla multinazionale statunitense, infatti, migliora la performance di Google Chrome su computer, smartphone e tablet, permettendo di risparmiare molta batteria sul proprio laptop, da 30 minuti fino a due ore.
L’aggiornamento di Google Chrome
Grazie ad un lavoro specifico su Javascript wake-up timer, Google punta così a ottenere migliori performance della batteria indipendentemente dal tipo di device utilizzato. Tramite questi appositi lavori si permetterà di evitare consumi di batteria quando il computer è inutilizzato nonostante sia aperto Google Chrome, oltre a migliorare in generale l’esperienza di navigazione nel vasto mondo del web.
Sono stati svolti pertanto alcuni test in merito: se si rimane una pagina di Chrome aperta ma inutilizzata, l’aggiornamento porta a risparmiare due ore di batteria, ben il 28%, mentre nel caso di Youtube lasciato aperto ed in attività, il risparmio energetico sarà del 13%.
Google Chrome non è il primo browser ad ottimizzare Javascript wake-up timer, infatti prende spunto dalla funzionalità presente già nel browser Safari, l’applicazione di navigazione sul web esclusiva solo per chi possiede device di Apple.
L’Australia, a differenza della vicina Nuova Zelanda, non si può dichiarare completamente libera dal coronavirus. Il governo del paese ha di recente dovuto chiudere lo stato di Victoria rispetto all’esterno per via della grande quantità di nuovi casi registrati nell’ultimo periodo. Un pericoloso aumento dei contagi da coronavirus costante ormai da diversi giorni.
Si tratta della prima volta che il confine tra le due regioni più popolate dell’Australia è stata chiusa. A guardare i numeri però non sembrano essere troppo alti. La regione conta 6,6 milioni di persone e solo lunedì sono stati registrati 127 nuovi casi. Per evitare una diffusione in tutto il paese però, le autorità hanno optato per questa via.
A cercare di fare rispettare questa scelta, entreranno in campo forse extra da parte della popolazione. Verranno usati sistemi altamente tecnologici come droni per la video-sorveglianza aerea e altro ancora. Per chi varca il confine senza autorizzazione ci saranno multe elevate e nei casi di recidività, fino a sei mesi di carcere.
L’Australia e il resto del mondo contro il coronavirus
L’Australia nonostante il numero relativamente piccolo di nuovi contagi ha deciso per la vita per dura. Al contrario, paesi che stanno venendo una sempre più grande crescita di casi giornalieri stanno andando avanti imperterriti per la loro strada. Gli Stati Uniti hanno superato per diversi giorni i 50.000 nuovi contagi giornalieri eppure in molti stati è tutto aperto, o stanno addirittura riaprendo. In Brasile la situazione è molto simile. Sono due paesi che nell’insieme contano più di un terzo dei casi totali nel mondo, così come per i morti.
Il turismo per l’Italia è vitale, ma non solo per noi. Ci sono molti paesi asiatici che dipendono totalmente da questo genere di entrate. Un esempio è il Myanmar e il grande numero di templi sacri presenti. Senza turisti questi luoghi si sono svuotati e senza i soldi, non c’è nessuno a protezione di essi.
Per i saccheggiatori di reliquie la pandemia da coronavirus ha creato un clima favorevole per assaltare tali luoghi con il pretesto di rubare tutto quello che possono per poi rivenderlo sul mercato nero. Per cercare di difenderli, sono state dispiegate delle squadre di poliziotti armati pronti a pattugliare i confini.
Polizia in difesa dei templi sacri
Sono stato dispiegati 100 ufficiali il cui compito è pattugliare la pianura di Bagan, una zona di ben 50 chilometri quadrati. Le parole del colonnello della polizia Sein Win rilasciate all’AFP: “Le nostre forze di sicurezza pattugliano giorno e notte. Lo abbiamo sotto controllo per il momento, ma è una sfida. Non è facile pattugliare in quanto l’area è così grande. Quando c’erano turisti qui, non c’erano furti con scasso. Ma quest’anno non ci sono soldi.”
I monumenti da difendere sono molti. Nella sola città principale del paese ci sono oltre 3.500 monumenti antichi che si dividono tra semplici statue e muri decorati, a templi. L’intera città è stata inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Solo a giugno, secondo le autorità, sono stati saccheggiati 12 templi diversi. Sono stati portati via una lunga lista di cimeli rari e inestimabili che difficilmente saranno recuperati e molti dei quali saranno già finiti in mano di privati.
La NASA pagherà fino a 20.000 dollari chiunque progetterà il bagno per la sua prossima missione sulla Luna, prevista per il 2024 nell’ambito del programma Artemis.
L’agenzia spaziale americana ha già lanciato il concorso per scegliere il design di quello che sarà il suo prossimo bagno lunare. Le regole del concorso sono state pubblicate su HeroX, una piattaforma digitale su cui le organizzazioni possono utilizzare il crowdsourcing per trovare soluzioni innovative.
Sebbene la Stazione Spaziale Internazionale abbia già bagni speciali per gli astronauti, la nuova missione della NASA sulla Luna richiederà un progetto speciale per lavorare in gravità lunare, che è circa un sesto di quella terrestre. La NASA è alla ricerca di idee per la creazione di un dispositivo di nuova generazione che sia più piccolo, ma ugualmente efficiente e in grado di funzionare sia in micro-gravità che in gravità lunare.
Il progetto
Con la gara d’appalto, l’agenzia spaziale è alla ricerca di nuovi progetti che riducano di oltre la metà la massa dei bagni di ultima generazione, da 54 a 31 chilogrammi, e riducano il loro volume del 70%, da 0,17 a 0,12 metri cubi.
La NASA ricorda che una toilette tipica pensa tra i 30 e i 60 chilogrammi, ma la complessità del funzionamento in ambienti a bassa gravità richiede più componenti, rendendo i bagni spaziali più pesanti.
L’agenzia spaziale degli Stati Uniti offre tre premi da 20.000, 10.000 e 5.000, rispettivamente, per le migliori idee. La scadenza per la presentazione dei progetti termina il 17 agosto e il vincitore finale sarà annunciato il 30 settembre.
La NASA intende raccogliere idee dal grande pubblico, che ha una visione diversa e più distante dell’ingegneria aerospaziale tradizionale.
L’azienda della mela morsicata, Apple, ha da poche ore registrato un brevetto riguardante un nuovo modello di tastiera per Mac e MacBook. Questa si discosta notevolmente dalle attuali tastiere prodotte dalla casa. Parliamo, infatti, di un qualcosa di mai visto prima. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
Apple ha una storia davvero complicata con le tastiere dei MacBook. Negli ultimi anni, infatti, questa ha dovuto fronteggiare non pochi problemi a causa delle tastiere con meccanismo a farfalla. Da qualche mese, l’azienda le ha sostituite con dei modelli con meccanismo a forbice. Nonostante ciò, pare che non sia ancora soddisfatta appieno del suo lavoro. Ecco cosa mostra il nuovo brevetto.
Apple: tasti che funzionano da mini display
La tastiera immaginata da Apple nel nuovo brevetto presentato nelle scorse ore risulta essere molto particolare. Parliamo infatti, di un prodotto in cui ogni tasto è dotato di un cappuccio trasparente in vetro. Questo materiale, oltre a rendere i tasti decisamente più durevoli di quelli attuali in plastica, apre la sbocco per un nuovo mondo. Il documento, infatti, parla di retroilluminazione a colori dei singoli tasti. In tal modo, questi potrebbero essere usati come dei veri e propri mini display. Non c’è bisogno di dire che le possibilità di utilizzo sarebbero una miriade.
Come ogni brevetto, però, non sappiamo se Apple deciderà di portarlo a termine. Ciò che è certo è che un’aggiunta di questo tipo darebbe una marcia in più a tutti i device. Restate in attesa per eventuali aggiornamenti a riguardo.
Con l’arrivo della stagione 3 di Fortnite, Epic Games ha annunciato l’introduzione di auto guidabili all’interno della mappa. Ad oggi, queste non sono ancora disponibili ma, lo saranno molto presto. Una fonte molto vicina alla casa del fenomeno videoludico ha confermato che queste arriveranno entro la fine di questo mese. Scopriamo il giorno preciso.
Epic Games non risulta essere molto brava a nascondere le notizie riguardanti il suo videogioco più amato Fortnite. Le auto guidabili sono attese da tutta la community. Presto, spostarsi all’interno della mappa non sarà più un problema.
Fortnite: le auto guidabili arriveranno nel gioco il prossimo 21 luglio
Ebbene sì, sembra proprio che le tanto attese automobili guidabili arriveranno il prossimo 21 luglio insieme ad un nuovo aggiornamento del gioco. A confermarlo, sembrerebbe essere una misteriosa fonte interna ad Epic Games. Non è la prima volta che dipendenti dell’azienda stessa decidono di far trapelare informazioni in merito a Fortnite. Ricordiamo, infatti, che tempo fa uno di questi svelò in anticipo la mappa del Capitolo 2. I modelli di auto in arrivo nel gioco saranno ben 4: Valet Small, Valet Medium, Dagwood Truck e Valet Large. le prime 3 avranno un serbatoio da 100 litri, l’ultima invece, da ben 150 litri. Le stazioni di rifornimento saranno segnalate all’interno della mappa di gioco.
Ovviamente, Epic Games non ha confermato la voce trapelata online. Per una conferma ufficiale bisognerà attendere proprio il prossimo 21 luglio. Come cambierà il gameplay dopo l’introduzione dei veicoli? Restate in attesa per ulteriori aggiornamenti a riguardo.
Qualche anno fa, il colosso di Cupertino si è letteralmente trovato dentro un polverone a causa di una feature introdotta silenziosamente all’interno di iOS. Ovviamente, parliamo della funzione in grado di ridurre le performance dei dispositivi con batterie usurate. Numerosi gli utenti che hanno accusato Apple di rallentare volutamente i suoi dispositivi. Dopo i lunghi dibattiti, ancora oggi c’è chi si lamenta con l’azienda. Ecco quello che chiedono alcune associazioni europee per tutti i clienti.
Quando scoppiò lo scandalo dell’obsolescenza programmata degli iPhone, Apple ha prontamente spiegato le motivazioni per la quale aveva deciso di rallentare i dispositivi con batteria usurata. Per farsi perdonare, inoltre, offri, per un intero anno, la possibilità di sostituire la batteria degli iPhone presso gli store ufficiali ad un prezzo scontato. Pare, però, che tutto ciò non sia bastato a convincere alcune associazioni europee. Una nuova class action potrebbe potrebbe scagliarsi contro Cupertino.
Apple: rimborso di 60 euro a tutti i clienti per l’obsolescenza programmata
Ebbene sì, nonostante Apple abbia più volte spiegato di non aver rallentato gli iPhone datati per spingere gli utenti a comprare i nuovi modelli, alcuni pensano che questa abbia ingannato i suoi utenti. E’ proprio a ragione di ciò che 5 associazioni di consumatori europee si sono unite per chiedere ad Apple un risarcimento di 60 euro per tutti i consumatori coinvolti nella faccenda.
Al momento, non sappiamo ancora come queste procederanno nei confronti di Apple. Di certo, la casa della mela morsicata non prenderà bene la richiesta dei 60 euro. Come andrà a finire? Restate in attesa per tutti gli aggiornamenti a riguardo.
Un nuovo articolo dell’Asian Review di Nikkei offre uno sguardo dietro le quinte dello stabilimento di produzione PlayStation di Sony in Giappone. L’aspetto più particolare è che ora il processo di creazione delle console PlayStation è ora ampiamente automatizzato. In sostanza i molteplici robot della compagnia si occupano di costruire le console di gioco. Il rapporto afferma che questa automazione avanzata consente allo stabilimento di assemblare una console PlayStation 4 ogni 30 secondi.
Nel processo sono coinvolte soltanto quattro persone. Due mettono le schede madri sulla catena di montaggio e altri due impacchettano le console finali una volta realizzate. Sony utilizza i robot di Mitsubishi Electric per l’effettivo assemblaggio delle console PS4. Un totale di 26 robot sono assegnati alla realizzazione delle console presso lo stabilimento e alcuni processi prevedono che due robot lavorino insieme per completare le attività.
In attesa di PlayStation 5 lo stabilimento continuerà a sfornare PS4
La nuova catena di montaggio robotizzata di Kisarazu è stata completata nel 2018. Presumibilmente sarà la stessa linea di produzione che si occuperà della realizzazione delle console PlayStation 5 che verranno rilasciate entro la fine dell’anno. Oltre alla nuova PS5, Sony continuerà a produrre modelli PS4 e PS4 Pro, insieme all’edizione PS5 solo digitale. I robot renderanno questo processo più veloce ed efficiente.
I cambiamenti climatici sono realtà e uno dei risultati di questi fenomeni sono le condizioni meteo estreme. Tempeste sempre più violente e repentine e in India ormai lo sanno bene. Questi eventi meteorologici sono sempre più violenti tanto che in appena 10 giorni sono morte 147 persone a causa dei fulmini, numeri cresciuti anche solo rispetto a pochi giorni fa.
Un’iniziale tempesta è riuscita a fare 110 vittime in appena due giorni. Ora le vittime sono salite a 147 dopo una settimana di nuove tempeste sparse per diverse regioni del paese asiatico. Si tratta della stagione dei monsoni, ma è solo all’inizio eppure ha già registrato un record più alto dell’anno precedente.
Le autorità si aspettano tante altre morti per la fine di questo periodo. Eventi distruttivi dovuti all’aumento delle temperature e all’umidità eccessiva dell’aria e dell’atmosfera. Nel tentativo di salvare più persone possibili, è stata creata un’app che cerca di avvisare eventuali arrivi di tempeste cariche di fulmini.
Tempeste e fulmini: migliaia di morti all’anno
In India le tempeste fanno da sempre paura. Solo nel 2018 sono morte più di 2.300 persone in tutto il paese. La situazione continua a peggiorare tanto che per quest’anno si preannuncia un nuovo record in fatto di morti. Quasi il 10% del totale del 2018 è stato registrato nel mese di aprile nella sola regione dell’Uttar Pradesh, proprio una delle regioni più colpite anche dalle recenti tempeste. Ad unirsi a tutto questo c’è il fatto che le autorità non riescono a creare un sistema per ridurre al minimo le morti. Più che avvertire di stare attenti non possono fare altro.
Yellowstoneè stato colpito da oltre un centinaio di terremoti solo nell’ultimo mese, secondo i funzionari degli Stati Uniti che stanno monitorando il sito del super vulcano. I timori di una possibile eruzione vulcanica devastante crescono sempre di più. Gli scienziati hanno confermato che al momento sono 102 i terremoti che hanno colpito l’area. I terremoti sono stati rilevati dalle stazioni sismografiche dell’Università dello Utah che sono responsabili del funzionamento e della manutenzione della rete sismica di Yellowstone.
I terremoti sono attentamente monitorati a Yellowstone perché si teme che il super-vulcano nel sito possa essere in ritardo su un’altra eruzione catastrofica che potrebbe spazzare via gli Stati Uniti. Le ultime grandi eruzioni del vulcano Yellowstone si sono verificate circa 640.000, 1,2 milioni e 2,1 milioni di anni fa. Quando è scoppiato l’ultima volta Yellowstone – un evento noto come eruzione del Lava Creek – il super vulcano ha coperto una stima di 7.500 km quadrati con cenere e ricadute.
Nessun pericolo a Yellowstone, l’attività sismica è naturale in quest’area
Secondo i ricercatori tuttavia è abbastanza normale il numero di terremoti per una regione che ha una media di 1.500 e 2.500 terremoti ogni anno. Il più grande terremoto del mese si è verificato il 5 giugno, quando ha colpito una magnitudo 2.8. C’è stato anche uno sciame di circa 17 terremoti che ha colpito tra il 12 e il 15 giugno. Inoltre ci sono stati molti enormi terremoti nelle vicinanze di Yellowstone.
Il National Park Service ha ripetutamente cercato di respingere le paure catastrofiche intorno a Yellowstone. Recentemente hanno detto: “Yellowstone è una delle aree più sismicamente attive negli Stati Uniti. Circa 700 a 3.000 terremoti si verificano ogni anno nell’area di Yellowstone; la maggior parte non si sente.” Mentre un’eruzione potrebbe non avvenire presto, se dovesse verificarsi i suoi effetti sarebbero devastanti in tutto il mondo.
Il noto sito di e-commerce Amazon non si scorda proprio di nessuno. Nelle scorse ore, questo ha deciso di lanciare una marea di promozioni rivolte a coloro che sono appassionati di gaming. Scopriamo insieme i prodotti più interessanti.
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Amazon: ecco le magnifiche promozioni sui prodotti da gaming
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I pinguini Adélie sono riluttanti a lasciare le loro uova incustodite nei loro nidi, e ci tengono a non sporcare il nido di feci. Ma i pinguini hanno trovato la soluzione ad entrambi i problemi. Il pinguino si accovaccia, punta la parte posteriore lontano dal nido, solleva la coda e spara via le proprie feci, garantendo così la sicurezza delle uova e la pulizia del nido. Due problemi risolti in un sol colpo (letteralmente, NdR).
Nel 2003, due intrepidi fisici sono rimasti affascinati da questo comportamento e sono stati ispirati a calcolare la risposta a una domanda scottante; quanta pressione possono generare questi pinguini per spingere le loro feci lontano dai loro nidi? Tenendo conto che le strisce defecate possono essere lunghe dai 30 ai 40 cm, le pressioni interne dei pinguini devono raggiungere dai 10 ai 60 kilopascal. Significativamente più elevate della pressione che l’uomo medio può esercitare durante la defecazione. Tale pressione è paragonabile alla metà di quella dei pneumatici delle nostre auto. Questo studio è stato premiato con un Nobel Ig nel 2005.
Il nuovo studio porta a nuove scoperte sull’espulsione delle feci dei pinguini Adélie
Ora, una coppia di scienziati giapponesi ha approfondito la questione, calcolando la traiettoria delle feci espulse e ricalcolando la pressione rettale. Questi scienziati hanno riferito delle loro scoperte in una bozza di documento che hanno pubblicato sull’ArXiv. Secondo il documento originale del 2003 i pinguini non tengono conto della traiettoria delle feci. Invece, il nuovo studio degli scienziati giapponesi, si è concentrato su una distanza orizzontale. Hiroyuki Tajima e Fumiya Fujisawa sostengono che l’angolo di espulsione non è sempre orizzontale, soprattutto se l’ambiente di riproduzione si trova in una posizione più elevata, o se il pinguino si trova su una roccia mentre defeca, per esempio.
Usando le equazioni di Newton, hanno calcolato che la massima distanza di volo delle feci del pinguino è di 1,34 metri. Tajima e Fujisawa hanno anche rivisitato la questione della pressione rettale richiesta per raggiungere tale traiettoria e hanno scoperto che sarebbe un po ‘più alta della stima originale. Hanno notato, tuttavia, che le loro equazioni semplificate non hanno tenuto conto dell’idrodinamica delle feci nell’aria e nello stomaco.
Mentre l’uso delle mascherine è stato ampiamente raccomandato dai funzionari della sanità pubblica durante l’attuale pandemia di COVID-19, ci sono relativamente poche linee guida specifiche relative ai materiali e ai design delle mascherine.
Uno studio della Florida Atlantic University, cerca di capire meglio quali tipi di materiali sono i migliori per controllare le goccioline respiratorie che potrebbero contenere virus del coronavirus.
Covid, quali sono i materiali delle mascherine più efficaci per ostacolare il virus
Siddhartha Verma e il suo team hanno sperimentato diverse scelte per determinare quanto le mascherine possano bloccare le goccioline quando escono dalla bocca. Usando un laser per rilevare le goccioline mentre venivano espulse, il gruppo è stato in grado di esaminare come diversi design e materiali alterano quel percorso.
Mentre ci sono alcuni studi precedenti sull’efficacia delle apparecchiature mediche, al momento non abbiamo molte informazioni sui rivestimenti più accessibili al momento, ha detto Verma. “La nostra speranza è che il documento aiuti a comunicare la logica alla base delle raccomandazioni per il distanziamento sociale”.
L’approccio si basa su una configurazione del foglio laser che è un pilastro per coloro che studiano la meccanica dei fluidi. La sfida principale è quella di rappresentare una tosse e starnutire fedelmente. L’impostazione usata ossia, una tosse semplificata in realtà è complessa e dinamica.
Rispettare comunque le linee guida dateci dalla sanità
Le maschere per il viso leggermente allentate e i rivestimenti in stile bandana hanno ridotto la distanza percorsa dalle gocciole rispetto di quella per una tosse scoperta. Tuttavia, le maschere fatte in casa ben adattate con più strati di tessuto trapuntato e maschere stile cono si sono rivelate le più efficaci.
Nonostante alcune perdite, queste maschere hanno ridotto significativamente il numero di goccioline. Quando senza maschera, i manichini proiettavano goccioline molto più lontane rispetto ai 2 metri citati spesso nelle linee guida di distanza sociale.
È anche importante capire che i rivestimenti per il viso non sono efficaci al 100% nel bloccare i patogeni respiratori. Questo è il motivo per cui è indispensabile mantenere una distanza sociale, utilizzare mascherine per il viso e altre raccomandazioni da parte dei funzionari sanitari fino a quando non esista un vaccino efficace.
È lo stesso Bolsonaro a dichiaralo al pubblico, è stato infettato dal coronavirus. I sintomi c’erano, ovvero una febbre superiore ai 38 gradi e una percentuale dell’ossigeno del sangue che era solamente al 96%. A seguito di questa situazione ha deciso di sottoporsi al test e, considerando come ha guidato il paese fino a quel momento, era solo questione di tempo.
Il Brasile è il secondo paese al mondo per numero di persone contagiate. L’ultimo aggiornamento giornaliero ha visto un aumento di 21,486, un numero basso rispetto ai giorni precedenti a causa dei pochi test fatti. Per diversi giorni ci sono stati oltre 40.000 casi ogni 24 ore e adesso il totale è di 1.626.071 mentre i morti sono 65.556.
Il problema principale del paese sud americano nella lotta contro questa pandemia è stata proprio la risposta del governo stesso che ha cercato in tutti i modi di impedire la chiusura totale. Un’economia poco forte, un sistema sanitario già in crisi, l’assenza di linee guida chiare e le poche misure prese hanno portato a questo scenario, uno dei peggiori.
Bolsonaro e il negazionismo
Per il presidente del Brasile il virus era solo una farsa fino a poco tempo fa. Nel corso di questi mesi ha licenziato due ministri per la salute perché avevano opinioni diverse dalle sue. È sceso continuamente in piazza a favore delle persone che protestavano contro le misure imposte dai governatori delle regioni i quali sono andati contro proprio al governo centrale. Il risultato è stato finire infettato, anche se al momento la situazione non sembra critica. Ora sarà interessante vedere se il suo approccio al virus cambierà radicalmente.
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La stagione secca non è ancora arrivata eppure l’Amazzonia sta già bruciando. Numerosi incendi stanno devastando la foresta pluviale amazzonica in Brasile. Le immagini satellitari di giugno mostrano migliaia di focolari diversi che si scatenano con tutta forza distruggendo grandi aree verdi. Secondo gli esperti, il disastro è già annunciato, un disastro che potrebbe ripetere e superare il record dell’anno scorso.
Secondo l’agenzia di ricerca spaziale del governo brasiliano, l’ente che normalmente studia l’andamento degli incendi, ha evidenziato come nel solo mese di giugno ci siano stati 2.248 incendi. Si tratta di un aumento del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando erano 1.880. Si trattava già di un record negativo allora, questo è il peggiore.
Incendi nell’Amazzonia: un problema che si aggiunge al coronavirus
Se per ora tralasciamo il problema ambientale che questo comporta, ce n’è un altro con cui la popolazione brasiliana dovrà fare i conti. Il fumo prodotto da questi incendi può causare problemi respiratori in un momento in cui c’è una pandemia che colpisce proprio i polmoni.
Le parole rilasciate da un portavoce di Greenpeace del Regno Unito: “Questi incendi non sono un caso. Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, non ha fatto nulla per scoraggiare gli allevatori e i land grabber a smettere di disboscare l’Amazzonia. Nonostante la pandemia di Covid-19, la deforestazione è aumentata vertiginosamente e ora vediamo degli incendi deliberatamente accesi per liberare quella terra per l’agricoltura industriale. Questo è solo l’inizio. Nei prossimi mesi, a meno che non assistiamo a un forte intervento, è probabile che gli incendi aumentino e inghiottano vaste aree forestali, mettendo in pericolo la vita delle popolazioni indigene, della fauna selvatica e peggiorando la crisi climatica a livello globale.”