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Gli smartphone sono praticamente la casa dei batteri

Il discorso che andremo ad affrontare oggi molto spesso viene sottovalutato e preso sottogamba. In realtà si tratta di un qualcosa di molto serio a cui tutti noi dovremmo cercare di porre rimedio, almeno per quanto riguarda la nostra igiene personale. Stiamo parlando infatti degli smartphone e della discarica ambulante di batteri che diventano dopo pochi giorni di utilizzo. Quasi nessuno ci fa caso ma la quantità di batteri presente sui nostri smartphone è maggiore persino rispetto a quelli presenti nei bagni pubblici.

Questo concetto ci viene ricordato anche dal sito internet dirtyphones.org, messo online recentemente da Sony per scopi puramente commerciali (si tratta di una sorta di pubblicità al Sony Xperia M4 Aqua ed alla sua resistenza all’acqua, utile per lavare via i batteri dalla scocca). Passando per un attimo oltre a questo punto di vista, ci vengono mostrate slides in cui possiamo trovare tante utili informazioni sulla vicenda. Ad esempio, circa il 92% degli smartphone è ricoperto da qualche tipo di batteri mentre nel 16% è possibile trovare l’escherichia coli, ovvero un batterio che la maggior parte delle volte lo si trova nelle feci.

Dirty-Phones (1)

La maggior parte del “contagio” avviene in luoghi pubblici molto affollati, come per esempio nella stazione della metropolitana, negli autobus, nei ristoranti ecc. Venendo le nostre dita a contatto con superfici sporche, il tutto viene trasferito allo smartphone una volta che lo utilizziamo e tappiamo sul display con le nostre dita.

Ma quali possono essere le soluzioni a questo problema degli smartphone?

Diciamo che non esistono delle soluzioni in grado di evitarci di venire a contatto con dei batteri. Tuttavia, è possibile utilizzare ad esempio una salviettina umidificata da strofinare sullo smartphone. Ricordiamo che, nonostante non siano impermeabili, la maggior parte degli smartphone riesce a resistere anche alle gocce d’acqua della pioggia, per cui una salviettina non farà alcun danno.

Ovviamente poi se possedete uno smartphone impermeabile, come può essere ad esempio il Sony Xperia M4 Aqua pubblicizzato nel sito da Sony, potete lavarlo sotto l’acqua corrente senza alcun problema (non utilizzate comunque saponi o detergenti chimici, perchè possono rovinare la scocca).

Dirty-Phones (2)

Un Galaxy S6 Iron Man Edition venduto ad un prezzo folle!

Una versione Iron Man Edition del Samsung Galaxy S6 è stata venduta ad un’asta in Cina ad un prezzo esorbitante: oltre 90000 dollari!

Avete presente la partnership tra Samsung e Marvel dove negli ultimi film di Iron Man e degli Avengers compaiono sempre gadget tecnologici che assomigliano molto ai nuovi dispositivi dell’azienda coreana? Ecco il culmine promozionale lo abbiamo avuto con un edizione speciale del Galaxy S6 ovvero la Iron Man Edition che è stata distribuita in Asia in appena 1000 esemplari alla vendita.

Sfortunatamente l’edizione dedicata all’eroe creato dalla Marvel è stata commercializzata in soli tre paesi: la Corea del Sud, la Cina e Hong Kong; inoltre il numero limitato ne ha accresciuto il valore per i fan della serie e dei fumetti della società americana.

Galaxy S6 Iron Man Edition: il prezzo finale dell’asta

Sta di fatto che in Cina è stato posto in asta un Galaxy S6 Iron Man Edition con seriale numero 66 (su 1000 esemplari prodotti); bene questo dispositivo, dopo circa 92.429 puntate, è stato venduto al prezzo assurdo di 568.788 Youn che al cambio fanno ben 91.600 dollari americani.

Se pensiamo che il Galaxy S6 Iron Man Edition ha un prezzo di listino di poco più di 1000 dollari, per molti spendere tutti questi soldi potrebbe essere una assurdità; in Cina va però detto che il numero 6 è considerato il numero porta fortuna per eccellenza, e il numero 66 viene considerati da molti come un doppio porta fortuna.

Per questo la società JD.com ha deciso di mettere all’asta in Cina questo smartphone in edizione limitata con il seriale 66, considerato nel paese asiatico un numero estremamente fortunato; il prezzo di vendita finale sicuramente ha decretato il successo dell’asta.

Ovviamente per arrivare a spendere tali cifre bisogna essere particolarmente ricchi e particolarmente superstizion, ma pare che in Cina di persone così ce ne siano veramente tante, dato che le oltre 90.000 puntate d’asta indicano che in molti hanno provato ad accaparrarsi lo smartphone a tutti i costi.

OnePlus 2: Debutto ufficiale a luglio?

Torna a far parlare di sé, con nuove indiscrezioni, il prossimo OnePlus 2, erede dell’attuale OnePlus One, che stando a quanto si apprende in queste ore potrebbe essere svelato, in via ufficiale, nel corso di un evento speciale che si terrà durante il prossimo mese di luglio. Sebbene la data effettiva non è ancora emersa, un possibile debutto a luglio del nuovo OnePlus 2 appare quanto mai plausibile considerando anche i rumors emersi nei giorni scorsi in merito al nuovo smartphone di OnePlus.

Anche il nuovo OnePlus 2, cosi come il OnePlus One, continuerà a proporre una strategia di sicuro interesse che unisce specifiche tecniche da smartphone di fascia alta ad un prezzo, tutto sommato, contenuto rispetto alla concorrenza diretta. Per ora, è bene sottolineare, non vi sono ancora informazioni precise in merito al comparto tecnico del nuovo OnePlus 2 ma, anche in questo caso, i rumors in merito al nuovo device non mancano di certo.

Stando a quanto emerso sino ad ora, infatti, il nuovo OnePlus 2 potrebbe presentare dimensioni molto simili rispetto all’OnePlus One, con un display probabilmente da 5.5 pollici con risoluzione QHD o FullHD. L’argomento principale della futura scheda tecnica dell’OnePlus 2 sarà, senza dubbio, il SoC con lo Snapdragon 810 che dovrebbe essere il principale candidato. Il chipeset di Qualcomm è però afflitto da diversi problemi di surriscaldamento che hanno creato non pochi problemi ad HTC con l’HTC One M9 e, di recente, sembra stiano infastidendo anche Sony con il nuovo Sony Xperia Z3+. A completare la dotazione tecnica del nuovo OnePlus 2 troveremo 3 GB di memoria RAM ed una fotocamera posteriore da 13 Megapixel. Maggiori dettagli in merito alle specifiche tecniche del nuovo OnePlus 2, che debutterà quasi sicuramente a luglio, potrebbero emergere già nel corso dei prossimi giorni. Per ora, quindi, non ci resta che attendere il rilascio di nuovi rumors ed indiscrezioni.

iOS 9 supporta le estensioni Ad Blocker

Allo scorso WWDC 2015, per motivi di tempo, non sono state annunciate tutte le novità che saranno presenti sulla nuova release software iOS 9 ma solamente quelle principali | iOS 9 per iPhone e iPad è ufficiale con le novità Apple in dettaglio |. Tra le novità che sono rimaste nascoste ve ne è che potrebbe diventare molto scomoda per chi, come Google, guadagna vendendo pubblicità. Si tratta infatti del supporto del browser web Safari a delle estensioni chiamate Ad Blocker, le quali permettono di bypassare alcuni tipi di file e non farli caricare dalla pagina, rendendo nel complesso la navigazione più fluida.

Il supporto a questo tipo di estensioni non è per niente una novità per Apple, che già da tempo l’ha implementata sul suo sistema operativo desktop OSX. Tuttavia, dal punto di vista mobile si tratta di una novità, visto che non era mai stato implementato su iOS.

Il pericolo per tutte quelle società impegnate nella pubblicità web è però abbastanza relativo. iOS 9 non integrerà nativamente un modo per non far caricare le pubblicità dal browser web ma accetterà estensioni di terze parti (sotto forma di applicazioni nell’AppStore) che permetteranno di farlo. Inoltre, l’impostazione di abilitazione al supporto di queste estensioni dovrà essere data manualmente, come si vede chiaramente da questi screenshot realizzati da 9to5Mac.

iOS 9 Ad Blocker

Se diamo uno sguardo ad Android, scopriamo che gli Ad Blocker sono presenti da molto tempo ma che, per via della loro non immediatezza, non hanno mai del tutto provocato problemi alla politica principale di Google. Siamo certi che su iOS 9 la cosa sarà ancora meno aggressiva. Quel che è certo comunque che si tratta chiaramente di un potenziale duro colpo per Google sferrato proprio dal suo acerrimo nemico Apple.

Prima di lasciarvi, vi ricordiamo di dare un’occhiata al nostro articolo comparativo fra iOS 9 ed Android M | Android M vs iOS 9 le prime differenze in immagini | così come al nostro articolo comparativo fra iOS 8.3 ed iOS 9 | iOS 8.3 vs iOS 9 le differenze in immagini |.

Samsung Galaxy Note 4: Prime informazioni su Android 5.1.1 Lollipop

Buone notizie per tutti i possessori di Samsung Galaxy Note 4 in attesa di nuovi aggiornamenti software. In queste ore, come riporta l’autorevole Sammobile, sono infatti emerse le prime indicazioni dell’arrivo, sempre più vicino, di Android 5.1.1 Lollipop per il phablet top di  gamma di casa Samsung. A conferma di ciò vi è anche un test effettuato su AnTuTu di un primo esemplare di Samsung Galaxy Note 4 caratterizzato da un firmware preliminare di Android 5.1.1 Lollipop.Samsung Galaxy Note 4

I tempi di rilascio di questo nuovo aggiornamento sono ancora tutti da valutare. Attualmente, infatti, sia il Samsung Galaxy S6 che il Samsung Galaxy S6 Edge non hanno ancora ricevuto l’update ad Android 5.1.1 Lollipop che, con ogni probabilità, dovrebbe debuttare prima sui nuovi smartphone di Samsung e, soltanto in un secondo momento, sul Samsung Galaxy Note 4 che ha già ricevuto il primo update a Lollipop con un bel po’ di ritardo rispetto ai piani originali. Secondo Sammobile, potrebbe essere necessario attendere almeno un mese dal rilascio di Lollipop 5.1.1 per i Galaxy S6 prima di poter registrare l’arrivo di questo nuovo update anche sul Samsung Galaxy Note 4.

In ogni caso, il fatto che un primo firmware di test sia già stato avvistato in rete ci fa sperare che le tempistiche di rilascio si possano rivelare più brevi del previsto. Maggiori dettagli sui prossimi aggiornamenti software per i device Samsung arriveranno senza dubbio nel corso delle prossime settimane. Attualmente, la casa coreana, infatti, oltre agli aggiornamenti alla versione 5.1.1 di Android, ha in programma di portare Lollipop su diversi mid-range della sua gamma. Per ora non ci resta che attendere il rilascio di ulteriori informazioni sui futuri update in arrivo per il Samsung Galaxy Note 4 che a distanza di circa 9 mesi dal debutto sul mercato continua ad essere uno dei device più apprezzati dall’utenza Android.

Samsung Galaxy S6 Edge Plus: Nuove conferme sulle specifiche tecniche

Il successo del Samsung Galaxy S6 Edge, con vendite nettamente superiori alle prime stime di Samsung, potrebbe spingere la casa coreana a realizzare una nuova variante del suo top di gamma che potrebbe essere denominata Samsung Galaxy S6 Edge Plus. A conti fatti, questa nuova versione del flagship di Samsung, secondo quanto riporta l’autorevole Sammobile, sarebbe una variante del Galaxy S6 Edge con display da 5.7 pollici, quindi con dimensioni simili al Galaxy Note 4, e specifiche tecniche molto simili ai nuovi top di gamma Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge.

Il nuovo Samsung Galaxy S6 Edge Plus, infatti, oltre ad un display Super AMOLED da 5.7 pollici di diagonale dotato di risoluzione QHD, potrebbe montare 3 GB di memoria RAM DDR4, una fotocamera posteriore da 16 Megapixel, una fotocamera anteriore da 5 Megapixel, un sensore di impronte digitali e potrebbe caratterizzarsi per una scocca realizzata con gli stessi materiali dell’S6 Edge.

La differenza tra i due progetti, oltre che nella diagonale del display, dovrebbe essere rappresentata dal SoC utilizzato dal nuovo device. Il nuovo Samsung Galaxy S6 Edge Plus, infatti, invece del chip Exynos dovrebbe montare il SoC Qualcomm Snapdragon 808 con CPU Hexa-Core e GPU Adreno 418. Il sistema operativo sarà Android 5.1.1 Lollipop personalizzato dall’interfaccia utente Touch Wiz. Il nuovo Samsung Galaxy S6 Edge Plus dovrebbe fare il suo debutto durante l’estate, più o meno tra luglio ed agosto prossimi. Non è ancora chiaro l’esatta posizione in gamma del nuovo phablet con display Dual Edge di Samsung. Da notare che, almeno in Corea del Sud, Samsung ha registrato il marchio “S6 Note” che potrebbe far pensare all’esistenza di un progetto con caratteristiche simili ai device della gamma Note e con supporto alla S-Pen. Ricordiamo, inoltre, che per il mese di settembre è atteso il debutto, all’IFA di Berlino, del nuovo Samsung Galaxy Note 5. Maggiori dettagli in merito ai futuri top di gamma di Samsung emergeranno, senza dubbio, nel corso dei prossimi giorni.

Asus potrebbe presto acquisire HTC

Nel corso degli ultimi giorni, il valore azionario di HTC ha subito un grosso crollo, segno che gli investitori attuali non hanno molta fiducia nei prodotti del colosso taiwanese. Questo è senza dubbio un brutto colpo per l’azienda ma attraverso alcuni sviluppi, si potrebbe trasformare in un grande investimento per un’altra grande azienda dell’high tech: Asus. Si tratterebbe di qualcosa di veramente clamoroso ma, stando a quanto dichiarato dal CFO David Chang, non del tutto da escludere.

Durante una delle tante riunioni interne tenute da Asus infatti, è stato discusso anche la possibile acquisizione di HTC. Dal punto di vista finanziario, non vi sarebbe momento migliore per entrare a far parte della dirigenza visto che, come detto ad inizio articolo, HTC ha recentemente subito un grosso crollo azionario. Resta comunque da vedere che cosa Asus può aggiungere al proprio mercato investendo in HTC. Non sappiamo ad esempio di quali brevetti depositati da HTC Asus potrebbe usufruire, o di quali tecniche di lavorazione. Tendiamo ad escludere la visibilità del marchio in quanto, a nostro avviso, Asus è molto più conosciuta di HTC, soprattutto perchè opera in diversi mercati tecnologici (storage, smartphone, computer ecc.).

Asus acquisizione HTC

Parlando un pò di numeri, stando a quanto riportato da Reuters l’attuale valore di mercato di HTC è all’incirca di 2 miliardi di dollari. Considerando che appena 4 anni fa il valore si aggirava sui 33,8 miliardi di dollari, potete chiaramente capire il crollo finanziario avuto in quest’ultimo periodo. Al momento comunque non vi è nulla di concreto, per cui vi invitiamo a prendere il tutto con le pinze.

I rumor sull’acquisizione di una grande azienda come HTC seguono quelli di qualche settimana fa riguardanti BlackBerry e l’interessamento di Microsoft | Microsoft pronta a sborsare 7 miliardi per acquisire BlackBerry |. Quello in cui viviamo è un periodo di grande rivalità ed ora come non mai è valido il detto “Il pesce più grande mangia il pesce più piccolo”.

Sicuramente ritorneremo sull’argomento nel caso in cui si dovessero essere delle informazioni supplementari, dato che si tratta di una potenziale grande acquisizione mondiale.

Android One ha un futuro molto roseo davanti a se

Lanciato nel Settembre del 2014, il progetto Android One ha già contribuito a portare milioni di smartphone e tanti servizi nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, il vero boom di questo progetto non è ancora avvenuto, almeno stando a quanto dichiarato da Caesar Sengupta, Vice Presidente e Product Manager di Google, attraverso un’intervista rilasciata al The Economic Times.

Egli ha voluto sottolineare la ferma intenzione di Google di portare la tecnologia mobile in maniera massiccia nei paesi in cui lo sviluppo politico e sociale è ancora in fase di costruzione. Per fare ciò, il punto su cui ci si sta soffermando maggiormente è la compressione dei dati. Riuscendo infatti a comprimere quanto più possibile un determinato file, lo si rende sicuramente più fruibile attraverso delle infrastrutture di rete non sviluppate come quelle presenti negli USA.

In Google vogliamo essere sicuri che ci stiamo preparando bene per il nostro prossimo miliardo di utenti. Uno dei più grandi paesi in cui operiamo, che per noi è un importante punto di riferimento, è l’India. Lì ci vedrete fare diversi annunci su tutta la nostra linea di prodotti.

…Non stiamo rallentando sul programma, anzi, siamo molti impegnati su Android One che ora è presente in sette paesi. Nel complesso, continuiamo a lavorare insieme ai produttori. Stiamo anche pensando a telefoni specifici per mercati specifici. Quando Android One è stato lanciato, non si è mai sentito parlare di upgrade o aggiornamenti software OTA. Ma ora, vedrete che la maggior parte produttori e rivenditori stanno parlando di Lollipop, e di aggiornamenti alle più recenti versioni

Parlando poi del lancio non proprio trionfale di Android One, il signor Sengupta ha dichiarato che Google ha imparato molto dai suoi errori passati (non citando espressamente Android One) e che essi serviranno per costruire dei servizi sempre migliori in futuro. Uno dei problemi che ha afflitto gli smartphone Android One all’inizio sono stati i canali di distribuzione: non essendo disponibili in tutti i negozi, tali smartphone erano difficili da acquistare, cosa che non succede più adesso e decisamente non succederà in futuro.

LG G4 Pro sarà dotato forse di un corpo in metallo

Lo sviluppo tecnologico legato al mondo del mobile ed il boom degli smartphone non si arresteranno ancora per qualche anno. Questo significa che gli smartphone rappresenteranno una vera e propria miniera d’oro ancora per un bel pò. Ma con l’evoluzione di questo settore, si è visto che non basta più realizzare prodotti potenti, dotati di caratteristiche importanti. Gli utenti infatti richiedo adesso smartphone realizzati con una qualità costruttiva sempre maggiore, con materiali di costruzioni belli da vedere e da toccare. L’estetica alle volte arriva a contare di più delle caratteristiche tecniche. E’ per questo motivo che Samsung ha abbandonato il policarbonato (la plastica) per la realizzazione del suo Samsung Galaxy S6 e del suo Samsung Galaxy S6 edge, preferendole il vetro e l’alluminio. La stessa cosa, ma praticamente da sempre, fa Apple con i suoi iPhone.

L’unico grande produttore che ancora non si è deciso a passare all’utilizzo del metallo per i proprio smartphone è LG. Anche nel suo ultimo top di gamma, ovvero LG G4, ha preferito utilizzare il policarbonato per tenere i costi più bassi anche se, dobbiamo ammetterlo, la scelta di offrire una cover in pelle è un qualcosa di unico a cui nessuna aveva mai pensato.

Tuttavia, anche LG sta pensando di convertire il proprio pensiero, dato che alla fine un produttore deve fare ciò che il cliente vuole. Ed allora ecco che la scocca del prossimo top di gamma, identificato come LG G4 Pro, potrebbe essere realizzata totalmente in alluminio. Questo almeno stando a quanto riportato di recente da ET News che, tra le altre cose, cita anche il problema principale che deve superare LG per attuare questo progetto: l’elevato costo di produzione.

Trattandosi infatti del primo smartphone realizzato completamente in metallo, produrre LG G4 Pro avrà un costo molto più alto degli standard a cui è abituata adesso. Il tutto ovviamente si ripercuoterebbe sul prezzo finale di LG G4 Pro, non permettendo all’azienda di applicare una strategia aggressiva sul mercato.

Purtroppo le nostre informazioni si fermano alla scocca realizzata molto probabilmente in metallo ma immaginiamo che, trattandosi di uno smartphone Pro, avrà delle caratteristiche tecniche superiori a quelle di LG G4. Inoltre, arrivando probabilmente in concomitanza con il Samsung Galaxy Note 5, protagonista di recenti indiscrezioni circa il display e la connettività | Samsung Galaxy Note 5: Tra le specifiche anche una USB Type-C |, LG G4 Pro dovrà essere un degno concorrente per poter concorrere adeguatamente sul mercato.

Google ci aiuta a scegliere lo smartphone che fa per noi

Parlando del sistema operativo Android, ci sono letteralmente migliaia e migliaia di modelli disponibili all’acquisto. Questo, se da un lato è positivo perchè ci dà la possibilità di avere una scelta maggiore, dall’altro lato è negativo, in quanto gli utenti alle prime armi potrebbero non non conoscere adeguatamente le differenze fra tutti questi smartphone e quindi confondersi. Il tutto si traduce nel proverbio “Il troppo storpia“. Per cercare di dare una mano a tutti questi utenti, Google ha recentemente messo online un nuovo sito internet in cui è presente una sorta di data match che ci aiuta a scegliere, in base alle nostre preferenze, quale smartphone sia più adatto a noi.

Sfortunatamente il servizio è disponibile solamente per gli USA e quindi in inglese ma ciò non toglie che è possibile utilizzarlo anche qui da noi in Italia. Il processo di matching avviene secondo vari step:

  • Inizialmente Google ci chiede quale sia l’operazione che effettueremo maggiormente con il nostro nuovo smartphone (ascoltare musica, scattare fotografie, guardare video, social network, produttività ecc.). Le scelte possibili in totale sono 12 ed è possibile selezionare più di una casella.

Google - Quale smartphone fa per te 2

  • In base a ciò che avremo selezionato, ci verranno poste delle domande inerenti a quell’argomento. Ad esempio, se avessimo scelto “Ascoltare musica”, Google ci chiederebbe quanto spesso la ascoltiamo, in che modo la ascoltiamo, quale servizio utilizziamo per ascoltarla ecc.
  • Successivamente ci viene chiesto per quante ore al giorno compiamo quella determinata azione.

Finito il “questionario”, Google ci mostrerà quelli che, secondo gli algoritmi sviluppati dagli ingegneri del colosso informatico, sono gli smartphone più adatti alle nostre esigenze. In realtà, prima di arrivare a questo punto, ci viene chiesto quale operatore americano vorremmo avere. Quest’ultima scelta tuttavia può essere saltata.

Non sappiamo se i dati delle nostre risposte sono conservati da Google ed il servizio di scelta dello smartphone utilizzato come una sorta di sondaggio. Per poter accedere a tale servizio, vi basterà cliccare sul seguente link:

Android M vs iOS 9 le prime differenze in immagini

Una serie di immagini mostrano le differenze tra l’interfaccia di Android M e Apple iOS 9, entrambi in fase beta quindi non ancora completi.

I due nuovi sistemi operativi mobili più attesi per il 2015, ovvero Android M di Google e iOS 9 di Apple, come sappiamo sono stati ufficialmente annunciati dalle due società ma non sono ancora disponibili per l’utente comune; Android M è infatti ancora in fase Preview (e lo sarà ancora per altri 2 mesi circa) mentre iOS 9 è in Beta 1 disponibile solo per sviluppatori, e solo dal prossimo mese ci sarà una beta pubblica ed entro l’autunno uscirà la versione finale.

Pur essendo due software ancora “incompleti” possiamo già fare un confronto preliminare su come vengono gestite le due interfacce in una serie di immagini; a sinistra troverete sempre iOS 9, mentre a destra Android M.

Android M VS iOS 9 le prime immagini a confronto

1. Lockscreen, Homescreen e pannello delle notifiche

Si nota subito che iOS 9 ha cambiato stile di font nell’interfaccia passando da San Francisco ad Helvetica Neue, mentre Android M è rimasto fedele al font Roboto; nel Lockscreen di Android M non troveremo più un tasto rapido per il dialer telefonico sostituito dal tasto di ricerca vocale, mentre su iOS 9 si potranno avere i suggerimenti di Siri.

Il pannello delle notifiche e la homescreen non cambiano rispetto alle precedenti versioni software e quindi continuano a contraddistinguersi con le classiche differenze tra iOS e Android.

2. Siri Vs Google Now

Search---Siri-vs-Google-Now

Gli assistenti vocali sono state le vere piccole rivoluzioni software negli smartphone degli ultimi anni; tra Google Now e Siri ovviamente c’è una forte concorrenza ed utilizzano un interfaccia differenze.

Google Now con Android M sembra che sarà decisamente migliorato con la futura funzione “On Tap”, mentre sappiamo già che Siri su iOS 9 diventerà un assistente vocale contestuale, arrivando a suggerire o aiutare l’utente senza una specifica richiesta.

3. Multistaking e gestione applicazioni aperte

App-recenti-Android-M-vs-iOS9

iOS 9 proporrà la nuova gestione split-screen sugli iPad (ovvero la possibilità di gestire due applicazioni alla volta), mentre su Android questa funziona è già presente da tempo grazie alle personalizzazioni di grandi produttori come Samsun e LG, ma su Android M diventerà uno standard.

La gestione delle applicazioni aperte su iOS 9 invece riprende quella già vista su Android Lollipop con una schede in 3D che scorrono con tutte le applicazioni.

4. Menù delle impostazioni

Sia Android M che iOS 9 migliorano e ottimizzano ulteriormente il menù delle impostazioni; il primo con una nuova gerarchia, titles personalizzabili, una nuova interfaccia in stile dark e la nuova possibilità di gestione ram; iOS 9 introduce il nuovo menù per il risparmio energetico della batteria, una migliore gestione delle notifiche e altre ottimizzazioni qua e la.

5. Applicazione della Camera

Camera

L’applicazione Camera di Android M attualmente non ha subito ancora modifiche, mentre quella di iOS 9 dei piccolo cambiamenti come ad esempio suggerimenti automatici dell’interfaccia che ricordano ad esempio che l’HDR o il flash è stato disattivato.

Data Retention: SSD possono perdere dati dopo appena 7 giorni

I dischi a stato solito (SSD) hanno molti vantaggi rispetto ai convenzionali dischi rigidi. Consumano meno energia, sono di grandezza superiore, sono più costosi in assoluto anche se il divario negli ultimi anni è diminuito notevolmente. Esiste comunque un aspetto negativo, quello inerente alla conservazione dei dati a lungo termine, un vero e proprio problema.

Durante una recente presentazione tenuta da Alvin Cox, Senior Staff Engineer presso Seagate Technology, sul sito di JEDEC viene dimostrato quanto sia l’effettivo divario fra le unità SSD enterprise e quelle client. Se si mantiene un SSD client ad una temperatura di 25°C o se questo è stato in funzione a 40°C in fase di scrittura, questo riuscirà a conservare integramente i dati in memoria fino a 2 anni (105 settimane). Se invece si tiene la temperatura a 30°C, il disco sarà in grado di mantenere i dati per un intero anno.

Il discorso per gli SSD di tipo enterprise è diverso, e in peggio. Se si mantiene un disco a 25°C quando è rimasto in funzione a 40°C in fase di scrittura, la capacità di conservazione dei dati è di appena 5 mesi (20 settimane). In casi peggiori, come potrebbe essere una elevata temperatura, è molto probabile che i dati su questo disco inizino a rovinarsi nel giro di appena una settimana.

SSD data retention

Per quanto vantaggiosi, dunque, questo tipo di dischi non sono l’ideale per eseguire un backup salvando dati importanti e quindi tenendo nel cassetto il disco per un lungo periodo e, dopo questo, sperare di trovare tutti i contenuti salvati conservati in perfetto stato. Nonostante nessuno avesse pensato ad una situazione simile, i dati pubblicati chiariscono meglio questo aspetto, in modo da capire al meglio la tecnologia e i suoi limiti.

E’ da notare che il raggio della temperatura perché un SSD conservi al meglio i dati, per i dischi rigidi normali è nettamente minore. Un hard disk normalmente può sopportare dai 40°C sotto zero ad un massimo di 70°C. Le temperature, invece, per un SSD soprattutto se di tipo enterprise, hanno un range diverso. Evitate di trasportarlo durante una giornata estiva particolarmente calda, perché potreste rischiare di surriscaldare inutilmente il disco e rovinarlo in modo irreparabile.

Secondo quanto asserito da Kore Logic sul proprio blog, in alcune parti del mondo esistono alcune leggi in cui viene stabilito che dati di una certa importanza devono essere archiviati in predeterminati periodi di tempo, ed essere disponibili in caso di questioni legali e di indagini. Sappiate dunque che salvare un backup in un disco a stato solido, non è esattamente la migliore idea da attuare.

Asus ZenFone 2 da 64 GB di storage disponibile al prezzo di 399 Euro

Poche ore fa, Asus ha ufficializzato il debutto sul mercato italiano del nuovo Asus ZenFone 2 ZE551ML con 4 GB di memoria RAM e ben 64 GB di spazio interno d’archiviazione. Si tratta, a conti fatti, della nuova versione top della gamma Asus ZenFone 2 che viene commercializzata nel nostro paese ad un prezzo di listino di 399 Euro. Rispetto al modello con 4 GB di RAM e 32 GB di storage interno, commercializzato al prezzo di 349 Euro, questa variante presenta un sovrapprezzo di 50 Euro. L’unica differenza in termini di dotazione hardware tra i due modelli di Asus ZenFone 2 è rappresentata proprio dallo storage interno. Il nuovo Asus ZenFone 2 da 64 GB di memoria interna può contare su due differenti colorazioni, nero e rosso, mentre il modello da 32 GB è disponibile anche in colorazione argento.

Per il resto, non cambiano le specifiche tecniche del nuovo top di gamma dell’offerta di Asus ZenFone 2 che presenta un display da 5.5 pollici di diagonale con risoluzione FullHD, un SoC Intel Atom Z3580 a 64 bit con CPU Quad-Core da 2.3 GHz, 4 GB di memoria RAM, fotocamera posteriore da 13 Megapixel e fotocamera anteriore da 5 Megapixel. Il device presenta il sistema operativo Android 5.0 Lollipop personalizzato dall’interfaccia utente ZenUI ed una batteria dotata di una capacità complessiva di 3.000 mAh. Ricordiamo che la gamma di Asus ZenFone 2 si completa con una versione entry level con display HD da 5 pollici di diagonale e 2 GB di RAM e con una mid-range da 5.5 pollici FullHD e 2 GB di RAM.

Se siete interessati all’acquisto del nuovo Asus ZenFone 2 con 4 GB di memoria RAM e 64 GB di storage interno è possibile collegarsi direttamente all’Asus Shop per procedere all’acquisto del terminale. Di seguito riportiamo i link diretti alle due versioni, nera e rossa, di questa nuova variante top di gamma dell’Asus ZenFone 2.

Asus ZenFone 2 con 4 GB di RAM e 64 GB di storage ROSSO

Asus ZenFone 2 con 4 GB di RAM e 64 GB di storage NERO

Non tutte le APP iOS 9 saranno compatibili con tutti gli iPad e iPhone

Secondo recenti notizie non tutte le applicazioni native di iOS 9 saranno compatibili con gli iPad e gli iPhone più vecchi che non rispecchiano degli standard hardware.

Se possedete un iPad o un iPhone di solito sarete sempre contenti di sapere che Apple rilascia per voi aggiornamenti costanti e per lungo periodo, anche per dispositivi che superano tranquillamente i 3 anni di vita commerciale.

Anche quest’anno con l’annuncio del nuovo sistema operativo iOS 9 tutti i precedenti device compatibili con iOS 8 saranno aggiornati, compresi modelli abbastanza vecchi (dal punto di vista tecnologico) come l’iPad 2 e l’iPhone 4S o l’iPod Touch di 5a generazione.

Quest’anno però l’aggiornamento ad iOS 9 non sarà tutto rose e fiori per tutti i possessori di un iPhone o di un iPad; si è sparsa infatti la voce, piuttosto concreta, che alcune applicazioni native di iOS 9 non funzioneranno su alcuni dispositivi Apple che non rispecchieranno certi standard hardware.

Perché alcune App iOS 9 non funzioneranno su tutti gli iPad e iPhone?

Pare infatti che alcune applicazioni iOS 9 per poter funzionare dovranno utilizzare gioco forza un chipset con architettura a 64bit e non a 32Bit; questo significa che tutti i dispositivi Apple che non avranno almeno un chipset A7 all’interno della loro scocca non potranno godere a pieno delle prossime funzioni/applicazioni native di iOS 9.

Se possedete quindi un iPhone 4S, 5 o un iPad 2, 3, retina display (4) o Mini, ovvero tutti prodotti usciti prima del 2013 la vostra esperienza d’uso con iOS non sarà completa, ma comunque sicuramente ancora buona.

Per tutti coloro che invece hanno comprato un dispositivo più recente (almeno del 2013 con il debutto del chipset A7) non si saranno problemi, e potranno godere di tutte le novità del nuovo sistema operativo mobile di Apple.

Questo potrebbe essere anche un primo segnale che iOS 9 sarà con buona probabilità l’ultimo aggiornamento software per un bel numero di dispositivi Apple; ovviamente questo è un avvenimento del tutto naturale che spronerà i fan dell’azienda di Cupertino ad aggiornare più velocemente i propri dispositivi acquistandone di più recenti.

Samsung Galaxy Note 5: Tra le specifiche anche una USB Type-C

Uno dei device di maggiore interesse che debutteranno nel corso dei prossimi mesi è senza dubbio il nuovo Samsung Galaxy Note 5, futuro phablet di casa Samsung che sarà presentato, con ogni probabilità, a settembre, durante l’IFA di Berlino con un’uscita sul mercato internazionale programmata per l’autunno.

Tra le novità tecniche che debutteranno con il nuovo Samsung Galaxy Note 5 dovrebbe esserci, secondo le ultime informazioni, anche una porta USB Type-C che dovrebbe garantire una serie di importanti miglioramenti per il phablet di Samsung con una velocità di trasferimento dati incrementata sino ad un teorico 10 Gbps, la maggiore velocità di ricarica, grazie all’introduzione del supporto ai 12 ed ai 20 V, e la possibilità di utilizzare il cavo USB in entrambi i versi.

Per ora, Samsung non ha confermato ufficialmente queste indiscrezioni che, in ogni caso, appaiono al momento decisamente realistiche. Staremo a vedere, nel corso delle prossime settimane, se la presenza di una porta USB Type-C sarà confermata o meno per il nuovo Samsung Galaxy Note 5.

In ogni caso, il nuovo phablet della casa coreana potrà contare, rispetto al precedente ed ancora eccellente Note 4, su di un importante upgrade tecnico con la presenza del SoC Exynos 7422 affiancato da 4 GB di memoria RAM. Il device, secondo alcuni rumors dei mesi scorsi, potrebbe presentare un display con risoluzione 4K anche se, al momento, appare più realistico l’introduzione di un display “classico” con risoluzione 2K. A garantire una buona autonomia di utilizzo, vero e proprio tallone d’Achille del Galaxy S6, ci sarà una batteria decisamente capiente che potrebbe arrivare ad una capacità complessiva di 4200 mAh. Il nuovo Samsung Galaxy Note 5 debutterà con il sistema operativo Android 5.1 Lollipop ma sarà aggiornato, prontamente si spera, al nuovo Android M che debutterà nel corso del prossimo autunno. Maggiori dettagli sul nuovo phablet di casa Samsung emergeranno, senza dubbio, nei prossimi giorni.

Come scegliere una batteria esterna senza spendere una follia

Chi più chi meno, tutti abbiamo pensato di dotarci di un powerbank, ovvero di un accessorio in grado di ridare vita allo smartphone o al tablet quando decide inesorabilmente di lasciarci a piedi a metà giornata quando ancora di cose da fare ne abbiamo molte e sopratutto quando non abbiamo modo di collegarci alla rete elettrica per poterlo caricare, ma allora come scegliere una batteria esterna affidabile e performante senza dover investire troppo denaro?

Il mercato offre ormai tantissime batterie di varie capacità, prezzi, colori e dimensioni, ma saranno davvero tutte valide? La prima cosa da cui non dobbiamo farci condizionare è sicuramente il prezzo (facile a dirsi, ma spesso capita anche a chi vi scrive) e questo perchè spesso dietro ad un buon prezzo si nascondono caratteristiche che vi faranno rimpiangere il fatto di aver voluto tenervi in tasca qualche euro.

Come scegliere una batteria esterna in 3 mosse

Ecco i tre fattori fondamentali da valutare nella scelta di un powerbank, dopo i quali potrete pure ragionare sul prezzo.

  1. Capacità di carica – Quanti mAh è in grado di immagazzinare la batteria? Più alto sarà questo valore e più ampia sarà la riserva di energia che porterete con voi, ma in maniera direttamente proporzionale aumentano peso e prezzo.
  2. Potenza di carica e porte – Scegliete solo batterie in gradi di erogare almeno 2A per ogni porta. Ci sono batterie in commercio super economiche che però erogano solo 1A per porta e ciò comporta tempi lunghissimi per ricaricare il vostro smartphone. Se siete inoltre dotati di più di un device che deve essere ricaricato tramite USB, sarà meglio che scegliate una batteria esterna con almeno due porte di carica.
  3. Protezione di carica – Le batterie migliori sono dotato di un chip in grado di regolare la carica e di interromperla al momento opportuno e questo permetterà alla batteria del vostro smartphone di godere di una vita maggiore.

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Spotify sfora i 20 milioni di abbonati Premium

L’industria discografica ha veduto più volte nella sua storia dei forti scossoni a cui però è stata capace di sopravvivere. Pensiamo ad esempio alla proposta indecente di Steve Jobs per contrastare la pirateria nel download dei brani musicali di iTunes e dello store digitale fatta alle case discografiche che, dopo una lunga trattativa, furono costrette ad accettare. A distanza di pochi anni poi, vi è stato un altro grosso colpo assestato alle case discografiche con la nascita dei primi servizi di streaming musicale. Grazie ad essi, gli acquisti di musica sono calati drasticamente, motivo per cui vi è un astio molto importante fra le case discografiche ed i servizi di streaming musicale che offrono i propri servizi in maniera gratuita (con l’utilizzo di pubblicità). L’azienda che più ha successo in campo è Spotify e, come è logico che sia, è la più “odiata” dalle etichette.

Parlando proprio si Spotify, nel corso delle ultime ore ha annunciato ufficialmente, attraverso il proprio blog, che sono stati raggiunti i 20 milioni di utenti abbonati al servizio Premium, a fronte dei 75 milioni che lo utilizzano in totale (55 milioni lo sfruttano come servizio free con l’inserimento di annunci pubblicitari). Si tratta di un traguardo molto importante, visto che nessun servizio al mondo può vantare così tanti utenti. Ma la cosa più sensazionale di tutte è il tempo che è stato necessario per ottenere i secondi 10 milioni di abbonati: da 0 a 10 milioni sono trascorsi 5 anni mentre per conquistare gli altri 10 milioni appena 1 anno (a Maggio 2014 si era raggiunto il traguardo dei 10 milioni).

spotify italia

Tornando a parlare un attimo dell’astio rivolto dalle etichette discografiche a Spotify, il team che sta dietro al servizio ha fatto sapere che le royalties pagate ai cantanti, dall’inizio della storia del servizio, sono state di 3 miliardi di dollari e nel solo primo trimestre del 2015 sono state di 300 milioni di dollari. Considerando che i numeri stanno crescendo rapidamente, è chiaro come le royalties aumenteranno di conseguenza.

Nonostante ci siano stati dei concorrenti molto agguerriti in passato per Spotify (Google Play Music, Rdio, Pandora ecc.), una politica di mercato molto mirata, unita alla forza di volontà ed alla preparazione degli sviluppatori hanno permesso al colosso in verde di conquistare il trono. Tra qualche settimana però arriverà la sfida più grande di tutte: fronteggiare Apple Music. Così come Spotify, anche Apple Music approderà sul sistema operativo Android | Apple Music: su Android si ma solo in versione Premium |, così da avere un bacino d’utenza quanto più ampio possibile.

Voi come la vedete? Chi la spunterà fra questi due colossi?

Sony a7R II: mirrorless full frame da 42,4 MP

Nonostante i miglioramenti dei comparti fotografici degli smartphone siano stati da sempre eccezionali, con dispositivi in grado di emulare la qualità di una fotocamera digitale compatta, al momento non si può minimamente raggiungere il livello di dettaglio, di fedeltà cromatica e di messa a fuoco delle fotocamera reflex e mirrorless. Parlando proprio di quest’ultime, Sony è uno dei principali produttori e giusto qualche giorno fa ha presentato ufficialmente la nuova Sony a7R II. Le caratteristiche di questa fotocamera sono a dir poco eccezionali, sia per quanto riguarda il sensore d’immagine che per quanto riguarda le lenti.

Iniziando col parlare del sensore, esso è un BSI CMOS full frame da 42,4 MP che, abbinato ad un processore dell’immagine Bionz R, riesce a superare tutte le altre concorrenti della categoria per qualità fotografica. Come se ciò non bastasse, il sistema di messa a fuoco è stato molto migliorato rispetto alle precedenti generazioni, con 399 punti di messa a fuoco. Il sensore di cui parlavamo prima è stato definito da Sony il primo in assoluto full frame Exymor R ad essere retro-illuminato.

Sony a7R II

Passando ad analizzare il mirino elettronico, esso è un pannello OLED ad elevatissima risoluzione, con un ingrandimento di 0,78x. Ad affiancarlo vi è un display TFT LCD da 3 pollici touchscreen con meccanismo orientabile.

Così come ogni fotocamera che si rispetti, la Sony a7R II è in grado di riprendere anche filmati qualitativamente eccellenti. La risoluzione massima supportata è quella del 4K a 30 fps mentre scalando fino al Full HD di riesce a riprendere anche a 60 fps ed arrivando alla risoluzione HD si riesce persino a catturare video a 120 fps, ideali per effetti in slow motion in fase di post produzione.

Sony a7R II 2

Presente anche la connettività NFC e Wifi, ideale per abbinare la fotocamera allo smartphone o per trasferire rapidamente le fotografie sul computer o sul cloud. Come avrete sicuramente capito, non si tratta di una fotocamera entry-level. La Sony a7R II infatti ha un costo di 3200 dollari per il solo corpo macchina e l’uscita sul mercato è prevista per il prossimo mese di Agosto.

Si tratta dunque di una fotocamera per professionisti che poco si adatta ad utenti inesperti. Per essi è consigliabile puntare su qualcosa di più economico, magari su una reflex entry-level.

AMD Radeon R9 Fury X: dai primi benchmark le prestazioni sono simili alla Titan X

Così come in ogni altro settore della tecnologia, anche nel mondo delle GPU desktop vi è un’eterna lotta fra due aziende: AMD e Nvidia. Quest’ultima è senza dubbio in vantaggio, per via di un bacino d’utenza molto superiore rispetto ad AMD. Tuttavia, questo non vuol dire necessariamente che i prodotti siano più potenti. Nelle scorse infatti, attraverso una serie di test benchmark, abbiamo scoperto le reali potenzialità della nuova GPU top di gamma AMD Radeon R9 Fury X e, dobbiamo dire non con molta sorpresa, esse sono simili alla Titan X di Nvidia, attuale top di gamma del produttore.

Trattandosi ancora dei primi benchmark emersi in rete, vi consigliamo di prendere il tutto con un piccolo beneficio del dubbio, dato che la GPU messa in esame potrebbe essere un esemplare di pre-produzione oppure i driver utilizzati potrebbero non essere del tutto ottimizzati ecc. Come potete vedere, le variabili sono ancora molte.

AMD Radeon R9 Fury X benchmark

Passando ad analizzare i risultati nel dettaglio, scopriamo come la GPU AMD Radeon R9 Fury X ha ottenuto un punteggio di 7507 su Fire Strike Extreme 1.1, ovvero leggermente inferiore rispetto alla Titan X di Nvidia. Risultato simile anche quando la si è testata in configuzione dual GPU, con la Titan X leggermente in vantaggio. C’è da sottolineare anche che la AMD Radeon R9 Fury X è dotata di “soli” 4 GB di memoria HBM dedicata, contro i 12 GB DDR5 della Titan X. Tutti i test sono stati effettuati col medesimo hardware di accompagnamento (CPU Intel Core i7 5960X), così da avere risultati quanto più accurati possibili.

AMD Radeon R9 Fury X benchmark 2

Come detto in precedenza, prima di dare un giudizio su questa nuova AMD Radeon R9 Fury X e sulla sua potenza grafica, preferiamo che sia rilasciata ufficialmente sul mercato e che diverse redazioni la testino e ne verifichino effettivamente il comportamento su diversi tipi di hardware. Solo dopo aver visto tali risultati, ci sembrerà opportuno esprimerci. Resta anche da vedere il prezzo di vendita: avendo la Titan X a circa 1000 euro, AMD dovrà cercare di abbassare quanto più possibile il costo della nuova GPU al fine di riconquistare, almeno in parte, l’utenza strappatagli da Nvidia nel passato.

Come trasferire le foto di Dropbox in Google Foto

L’introduzione del nuovo servizio di archiviazione cloud Google Foto, avvenuto durante lo scorso Google I/O 2015, ha segnato un netto distaccamento di vari servizi Google. In particolare, adesso non abbiamo più la necessità di possedere un account Google Plus per poter usufruire del servizio Google Foto. Questa è una novità non da poco che farà si che molti utenti volgeranno la loro attenzione verso questo nuovo servizio.

Tuttavia, è innegabile quante siano le persone che utilizzato altri servizi di cloud storage per archiviare le proprie fotografie. Vuoi per comodità o solo perchè è il più conosciuto, nella maggior parte dei casi la scelta ricade su Dropbox. In questa semplice guida vi mostreremo come trasferire le foto di Dropbox in Google Foto. La procedura è estremamente semplice anche se la durata di esecuzione dipende da molti fattori, come per esempio la grandezza della vostra libreria fotografica e la vostra velocità di connessione ad internet (parliamo pur sempre di cloud).

Google Foto

  • Il primo passo da seguire è quello di scaricare l’applicazione desktop di Dropbox. Essa è disponibile in maniera del tutto gratuita sul sito Dropbox e ci permette di sincronizzare i file da noi scelti sul computer. Questo significa che avremo sia una copia sul nostro cloud e sia una copia sul nostro computer.
  • Fatto ciò, installate il software ed accedete con le vostre credenziali. A questo punto, vi ritroverete tutte le cartelle presenti sul vostro account cloud. Nella barra in basso a destra, vi apparirà l’icona di Dropbox. Cliccate su di essa, poi nella rotella delle impostazioni e successivamente su “Preferenze”; Recatevi sul tab Preferenze e cliccate su “Sincronizzazione selettiva”. Da qui dovrete selezionare solo le cartelle contenenti le vostre foto.

Preferenze Dropbox

  • A questo punto inizierà il download di tutte le cartelle selezionate sul vostro computer.
  • Mentre le foto sono in download, scaricate nel contempo l’applicazione Google Foto per Desktop dal sito dedicato.
  • Adesso dovrete selezionare le cartelle che sono in download da Dropbox per poterle caricare sul Google Foto. Quest’ultimo punto sicuramente prenderà molto tempo, dato che le fotografie dovranno essere caricate una per una su Google Foto e, come detto prima, in base a molti fattori il tempo necessario può essere più o meno lungo.

Google Foto Desktop

Nel caso doveste avere problemi su come trasferire le foto di Dropbox in Google Foto, non esitate a comunicarceli qui sotto nello spazio riservato ai commenti.

Sony è dubbiosa sul connettore USB Type-C

All’inizio del mondo della telefonia, ogni produttore di telefoni realizzava un proprio connettore utile a ricaricare la batteria interna. Con il tempo, si è visto che questo metodo era molto svantaggioso per gli utenti, i quali erano costretti ad acquistare degli accessori specificatamente studiati per quel telefono e dunque non universali. Più recentemente però, grazie ad una legge a livello mondiale, gli smartphone debbono necessariamente essere dotati di un connettore standard a tutti i produttori. Tale connettore è stato individuato nella Micro USB 2.0. Tuttavia, il progresso tecnologico è talmente elevato che nel giro di pochi anni anche questo connettore è diventato obsoleto. Ed ecco allora che lo standard del futuro (al momento siamo nella fase di transizione) è rappresentato dalla USB Type-C.

Di esso ne abbiamo già parlato in passato, segnalandovi che Intel l’ha adottato per la nuova generazione di tecnologia Thunderbolt | Thunderbolt 3: velocità di 40 Gbps e connettore USB Type-C |. I vantaggi che tale connettore apporta sono decisamente tanti: innanzi tutto, rispetto alla Micro USB 2.0, è reversibile, cioè può essere inserito in entrambi i versi; in secondo luogo, è in grado di veicolare diversi flussi di dati in contemporanea, fra cui il flusso video, l flusso dati e l’energia elettrica.

usb-type-c

Come avrete sicuramente notato, non sembrano esserci difetti nella nuova USB Type-C ma solamente vantaggi rispetto al passato. Nonostante ciò, sembra che Sony non ha in mente di integrarla negli smartphone e nei tablet del prossimo futuro. Stando infatti a quanto dichiarato da Takeshi Nitta, program manager in Sony Mobile nell’ufficio di Tokyo, il colosso giapponese sta valutando di integrare questo connettore nei propri device così come ogni altro produttore al mondo. Tuttavia, queste valutazioni sono più sul lungo termine che sul breve.

Ciò su cui si sta concentrando Sony al momento è la riduzione dello spessore sia del modulo fotografico che del display. Inoltre, stando alle informazioni leaked trapelate online, anche alla riduzione delle cornici attorno al display | Svelate le caratteristiche tecniche di Sony Lavender |.

La passività nel breve periodo riguardo questo nuovo standard potrebbe costare caro a Sony. Voi come la vedete? Secondo voi è giusto aspettare che la USB Type-C arrivi in massa sul mercato attraverso gli accessori oppure è necessario anticipare il mercato come fatto da Apple col suo ultimo MacBook? Discutiamone qui sotto nello spazio riservato ai commenti.

Huawei Honor 7 con 4GB di ram e processore Kirin 935 confermati

Uno Screenshot preso dallo stesso Huawei Honor 7 conferma le caratteristiche hardware principali che ormai sono state quasi del tutto svelate.

Piano piano il puzzle sulle caratteristiche hardware dell’atteso dispositivo Huawei Honor 7 sta per essere completato, dato che nuovi pezzi si sono aggiunti nelle ultime ore confermando la maggior parte delle caratteristiche hardware elencate in notizie precedenti.

Huawei Honor 7: le specifiche hardware confermate da uno Screenshot

Huawei-Honor-7-hardware

Uno Screenshot preso direttamente dall’Huawei Honor 7, modello numero PLK-AL10, indica che il chipset dello smartphone sarà il Kirin 935 con architettura Octa-Core e pieno supporto alla codifica a 64bit.

Il chipset Kirin 935 sarà affiancato da ben 4GB di memoria ram e da 64GB di memoria interna di cui 53,57 disponibili per l’utente; non sappiamo se la memoria interna sarà espandibile con microSD ma pensiamo di si.

Huawei Honor 7 utilizzerà con buona probabilità, anche se lo Screenshot non lo dimostra un display da almeno 5 pollici di diagonale con risoluzione full hd 1920 x 1080 pixel; le informazioni sulla grandezza sul display sfortunatamente non sono ancora precise e bisogna accontentarsi di rumors precedenti.

Dal punto di vista software, dato che lo Screenshot non mostra altre informazioni lato hardware, Huawei Honor 7 utilizzerà fin dal principio Android 5.1 con interfaccia personalizzata Emotion che dovrebbe raggiungere la versione 3.1 o superiore.

Di Huawei Honor 7 dovrebbero uscire due versioni; quella mostrata nello Screenshot dovrebbe essere la versione “premium” con 4GB di memoria ram e 64GB di memoria interna; l’altra versione “normale” avrà invece 3GB di memoria ram e 16GB di memoria interna e gioco forza un prezzo di listino più basso.

La versione con più ram infatti dovrebbe costare più o meno 400-435 dollari americani, mentre la versione più economica con “solo” 3Gb di memoria ram si dovrebbe aggirare intorno ai 320 dollari.

Questi però sono i prezzi di listino in Cina, che sicuramente aumenteranno di un buon 10-15% quando la commercializzazione, sempre se avverrà, arriverà in altri paesi, come ad esempio in Italia.

Per avere un quadro dei precedenti rumors su Huawei Honor 7, potete leggere un altro articolo cliccando sul link evidenziato.

Windows Phone più sicuro di Android e iOS secondo Kaspersky

Secondo Kaspersky il sistema operativo mobile Windows Phone è decisamente più sicuro di Android e di Apple iOS: ecco i principali motivi.

Il Ceo (amministratore delegato) e fondatore della famosa azienda per la sicurezza informatica Kaspersky, Eugene Kaspesky, ha rilasciato un interessante intervista nella quale confronta i tre principali sistemi operativi sviluppati per i device mobili, ovvero Windows Phone di Microsoft, Android di Google e iOS di Apple.

Secondo il noto informatico Windows Phone può essere considerato attualmente il sistema operativo più sicuro per un device mobile, più sicuro sicuramente di Android e di iOS.

Perché Apple iOS, Android sono meno sicuri di Windows Phone?

Lo scenario peggiore riguarda iOS e tutti i possessori di un iPhone, anche se sulla carta potrebbe essere quello meno probabile; Eugene Kaspesky indica infatti che la stessa natura di sistema operativo chiuso rende iOS molto difficile da violare, ma allo stesso tempo troppo e pericolosamente chiuso ad eventuali aiuti di terzi per soluzioni tempestive contro malware e virus.

Il CEO di Kaspersky afferma che iOS per molti hacker è una vera e propria sfida; per questo in caso di vulnerabilità o di attacco hacker riuscito su iOS, data la grande quantità di servizi che utilizzano i dati personali e la diffusione su scala mondiale degli iPhone, provocherebbe un danno enorme dato che antivirus o società terze di sicurezza non potrebbero intervenire, per via della natura chiusa del codice del sistema operativo che è in mano solo ad Apple.

Android come sistema operativo è open source quindi le società di sicurezza possono intervenire prontamente, la ma sua diffusione e il fatto stesso che è un sistema operativo aperto ne fanno uno dei principali software soggetti ogni anno a brutali attacchi di malware e virus.

Per Eugene Kaspesky invece Windows Phone è un sistema operativo sicuro e piuttosto pulito, sicuramente perché la sua diffusione non è ancora particolarmente elevata e per via dell’ottimo lavoro compiuto dagli ingegneri informatici di Microsoft, che quotidianamente devono lavorare sulla sicurezza dei vari Windows per Desktop e quindi sono ben allenati.

Alla fine il Ceo di kaspesky ha un unico suggerimento per evitare di prendere un virus o un malware con il proprio smartphone: “l’unico modo sicuro è quello di disconnettere da internet il dispositivo”, e lo dice uno che utilizza un vecchio telefonino Sony Ericsson.

iPhone 6S dedicato ai selfie con cam anteriore migliorata e flash led?

Apple iPhone 6S potrebbe utilizzare una nuova e migliorata fotocamera anteriore con flash LED capace di registrare video in formato FHD 1080p e scattare selfie di alta qualità.

All’interno del nuovo sistema operativo iOS 9 alcune righe di codice, scoperte da uno sviluppatore e diffusi tramite Twitter, evidenzierebbero alcune interessanti novità che non riguardano il software in se stesso, ma una caratteristica del prossimo smartphone top di gamma dell’azienda di Cupertino.

Apple iPhone 6S (sempre se verrà chiamato così) potrebbe aver come nuovo componente hardware una fotocamera anteriore rinnovata rispetto a quella presente sugli attuali modelli, capace di garantire una qualità fotografica per selfie migliore grazie anche ad un flash LED frontale, adatto per gli scatti notturni o con presenza di poca luce.

Apple iPhone 6S la camera anteriore di nuova generazione: alcuni possibili dettagli

Questa nuova fotocamera anteriore sarà capace anche di registrare video in formato FHD 1080p ad una frequenza massima di ben 60 Fps, supporterà lo slowmotion a 240 Fps alla risoluzione più bassa di 720p e avrà anche la funzione panorama.

Affinché una camera possa registrare un video in formato FHD 1080p necessita di un sensore da almeno 2,1 Megapixel, ma siamo convinti che Apple ne utilizzerà una con molti più megapixel per il suo prossimo iPhone 6S.

Ovviamente l’aggiornamento della fotocamera anteriore non deve essere una sorpresa particolare per gli appassionati di tecnologia; va infatti detto che ormai la cam anteriore da 1,3 megapixel dell’iPhone 6, pur avendo una qualità generale ancora buona, non può di certo considerarsi una delle migliori fotocamera per selfie e per la registrazione di video nel 2015.

Se Apple vuole seguire i trend di mercato, e i selfie attualmente sono uno di questi, dovrà per forza migliorare il proprio comparto multimediale anteriore sul suo iPhone 6S, dato che attualmente quello dell’iPhone 6 rimane poco sopra la media di uno smartphone non particolarmente costoso.

Per adesso le voci di corridoio sull’iPhone 6S sono ancora abbastanza imprecise e si basano più su supposizioni che su dati concreti; con buona probabilità sentiremo ancora parlare del prossimo smartphone Apple nelle prossime settimane, dato che il suo arrivo è quotato per il mese di settembre 2015.